Perdonami Mille, sai che ti stimo, ma la tua tesi, come quella cui fai riferimento, mi sembra una provocazione verso chi desiderava un risultato diverso.
Io dò le chiavi di casa ad un mio amico, confidando che ne faccia buon uso, secondo i canoni di amicizia e buon senso.
L'amico mi distrugge casa, invece, organizzando parties con droga, sesso e rock'n'roll.
Al mio ritorno, trovo casa distrutta con mia somma sorpresa.
Morale: sono io della parte del torto, ho avuto fede malriposta. E in più subisco pure una specie di paternale.
Se sapevo che l'amico si sarebbe comportato così, vai tranquillo che la casa non gliela davo. Colta la metafora?
Lo so che è un esempio negativo, ma è giusto per rendere l'idea.
Adesso la legge viene applicata in un verso che tu ritieni consono. Con esattamente le solite motivazioni, allora potrei dirti che erano giuste le leggi razziali fasciste, a quei tempi. Era la legge, no? Ma era ovviamente sbagliata.
Diciamo che adesso è andata così, e parecchie cose sono al meglio discutibili o opinabili. Non mi appellerei troppo alle giustizia delle leggi e come vengono applicate dai giudici. Tortora ci ha rimesso parte della vita per via delle leggi "giuste", d'altra parte autentici mafiosi sono liberi per cavilli.
Gabri il singolo episodio non l'ho nemmeno commentato, nè adesso nè nei post precedenti. Più che l'episodio in sé sto preferendo guardare agli effetti e alle reazioni a quell'episodio, ed è lì che vedo che qualcosa non va.
La metafora in sé mi fa pensare che certamente il tuo amico non si è comportato bene, e tu ti becchi pure il torto. Ma non capisco come sia effettivamente collegato con quanto detto da Ciora:
chi, prima di qualche ora fa, si è appellato alla legge, precisamente a
quale legge si è appellato? Perché è davvero troppo evidente che nessuno o quasi, da entrambi gli schieramenti, era dalla parte della legge, ma dalla parte della propria opinione. Perciò se il responso della legge combacia con la mia idea, allora la legge è giusta, altrimenti no.
Con questo non lascio intendere che la legge non sbaglia mai. Quando ascolto Piercamillo Davigo, che parla di problemi grossi di giustizia in Italia, io gli credo eccome. Poi, mia opinione, che qualcosa non va si capisce dai soliti ovvi esempi: Berlusconi è a piede libero. A piede libero. Quindi qualcosa non va.
Poi il discorso, per me, va sempre in quelle due direzioni:
1) la realtà è davvero complessa. E va oltre il singolo episodio. C'è chi studia tutta la vita proiezioni sull'andamento demografico globale (dicono che già adesso è impossibile non arrivare a 10 miliardi) e c'è chi guarda all'unghia del dito
2) una cosa è successa. Un contenuto è stato espresso. Nessuno guarda che la stessa cosa si può dire in mille modi diversi, alcuni molti diversi. Per me queste cose sono importanti: una discussione, a parità di contenuto, può finire in pace come a coltellate.
Insomma per me le reazioni che ho visto in questi giorni sono più gravi dell'episodio in sé (che a me non ha scaldato particolarmente in nessuna delle due "direzioni"), perché riflettono tutta una realtà "sotterranea" e interiore che poi è quella che costruisce il mondo.
A guardare la gente, onestamente di dubbio spessore riflessivo (diciamo così), che dal porto ha urlato "presto ammanettatela!", "fatti scop!re dai negr1 visto che ti piacciono tanto!", tutti prenderemmo le distanze. Ma dov'è la differenza con chi ha sentenziato "pena di morte", "torture", "colpo di pistola in testa" ?
Non ho letto per intero il post di Di Battista, ma concordo con la sua idea:
quella della Sea Watch è stato un gran "bel"
show. Un teatrino dove, non si capisce come, perdiamo praticamente tutti per l'ennesima volta. Cioè veramente chi ci ha guadagnato?
"Noi" italiani no.
La carne da macello africana no di certo, o qui o altrove la loro vita è segnata e senza prospettiva.
Forse qualche movimento di voti (davvero utile). Forse di soldi.