Borini:"Addio Milan? Non giocavo, semplice"

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Borini riparte dalla Turchia con la maglia del Karagümrük. A calciomercato.com una lunga intervista, in cui ha parlato anche di Milan

"Al Milan ho fatto meno l'attaccante che da altre parti (ride, ndr), questo è sicuro. No, avrei dato comunque una disponibilità totale perché così facendo mi sono tolto soddisfazione di giocare di più. Davanti avevo gente forte come Calhanoglu e Suso, mi sarei tolto delle ulteriori possibilità di giocare. Ho sempre dato priorità alla squadra, è lavoro del mister quello di capire dove posso essere utile alla squadra. Dire di no a certe opportunità è come spararsi sui piedi. L'evoluzione di Calhanoglu? "Non sono affatto sorpreso. Si vedeva che ce l'aveva, che voleva tirare fuori tutta la sua personalità. Solo che è un personaggio molto sensibile, da fuori non si vede. Qualche situazione non in suo controllo, come i cambi di allenatore e l'instabilità societaria, hanno influito. Sensibile non vuole dire essere debole, anzi è il contrario. Adesso si sta vedendo, con un po' più di supporto e con la forza che danno i risultati e i compagni, cosa può dare in campo. Forse, secondo me, può fare ancora un po' di più. Il suo rinnovo? Vedendo com'è andata nella mia esperienza, che è comunque diversa rispetto alla sua, il Covid influenza molto nell'arrivare a scadenza nel 2020 o 2021. E' un'altra roba essere a scadenza in questi tempi, quindi gli consiglierei assolutamente di rinnovare. Miglior momento al Milan? Le finali che abbiamo giocato di coppa Italia e Supercoppa, che potevamo portare dei trofei in più. E i momenti europei, l'habitat naturale del club. La Stella Rossa è un avversario ostico con un campo ostico, che ci siano o non ci siano i tifosi. In qualche modo si faranno sentire o vedere i loro tifosi, un modo lo trovano. Sono le cose belle del calcio, io in Turchia sto vivendo questo tipo di situazioni. Il Karagümrük è una delle squadre con più tradizione che era un po' sparita dai radar. Una buona parte dei tifosi di Fenerbahce, Besiktas e Galatasaray era originariamente del Karagümrük e si sono spostati. Speravo di giocare con qualche stadio aperto, qui i tifosi si fanno sentire molto. Io preferisco giocare sotto pressione del tifoso piuttosto che a stadio vuoto. Mi carico con il sostegno dei tifosi, anche semplicemente con una scivolata, penso si veda in campo. Tutto questo deriva dalla mia esperienza nel calcio inglese. Io avevo giocato qui sul campo del Besiktas, c'erano già 60.000 tifosi a fischiarti due ore prima del fischio d'inizio. L'addio al Milan? Era giusto sperarsi perché non giocavo. Io sono un professionista che vuole giocare e lì non lo facevo più, semplice semplice".
 

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Borini riparte dalla Turchia con la maglia del Karagümrük. A calciomercato.com una lunga intervista, in cui ha parlato anche di Milan

"Al Milan ho fatto meno l'attaccante che da altre parti (ride, ndr), questo è sicuro. No, avrei dato comunque una disponibilità totale perché così facendo mi sono tolto soddisfazione di giocare di più. Davanti avevo gente forte come Calhanoglu e Suso, mi sarei tolto delle ulteriori possibilità di giocare. Ho sempre dato priorità alla squadra, è lavoro del mister quello di capire dove posso essere utile alla squadra. Dire di no a certe opportunità è come spararsi sui piedi. L'evoluzione di Calhanoglu? "Non sono affatto sorpreso. Si vedeva che ce l'aveva, che voleva tirare fuori tutta la sua personalità. Solo che è un personaggio molto sensibile, da fuori non si vede. Qualche situazione non in suo controllo, come i cambi di allenatore e l'instabilità societaria, hanno influito. Sensibile non vuole dire essere debole, anzi è il contrario. Adesso si sta vedendo, con un po' più di supporto e con la forza che danno i risultati e i compagni, cosa può dare in campo. Forse, secondo me, può fare ancora un po' di più. Il suo rinnovo? Vedendo com'è andata nella mia esperienza, che è comunque diversa rispetto alla sua, il Covid influenza molto nell'arrivare a scadenza nel 2020 o 2021. E' un'altra roba essere a scadenza in questi tempi, quindi gli consiglierei assolutamente di rinnovare. Miglior momento al Milan? Le finali che abbiamo giocato di coppa Italia e Supercoppa, che potevamo portare dei trofei in più. E i momenti europei, l'habitat naturale del club. La Stella Rossa è un avversario ostico con un campo ostico, che ci siano o non ci siano i tifosi. In qualche modo si faranno sentire o vedere i loro tifosi, un modo lo trovano. Sono le cose belle del calcio, io in Turchia sto vivendo questo tipo di situazioni. Il Karagümrük è una delle squadre con più tradizione che era un po' sparita dai radar. Una buona parte dei tifosi di Fenerbahce, Besiktas e Galatasaray era originariamente del Karagümrük e si sono spostati. Speravo di giocare con qualche stadio aperto, qui i tifosi si fanno sentire molto. Io preferisco giocare sotto pressione del tifoso piuttosto che a stadio vuoto. Mi carico con il sostegno dei tifosi, anche semplicemente con una scivolata, penso si veda in campo. Tutto questo deriva dalla mia esperienza nel calcio inglese. Io avevo giocato qui sul campo del Besiktas, c'erano già 60.000 tifosi a fischiarti due ore prima del fischio d'inizio. L'addio al Milan? Era giusto sperarsi perché non giocavo. Io sono un professionista che vuole giocare e lì non lo facevo più, semplice semplice".

Troppa burocrazia e troppo poco BOROcrazia. :ok:

Scherzi a parte, il Boro mi era simpatico perché dava sempre il 110%, sempre. Poi certo, la qualità era quella che era (senza esagerare, da alta Serie B), ma è uno di quegli scarponi ai quali non puoi che voler bene, per l’impegno che ci mettono.

L’unica cosa che mi faceva imbestialire era l’ingaggio che gli aveva dato Mirabelli (2,5 milioni, ripetiamolo ancora, 2,5 milioni a Borini, un milione in più di quanto prende Theo Hernandez, qui siamo a livelli di follia criminale), ma quella non era colpa sua, ma del calabroleso.

Buona fortuna Boro. ;)
 

Super_Lollo

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Borini riparte dalla Turchia con la maglia del Karagümrük. A calciomercato.com una lunga intervista, in cui ha parlato anche di Milan

"Al Milan ho fatto meno l'attaccante che da altre parti (ride, ndr), questo è sicuro. No, avrei dato comunque una disponibilità totale perché così facendo mi sono tolto soddisfazione di giocare di più. Davanti avevo gente forte come Calhanoglu e Suso, mi sarei tolto delle ulteriori possibilità di giocare. Ho sempre dato priorità alla squadra, è lavoro del mister quello di capire dove posso essere utile alla squadra. Dire di no a certe opportunità è come spararsi sui piedi. L'evoluzione di Calhanoglu? "Non sono affatto sorpreso. Si vedeva che ce l'aveva, che voleva tirare fuori tutta la sua personalità. Solo che è un personaggio molto sensibile, da fuori non si vede. Qualche situazione non in suo controllo, come i cambi di allenatore e l'instabilità societaria, hanno influito. Sensibile non vuole dire essere debole, anzi è il contrario. Adesso si sta vedendo, con un po' più di supporto e con la forza che danno i risultati e i compagni, cosa può dare in campo. Forse, secondo me, può fare ancora un po' di più. Il suo rinnovo? Vedendo com'è andata nella mia esperienza, che è comunque diversa rispetto alla sua, il Covid influenza molto nell'arrivare a scadenza nel 2020 o 2021. E' un'altra roba essere a scadenza in questi tempi, quindi gli consiglierei assolutamente di rinnovare. Miglior momento al Milan? Le finali che abbiamo giocato di coppa Italia e Supercoppa, che potevamo portare dei trofei in più. E i momenti europei, l'habitat naturale del club. La Stella Rossa è un avversario ostico con un campo ostico, che ci siano o non ci siano i tifosi. In qualche modo si faranno sentire o vedere i loro tifosi, un modo lo trovano. Sono le cose belle del calcio, io in Turchia sto vivendo questo tipo di situazioni. Il Karagümrük è una delle squadre con più tradizione che era un po' sparita dai radar. Una buona parte dei tifosi di Fenerbahce, Besiktas e Galatasaray era originariamente del Karagümrük e si sono spostati. Speravo di giocare con qualche stadio aperto, qui i tifosi si fanno sentire molto. Io preferisco giocare sotto pressione del tifoso piuttosto che a stadio vuoto. Mi carico con il sostegno dei tifosi, anche semplicemente con una scivolata, penso si veda in campo. Tutto questo deriva dalla mia esperienza nel calcio inglese. Io avevo giocato qui sul campo del Besiktas, c'erano già 60.000 tifosi a fischiarti due ore prima del fischio d'inizio. L'addio al Milan? Era giusto sperarsi perché non giocavo. Io sono un professionista che vuole giocare e lì non lo facevo più, semplice semplice".

mamma mia Suso....
 

kipstar

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fatti una domanda e datti una risposta ...si dice dalle mie parti.
secondo me non doveva proprio venire al milan......ho la sensazione che se gli davano i guanti avrebbe giocato anche in porta.....
 
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