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Boban intervistato da SportWeek, in edicola domani, parla del suo addio al Milan: "Sono in causa con Elliott, col Milan non potrò mai esserlo. La squadra attuale non è ancora al livello del vero Milan che avevamo in mente con Maldini, ma è già una squadra che può competere. Sulle scelte fatte dal club, il tempo mi ha dato ragione. La storia che sta vivendo la squadra è figlia del ritorno di Ibrahimovic, il suo impatto è stato devastante, da fenomeno. Anche Tonali è fenomenale. Daniel?Mi sono emozionato tanto anche io. Tutti avremmo esultato come Paolo. Nessuno come la famiglia Maldini rappresenta la storia del Milan. Meno male che Paolo è rimasto in società. È cresciuto tanto, ora è un dirigente di alto livello. È necessario, tra tanti amministratori, uomini di marketing, esperti di numeri e gente che non ama il calcio e capisce poco del Milan. Non è stato giusto rinunciare a Donnarumma. Non è da Milan. Fatico ad accettarlo pur essendo Maignan un ottimo portiere. Se pensiamo al Milan come grande club, allora non può perdere il migliore al mondo nel suo ruolo. Gigio è un fenomeno che può entrare nella storia del calcio. Non riesco a giustificare la sua partenza".
"Il Milan era, è e sarà sempre un grande amore, seguo tutte le partite. Erano necessari i classici tre anni per ripartire: nel primo si fa pulizia, il secondo è quello della costruzione, nel terzo puoi competere. Quello che è successo a noi tra errori, correzioni e processo di crescita. Quando dico noi penso al Milan, a me, Maldini e Massara: una bella squadra con uno spirito forte. Di ciò che ho fatto io, non mi pento di nulla. Per amore puoi sacrificarti, ma la dignità non va svenduta mai. Sulle scelte fatte poi dal club, il tempo mi ha dato ragione e la strada intrapresa adesso è corretta. Però servono sempre ambizioni da grande Milan".
"Nella notte della chiusura del mercato, quello dei giovani, avevo ammesso subito che ci mancavano 2-3 giocatori esperti. E già pensavo al mercato di gennaio"
"Tonali? E' fenomenale. E anche per lui lo scorso anno è stato normale avere difficoltà. Era abituato a giocare nel Brescia perno centrale con due incursori, il Milan giocava col doppio centrale. È una cosa totalmente diversa. Ms se oggi il Milan ha più controllo delle partite è soprattutto grazie a lui. Guida la squadra, ha i tempi, sa quando giocare lungo e corto, è dominante fisicamente, difende. Sandro è già molto responsabile, deve solo divertirsi
di più e può diventare un top mondiale".
"Con Ibra è cambiato tutto. La storia di oggi è figlia di Ibra. Il 24 dicembre: alle 22.30 della vigilia di Natale squilla il telefono, leggo sul display il suo nome. Rispondo e mi fa: “Complimenti, tu e il Milan avete preso Ibrahimovic...”. Zlatan è unico, troppo forte,simpatico, guascone, ha una personalità che basta per una squadra intera. Per il vecchio Milan, quello che vinceva tutto, affidarsi a un 38enne di ritorno sarebbe stato assurdo, quasi patetico. Quel Milan avrebbe preso Haalando Mbappé. Ma nel momento che il Milan stava vivendo, non esisteva un altro
giocatore al mondo capace di cambiarne la storia e la mentaità meglio di Ibra. Il suo impatto è stato devastante. È un fenomeno e io personalmente lo ringrazierò sempre"
"Gazidis e la battaglia per la salute? Mi dispiace veramente tanto. Gli auguro che guarisca al più presto"
"Milan da scudetto? Non credo, manca ancora qualcosa. Anche se il Milan gioca bene, ha ritmi di gioco e ha il
controllo delle partite. Pioli ha fatto un ottimo lavoro. Secondo me, in certe partite più toste, si potrebbe sfruttare anche il 4-3- 3 e una copertura diversa degli spazi. Le corse e le distanze sarebbero diverse e diminuirebbe il rischio di infortuni. Ma non mi faccia entrare in cose tattiche"
"Quanto manca per tornare tra le big d'Europa? Un 25-30%, da ricercare nella qualità degli uomini in certe po-
sizioni e nell’esperienza in Champions"
"Per lo scudetto dico il Napoli, poi l’Inter. Hanno qualcosa in più delle altre. Il calcio può essere imprevedibile
ma la logica dice questo. Ovviamente, non escludo a priori il Milan"
"Il Milan era, è e sarà sempre un grande amore, seguo tutte le partite. Erano necessari i classici tre anni per ripartire: nel primo si fa pulizia, il secondo è quello della costruzione, nel terzo puoi competere. Quello che è successo a noi tra errori, correzioni e processo di crescita. Quando dico noi penso al Milan, a me, Maldini e Massara: una bella squadra con uno spirito forte. Di ciò che ho fatto io, non mi pento di nulla. Per amore puoi sacrificarti, ma la dignità non va svenduta mai. Sulle scelte fatte poi dal club, il tempo mi ha dato ragione e la strada intrapresa adesso è corretta. Però servono sempre ambizioni da grande Milan".
"Nella notte della chiusura del mercato, quello dei giovani, avevo ammesso subito che ci mancavano 2-3 giocatori esperti. E già pensavo al mercato di gennaio"
"Tonali? E' fenomenale. E anche per lui lo scorso anno è stato normale avere difficoltà. Era abituato a giocare nel Brescia perno centrale con due incursori, il Milan giocava col doppio centrale. È una cosa totalmente diversa. Ms se oggi il Milan ha più controllo delle partite è soprattutto grazie a lui. Guida la squadra, ha i tempi, sa quando giocare lungo e corto, è dominante fisicamente, difende. Sandro è già molto responsabile, deve solo divertirsi
di più e può diventare un top mondiale".
"Con Ibra è cambiato tutto. La storia di oggi è figlia di Ibra. Il 24 dicembre: alle 22.30 della vigilia di Natale squilla il telefono, leggo sul display il suo nome. Rispondo e mi fa: “Complimenti, tu e il Milan avete preso Ibrahimovic...”. Zlatan è unico, troppo forte,simpatico, guascone, ha una personalità che basta per una squadra intera. Per il vecchio Milan, quello che vinceva tutto, affidarsi a un 38enne di ritorno sarebbe stato assurdo, quasi patetico. Quel Milan avrebbe preso Haalando Mbappé. Ma nel momento che il Milan stava vivendo, non esisteva un altro
giocatore al mondo capace di cambiarne la storia e la mentaità meglio di Ibra. Il suo impatto è stato devastante. È un fenomeno e io personalmente lo ringrazierò sempre"
"Gazidis e la battaglia per la salute? Mi dispiace veramente tanto. Gli auguro che guarisca al più presto"
"Milan da scudetto? Non credo, manca ancora qualcosa. Anche se il Milan gioca bene, ha ritmi di gioco e ha il
controllo delle partite. Pioli ha fatto un ottimo lavoro. Secondo me, in certe partite più toste, si potrebbe sfruttare anche il 4-3- 3 e una copertura diversa degli spazi. Le corse e le distanze sarebbero diverse e diminuirebbe il rischio di infortuni. Ma non mi faccia entrare in cose tattiche"
"Quanto manca per tornare tra le big d'Europa? Un 25-30%, da ricercare nella qualità degli uomini in certe po-
sizioni e nell’esperienza in Champions"
"Per lo scudetto dico il Napoli, poi l’Inter. Hanno qualcosa in più delle altre. Il calcio può essere imprevedibile
ma la logica dice questo. Ovviamente, non escludo a priori il Milan"
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