Assolutamente si.
Ipotizzando che tutto il budget stanziato per le forze strategiche russe sia stato effettivamente speso per quello scopo (99% non è stato così, in russia esiste una consolidata tradizione di sifonare in nero soldi pubblici per scopi personali dei comandanti e questo è diventato lampante con il caso delle corazze adattive dei T-90), quindi essendo molto buoni e di manica larga, i fondi destinati alla manutenzione delle armi atomiche sono sufficienti per mantenere ciclicamente tra i 200 e i 300 ordigni atomici.
Considerando che la quasi totalità delle armi atomiche attuali sono bombe all'idrogeno, esse sono costituite come una sorta di matrioska di atomiche (mi tengo sui termini facili perchè la spiegazione tecnica è complessa e lunga): in pratica una minuscola bomba a fissione (Bomba A) funge da innesco tramite rifrazione di raggi X per una bomba all'idrogeno (bomba H), creando una reazione a catena che la rende esponenzialmente più potente di una bomba A tradizionale (quella di Hiroshima per intenderci).
Lo svantaggio è che a differenza di una bomba a fissione tradizionale, una bomba all'idrogeno ha un funzionamento molto piu complesso e soprattutto si affida a diversi elementi che hanno una emivita (ovvero il periodo di dimezzamento della carica radioattiva) molto breve, tra cui spicca soprattutto il Trizio che funge da innesco per la seconda parte della reazione che rende la bomba H funzionante.
Il trizio è molto piu radioattivo dell'uranio o del plutonio, ma decade in modo estremamente rapido e quando perde una certa quantità di carica radioattiva diventa un "dud", ovvero la bomba non detona e cade per terra senza far nulla se non cadere in testa a qualche povero cristiano che stava nel posto sbagliato al momento sbagliato. TOTALMENTE inutile.
Pertanto, le bombe H hanno bisogno di essere costantemente smontate e rimontate per rifornire la carica di Trizio all'interno, idealmente ogni 10-15 anni per stare sicuri (ma stando a manica larga si può fare anche 20).
Il processo è molto costoso sia per i costi dei materiali, sia per l'enorme capacità tecnica richiesta per evitare di danneggiare l'ordigno e buttare nel cesso milioni su milioni.
Questo infatti è il motivo per cui un "arsenale di fine di mondo" è praticamente un suicidio economico per ogni paese che non abbia la potenza economica degli USA (ovvero nessuno): ai tempi della guerra fredda infatti è stato uno dei principali motivi della disgregazione sovietica, visto che l'URSS accetto di giocare ad un gioco di riarmo atomico senza averne lontanamente le capacità materiali ed economiche.
Quando l'URSS cessò di esistere nel 1991, veniva da circa un quinquennio di pesante "spending review" per il nuovo corso di Gorbacev, e aveva in arsenale qualcosa come 35.000 bombe atomiche, la grande maggioranza delle quali già ampiamente "scadute" in base alle risorse impiegate per mantenerle.
Da quel momento iniziò la tragedia dell'epoca Eltsin, con tutti i dissesti economici di quel "decennio perduto" fino all'arrivo di Putin e all'inizio della ripresa economica russa tra il 2000 e il 2005.
Nel 2005, la russia aveva circa 17.000 bombe atomiche in arsenale, la grande maggioranza delle quali di epoca sovietica e non matenute.
Nel 2010 si toccarono i 20 anni dalla fine dell'URSS, ovvero virtualmente sono "scadute" il 90-95% circa degli ordigni dell'epoca, considerato che le spese per le forze strategiche coprono qualcosa tra il 5 e il 7% della manutenzione dell'arsenale URSS al termine della guerra fredda e la produzione di nuove armi nucleari non è mai stata una priorità del governo russo postsovietico che si è sempre fatto forte del mero dato numerico.
Uno può benissimo non credere a ciò che dico, ma vi faccio riflettere su qualche numero.
Nel 1985, all'apice della competizione atomica, l'URSS annoverava nel suo arsenale 40.000 ordigni nucleari circa.
Oggi la Russia nei ha tra qualche parte tra i 5.500 e i 6.000.
Se fate una proporzione, parliamo casualmente del 6-7% di quella cifra. Ovvero proprio la percentuale di mantenimento che vi ho detto.
Il problema è che il mantenimento deve essere fatto ciclicamente, e quindi quei 5.500 ordigni possiamo ipotizzare siano stati mantenuti dal 1985 IN POI.
Il problema è che per essere funzionali devono essere stati mantenuti dal 2010 in poi (2005 se proprio vogliamo essere buoni, ma 20 anni hai già un decadimento molto marcato e la maggior parte sono già "scadute").
Quindi, ipotizzando che i russi responsabili delle forze strategiche russe siano gli unici russi onesti e immuni alla corruzione del paese, secondo le stime più attendibili ci sono qualcosa come 250-300 ordigni circa mantenuti da meno di 20 anni (quindi ipotizzando un generoso 50% di fallimento sugli ordigni 15-20 anni, diciamo che 1/8 all'incirca di quel numero non funzionano e scendiamo intorno ai 230-270).
Se ci mettiamo dentro un 33% standard di corruzione, che è circa quello che accade in Russia un po ovunque in media, siamo probabilmente intorno ai 170 ordigni funzionanti, spannometricamente.
Arrotondo a 200 per bontà.
La Cina, che ha un'economia enormemente più grande della Russia e spende nel settore militare più del doppio dei russi (300 miliardi contro 130) mantiene un arsenale atomico di circa 500 testate, che probabilmente sono interamente mantenute con margine.
Gli USA, che spendono più di 900 miliardi, mantengono in modo efficace circa la metà di un arsenale da più di 5000 ordigni (quindi intorno ai 2500 ordigni effettivi disponibili).
La supposta parità strategica numerica tra Russia e USA è una totale menzogna (e lo era già dai tempi della guerra fredda).
Ed è il motivo per cui i russi non portano mai avanti alcuna escalation con l'occidente.
La loro minaccia di annullamento nucleare reciproco non è credibile.
Che è anche il motivo per cui la Cina esita ad invadere Taiwan, e non a caso loro che i soldi li hanno stanno investendo pesantemente nell'ampliamento della deterrenza strategica.