Questa è una sonora sciocchezza, indegna della qualità di Biasin. Il rifinanziamento sostituisce un debito con un altro debito a condizioni di rimborso e di interessi diverse. L'obiettivo è renderlo sostenibile per chi lo assume. E' quello che ha fatto lo scorso novembre l'Inter di Suning, ed in passato la Roma di Pallotta ed Unicredit, con ottimi risultati economici. Nella fattispecie del Milan, paradossalmente, la devianza, non risolta, riguarda non la posizione del Milan, ma l'assunzione di un debito, pari a 180 milioni oltre interessi, da una delle società della catena di controllo del club, la Rossoneri Champion Investment Luxembourg, nei confronti del medesimo creditore, garantito tuttavia da azioni del club stesso. Un debito di cui sono ignote le basi finanziarie, perchè assunto da una società che non ha attività autonoma, avendo all'attivo solo la partecipazione a quote del capitale della controllante diretta del Milan, la Rossoneri Sport Investment Luxembourg. Dunque, una società che non ha redditività, nè attivo circolante per adempiere autonomamente alla obbligazione contratta con Elliott/Blue Skye, obbligazione che potrà essere adempiuta solo con moneta finanziaria di un terzo, il Milan. Questo è, dal marzo 2017, il vero bubbone finanziario della costruzione di Yonghong Li e dei suoi soci, che Li non è riuscito a risolvere per via finanziaria o via capitale, tramite una cessione di quote di una delle società facenti parte della holding. E' un debito senza debitore capiente, ma con un garante importante, il cui peso finanziario tuttavia incombe su quest'ultimo, condizionando, o potendo condizionare, l'assetto societario e la consistenza patrimoniale su base capitale. Il problema è qui. Senza di esso, 123 milioni oltre interessi di un club patrimonializzato per un miliardo ed un fatturato atteso di 270 milioni di euro, sarebbe facilmente rifinanziabile, a condizioni tali da rendere esiziale la pressione finanziaria pro esercizio sui conti del club. Una inerzia di cui ora Li dovrà assumersi per intero la responsabilità, adottando la misura della cessione parziale di quote ad un partner finanziario, soluzioni cui sinora ha resistito, per acquisire la provvista necessaria a liquidare quei 180 milioni, oltre interessi. Non potrà più attendere, altrimenti ogni sforzo sin qui assunto sarà stato vano, per il Milan.