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Matteo Bassetti,direttore del reparto di malattie infetti dell'ospedale San Martino a Genova:
"Stiamo vivendo la coda della prima ondata.
Tra i contagiati, oggi lo 0,4-0,5% va in terapia intensiva, dove viene portato un paziente instabile a livello di respirazione o circolazione.
Non è detto che tutti quelli che vanno in terapia intensiva siano intubati o siano nell’anticamera della morte.
Oggi ci sono circa 400 ricoverati in terapia intensiva, in primavera ne avevamo 4200
In reparto abbiamo 24 posti letto, sono occupati 21.
Oggi i malati ricoverati hanno un'età media simile a quella dei ricoverati di marzo-aprile.
I contagi magari riguardano soprattutto i giovani, ma in ospedale arrivano sempre persone in là con gli anni.
I ricoveri hanno una durata più breve, per la capacità di gestire la malattia: in 7-8 giorni massimo abbiamo il paziente dimesso, o a casa o in strutture di secondo livello.
La letalità è praticamente azzerata: al San Martino, da quando abbiamo avuto il secondo picco, abbiamo avuto oltre 100 ricoveri e un solo decesso, che è sempre tanto.
Ma la situazione è diversa rispetto a marzo-aprile
Non significa dire che va tutto bene, ma si tratta di dare un messaggio di speranza perché abbiamo gli strumenti e sappiamo come usarli.
Bisogna rispettare le misure, bisogna essere buoni cittadini ma non bisogna avere paura
Stiamo utilizzando un farmaco antivirale, il remdesivir, e utilizziamo altri farmaci accessori, come cortisone e eparina.
L’anticorpo monoclonale cambierà il paradigma di trattamento"
Adnkronos
"Stiamo vivendo la coda della prima ondata.
Tra i contagiati, oggi lo 0,4-0,5% va in terapia intensiva, dove viene portato un paziente instabile a livello di respirazione o circolazione.
Non è detto che tutti quelli che vanno in terapia intensiva siano intubati o siano nell’anticamera della morte.
Oggi ci sono circa 400 ricoverati in terapia intensiva, in primavera ne avevamo 4200
In reparto abbiamo 24 posti letto, sono occupati 21.
Oggi i malati ricoverati hanno un'età media simile a quella dei ricoverati di marzo-aprile.
I contagi magari riguardano soprattutto i giovani, ma in ospedale arrivano sempre persone in là con gli anni.
I ricoveri hanno una durata più breve, per la capacità di gestire la malattia: in 7-8 giorni massimo abbiamo il paziente dimesso, o a casa o in strutture di secondo livello.
La letalità è praticamente azzerata: al San Martino, da quando abbiamo avuto il secondo picco, abbiamo avuto oltre 100 ricoveri e un solo decesso, che è sempre tanto.
Ma la situazione è diversa rispetto a marzo-aprile
Non significa dire che va tutto bene, ma si tratta di dare un messaggio di speranza perché abbiamo gli strumenti e sappiamo come usarli.
Bisogna rispettare le misure, bisogna essere buoni cittadini ma non bisogna avere paura
Stiamo utilizzando un farmaco antivirale, il remdesivir, e utilizziamo altri farmaci accessori, come cortisone e eparina.
L’anticorpo monoclonale cambierà il paradigma di trattamento"
Adnkronos