- Registrato
- 21 Febbraio 2019
- Messaggi
- 36,841
- Reaction score
- 11,835
La CGIA di Mestre ha calcolato che le baby pensioni costano ancora oggi ben 7 miliardi,più del reddito e pensione di cittadinanza e 2 miliardi più di quota 100.
Paolo Zabeo,cordinatore uffici:
"Il termine baby pensionati è ovviamente informale, non ha alcun fondamento legislativo e abbiamo deciso di racchiudere in questa categoria coloro che hanno lasciato il lavoro prima della fine del 1980.
In totale sono quasi 562 mila le persone che non timbrano più il cartellino da almeno 40 anni.
Di queste, oltre 386 mila sono costituite in massima parte da invalidi o ex dipendenti delle grandi aziende.
Se i primi hanno beneficiato di una legislazione che definiva i requisiti in misura molto permissiva, i secondi, a seguito della ristrutturazione industriale avviata nella seconda meta' degli anni '70, hanno usufruito di trattamenti in uscita dal mercato del lavoro molto generosi.
Dopodiché, contiamo altri 104 mila ex lavoratori autonomi, oltre la metà proveniente dall'agricoltura, e solo una piccola parte, pari al 10,6 per cento del totale che corrisponde a poco meno di 60 mila unità, è formata, invece, da ex dipendenti pubblici.
Ricordo che molti di questi impiegati hanno potuto lasciare definitivamente la scrivania dell'ufficio in età giovanissima, grazie alla legge approvata nel 1973 dal governo allora presieduto da Mariano Rumor"
La possibilità di favorire i dipendenti pubblici ebbe inizio a partire dal 1973 fino ai primi anni '90, quando la riforma Amato del 1992 e la successiva riforma Dini del 1996 posero fine a questo privilegio
Attualmente le persone che sono andate in quiescenza prima del 31 dicembre 1980 hanno un'età media di 87,6 anni.
Tra i 562 mila pensionati baby presenti in Italia, ben 446 mila sono donne (pari al 79,4 per cento del totale) e "solo" 115.840 sono uomini (20,6 per cento del totale).
Agi
Paolo Zabeo,cordinatore uffici:
"Il termine baby pensionati è ovviamente informale, non ha alcun fondamento legislativo e abbiamo deciso di racchiudere in questa categoria coloro che hanno lasciato il lavoro prima della fine del 1980.
In totale sono quasi 562 mila le persone che non timbrano più il cartellino da almeno 40 anni.
Di queste, oltre 386 mila sono costituite in massima parte da invalidi o ex dipendenti delle grandi aziende.
Se i primi hanno beneficiato di una legislazione che definiva i requisiti in misura molto permissiva, i secondi, a seguito della ristrutturazione industriale avviata nella seconda meta' degli anni '70, hanno usufruito di trattamenti in uscita dal mercato del lavoro molto generosi.
Dopodiché, contiamo altri 104 mila ex lavoratori autonomi, oltre la metà proveniente dall'agricoltura, e solo una piccola parte, pari al 10,6 per cento del totale che corrisponde a poco meno di 60 mila unità, è formata, invece, da ex dipendenti pubblici.
Ricordo che molti di questi impiegati hanno potuto lasciare definitivamente la scrivania dell'ufficio in età giovanissima, grazie alla legge approvata nel 1973 dal governo allora presieduto da Mariano Rumor"
La possibilità di favorire i dipendenti pubblici ebbe inizio a partire dal 1973 fino ai primi anni '90, quando la riforma Amato del 1992 e la successiva riforma Dini del 1996 posero fine a questo privilegio
Attualmente le persone che sono andate in quiescenza prima del 31 dicembre 1980 hanno un'età media di 87,6 anni.
Tra i 562 mila pensionati baby presenti in Italia, ben 446 mila sono donne (pari al 79,4 per cento del totale) e "solo" 115.840 sono uomini (20,6 per cento del totale).
Agi