L’anno scorso rimanemmo fuori per ben altri motivi che non un banale “sono più forti”. Prima di tutto gli arbitraggi che ci affossarono e ci tolsero almeno cinque punti (così come nel 2012/2013 invece ci trascinarono in CL a forza di rigori regalati, io ammetto anche quando ci favoriscono), in secondo luogo con Lazio, Juve e Scansuolo che si scansarono contro di loro in maniera plateale.
L’anno scorso la qualificazione CL ci è stata rubata, punto e stop (il manifesto delle nefandezze arbitrali che subimmo sono il rigore di Kolarov su Suso all’Olimpico e il fallo di mano clamoroso di Alex Sandro al Ndranghetus Stadium, ce ne sono anche molti altri ma quelli furono i più eclatanti, roba da ufficio inchieste). Così come nel 2012/2013 ci è stata regalata. E quelli che ho esposto sono fatti, anche secondo le classifiche senza errori arbitrali nel 2012/2013 avemmo molti più punti di quelli meritati grazie agli arbitri mentre l’anno scorso ben cinque in meno a causa degli arbitri.
Ma molti milanisti ormai ammetterebbero solo la seconda (cioè i regali del 2012/2013) mentre i furti dell’anno scorso passano in cavalleria e anzi ci prostriamo a chi ci ha usurpato il posto CL grazie al sistema compiacente dicendo che hanno meritato in pieno (naturalmente è del tutto casuale che una Lazio fuori dalla lotta CL perda in casa contro l’Atalanta in lotta CL con un loro difensore, nella fattispecie Wallace, che per l’occasione si scopre materiale da Serie D e fa errori che Zapata nei suoi tempi peggiori in confronto era Beckenbauer, e che poi la stessa Lazio vinca la CL contro l’Atalanta, mica esistono nel calcio gli scambi di favori, se non per i rosiconi terrapiattisti). Il milanista 2.0: il vassallo perfetto. Perdente, bastonato anche oltre i suoi già ampi demeriti e sempre pronto a mettersi a pecora con tanto di Pjur Back-Door sempre a portata di mano (e purtroppo anche Paolo l’altra sera dopo la partita con la Juve ha dato un pessimo esempio in questo senso).
Nella prima metà degli anni ‘80 eravamo sconfitti ma mai perdenti. Sono riusciti a renderci ciò che non siamo mai stati: perdenti nel DNA. Inferiori non solo sul campo, ma dentro, inferiori dentro. Dei patetici Fantozzi del pallone che ormai hanno la sconfitta, l’oblio e il senso di inferiorità marchiati a fuoco nel DNA.
Non deve essere stato facile ridurre una delle tifoserie più fiere al mondo in questo stato, bisogna fare a chi di dovere (e sappiamo benissimo chi) i complimenti.