In recessione dal 2018 e con un'inflazione alle stelle nel 2019 (il livello più alto in 28 anni con i prezzi al consumo aumentati di oltre il 50 per cento), l'economia argentina è stata ulteriormente colpita dalla pandemia di Covid-19. L'ultimo dato ufficiale dell'istituto nazionale di statistica di Buenos Aires (Indec), è relativo a maggio 2020 e indica in -20,6 per cento la caduta del Pil argentino rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
E questo nonostante il Paese abbia registrato un 10 per cento di crescita rispetto al mese di aprile.
E il Fondo monetario internazionale stima che quest'anno l'economia argentina si contrarrà del 9,9 per cento.
I settori economici maggiormente in perdita sono il turismo (che è fondamentale per l'Argentina) con -74,3 per cento, l'edilizia (-62,2), l'industria (-25,7) e il commercio (-20,9). Unico settore positivo è quello della pesca
Il presidente è disperato e ha fatto un appello ai creditori per "non ridurre il paese alla fame".
Debito che in totale arriva a 65 miliardi di dollari.
L'ultima offerta governativa consentiva di recuperare mediamente con nuovi titoli 53,5 dollari per ogni 100 di valore nominale dei bond del debito in scadenza.
Ma l'offerta non è piaciuta ai tre principali gruppi di creditori: Exchange Bondholders, Ad Hoc e Argentina Creditor Committee, che hanno in mano circa un terzo del valore interessato dai negoziati e hanno perciò il diritto di veto su qualsiasi accordo.
Il governo guidato da Alberto Fernàndez non può andare oltre
Fino al 4 agosto c'è spazio per qualche ripensamento dei creditori,ma appare davvero improbabile.
Agi