Approvata la riforma del Copyright dal Parlamento Europeo

gabri65

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Non mi è chiara questa cosa. Ad esempio, nel momento in cui si mette un link al sito di Caio, autore ad es di un articolo, a Caio già viene riconosciuta esplicitamente la paternità dell'articolo e Caio guadagna sia direttamente dalla visita al sito sia indirettamente in termini di "pubblicità". A ciò si aggiungerebbe un ulteriore "compenso" sotto forma di tassa?

Ribadisco che mi potrei essere sbagliato, vi esorto a documentarvi.
Caio è l'autore di un articolo. Ok. Se Caio guadagna con il suo lavoro originale al di fuori del web, è affar suo. Ma se tu, come ente web commerciale, vuoi sfruttare pubblicamente questa opera (perché è interessante, attira lettori, ti dà migliaia di click, etc), devi un compenso all'autore. Piccolo, probabilmente, ma diverso da zero. In questo modo l'autore guadagna. Non è "ulteriore" compenso, non è una tassa, è la corresponsione dello sfruttamento (tramite link) di un'opera, forse l'unico modo per l'autore di guadagnare. Per scopi non commerciali credo non vada applicata tale regola.
 

Milanforever26

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Secondo me ormai la tutela del diritto d'autore come intesa tradizionalmente è impossibile. A mio parere sarebbe più intelligente cercare strade diverse rispetto alla strenua(e vana) difesa.
Sulla qualità non sono d'accordo. Ci sono centinaia di lavori(romanzi, brani ecc) diffusi dagli autori con licenza libera che qualitativamente sono clamorosamente al di sopra della maggior parte dei lavori coperti da normale diritto d'autore, ambito nel quale molto spesso conta molto più il potere dell'editore o della casa discografica che altro.

La diffusione gratuita è una scelta dell'autore, di solito sconosciuto che cerca di farsi conoscere..ma ciò non toglie che se invece io esigo giustamente di essere pagato per il mio lavoro non è corretto che qualcuno lo diffonda gratis a degli scrocconi che vogliono fruirne senza pagarmi
 

admin

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Nei due articoli più incriminati che interessano alla gente comune si richiederebbe una sorta di "ID Content" che filtra preventivamente il contenuto di terzi. I grandi portali devono dunque inserire un sistema tipo quello di adesso su Youtube, che controlla e blocca i contenuti. Si parla di immagini, gif, video, tutto. Però non dovrebbe toccare utenti privati o siti non commerciali.
I link a siti poi non potranno più essere inseriti senza autorizzazione. Qui è Wikipedia quella che rischia di più.

Da quel che ho capito però anche dopo il via libera c'è tutto un iter di discussione e modifica. Passerà un anno solo per la discussione, e altro tempo per l'applicazione. E poi ci sono le elezioni europee che potrebbero rimescolare le carte.

Comunque, Milanworld con il regolamento che vieta i link e le fonti sempre riportate dovrebbe essere già abbastanza tranquilla, vero @Admin?

Yes

Siamo stati un pò precursori anche in questo :D
 
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Fermi va... che a far confusione è un attimo! I due articoli sono ovviamente generici ed enunciano solo i criteri guida che poi ogni stato europeo dovrà seguire. Perciò ora l'Italia ha 1 annetto o poco più per fare delle norme che rispettino le direttive della UE e siano comunque coerenti con la normativa nazionale già esistente.
In altre parole... ora è presto, vedremo tra qualche mese
 
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Non ho seguito la vicenda, non so neanche se essere contento o no del risultato.
Se però il M5S era contro aveva le sue motivazioni, quindi tendenzialmente dico che non sono contentissimo.

Magari la riforma di per sé non non ha effetti diretti troppo invadenti, ma io starei attenzione alle prostille e note varie, quindi effetti meno visibili. Potrebbero giocarsela sulla giurisprudenza.

Non dimentichiamo che un certo Matteo Fonzie voleva iniettare il virus con la storia della diminuzione del numero dei parlamentari con il "referendum"
 

Darren Marshall

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E' passata una direttiva inutile, non verrà mai messa in atto, prima di tutto perché impossibile da praticare ed in secondo luogo perché il parlamento UE va verso le elezioni.
 
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