Berluskaiser pensava solo ai razzi suoi.
Il liberalismo è rimasto nelle intenzioni.
Le dichiarazioni sulla Englaro ributtanti per la mia anima parzialmente Radicale (critica).
Le dichiarazioni su Rosy Bindi inaccettabili quanto quelle recenti di Landini su Meloni (anche se nei fatti ha ragione, è uno scivolone).
La faida socialisti comunisti andrà avanti fino a seppellimento dei protagonisti che oggi appaiono comunque giganti al cospetto di questi di oggi. Io vengo per famiglia dal lato Comunista, ma in realtà sono cresciuto come pecora nera.
Se il clima al hotel Rafael era da monetine in testa forse delle ragioni c'erano.
Avevo lo stesso odio viscerale per Ugo Intini in politica come lo avevo nel calcio per Moggi, Carmando, Alemao e le scenette delle figure del Napoli di allora.
Queste dichiarazioni di oggi mi sembravano un po' leggere e probabilmente fuori da un contesto più articolato.
Ritenere che Berlusconi pensasse solo ai fatti suoi significa non aver capito il personaggio.
Berlusconi è stato un narcisista visionario, cresciuto come imprenditore nella bambagia milanese tra gli anni 60 ed 80, ogni sua spericolata iniziativa postuma, soprattutto in politica dove avrebbe potuto mantenere un profilo basso come gli Agnelli o i De Benedetti, è frutto di uno smodato culto di sé.
Tra i saggi di formazione spesso citati si passa dall' Elogio alla follia di Erasmo da Rotterdam al Principe di Machiavelli; basterebbe riascoltare il primo Berlusconi milanista di metà anni 80 per capire quanto fosse megalomane e convinto della propria "rivoluzione"
Alla Bindi diede della tonta con sarcasmo di cattivo gusto.
Questo però rientra nella dialettica volgare e rancorosa di quegli anni, basti pensare quanti insulti gratuiti ha sopportato Berlusconi stesso.
Ben diverso è invece dare della cortigiana al primo ministro, inaccettabile e nello specifico pure misogino.