- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 37,671
- Reaction score
- 6,692
Tom De Mul e Yama Sharifi agenti di CDK hanno parlato a Het Laatste Nieuws e svelato alcuni retroscena dell'affare.
"Il Milan lo seguiva già dalle giovanili, ma i primi contatti risalgono a due anni fa. All’epoca pensavano che Charles fosse un grande talento, ma volevano un giocatore che potesse arrivare subito. Hanno preso il tempo necessario per valutare quanto potesse diventare bravo. Maldini e Massara nel frattempo ci hanno fatto domande di ogni tipo. Che tipo di persona è? Com’è questo ragazzo? Non solo loro, molti club si sono informati: West Ham, Newcastle, Arsenal. Quei club non hanno spinto al 100%. L’Arsenal ha preso Gabriel Jesus, che aveva già dato prova di sé in Premier League. Anche il Barcellona lo ha seguito a lungo, ma abbiamo pensato che non fosse la mossa giusta".
"Il Leeds è stato molto concreto. Anche Charles se n’è accorto. Lo volevano assolutamente, lì avrebbe giocato ogni settimana. Jesse March è un allenatore di prim’ordine. A un certo punto Charles ha detto che gli sarebbe piaciuto sentire un altro club. Per capire se il Leeds fosse il passo giusto, voleva poter fare un confronto. Abbiamo telefonato al Milan: 'Se lo volete davvero, dovete insistere adesso. E spingere bene, non a metà'. Maldini era ancora impegnato con il suo contratto, ma poi lo ha chiamato. Charles ha avuto una buona conversazione anche con Pioli e si è convinto completamente. Solo che il Leeds offriva 40 milioni e il Milan aveva un limite. Però il Brugge non lo avrebbe venduto per 20 milioni, quindi il Milan doveva rilanciare l’offerta. E' un peccato che in certi momenti siano trapelate informazioni sbagliate".
'AFFARE QUASI MORTO' - "Abbiamo insistito un po’, mostrando il nostro lato aggressivo. A un certo punto l’accordo sembrava morto. Dopo l’incontro in Belgio, i club non hanno più voluto parlarsi. Poi siamo andati a Lugano. Due superpotenze si sono confrontate ed è diventata una vera battaglia. Il mondo esterno non può capire quanto sia stato difficile risolvere tale situazione. Tom e io dovevamo decidere la strategia. Abbiamo fatto di tutto per far riuscire il trasferimento".
"Quando siamo tornati in hotel dopo il primo giorno al Milan, Charles ha voluto che tornassimo nella sua camera e ha voluto abbracciarci entrambi".
"Il Milan lo seguiva già dalle giovanili, ma i primi contatti risalgono a due anni fa. All’epoca pensavano che Charles fosse un grande talento, ma volevano un giocatore che potesse arrivare subito. Hanno preso il tempo necessario per valutare quanto potesse diventare bravo. Maldini e Massara nel frattempo ci hanno fatto domande di ogni tipo. Che tipo di persona è? Com’è questo ragazzo? Non solo loro, molti club si sono informati: West Ham, Newcastle, Arsenal. Quei club non hanno spinto al 100%. L’Arsenal ha preso Gabriel Jesus, che aveva già dato prova di sé in Premier League. Anche il Barcellona lo ha seguito a lungo, ma abbiamo pensato che non fosse la mossa giusta".
"Il Leeds è stato molto concreto. Anche Charles se n’è accorto. Lo volevano assolutamente, lì avrebbe giocato ogni settimana. Jesse March è un allenatore di prim’ordine. A un certo punto Charles ha detto che gli sarebbe piaciuto sentire un altro club. Per capire se il Leeds fosse il passo giusto, voleva poter fare un confronto. Abbiamo telefonato al Milan: 'Se lo volete davvero, dovete insistere adesso. E spingere bene, non a metà'. Maldini era ancora impegnato con il suo contratto, ma poi lo ha chiamato. Charles ha avuto una buona conversazione anche con Pioli e si è convinto completamente. Solo che il Leeds offriva 40 milioni e il Milan aveva un limite. Però il Brugge non lo avrebbe venduto per 20 milioni, quindi il Milan doveva rilanciare l’offerta. E' un peccato che in certi momenti siano trapelate informazioni sbagliate".
'AFFARE QUASI MORTO' - "Abbiamo insistito un po’, mostrando il nostro lato aggressivo. A un certo punto l’accordo sembrava morto. Dopo l’incontro in Belgio, i club non hanno più voluto parlarsi. Poi siamo andati a Lugano. Due superpotenze si sono confrontate ed è diventata una vera battaglia. Il mondo esterno non può capire quanto sia stato difficile risolvere tale situazione. Tom e io dovevamo decidere la strategia. Abbiamo fatto di tutto per far riuscire il trasferimento".
"Quando siamo tornati in hotel dopo il primo giorno al Milan, Charles ha voluto che tornassimo nella sua camera e ha voluto abbracciarci entrambi".