Gazidis:"Milan senza limiti? Elliott no scadenza. Ibra...".

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Gazidis:"Milan senza limiti? Elliott no scadenza. Ibra...".

Ancora Gazidis, questa volta alla GDS in edicola, sul Milan.

Tutte le dichiarazioni:

Gazidis sull’obiettivo di Elliott nel Milan: “Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire ‘ci credo’ ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e di costruire con umiltà, perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, saremmo morti. Occorre continuare e lavorare, e questo è un processo che ci rende felici”.


Gazidis sulle chance di Scudetto per il Milan: “Per ora non intravediamo un traguardo prefissato, perché siamo dentro ad un percorso. Occorre restare umili, faremo degli errori, ma dagli errori si impara e con una visione comune si superano. Posso senz’altro dire che per me non è un progetto finanziario e di business. Il mio primo movente è la passione. Io mi sono trasferito negli USA a 28 anni per dare vita alla MLS. Ero un avvocato, parenti ed amici pensavano fossi pazzo. Ma non ero interessato ad un progetto imprenditoriale: ero guidato dalla passione per il calcio, che ho tutt’ora. Tant’è vero che ho fatto lo sporting director e non seguivo la parte finanziaria. Quindi ora non ci può essere storia più bella di ciò che stiamo e sto vivendo con il Milan”.

Gazidis su Zlatan Ibrahimović che sogna il titolo con il Milan: “La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni ed anche i miei incubi … Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo, sogno. Ma quando sono sveglio, lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui”.

Gazidis sulla ‘mission’ data da Elliott per il Milan: “Il mio lavoro non è fissare obiettivi con termini specifici, ma portare il club verso una visione futura di cui la parte finanziaria è solo una componente, un mezzo per creare opportunità ed orgoglio. Per riuscirci, occorre creare una squadra che crei emozioni, i giocatori devono giocare con passione e unità e io vedo molto senso d’appartenenza. Vedo giocatori meno giovani che non hanno i soldi come obiettivo, ma qualcosa che può farli arricchire in un altro modo, a partire dalle motivazioni. Quando parliamo di auto-sostenibilità, non intendiamo un fine, ma un mezzo. Questo club appartiene all’Europa ed è stato molto doloroso accettarne l’esclusione”.

Gazidis sulla gestione del Milan da parte di Elliott e sui Singer: “Paul è un tifoso, certo. Ma è una proprietà diversa da quelle che hanno caratterizzato alcuni club italiani in passato. Posso dire che, così come non c’è un cronoprogramma in termini di obiettivi, Elliott non si pone limiti temporali in merito alla sua gestione del club. Per quanto riguarda Gordon, anche lui è un appassionato ed un esperto di calcio. Segue il Milan attentamente. Sovente mi manda dei messaggi durante le partite per commentarle, ma non mi chiamerà mai per dire ‘voglio che cambi l’allenatore’ oppure che ‘un giocatore non sta andando bene’. Ciò in cui crede la proprietà è un progetto serio, con una strategia chiara, che possa riportare il club ad alti livelli, e non nella passione senza controllo. Il Milan non è solo una squadra di calcio: è un’importante comunità globale che parte da Milano. È una istituzione per il Paese e per il Mondo. Abbiamo una grande responsabilità ed anche la proprietà ne è pienamente consapevole. Ve lo dice uno che ormai non si sente solo italiano, ma molto milanese …”.

Gazidis sul direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini: “Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho subito visto, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavora nel modo giusto in tutte le sue componenti”.

Gazidis sul tecnico del Milan, Stefano Pioli: “È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, davanti aveva una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a tutto ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo: lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini né Frederic Massara abbiamo pensato che fosse tutto finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà”.

Gazidis sugli obiettivi del Milan ora che l’asticella si è alzata: “Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza”.

Gazidis sul calciomercato di gennaio per il Milan: “Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio, ci sono personalità che emergono, come Pierre Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile ed intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri”.

Gazidis sul possibile rinnovo di Ibrahimović con il Milan: “Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale, con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto di no perché la storia con i Galaxy non era ancora finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé fa la differenza”.

Gazidis sui rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu con il Milan: “Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano ‘Pioli is on fire’, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto di questa squadra, è questo. Difficile parlare solo di individualità. Si parla spesso di Ibra, ok, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui”.

Gazidis sul nuovo stadio di Milan e Inter: “Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In MLS ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. ‘San Siro‘ è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di ‘no’ ora, sappiamo già cosa succederà … Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi ed ai loro bisogni”.
 

A.C Milan 1899

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Gazidis sull’obiettivo di Elliott nel Milan: “Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire ‘ci credo’ ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e di costruire con umiltà, perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, saremmo morti. Occorre continuare e lavorare, e questo è un processo che ci rende felici”.


Gazidis sulle chance di Scudetto per il Milan: “Per ora non intravediamo un traguardo prefissato, perché siamo dentro ad un percorso. Occorre restare umili, faremo degli errori, ma dagli errori si impara e con una visione comune si superano. Posso senz’altro dire che per me non è un progetto finanziario e di business. Il mio primo movente è la passione. Io mi sono trasferito negli USA a 28 anni per dare vita alla MLS. Ero un avvocato, parenti ed amici pensavano fossi pazzo. Ma non ero interessato ad un progetto imprenditoriale: ero guidato dalla passione per il calcio, che ho tutt’ora. Tant’è vero che ho fatto lo sporting director e non seguivo la parte finanziaria. Quindi ora non ci può essere storia più bella di ciò che stiamo e sto vivendo con il Milan”.

Gazidis su Zlatan Ibrahimović che sogna il titolo con il Milan: “La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni ed anche i miei incubi … Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo, sogno. Ma quando sono sveglio, lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui”.

Gazidis sulla ‘mission’ data da Elliott per il Milan: “Il mio lavoro non è fissare obiettivi con termini specifici, ma portare il club verso una visione futura di cui la parte finanziaria è solo una componente, un mezzo per creare opportunità ed orgoglio. Per riuscirci, occorre creare una squadra che crei emozioni, i giocatori devono giocare con passione e unità e io vedo molto senso d’appartenenza. Vedo giocatori meno giovani che non hanno i soldi come obiettivo, ma qualcosa che può farli arricchire in un altro modo, a partire dalle motivazioni. Quando parliamo di auto-sostenibilità, non intendiamo un fine, ma un mezzo. Questo club appartiene all’Europa ed è stato molto doloroso accettarne l’esclusione”.

Gazidis sulla gestione del Milan da parte di Elliott e sui Singer: “Paul è un tifoso, certo. Ma è una proprietà diversa da quelle che hanno caratterizzato alcuni club italiani in passato. Posso dire che, così come non c’è un cronoprogramma in termini di obiettivi, Elliott non si pone limiti temporali in merito alla sua gestione del club. Per quanto riguarda Gordon, anche lui è un appassionato ed un esperto di calcio. Segue il Milan attentamente. Sovente mi manda dei messaggi durante le partite per commentarle, ma non mi chiamerà mai per dire ‘voglio che cambi l’allenatore’ oppure che ‘un giocatore non sta andando bene’. Ciò in cui crede la proprietà è un progetto serio, con una strategia chiara, che possa riportare il club ad alti livelli, e non nella passione senza controllo. Il Milan non è solo una squadra di calcio: è un’importante comunità globale che parte da Milano. È una istituzione per il Paese e per il Mondo. Abbiamo una grande responsabilità ed anche la proprietà ne è pienamente consapevole. Ve lo dice uno che ormai non si sente solo italiano, ma molto milanese …”.

Gazidis sul direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini: “Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho subito visto, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavora nel modo giusto in tutte le sue componenti”.

Gazidis sul tecnico del Milan, Stefano Pioli: “È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, davanti aveva una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a tutto ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo: lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini né Frederic Massara abbiamo pensato che fosse tutto finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà”.

Gazidis sugli obiettivi del Milan ora che l’asticella si è alzata: “Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza”.

Gazidis sul calciomercato di gennaio per il Milan: “Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio, ci sono personalità che emergono, come Pierre Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile ed intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri”.

Gazidis sul possibile rinnovo di Ibrahimović con il Milan: “Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale, con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto di no perché la storia con i Galaxy non era ancora finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé fa la differenza”.

Gazidis sui rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu con il Milan: “Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano ‘Pioli is on fire’, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto di questa squadra, è questo. Difficile parlare solo di individualità. Si parla spesso di Ibra, ok, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui”.

Gazidis sul nuovo stadio di Milan e Inter: “Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In MLS ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. ‘San Siro‘ è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di ‘no’ ora, sappiamo già cosa succederà … Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi ed ai loro bisogni”.

Direi che

Paul è un tifoso

E

on si sente solo italiano, ma molto milanese …

Meritano parecchio. :rotolo:

Sweet Gaz O’ Mine ha un futuro come cabarettista. :rotolo: :rotolo:

Comunque ok, se Paul è un tifoso allora possiamo stare tranquilli per il mercato di Gennaio, perché se Maldini individuerà rinforzi adeguati alla squadra di sicuro Paul, da tifoso, non si esimerà dal dargli, in un modo o nell’altro, facendo qualche sforzo, il budget per portarli a casa, visto che attualmente con solo le risorse generate dal club siamo con le pezze al ****.

Quindi dai, con la buona novella di Finger(ing) tifoso possiamo dormire tra due guanciali. :rotolo:
 

Super_Lollo

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Gazidis sull’obiettivo di Elliott nel Milan: “Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire ‘ci credo’ ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e di costruire con umiltà, perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, saremmo morti. Occorre continuare e lavorare, e questo è un processo che ci rende felici”.


Gazidis sulle chance di Scudetto per il Milan: “Per ora non intravediamo un traguardo prefissato, perché siamo dentro ad un percorso. Occorre restare umili, faremo degli errori, ma dagli errori si impara e con una visione comune si superano. Posso senz’altro dire che per me non è un progetto finanziario e di business. Il mio primo movente è la passione. Io mi sono trasferito negli USA a 28 anni per dare vita alla MLS. Ero un avvocato, parenti ed amici pensavano fossi pazzo. Ma non ero interessato ad un progetto imprenditoriale: ero guidato dalla passione per il calcio, che ho tutt’ora. Tant’è vero che ho fatto lo sporting director e non seguivo la parte finanziaria. Quindi ora non ci può essere storia più bella di ciò che stiamo e sto vivendo con il Milan”.

Gazidis su Zlatan Ibrahimović che sogna il titolo con il Milan: “La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni ed anche i miei incubi … Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo, sogno. Ma quando sono sveglio, lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui”.

Gazidis sulla ‘mission’ data da Elliott per il Milan: “Il mio lavoro non è fissare obiettivi con termini specifici, ma portare il club verso una visione futura di cui la parte finanziaria è solo una componente, un mezzo per creare opportunità ed orgoglio. Per riuscirci, occorre creare una squadra che crei emozioni, i giocatori devono giocare con passione e unità e io vedo molto senso d’appartenenza. Vedo giocatori meno giovani che non hanno i soldi come obiettivo, ma qualcosa che può farli arricchire in un altro modo, a partire dalle motivazioni. Quando parliamo di auto-sostenibilità, non intendiamo un fine, ma un mezzo. Questo club appartiene all’Europa ed è stato molto doloroso accettarne l’esclusione”.

Gazidis sulla gestione del Milan da parte di Elliott e sui Singer: “Paul è un tifoso, certo. Ma è una proprietà diversa da quelle che hanno caratterizzato alcuni club italiani in passato. Posso dire che, così come non c’è un cronoprogramma in termini di obiettivi, Elliott non si pone limiti temporali in merito alla sua gestione del club. Per quanto riguarda Gordon, anche lui è un appassionato ed un esperto di calcio. Segue il Milan attentamente. Sovente mi manda dei messaggi durante le partite per commentarle, ma non mi chiamerà mai per dire ‘voglio che cambi l’allenatore’ oppure che ‘un giocatore non sta andando bene’. Ciò in cui crede la proprietà è un progetto serio, con una strategia chiara, che possa riportare il club ad alti livelli, e non nella passione senza controllo. Il Milan non è solo una squadra di calcio: è un’importante comunità globale che parte da Milano. È una istituzione per il Paese e per il Mondo. Abbiamo una grande responsabilità ed anche la proprietà ne è pienamente consapevole. Ve lo dice uno che ormai non si sente solo italiano, ma molto milanese …”.

Gazidis sul direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini: “Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho subito visto, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavora nel modo giusto in tutte le sue componenti”.

Gazidis sul tecnico del Milan, Stefano Pioli: “È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, davanti aveva una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a tutto ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo: lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini né Frederic Massara abbiamo pensato che fosse tutto finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà”.

Gazidis sugli obiettivi del Milan ora che l’asticella si è alzata: “Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza”.

Gazidis sul calciomercato di gennaio per il Milan: “Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio, ci sono personalità che emergono, come Pierre Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile ed intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri”.

Gazidis sul possibile rinnovo di Ibrahimović con il Milan: “Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale, con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto di no perché la storia con i Galaxy non era ancora finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé fa la differenza”.

Gazidis sui rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu con il Milan: “Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano ‘Pioli is on fire’, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto di questa squadra, è questo. Difficile parlare solo di individualità. Si parla spesso di Ibra, ok, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui”.

Gazidis sul nuovo stadio di Milan e Inter: “Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In MLS ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. ‘San Siro‘ è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di ‘no’ ora, sappiamo già cosa succederà … Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi ed ai loro bisogni”.

Le parole stanno a zero i fatti parlano per lui.
Annoveriamo tra le mille balle su Gazidis anche la storia del non voler Ibra poi smentita dallo stesso giocatore.

Ragazzi non so dove finiremo con questa squadra ma le basi finalmente dopo ANNI sono state gettate.
 

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Le parole stanno a zero i fatti parlano per lui.
Annoveriamo tra le mille balle su Gazidis anche la storia del non voler Ibra poi smentita dallo stesso giocatore.

Ragazzi non so dove finiremo con questa squadra ma le basi finalmente dopo ANNI sono state gettate.

Ma quali balle?

Siamo qui, a questo punto, grazie a Maldini e a Boban.
 
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Tutte le dichiarazioni:

Gazidis sull’obiettivo di Elliott nel Milan: “Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire ‘ci credo’ ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e di costruire con umiltà, perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, saremmo morti. Occorre continuare e lavorare, e questo è un processo che ci rende felici”.


Gazidis sulle chance di Scudetto per il Milan: “Per ora non intravediamo un traguardo prefissato, perché siamo dentro ad un percorso. Occorre restare umili, faremo degli errori, ma dagli errori si impara e con una visione comune si superano. Posso senz’altro dire che per me non è un progetto finanziario e di business. Il mio primo movente è la passione. Io mi sono trasferito negli USA a 28 anni per dare vita alla MLS. Ero un avvocato, parenti ed amici pensavano fossi pazzo. Ma non ero interessato ad un progetto imprenditoriale: ero guidato dalla passione per il calcio, che ho tutt’ora. Tant’è vero che ho fatto lo sporting director e non seguivo la parte finanziaria. Quindi ora non ci può essere storia più bella di ciò che stiamo e sto vivendo con il Milan”.

Gazidis su Zlatan Ibrahimović che sogna il titolo con il Milan: “La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni ed anche i miei incubi … Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo, sogno. Ma quando sono sveglio, lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui”.

Gazidis sulla ‘mission’ data da Elliott per il Milan: “Il mio lavoro non è fissare obiettivi con termini specifici, ma portare il club verso una visione futura di cui la parte finanziaria è solo una componente, un mezzo per creare opportunità ed orgoglio. Per riuscirci, occorre creare una squadra che crei emozioni, i giocatori devono giocare con passione e unità e io vedo molto senso d’appartenenza. Vedo giocatori meno giovani che non hanno i soldi come obiettivo, ma qualcosa che può farli arricchire in un altro modo, a partire dalle motivazioni. Quando parliamo di auto-sostenibilità, non intendiamo un fine, ma un mezzo. Questo club appartiene all’Europa ed è stato molto doloroso accettarne l’esclusione”.

Gazidis sulla gestione del Milan da parte di Elliott e sui Singer: “Paul è un tifoso, certo. Ma è una proprietà diversa da quelle che hanno caratterizzato alcuni club italiani in passato. Posso dire che, così come non c’è un cronoprogramma in termini di obiettivi, Elliott non si pone limiti temporali in merito alla sua gestione del club. Per quanto riguarda Gordon, anche lui è un appassionato ed un esperto di calcio. Segue il Milan attentamente. Sovente mi manda dei messaggi durante le partite per commentarle, ma non mi chiamerà mai per dire ‘voglio che cambi l’allenatore’ oppure che ‘un giocatore non sta andando bene’. Ciò in cui crede la proprietà è un progetto serio, con una strategia chiara, che possa riportare il club ad alti livelli, e non nella passione senza controllo. Il Milan non è solo una squadra di calcio: è un’importante comunità globale che parte da Milano. È una istituzione per il Paese e per il Mondo. Abbiamo una grande responsabilità ed anche la proprietà ne è pienamente consapevole. Ve lo dice uno che ormai non si sente solo italiano, ma molto milanese …”.

Gazidis sul direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini: “Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho subito visto, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavora nel modo giusto in tutte le sue componenti”.

Gazidis sul tecnico del Milan, Stefano Pioli: “È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, davanti aveva una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a tutto ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo: lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini né Frederic Massara abbiamo pensato che fosse tutto finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà”.

Gazidis sugli obiettivi del Milan ora che l’asticella si è alzata: “Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza”.

Gazidis sul calciomercato di gennaio per il Milan: “Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio, ci sono personalità che emergono, come Pierre Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile ed intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri”.

Gazidis sul possibile rinnovo di Ibrahimović con il Milan: “Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale, con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto di no perché la storia con i Galaxy non era ancora finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé fa la differenza”.

Gazidis sui rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu con il Milan: “Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano ‘Pioli is on fire’, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto di questa squadra, è questo. Difficile parlare solo di individualità. Si parla spesso di Ibra, ok, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui”.

Gazidis sul nuovo stadio di Milan e Inter: “Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In MLS ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. ‘San Siro‘ è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di ‘no’ ora, sappiamo già cosa succederà … Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi ed ai loro bisogni”.

Ecco, era come immaginavo.
La società la classifica nemmeno la guarda e il mercato sarà fatto di conseguenza.
Si continuerà a risanare i conti e poi quel che viene sul campo è tutto di guadagnato.
Tanto nemmeno il mancato raggiungimento del quarto posto a livello di conti sarebbe un dramma .
I costi li stiamo abbattendo e per loro va bene cosi.
 

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Ecco, era come immaginavo.
La società la classifica nemmeno la guarda e il mercato sarà fatto di conseguenza.
Si continuerà a risanare i conti e poi quel che viene sul campo è tutto di guadagnato.
Tanto nemmeno il mancato raggiungimento del quarto posto a livello di conti sarebbe un dramma .
I costi li stiamo abbattendo e per loro va bene cosi.

Purtroppo i vari colletti bianchi ce l'hanno detto in tutte le salse che il primo o il quarto posto per loro è uguale. Fortuna, anche in questo caso, che c'è Maldini. Lui sa cos'è il Milan e sa cosa significa vincere.
 
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Le parole stanno a zero i fatti parlano per lui.
Annoveriamo tra le mille balle su Gazidis anche la storia del non voler Ibra poi smentita dallo stesso giocatore.

Ragazzi non so dove finiremo con questa squadra ma le basi finalmente dopo ANNI sono state gettate.

Beh però dire che voleva Rangnick che a sua volta non voleva ibra direi che è un sinonimo eh.
Cambia la forma ma la sostanza è quella.
Alla fine per fortuna ha scelto il cavallo giusto ma solo perchè sono arrivati i risultati sul campo che lo hanno messo spalle al muro.
Diciamo però che il bravo dirigente certe cose le deve intravedere, altrimenti pure io dopo aver visto una squadra vincere per mesi sono capace di dire che è una squadra con valori.

A gazidis riconosco solo l'onestà intellettuale di esser riuscito a cambiare idea.
Con la speranza nel cuore che tutto ciò che implica la palla, il gioco , i calciatori lo veda fuori.
Faccia di conto , il resto non fa per lui.
 
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Purtroppo i vari colletti bianchi ce l'hanno detto in tutte le salse che il primo o il quarto posto per loro è uguale. Fortuna, anche in questo caso, che c'è Maldini. Lui sa cos'è il Milan e sa cosa significa vincere.

Purtroppo è cosi.
Le ambizioni stanno a zero.
Attenzione però perchè la crescita dei giovani va indirizzata a un obiettivo altrimenti tutto poi cade nella mediocrità.
Anche Ferguson nello utd del 95 buttò in prima squadra una banda di ragazzini e li fece giocare assieme a dei grandi vecchi ma l'obiettivo era sempre e solo la vittoria.
Come da tradizione di una big.

E infatti al primo anno centrarono l'accoppiata premier+fa cup.

Il confine tra essere un Utd e un arsenal è labile.
 

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Ecco, era come immaginavo.
La società la classifica nemmeno la guarda e il mercato sarà fatto di conseguenza.
Si continuerà a risanare i conti e poi quel che viene sul campo è tutto di guadagnato.
Tanto nemmeno il mancato raggiungimento del quarto posto a livello di conti sarebbe un dramma .
I costi li stiamo abbattendo e per loro va bene cosi.

Il mancato raggiungimento del quarto posto (che personalmente a meno di cataclismi reputo impossibile, ora abbiamo una media punti da 2,4 punti a partita, se anche calassimo, da qui a fine campionato, a 1,9 punti a partita [cioè una media che, se tenuta da inizio anno, su una proiezione di 38 partite darebbe 72 punti], chiuderemmo con 79 punti, che sarebbe il record mondiale di sempre per il quarto posto, qualora arrivassimo quarti a 79, in coabitazione col quarto posto dell’Arsenal del 2013/2014. E notare che passare da una media punti come quella attuale, cioè da 2,4, la stessa media punti che teniamo dal post-lockdown, a una media di 1,9, significherebbe avere un crollo totale, eh, ma totale. Eppure, nonostante ciò, faremmo quasi 80 punti) sarebbe una catastrofe, oltre che sportiva, anche economica, perché nel 2021 arriverà l’SA da parte della UEFA.

Ci rendiamo conto di cosa significherebbe sottostare all’SA SENZA i ricavi della Champions e SENZA gli sponsor maggiorati (che con la Champions arriverebbero, e infatti i ricavi della CL e gli sponsor ci permetteranno di rinforzare la squadra nonostante l’SA)? Ce ne rendiamo conto, visto che ora che siamo si senza CL, ma anche senza SA, siamo senza budget?

Significherebbe cedere diversi dei nostri giovani big e rimpiazzarli con scommesse che forse andrebbero bene o forse no.

In poche parole, tornare indietro di ANNI, e ci aspetterebbero anni di fango e infamia, perché l’SA sarà quadriennale.

Quindi il mancato raggiungimento della Champions (praticamente impossibile per i motivi spiegati sopra) sarebbe un disastro di portata epocale che ci permetterebbe forse di poter tornare a vedere un Milan come quello di quest’anno tra 5/6 anni.

Purtroppo è cosi.
Le ambizioni stanno a zero.
Attenzione però perchè la crescita dei giovani va indirizzata a un obiettivo altrimenti tutto poi cade nella mediocrità.
Anche Ferguson nello utd del 95 buttò in prima squadra una banda di ragazzini e li fece giocare assieme a dei grandi vecchi ma l'obiettivo era sempre e solo la vittoria.
Come da tradizione di una big.

E infatti al primo anno centrarono l'accoppiata premier+fa cup.

Il confine tra essere un Utd e un arsenal è labile.

Esatto, fratello. Ma basta che vedi anche la Lazio. Come ti dicevo, tornano in CL dopo 12 anni e L’otite gli fa il mercato delle pulci prendendogli AKPRO. Risultato? Squadra svaccata in campionato, che rende solo in Champions perché i giocatori la usano come vetrina personale tramite la quale sperano di attirare offerte da clubs ambiziosi che invoglino L’otite a cederli.
 
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