Comunque vedendo giocare l'Ibra 38enne e vedendo l'impatto che ha ancora sulle partite, non si può non tornare alla stramaledetta estate del 2012, quando furono ceduti per un piatto di lenticchie i due più forti giocatori che avevamo in rosa, che erano pure tra i migliori al mondo. Peraltro dopo l’addio dei senatori, quindi mazzata doppia, una dismissione totale che manco la Juve retrocessa fece (la Juve nella Serie B 2006/2007 aveva gente come Buffon, Chiellini, Nedved, Del Piero e Trezeguet, per intenderci. Aveva perso grandi giocatori come Ibra, Vieira, Cannavaro e altri, ma un’ossatura l’aveva tenuta. Noi invece siamo stati AZZERATI. Per questo dico che quell’Estate fu paragonabile ad una retrocessione in Lega Pro).
Paradossale poi la cessione di Ibra, che non pensava assolutamente ad andarsene e non interessava al PSG, che voleva solo Thiago. Cosa fece allora il nostro grande presidente? Arrivò a "ricattare" i francesi, se volevano Thiago dovevano prendere per forza anche Ibra (fra l'altro per “sistemare il bilancio”, che poi è sprofondato inesorabilmente rimanendo fuori dall’Europa che conta), altrimenti l'affare saltava.
Lì è cominciata la fine, sancita dall'attore protagonista Silvio Berlusconi (che pochi giorni prima si prese i ringraziamenti pubblici di Milan Channel per aver trattenuto Ibra e Thiago, con Gangbanglliani che aveva promesso urbi et orbi che sarebbero rimasti). Clitoridis, Idiott, Fessone e gli altri che sono arrivati dopo di lui sono solo comparse.
Come scrisse Luca Serafini in un memorabile articolo di quell’Estate maledetta, in quel momento “il Milan si è dimesso da grande club”.