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In Parlamento il Movimento 5 Stelle per mano del leader Conte ha presentato una risoluzione per fermare i fondi per l'Ucraina, tranne lo stretto necessario per aiuti umanitari.
Di fatto nulla che possa essere usato per finanziare la guerra.
Bocciata dalla maggioranza e da parte delle opposizioni "atlantiste", fa rumore l'astensione del Pd
Furia di Calenda contro il partito democratico:
"Il Pd si è astenuto sulla vergognosa risoluzione pro-russa del M5S.
Se anche la linea di politica estera inizia a cedere ai diktat di Conte vuol dire che la trasformazione in partito populista della sinistra è davvero irreversibile.
Ieri fino all’ultimo minuto doveva esserci una mozione comune su Ucraina delle opposizioni non populiste: PD, Azione, PiùEuropa e IV.
Poi tutto è saltato e il PD ha preferito il “ma anche”.
Con l’Ucraina ma anche con i 5S, che vogliono l’Ucraina sconfitta.
Abbiamo sempre cercato, come è doveroso per un partito di opposizione, di proporre un lavoro comune al Partito Democratico su dossier fondamentali come riforme, sanità, competitività.
La risposta è sempre “serve l’ok dei 5S”.
Oggi l’agenda del PD è nei fatti ostaggio di Conte.
Crediamo sia un grave errore.
Ma non possiamo che prenderne atto"
Di fatto nulla che possa essere usato per finanziare la guerra.
Bocciata dalla maggioranza e da parte delle opposizioni "atlantiste", fa rumore l'astensione del Pd
Furia di Calenda contro il partito democratico:
"Il Pd si è astenuto sulla vergognosa risoluzione pro-russa del M5S.
Se anche la linea di politica estera inizia a cedere ai diktat di Conte vuol dire che la trasformazione in partito populista della sinistra è davvero irreversibile.
Ieri fino all’ultimo minuto doveva esserci una mozione comune su Ucraina delle opposizioni non populiste: PD, Azione, PiùEuropa e IV.
Poi tutto è saltato e il PD ha preferito il “ma anche”.
Con l’Ucraina ma anche con i 5S, che vogliono l’Ucraina sconfitta.
Abbiamo sempre cercato, come è doveroso per un partito di opposizione, di proporre un lavoro comune al Partito Democratico su dossier fondamentali come riforme, sanità, competitività.
La risposta è sempre “serve l’ok dei 5S”.
Oggi l’agenda del PD è nei fatti ostaggio di Conte.
Crediamo sia un grave errore.
Ma non possiamo che prenderne atto"