Pioli rischia. Se crolla pronto Abate.

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I quotidiani in edicola sul futuro di Pioli. Per Tuttosport e CorSport è a rischio. Per il CorSera, invece, no.

Tuttosport in edicola: mettiamola così: se Milano (rossonera) piange, Newcastle non ride. L’appuntamento di mercoledì sera in Champions League si prospetta come un confronto tra malate, visto che al ko del Milan a Bergamo ha fatto seguito ieri il nuovo tonfo degli inglesi, che hanno perso 4-1 in trasferta con il Tottenham dopo aver pres tre gol (a zero) venerdì a Liverpool, fronte Everton e non Reds... Un malessere collettivo che rende meno ansiogeno il viaggio del Paris Saint-Germain alla volta di Dortmund: un successo parigino metterebbe fuorigioco entrambe, un pareggio aprirebbe uno spiraglio al Newcastle in caso di un arrivo alla pari. Ma, visti gli alti e bassi interni vissuti dai tedeschi (peraltro già qualificati agli ottavi di finale), una vittoria appare decisamente alla porta degli uomini di Luis Enrique.

PASSO INDIETRO
Una vittoria che, per esempio, renderebbe meno fragile l’attuale posizione di Stefano Pioli. La serata senza senso di Bergamo ha infatti sollevato nuovi dubbi sulla gestione della squadra. Il tecnico, alle prese con una pioggia senza fine di infortuni, aveva tenuto a galla la barca rossonera almeno in campionato. Lo aveva fatto all’insegna del pragmatismo, disegnando squadre logiche dopo la sconfitta interna con l’Udinese. Nessun magheggio tattico, ma un undici il più possibile ordinato, anche nell’emergenza: vedi l’atteggiamento di Theo Hernandez centrale contro il Frosinone. Erano arrivati il pareggio di Lecce, con qualche brivido non previsto, e i successi con Fiorentina e, per l’appunto, Frosinone. A Bergamo invece è stata confusione in campo, con giocatori che faticavano a seguire le consegne, aprendo varchi in cui l’Atalanta si infilava gioiosamente: vedi i gol di Lookman (il primo su rimessa laterale, il secondo su assist di De Ketelaere, colpevolmente dimenticato sulla fascia) e vedi i gol altrui mancati: la deviazione sballata sotto misura dello stesso belga a inizio match, il doppio miracolo di Maignan su Scalvini al termine di una cavalcata resa possibile da contrasti friabili dei rossoneri. A questo occorre aggiungere le ammissioni di Pioli («Quando si prendono tre gol vuol dire che non abbiamo lavorato bene in fase difensiva, che non siamo stati pronti a seguire gli inserimenti avversari») e una insicurezza mentale di fondo, certificata dall’espulsione di Calabria, la quinta in 15 giornate di campionato.

FUTURO e ABATE PRONTO
Una vittoria, quindi. È quello che serve al Milan, è quello che serve a Pioli. Andare a Newcastle e tornare a casa con la certezza di aver fatto il proprio dovere fino in fondo, indipendentemente da quello che combinerà il Psg. Il cammino in Champions è stato ormai azzoppato dalla sconfitta interna con il Dortmund, il destino europeo è in mani altrui. Pioli ha però in mano il suo, perché un tracollo mercoledì sera potrebbe avere conseguenze che erano inimmaginabili anche solo un mese fa. La proprietà del club è statunitense, da quelle parti non amano cambiare in corsa negli sport. E Pioli ha un contratto in essere fino al 2025. Ma una serataccia a Newcastle obbligherebbe a riflessioni importanti, per restare a galla anche in Italia. Alternative? La promozione di Ignazio Abate, con un ruolo più dinamico per il futuro entrante Zlatan Ibrahimovic, rimane la soluzione più gettonata. Ma il progetto è comunque sempre quello di non giungere a soluzioni shock prima di fine stagione.

CALENDARIO
A nche perché, dopo la serata di Newcastle, il calendario in Serie A proporrà quattro partite con cui cercare il rilancio in campionato: Monza e Sassuolo in casa, Salernitana ed Empoli fuori. È una serie che può permettere di ritrovare il filo del discorso con la continuità di risultati, finora mancata e quantomai necessaria. Il quarto posto è tra le mani rossonere, per ora, ma i rossoneri dovranno cambiare passo per centrare quella qualificazione Champions che rappresenta il traguardo minimo, quanto essenziale, per ogni club. E per dare un senso all’anno che verrà.

Anche il CorSport conferma: Milan in caduta, può pagare Pioli. Non è da escludere che una brutta sconfitta a Newcastle possa costare subito la panchina a Stefano Pioli. Ormai è lampante che qualcosa abbia rotto l’incantesimo e la crepa iniziale - poi diventata una squarcio - si può individuare in quella rimonta subita nel finale dalla Roma a San Siro l’8 gennaio 2023. Da quel giorno è venuta meno la continuità nei risultati, non a caso il Diavolo nell’anno solare in corso ha vinto meno della metà delle partite giocate (appena 22 su 51), perdendo ben 16 volte. Lo staff tecnico ha colpe evidenti per i tantissimi infortuni e quando i guai fisici sono diventati un’emergenza per Pioli tutto si è fatto ancor più difficile, a partire dalla composizione di una difesa perforata 25 volte nelle prime 20 partite stagionali.

LA SOCIETA': Sull’operato dei dirigenti pesa la bocciatura, arrivata dal campo in questi mesi, per quel mercato condotto in estate con una spesa pari a quasi 130 milioni per portare a Milanello 10 volti nuovi. La rivoluzione non ha pagato, anzi nonostante i tanti innesti la rosa è ancora incompleta a partire dalla lacuna più evidente in cabina di regia o dall’alternativa a Theo Hernandez sulla sinistra. Su Jovic come vice Giroud, invece, servono conferme ulteriori. In più i nuovi non riescono ancora a fare la differenza, offrendo colpi estemporanei e prestazioni troppo discontinue, evidenziando ancor di più l’assenza di nuovi leader capaci di prendere per mano la squadra e reggere il peso della pressione. L'addio del duo Maldini-Massara continua a far discutere, ma dalle operazioni estive Furlani e Moncada si attendevano ben altre risposte. Sullo sfondo resta la figura ingombrante di Ibrahimovic, in attesa del chiacchierato annuncio ufficiale.

Il CorSera invece la pensa diversamente su PiolI: Cardinale, quando è stato a Milano, gli ha confermato la fiducia e la situazione non è cambiata: dall’allenatore come da tutta la squadra si pretende una svolta netta sia nel gioco sia nei risultati, ma la sensazione è che finché si viaggerà dentro alle prime quattro posizioni del campionato, obiettivo minimo fissato dal club in estate, difficilmente ci saranno colpi di scena. Anche perché al momento il mercato delle panchine non offre alternative all’altezza.


PIOLI: MAI COSì MALE. O CRISI O STORIA QUI -) Pioli: mai così male. O crisi o storia.

MILAN: 2023 DA INCUBO. I NUMERI DELLA CRISI QUI -) Milan: incubo 2023. I numeri della crisi.
 

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Anche il CorSport conferma: Milan in caduta, può pagare Pioli. Non è da escludere che una brutta sconfitta a Newcastle possa costare subito la panchina a Stefano Pioli. Ormai è lampante che qualcosa abbia rotto l’incantesimo e la crepa iniziale - poi diventata una squarcio - si può individuare in quella rimonta subita nel finale dalla Roma a San Siro l’8 gennaio 2023. Da quel giorno è venuta meno la continuità nei risultati, non a caso il Diavolo nell’anno solare in corso ha vinto meno della metà delle partite giocate (appena 22 su 51), perdendo ben 16 volte. Lo staff tecnico ha colpe evidenti per i tantissimi infortuni e quando i guai fisici sono diventati un’emergenza per Pioli tutto si è fatto ancor più difficile, a partire dalla composizione di una difesa perforata 25 volte nelle prime 20 partite stagionali.

LA SOCIETA': Sull’operato dei dirigenti pesa la bocciatura, arrivata dal campo in questi mesi, per quel mercato condotto in estate con una spesa pari a quasi 130 milioni per portare a Milanello 10 volti nuovi. La rivoluzione non ha pagato, anzi nonostante i tanti innesti la rosa è ancora incompleta a partire dalla lacuna più evidente in cabina di regia o dall’alternativa a Theo Hernandez sulla sinistra. Su Jovic come vice Giroud, invece, servono conferme ulteriori. In più i nuovi non riescono ancora a fare la differenza, offrendo colpi estemporanei e prestazioni troppo discontinue, evidenziando ancor di più l’assenza di nuovi leader capaci di prendere per mano la squadra e reggere il peso della pressione. L'addio del duo Maldini-Massara continua a far discutere, ma dalle operazioni estive Furlani e Moncada si attendevano ben altre risposte. Sullo sfondo resta la figura ingombrante di Ibrahimovic, in attesa del chiacchierato annuncio ufficiale.
 
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anche se per miracolo passiamo.
io farei il cambio, con il duo abate-ibra.
metti mai che anche noi per na volta troviamo uno in panchina che va forte da subito.
sicuramente i giocatori ne gioveranno, cambieremo gioco.
 

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PASSO INDIETRO
Una vittoria che, per esempio, renderebbe meno fragile l’attuale posizione di Stefano Pioli. La serata senza senso di Bergamo ha infatti sollevato nuovi dubbi sulla gestione della squadra. Il tecnico, alle prese con una pioggia senza fine di infortuni, aveva tenuto a galla la barca rossonera almeno in campionato. Lo aveva fatto all’insegna del pragmatismo, disegnando squadre logiche dopo la sconfitta interna con l’Udinese. Nessun magheggio tattico, ma un undici il più possibile ordinato, anche nell’emergenza: vedi l’atteggiamento di Theo Hernandez centrale contro il Frosinone. Erano arrivati il pareggio di Lecce, con qualche brivido non previsto, e i successi con Fiorentina e, per l’appunto, Frosinone. A Bergamo invece è stata confusione in campo, con giocatori che faticavano a seguire le consegne, aprendo varchi in cui l’Atalanta si infilava gioiosamente: vedi i gol di Lookman (il primo su rimessa laterale, il secondo su assist di De Ketelaere, colpevolmente dimenticato sulla fascia) e vedi i gol altrui mancati: la deviazione sballata sotto misura dello stesso belga a inizio match, il doppio miracolo di Maignan su Scalvini al termine di una cavalcata resa possibile da contrasti friabili dei rossoneri. A questo occorre aggiungere le ammissioni di Pioli («Quando si prendono tre gol vuol dire che non abbiamo lavorato bene in fase difensiva, che non siamo stati pronti a seguire gli inserimenti avversari») e una insicurezza mentale di fondo, certificata dall’espulsione di Calabria, la quinta in 15 giornate di campionato.

FUTURO e ABATE PRONTO
Una vittoria, quindi. È quello che serve al Milan, è quello che serve a Pioli. Andare a Newcastle e tornare a casa con la certezza di aver fatto il proprio dovere fino in fondo, indipendentemente da quello che combinerà il Psg. Il cammino in Champions è stato ormai azzoppato dalla sconfitta interna con il Dortmund, il destino europeo è in mani altrui. Pioli ha però in mano il suo, perché un tracollo mercoledì sera potrebbe avere conseguenze che erano inimmaginabili anche solo un mese fa. La proprietà del club è statunitense, da quelle parti non amano cambiare in corsa negli sport. E Pioli ha un contratto in essere fino al 2025. Ma una serataccia a Newcastle obbligherebbe a riflessioni importanti, per restare a galla anche in Italia. Alternative? La promozione di Ignazio Abate, con un ruolo più dinamico per il futuro entrante Zlatan Ibrahimovic, rimane la soluzione più gettonata. Ma il progetto è comunque sempre quello di non giungere a soluzioni shock prima di fine stagione.

CALENDARIO
A nche perché, dopo la serata di Newcastle, il calendario in Serie A proporrà quattro partite con cui cercare il rilancio in campionato: Monza e Sassuolo in casa, Salernitana ed Empoli fuori. È una serie che può permettere di ritrovare il filo del discorso con la continuità di risultati, finora mancata e quantomai necessaria. Il quarto posto è tra le mani rossonere, per ora, ma i rossoneri dovranno cambiare passo per centrare quella qualificazione Champions che rappresenta il traguardo minimo, quanto essenziale, per ogni club. E per dare un senso all’anno che verrà.

Anche il CorSport conferma: Milan in caduta, può pagare Pioli. Non è da escludere che una brutta sconfitta a Newcastle possa costare subito la panchina a Stefano Pioli. Ormai è lampante che qualcosa abbia rotto l’incantesimo e la crepa iniziale - poi diventata una squarcio - si può individuare in quella rimonta subita nel finale dalla Roma a San Siro l’8 gennaio 2023. Da quel giorno è venuta meno la continuità nei risultati, non a caso il Diavolo nell’anno solare in corso ha vinto meno della metà delle partite giocate (appena 22 su 51), perdendo ben 16 volte. Lo staff tecnico ha colpe evidenti per i tantissimi infortuni e quando i guai fisici sono diventati un’emergenza per Pioli tutto si è fatto ancor più difficile, a partire dalla composizione di una difesa perforata 25 volte nelle prime 20 partite stagionali.

LA SOCIETA': Sull’operato dei dirigenti pesa la bocciatura, arrivata dal campo in questi mesi, per quel mercato condotto in estate con una spesa pari a quasi 130 milioni per portare a Milanello 10 volti nuovi. La rivoluzione non ha pagato, anzi nonostante i tanti innesti la rosa è ancora incompleta a partire dalla lacuna più evidente in cabina di regia o dall’alternativa a Theo Hernandez sulla sinistra. Su Jovic come vice Giroud, invece, servono conferme ulteriori. In più i nuovi non riescono ancora a fare la differenza, offrendo colpi estemporanei e prestazioni troppo discontinue, evidenziando ancor di più l’assenza di nuovi leader capaci di prendere per mano la squadra e reggere il peso della pressione. L'addio del duo Maldini-Massara continua a far discutere, ma dalle operazioni estive Furlani e Moncada si attendevano ben altre risposte. Sullo sfondo resta la figura ingombrante di Ibrahimovic, in attesa del chiacchierato annuncio ufficiale.

Il CorSera invece la pensa diversamente su PiolI: Cardinale, quando è stato a Milano, gli ha confermato la fiducia e la situazione non è cambiata: dall’allenatore come da tutta la squadra si pretende una svolta netta sia nel gioco sia nei risultati, ma la sensazione è che finché si viaggerà dentro alle prime quattro posizioni del campionato, obiettivo minimo fissato dal club in estate, difficilmente ci saranno colpi di scena. Anche perché al momento il mercato delle panchine non offre alternative all’altezza.


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Jack92

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Ma non passeremo mai perché non credo che faranno fuori il psg pur se per miracolo riuscissimo a vincere.
Se dovessimo andare in EL non sarebbe un traguardo da festeggiare o da confermare Pioli, anzi sarebbe ancora peggio.
È il momento di cambiare, ormai è palese.
 

Lineker10

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Una vittoria, quindi. È quello che serve al Milan, è quello che serve a Pioli. Andare a Newcastle e tornare a casa con la certezza di aver fatto il proprio dovere fino in fondo, indipendentemente da quello che combinerà il Psg. Il cammino in Champions è stato ormai azzoppato dalla sconfitta interna con il Dortmund, il destino europeo è in mani altrui. Pioli ha però in mano il suo, perché un tracollo mercoledì sera potrebbe avere conseguenze che erano inimmaginabili anche solo un mese fa. La proprietà del club è statunitense, da quelle parti non amano cambiare in corsa negli sport. E Pioli ha un contratto in essere fino al 2025. Ma una serataccia a Newcastle obbligherebbe a riflessioni importanti, per restare a galla anche in Italia. Alternative? La promozione di Ignazio Abate, con un ruolo più dinamico per il futuro entrante Zlatan Ibrahimovic, rimane la soluzione più gettonata. Ma il progetto è comunque sempre quello di non giungere a soluzioni shock prima di fine stagione.

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A nche perché, dopo la serata di Newcastle, il calendario in Serie A proporrà quattro partite con cui cercare il rilancio in campionato: Monza e Sassuolo in casa, Salernitana ed Empoli fuori. È una serie che può permettere di ritrovare il filo del discorso con la continuità di risultati, finora mancata e quantomai necessaria. Il quarto posto è tra le mani rossonere, per ora, ma i rossoneri dovranno cambiare passo per centrare quella qualificazione Champions che rappresenta il traguardo minimo, quanto essenziale, per ogni club. E per dare un senso all’anno che verrà.

Anche il CorSport conferma: Milan in caduta, può pagare Pioli. Non è da escludere che una brutta sconfitta a Newcastle possa costare subito la panchina a Stefano Pioli. Ormai è lampante che qualcosa abbia rotto l’incantesimo e la crepa iniziale - poi diventata una squarcio - si può individuare in quella rimonta subita nel finale dalla Roma a San Siro l’8 gennaio 2023. Da quel giorno è venuta meno la continuità nei risultati, non a caso il Diavolo nell’anno solare in corso ha vinto meno della metà delle partite giocate (appena 22 su 51), perdendo ben 16 volte. Lo staff tecnico ha colpe evidenti per i tantissimi infortuni e quando i guai fisici sono diventati un’emergenza per Pioli tutto si è fatto ancor più difficile, a partire dalla composizione di una difesa perforata 25 volte nelle prime 20 partite stagionali.

LA SOCIETA': Sull’operato dei dirigenti pesa la bocciatura, arrivata dal campo in questi mesi, per quel mercato condotto in estate con una spesa pari a quasi 130 milioni per portare a Milanello 10 volti nuovi. La rivoluzione non ha pagato, anzi nonostante i tanti innesti la rosa è ancora incompleta a partire dalla lacuna più evidente in cabina di regia o dall’alternativa a Theo Hernandez sulla sinistra. Su Jovic come vice Giroud, invece, servono conferme ulteriori. In più i nuovi non riescono ancora a fare la differenza, offrendo colpi estemporanei e prestazioni troppo discontinue, evidenziando ancor di più l’assenza di nuovi leader capaci di prendere per mano la squadra e reggere il peso della pressione. L'addio del duo Maldini-Massara continua a far discutere, ma dalle operazioni estive Furlani e Moncada si attendevano ben altre risposte. Sullo sfondo resta la figura ingombrante di Ibrahimovic, in attesa del chiacchierato annuncio ufficiale.

Il CorSera invece la pensa diversamente su PiolI: Cardinale, quando è stato a Milano, gli ha confermato la fiducia e la situazione non è cambiata: dall’allenatore come da tutta la squadra si pretende una svolta netta sia nel gioco sia nei risultati, ma la sensazione è che finché si viaggerà dentro alle prime quattro posizioni del campionato, obiettivo minimo fissato dal club in estate, difficilmente ci saranno colpi di scena. Anche perché al momento il mercato delle panchine non offre alternative all’altezza.


PIOLI: MAI COSì MALE. O CRISI O STORIA QUI -) Pioli: mai così male. O crisi o storia.

MILAN: 2023 DA INCUBO. I NUMERI DELLA CRISI QUI -) Milan: incubo 2023. I numeri della crisi.
Ormai abbiamo capito che se le cose vanno tra male e benino alla società sta bene.

In pratica se andiamo avanti tra quarto posto e qualche turno di EL sono tutti contenti e la stagione è da dirsi positiva. Basta vincere col Frosinone e non fare figuracce con le altre, mi pare di capire.
 
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Ma non passeremo mai perché non credo che faranno fuori il psg pur se per miracolo riuscissimo a vincere.
Se dovessimo andare in EL non sarebbe un traguardo da festeggiare o da confermare Pioli, anzi sarebbe ancora peggio.
È il momento di cambiare, ormai è palese.
La penso come te : noi possiamo anche vincere ma il psg lo fanno passare.
 
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Ormai abbiamo capito che se le cose vanno tra male e benino alla società sta bene.

In pratica se andiamo avanti tra quarto posto e qualche turno di EL sono tutti contenti e la stagione è da dirsi positiva. Basta vincere col Frosinone e non fare figuracce con le altre, mi pare di capire.
Si incaxxano solo se chi spende meno di noi fa meglio di noi sul campo.
E per spesa non intendo certo il budget mercato ma i costi della rosa.

Perchè se è vero che abbiamo speso 120 mln in estate o giù di li è altresi vero che hanno sbolognato 1/3 dei giocatori e c'era una rosa da ricostruire.
Non scordiamo che lo scorso anno il vice leao era il malato immaginario rebic.
 

Route66

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Ormai abbiamo capito che se le cose vanno tra male e benino alla società sta bene.

In pratica se andiamo avanti tra quarto posto e qualche turno di EL sono tutti contenti e la stagione è da dirsi positiva. Basta vincere col Frosinone e non fare figuracce con le altre, mi pare di capire.
Li attendo al varco dopo che il Cagliari ci avrà buttato fuori anche dalla Coppa Italia.....:asd:
 

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