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Come riportato dal CorSera, Pioli is on fire è il coro che si è diffuso da San Siro alle spiagge. Lo cantano e ballano tutti. Il primo riadattamento in ambito calcistico è del 2016, da parte dei tifosi del Wigan, che la trasformarono in «Will Grigg’s on fire», dove Will Grigg era il centravanti e «on fire» sta per «carico», «caldo». Al Milan la versione dedicata a Pioli è nata nello spogliatoio: postata sui social dai giocatori, è stata subito ripresa dai tifosi che hanno iniziato a cantarla a San Siro, fino a farla diventare la canzone portafortuna della stagione. Per dire: perfino Bob Sinclair, mitico deejay francese che riempie stadi e palazzetti, s’è adeguato alla versione pioliana, dopo che durante un concerto a Padova era rimasto disorientato quando s’è accorto che il pubblico cantava una versione diversa da quella originale. Gli hanno spiegato, e dalla data successiva s’è adeguato pure lui: su Corriere.it c’è il video in cui dalla consolle urla «Pioli is on fire». Già: e il mite Pioli? Che dice, lui che dell’understatement ha fatto una regola di vita? «Mi sono emozionato fin dalla prima volta che l’ho sentito cantare allo stadio, facevo fatica a trattenermi» ha detto. Ha smesso di trattenersi all’82’ di Sassuolo-Milan del 22 maggio, quando finalmente ha alzato le braccia e ha iniziato a ballare insieme ai tifosi rossoneri. Tre mesi dopo, non hanno ancora smesso.