3421 con Suso e Chalanoglu trequartisti.
Lo stiamo dicendo da tre mesi, da quando abbiamo appreso che Andrea Conti e Ricardo Rodriguez sarebbero stati i nostri esterni, che Bonucci sarebbe stato uno dei centrali difensivi, e che, fallito Keita, non avremmo cercato un esterno offensivo particolarmente abile sul piano realizzativo, concentrando gli sforzi su attaccanti centrali, in sostituzione dei partenti Bacca e Lapadula. Il 433 è modulo poco indicato per attaccanti esterni senza grandi capacità offensive, come Suso, Borini, ed un molto adattato Calhanoglu. In questo contesto, sacrificare alcuni presidii difensivi senza un buon saldo offensivo è operazione dannosa alla squadra, da evitare, se possibile. Il 433 ha avuto senso e merito nella prima metà della scorsa stagione, con Niang e Bonaventura su buoni livelli di produzione offensiva, molto meno nella scorsa stagione, in loro assenza. Quest'anno la sua necessità è evaporata dall'orizzonte degli eventi rossonero, sostituita positivamente da altre opportunità con altri assetti. Con i giocatori disponibili, il 3412 assicura superiorità numerica a centrocampo; buona densità per la fuoriuscita dal blocco mediano, alternamente, di Kessie, Suso, Calhanoglu, Conti, Rodriguez, ad una o due voci, per il migliore supporto dell'attaccante centrale; esalta la tradizionale vocazione manovriera del centrocampo delle squadre di Montella; sistema meglio la fase difensiva, riducendo la pressione sul centralone Bonucci, che può meglio dedicarsi ai compiti di regia da dietro. È il modulo che meglio legge le qualità dei giocatori disponibili, ed offre alternative quantitativamente accettabili per le contingenze della stagione. Si potrà poi discutere sul valore assoluto di questo modulo, le sue intrinseche qualità estetiche, ma nel calcio predominano valori come efficacia, congruità, armonia, le migliori declinazioni del sostantivo vittoria. Non vogliamo la scissione dell'atomo da una squadra di calcio, ma esigiamo che vinca, e per farlo almeno un gol più dell'avversario occorre realizzarlo. Per arrivare a questa banale, unica, verità, dobbiamo assumerci la responsabilità di scegliere il miglior sistema per farlo, dai giocatori al modo di tenerli in campo. Tanto, a fronte di mille bugie, la verità sarà sempre e solo quella.