Milan: occhio a CDK. Lo manda Maldini.

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Tuttosport in edicola: Atalanta-Milan metterà di fronte due squadre che si giocheranno due obiettivi diversi col rischio, in caso di stop, di perdere di vista il treno principale: la Dea vuole rimanere in zona Champions, il Diavolo in scia scudetto di Inter e Juventus. Ma Atalanta-Milan sarà anche la partita di Charles De Ketelaere. L’uomo della discordia, il giocatore che ha rappresentato, con i suoi 36.5 milioni di investimento - dato a bilancio -, il simbolo del mercato di Paolo Maldini e Ricky Massara ritenuto dalla proprietà del club rossonero, se non fallimentare, una grande delusione e che ha spinto Gerry Cardinale ad allontanare al termine dell’annata 22-23 la storica bandiera e il suo braccio destro. CDK, reduce da un’annata opaca, con zero gol a un solo assist in 40 apparizioni (di cui solo 13 da titolare), a quel punto è diventato un peso per il Milan che ha scelto un nuovo indirizzo tecnico, archiviando - almeno nella costruzione iniziale della squadra - il trequartista puro, mettendo così alla porta l’ex Club Bruges. «Ci aspettavamo di più nella passata stagione, si aspetta di più Charles da sé stesso, si aspettavano di più tutti», il pensiero sul belga di Pioli l'8 agosto dopo il "Trofeo Berlusconi". Dopo pochi giorni e alcuni sondaggi dall’estero, l’ha spuntata l’Atalanta e, come vuole la più classica delle leggi non scritte del calcio, De Ketelaere ha iniziato l'avventura sotto la guida di Gasperini con due gol, una alla prima in Serie A e l'altro alla prima in Europa League. E adesso arriva la “sua” partita, una sfida che il belga sente, in cui ha voglia di dire la sua; una gara che ovviamente, anche se non verrà mai ammesso pubblicamente dai diretti protagonisti, temono molto in quel di Milanello proprio per il rischio beffa.

Di De Ketelaere si è parlato molto negli ambienti rossoneri anche la scorsa settimana, dopo l’uscita dell’intervista rilasciata da Paolo Maldini a “La Repubblica”. L’ex direttore dell’area tecnica rossonera ha ovviamente parlato del giocatore che ha inseguito a lungo nell’estate 2022, destinando a lui la stragrande maggioranza del budget a disposizione: «Dopo avere acquistato circa 35 giocatori ci viene contestato l’ingaggio di De Ketelaere, che peraltro aveva 21 anni, un’età in cui non sempre l’adattamento è immediato - aveva spiegato Maldini -. Chi ha giocato a calcio sa che non sempre si è strutturati a quell’età per sostenere un salto così importante come quello fatto da Charles: i ragazzi vanno aspettati, aiutati, coccolati e ripresi, continuamente. Chi pensa che il lavoro dell’area sportiva sia solamente quello di fare mercato sbaglia tutto: allenatori, calciatori e staff hanno bisogno di supporto continuo. Spesso si scommette solo sul talento senza sapere come svilupparlo, gli esempi più lampanti sono Chelsea e Manchester United: grandissimi investimenti sul mercato e gestione insufficiente portano a risultati molto scadenti». Come detto, De Ketelaere è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, il simbolo di un mercato che ha reso poco, ma di certo non l’unico motivo che ha spinto Milan e Maldini a separarsi. Però è ovvio che quanto fatto in campo dal belga, con quella sua parabola per certi versi clamorosa - partenza incoraggiante e graduale e repentino crollo, soprattutto a livello mentale, oltreché che tecnico -, abbia condizionato tutti i giudizi sull'ultima stagione del Milan. E' vero che già al termine dell'annata '21-22, conclusa con lo scudetto, era nell'aria un possibile divorzio fra Milan e Maldini, ma la vittoria del campionato aveva di fatto spinto al rinnovo e al proseguo del rapporto, seppur con idee differenti fra le parti. Il flop di CDK è stato poi come un innesco che ha fatto deflagrare quello che già covava da tempo sotto la cenere. E adesso Charles rivede il Milan...
 

bobbylukr

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Tuttosport in edicola: Atalanta-Milan metterà di fronte due squadre che si giocheranno due obiettivi diversi col rischio, in caso di stop, di perdere di vista il treno principale: la Dea vuole rimanere in zona Champions, il Diavolo in scia scudetto di Inter e Juventus. Ma Atalanta-Milan sarà anche la partita di Charles De Ketelaere. L’uomo della discordia, il giocatore che ha rappresentato, con i suoi 36.5 milioni di investimento - dato a bilancio -, il simbolo del mercato di Paolo Maldini e Ricky Massara ritenuto dalla proprietà del club rossonero, se non fallimentare, una grande delusione e che ha spinto Gerry Cardinale ad allontanare al termine dell’annata 22-23 la storica bandiera e il suo braccio destro. CDK, reduce da un’annata opaca, con zero gol a un solo assist in 40 apparizioni (di cui solo 13 da titolare), a quel punto è diventato un peso per il Milan che ha scelto un nuovo indirizzo tecnico, archiviando - almeno nella costruzione iniziale della squadra - il trequartista puro, mettendo così alla porta l’ex Club Bruges. «Ci aspettavamo di più nella passata stagione, si aspetta di più Charles da sé stesso, si aspettavano di più tutti», il pensiero sul belga di Pioli l'8 agosto dopo il "Trofeo Berlusconi". Dopo pochi giorni e alcuni sondaggi dall’estero, l’ha spuntata l’Atalanta e, come vuole la più classica delle leggi non scritte del calcio, De Ketelaere ha iniziato l'avventura sotto la guida di Gasperini con due gol, una alla prima in Serie A e l'altro alla prima in Europa League. E adesso arriva la “sua” partita, una sfida che il belga sente, in cui ha voglia di dire la sua; una gara che ovviamente, anche se non verrà mai ammesso pubblicamente dai diretti protagonisti, temono molto in quel di Milanello proprio per il rischio beffa.

Di De Ketelaere si è parlato molto negli ambienti rossoneri anche la scorsa settimana, dopo l’uscita dell’intervista rilasciata da Paolo Maldini a “La Repubblica”. L’ex direttore dell’area tecnica rossonera ha ovviamente parlato del giocatore che ha inseguito a lungo nell’estate 2022, destinando a lui la stragrande maggioranza del budget a disposizione: «Dopo avere acquistato circa 35 giocatori ci viene contestato l’ingaggio di De Ketelaere, che peraltro aveva 21 anni, un’età in cui non sempre l’adattamento è immediato - aveva spiegato Maldini -. Chi ha giocato a calcio sa che non sempre si è strutturati a quell’età per sostenere un salto così importante come quello fatto da Charles: i ragazzi vanno aspettati, aiutati, coccolati e ripresi, continuamente. Chi pensa che il lavoro dell’area sportiva sia solamente quello di fare mercato sbaglia tutto: allenatori, calciatori e staff hanno bisogno di supporto continuo. Spesso si scommette solo sul talento senza sapere come svilupparlo, gli esempi più lampanti sono Chelsea e Manchester United: grandissimi investimenti sul mercato e gestione insufficiente portano a risultati molto scadenti». Come detto, De Ketelaere è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, il simbolo di un mercato che ha reso poco, ma di certo non l’unico motivo che ha spinto Milan e Maldini a separarsi. Però è ovvio che quanto fatto in campo dal belga, con quella sua parabola per certi versi clamorosa - partenza incoraggiante e graduale e repentino crollo, soprattutto a livello mentale, oltreché che tecnico -, abbia condizionato tutti i giudizi sull'ultima stagione del Milan. E' vero che già al termine dell'annata '21-22, conclusa con lo scudetto, era nell'aria un possibile divorzio fra Milan e Maldini, ma la vittoria del campionato aveva di fatto spinto al rinnovo e al proseguo del rapporto, seppur con idee differenti fra le parti. Il flop di CDK è stato poi come un innesco che ha fatto deflagrare quello che già covava da tempo sotto la cenere. E adesso Charles rivede il Milan...

Mi ero perso questo passaggio dell'intervista su Cdk: purtroppo non è che basta la "gestione" di un giocatore giovane per renderlo un campione: se è un mediocre resta un mediocre in qualunque modo tu lo gestisca.
Poi ci segnerà sicuro per tornare nell'oblio fino alla partita di ritorno.
 
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Mi ero perso questo passaggio dell'intervista su Cdk: purtroppo non è che basta la "gestione" di un giocatore giovane per renderlo un campione: se è un mediocre resta un mediocre in qualunque modo tu lo gestisca.
Poi ci segnerà sicuro per tornare nell'oblio fino alla partita di ritorno.


comunque nell'intervista lo aveva un po' scaricato anche lui definendolo tipo un errore fisiologico in mezzo a tanti acquisti azzeccati....
 

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