Milan: Mirante il più anziano. Tante lodi. Nava vice. La formazione.

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Come riportato dalla GDS in edicola, il Milan è nelle mani di Mirante in vista del big match di domani contro la Juventus. Titolare a 40 anni sfida la sua Signora. Ritrova la Juve dove iniziò: sarà il portiere più anziano a giocare il “classico” dal 1’. Ora che Sportiello è ko, toccherà a lui e non sarà facile. Antonio nello spogliatoio è molto apprezzato per carattere e professionalità, ma non gioca titolare dal 6 maggio 2021, Roma- United in semifinale di Europa League. I tifosi del Milan aspettano la Juve e sperano di esultare ancora per un Antonio da Castellammare: Donnarumma senior nel 2017 era il terzo del Milan, debuttò dal 1’ in un derby di Coppa Italia e parò qualunque cosa. Il vice sarà Lapo Napa, 19 anni.

Formazione confermata: a sinistra Florenzi, davanti Leao, Giroud e Pulisic. In mezzo Reijnders, Musah e Adli.

De Canio, Portanova Colomba Fiori intervistati da TS, lodano Mirante: molto probabilmente Antonio Mirante non si sarebbe più aspettato di essere titolare in un match clou di Serie A. Il portiere, letteralmente catapultano in questa situazione per via della squalifica di Maignan e dell’infortunio di Sportiello, difenderà i pali del Milan domani contro la Juventus (tra l’altro da ex, visto che il classe ’83 è proprio cresciuto calcisticamente nelle file dei bianconeri e ha vinto la B con la Vecchia Signora). Arrivato a Milano nell’ottobre del 2021, con i rossoneri in emergenza, allenamento dopo allenamento ha convinto tutti a Milanello, tanto da meritarsi due rinnovi di contratto. D’altronde abnegazione e lavoro hanno sempre contraddistinto la sua carriera. Chi ha avuto a che fare con lui, ex allenatori e compagni di squadra, continuano a credere ciecamente nell’affidabilità del campano. «Antonio è un tipo speciale, un ragazzo riflessivo che non ha in apparenza le reazioni di un portiere, ma è un portiere di qualità – spiega Franco Colomba, mister dell’estremo difensore a Parma nella stagione 2010-11 e agli inizi di quella successiva -. È uno che ragiona, questo fa di lui uno che a 40 anni è ancora lì, altrimenti non sarebbe così. Con me ha fatto sempre bene, non mi meraviglia che anche oggi possa essere utile». Anche in un Milan-Juventus: «Non è di certo uno sprovveduto, anzi. Quando un allenatore battezza un giocatore come positivo, che giochi o meno, questo risulta prezioso. Mirante è un grande lavoratore, uno che trova sempre le motivazioni anche grazie alla sua umiltà». Parere condiviso anche da Gigi De Canio, tecnico che ha allenato Mirante al Siena nel 2005-06: «Prendemmo alcuni ragazzi della Primavera della Juve che l’anno precedente avevano militato in Serie B. Antonio mi colpì subito per la sicurezza e personalità, nonostante la giovane età. Partì titolare e disputò un’ottima stagione». Sulla stessa lunghezza d’onda del navigato tecnico, anche Daniela Portanova, che proprio in Toscana condivise lo spogliatoio con Mirante: «Un professionista serio, uno che ha fatto tanto nel mondo del calcio e continuerà a farlo grazie alla sua testa pulita che gli permette di essere ancora pronto. Domani se la caverà sicuramente, non gli tremeranno mai le gambe vista la sua esperienza». Parole di un amico e collega che poi aggiunge: «Lui è un testone, come mia moglie, ha un carattere forte. Per questo litigavano sempre. E io non mi mettevo mai in mezzo (ride, ndr)». Da un ricordo affettivo, a un parere personale, quello di Franco Tancredi, ex portiere della Roma, nonché ex preparatore dei portieri della Juve: «L’era Buffon ha mandato a carte e quarantotto tutti. C’era Gigi e non ci si preoccupava degli altri. Ma Mirante, come Consigli, era davvero forte. Antonio era molto tecnico, di personalità. A Roma ha fatto ottimamente il suo dovere, da secondo. Su di lui ci si può contare. Certo, gli manca la partita, l’abitudine nel sentire certe situazioni, ma il ragazzo è una persona per bene, che può sopperire con l’esperienza e l’intelligenza alla mancanza di continuità. Sulla carta non ci dovrebbero essere problemi». Opinione condivisa anche da Valerio Fiori, storico terzo portiere del Milan: «L’importante è essere integro dal punto di vista fisico, caratteriale e mentale. Se è tutto in ordine e in regola non ci sono problemi. Io in carriera avevo sempre giocato prima di approdare in rossonero, stesso discorso per Mirante. Lui stesso sa cosa lo aspetta, sarà allenato e pronto. Anche io lavoravo come se fossi dovuto scendere in campo ogni domenica, sicuramente pure Mirante avrà fatto lo stesso. Non giocare non significa perdere le qualità, ma metterle in stand by. Perdita dell’abitudine? Vale fino a un certo punto, proprio perché comunque ti alleni sempre. L’unico aspetto diverso rispetto alla domenica è la gestione emotiva della gara. Mirante non ha mai avuto problemi e non ne avrà nemmeno contro la Juventus».
 

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De Canio, Portanova Colomba Fiori intervistati da TS, lodano Mirante: molto probabilmente Antonio Mirante non si sarebbe più aspettato di essere titolare in un match clou di Serie A. Il portiere, letteralmente catapultano in questa situazione per via della squalifica di Maignan e dell’infortunio di Sportiello, difenderà i pali del Milan domani contro la Juventus (tra l’altro da ex, visto che il classe ’83 è proprio cresciuto calcisticamente nelle file dei bianconeri e ha vinto la B con la Vecchia Signora). Arrivato a Milano nell’ottobre del 2021, con i rossoneri in emergenza, allenamento dopo allenamento ha convinto tutti a Milanello, tanto da meritarsi due rinnovi di contratto. D’altronde abnegazione e lavoro hanno sempre contraddistinto la sua carriera. Chi ha avuto a che fare con lui, ex allenatori e compagni di squadra, continuano a credere ciecamente nell’affidabilità del campano. «Antonio è un tipo speciale, un ragazzo riflessivo che non ha in apparenza le reazioni di un portiere, ma è un portiere di qualità – spiega Franco Colomba, mister dell’estremo difensore a Parma nella stagione 2010-11 e agli inizi di quella successiva -. È uno che ragiona, questo fa di lui uno che a 40 anni è ancora lì, altrimenti non sarebbe così. Con me ha fatto sempre bene, non mi meraviglia che anche oggi possa essere utile». Anche in un Milan-Juventus: «Non è di certo uno sprovveduto, anzi. Quando un allenatore battezza un giocatore come positivo, che giochi o meno, questo risulta prezioso. Mirante è un grande lavoratore, uno che trova sempre le motivazioni anche grazie alla sua umiltà». Parere condiviso anche da Gigi De Canio, tecnico che ha allenato Mirante al Siena nel 2005-06: «Prendemmo alcuni ragazzi della Primavera della Juve che l’anno precedente avevano militato in Serie B. Antonio mi colpì subito per la sicurezza e personalità, nonostante la giovane età. Partì titolare e disputò un’ottima stagione». Sulla stessa lunghezza d’onda del navigato tecnico, anche Daniela Portanova, che proprio in Toscana condivise lo spogliatoio con Mirante: «Un professionista serio, uno che ha fatto tanto nel mondo del calcio e continuerà a farlo grazie alla sua testa pulita che gli permette di essere ancora pronto. Domani se la caverà sicuramente, non gli tremeranno mai le gambe vista la sua esperienza». Parole di un amico e collega che poi aggiunge: «Lui è un testone, come mia moglie, ha un carattere forte. Per questo litigavano sempre. E io non mi mettevo mai in mezzo (ride, ndr)». Da un ricordo affettivo, a un parere personale, quello di Franco Tancredi, ex portiere della Roma, nonché ex preparatore dei portieri della Juve: «L’era Buffon ha mandato a carte e quarantotto tutti. C’era Gigi e non ci si preoccupava degli altri. Ma Mirante, come Consigli, era davvero forte. Antonio era molto tecnico, di personalità. A Roma ha fatto ottimamente il suo dovere, da secondo. Su di lui ci si può contare. Certo, gli manca la partita, l’abitudine nel sentire certe situazioni, ma il ragazzo è una persona per bene, che può sopperire con l’esperienza e l’intelligenza alla mancanza di continuità. Sulla carta non ci dovrebbero essere problemi». Opinione condivisa anche da Valerio Fiori, storico terzo portiere del Milan: «L’importante è essere integro dal punto di vista fisico, caratteriale e mentale. Se è tutto in ordine e in regola non ci sono problemi. Io in carriera avevo sempre giocato prima di approdare in rossonero, stesso discorso per Mirante. Lui stesso sa cosa lo aspetta, sarà allenato e pronto. Anche io lavoravo come se fossi dovuto scendere in campo ogni domenica, sicuramente pure Mirante avrà fatto lo stesso. Non giocare non significa perdere le qualità, ma metterle in stand by. Perdita dell’abitudine? Vale fino a un certo punto, proprio perché comunque ti alleni sempre. L’unico aspetto diverso rispetto alla domenica è la gestione emotiva della gara. Mirante non ha mai avuto problemi e non ne avrà nemmeno contro la Juventus».
 

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Formazione confermata: a sinistra Florenzi, davanti Leao, Giroud e Pulisic. In mezzo Reijnders, Musah e Adli.

De Canio, Portanova Colomba Fiori intervistati da TS, lodano Mirante: molto probabilmente Antonio Mirante non si sarebbe più aspettato di essere titolare in un match clou di Serie A. Il portiere, letteralmente catapultano in questa situazione per via della squalifica di Maignan e dell’infortunio di Sportiello, difenderà i pali del Milan domani contro la Juventus (tra l’altro da ex, visto che il classe ’83 è proprio cresciuto calcisticamente nelle file dei bianconeri e ha vinto la B con la Vecchia Signora). Arrivato a Milano nell’ottobre del 2021, con i rossoneri in emergenza, allenamento dopo allenamento ha convinto tutti a Milanello, tanto da meritarsi due rinnovi di contratto. D’altronde abnegazione e lavoro hanno sempre contraddistinto la sua carriera. Chi ha avuto a che fare con lui, ex allenatori e compagni di squadra, continuano a credere ciecamente nell’affidabilità del campano. «Antonio è un tipo speciale, un ragazzo riflessivo che non ha in apparenza le reazioni di un portiere, ma è un portiere di qualità – spiega Franco Colomba, mister dell’estremo difensore a Parma nella stagione 2010-11 e agli inizi di quella successiva -. È uno che ragiona, questo fa di lui uno che a 40 anni è ancora lì, altrimenti non sarebbe così. Con me ha fatto sempre bene, non mi meraviglia che anche oggi possa essere utile». Anche in un Milan-Juventus: «Non è di certo uno sprovveduto, anzi. Quando un allenatore battezza un giocatore come positivo, che giochi o meno, questo risulta prezioso. Mirante è un grande lavoratore, uno che trova sempre le motivazioni anche grazie alla sua umiltà». Parere condiviso anche da Gigi De Canio, tecnico che ha allenato Mirante al Siena nel 2005-06: «Prendemmo alcuni ragazzi della Primavera della Juve che l’anno precedente avevano militato in Serie B. Antonio mi colpì subito per la sicurezza e personalità, nonostante la giovane età. Partì titolare e disputò un’ottima stagione». Sulla stessa lunghezza d’onda del navigato tecnico, anche Daniela Portanova, che proprio in Toscana condivise lo spogliatoio con Mirante: «Un professionista serio, uno che ha fatto tanto nel mondo del calcio e continuerà a farlo grazie alla sua testa pulita che gli permette di essere ancora pronto. Domani se la caverà sicuramente, non gli tremeranno mai le gambe vista la sua esperienza». Parole di un amico e collega che poi aggiunge: «Lui è un testone, come mia moglie, ha un carattere forte. Per questo litigavano sempre. E io non mi mettevo mai in mezzo (ride, ndr)». Da un ricordo affettivo, a un parere personale, quello di Franco Tancredi, ex portiere della Roma, nonché ex preparatore dei portieri della Juve: «L’era Buffon ha mandato a carte e quarantotto tutti. C’era Gigi e non ci si preoccupava degli altri. Ma Mirante, come Consigli, era davvero forte. Antonio era molto tecnico, di personalità. A Roma ha fatto ottimamente il suo dovere, da secondo. Su di lui ci si può contare. Certo, gli manca la partita, l’abitudine nel sentire certe situazioni, ma il ragazzo è una persona per bene, che può sopperire con l’esperienza e l’intelligenza alla mancanza di continuità. Sulla carta non ci dovrebbero essere problemi». Opinione condivisa anche da Valerio Fiori, storico terzo portiere del Milan: «L’importante è essere integro dal punto di vista fisico, caratteriale e mentale. Se è tutto in ordine e in regola non ci sono problemi. Io in carriera avevo sempre giocato prima di approdare in rossonero, stesso discorso per Mirante. Lui stesso sa cosa lo aspetta, sarà allenato e pronto. Anche io lavoravo come se fossi dovuto scendere in campo ogni domenica, sicuramente pure Mirante avrà fatto lo stesso. Non giocare non significa perdere le qualità, ma metterle in stand by. Perdita dell’abitudine? Vale fino a un certo punto, proprio perché comunque ti alleni sempre. L’unico aspetto diverso rispetto alla domenica è la gestione emotiva della gara. Mirante non ha mai avuto problemi e non ne avrà nemmeno contro la Juventus».
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Swaitak

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Come riportato dalla GDS in edicola, il Milan è nelle mani di Mirante in vista del big match di domani contro la Juventus. Titolare a 40 anni sfida la sua Signora. Ritrova la Juve dove iniziò: sarà il portiere più anziano a giocare il “classico” dal 1’. Ora che Sportiello è ko, toccherà a lui e non sarà facile. Antonio nello spogliatoio è molto apprezzato per carattere e professionalità, ma non gioca titolare dal 6 maggio 2021, Roma- United in semifinale di Europa League. I tifosi del Milan aspettano la Juve e sperano di esultare ancora per un Antonio da Castellammare: Donnarumma senior nel 2017 era il terzo del Milan, debuttò dal 1’ in un derby di Coppa Italia e parò qualunque cosa. Il vice sarà Lapo Napa, 19 anni.

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De Canio, Portanova Colomba Fiori intervistati da TS, lodano Mirante: molto probabilmente Antonio Mirante non si sarebbe più aspettato di essere titolare in un match clou di Serie A. Il portiere, letteralmente catapultano in questa situazione per via della squalifica di Maignan e dell’infortunio di Sportiello, difenderà i pali del Milan domani contro la Juventus (tra l’altro da ex, visto che il classe ’83 è proprio cresciuto calcisticamente nelle file dei bianconeri e ha vinto la B con la Vecchia Signora). Arrivato a Milano nell’ottobre del 2021, con i rossoneri in emergenza, allenamento dopo allenamento ha convinto tutti a Milanello, tanto da meritarsi due rinnovi di contratto. D’altronde abnegazione e lavoro hanno sempre contraddistinto la sua carriera. Chi ha avuto a che fare con lui, ex allenatori e compagni di squadra, continuano a credere ciecamente nell’affidabilità del campano. «Antonio è un tipo speciale, un ragazzo riflessivo che non ha in apparenza le reazioni di un portiere, ma è un portiere di qualità – spiega Franco Colomba, mister dell’estremo difensore a Parma nella stagione 2010-11 e agli inizi di quella successiva -. È uno che ragiona, questo fa di lui uno che a 40 anni è ancora lì, altrimenti non sarebbe così. Con me ha fatto sempre bene, non mi meraviglia che anche oggi possa essere utile». Anche in un Milan-Juventus: «Non è di certo uno sprovveduto, anzi. Quando un allenatore battezza un giocatore come positivo, che giochi o meno, questo risulta prezioso. Mirante è un grande lavoratore, uno che trova sempre le motivazioni anche grazie alla sua umiltà». Parere condiviso anche da Gigi De Canio, tecnico che ha allenato Mirante al Siena nel 2005-06: «Prendemmo alcuni ragazzi della Primavera della Juve che l’anno precedente avevano militato in Serie B. Antonio mi colpì subito per la sicurezza e personalità, nonostante la giovane età. Partì titolare e disputò un’ottima stagione». Sulla stessa lunghezza d’onda del navigato tecnico, anche Daniela Portanova, che proprio in Toscana condivise lo spogliatoio con Mirante: «Un professionista serio, uno che ha fatto tanto nel mondo del calcio e continuerà a farlo grazie alla sua testa pulita che gli permette di essere ancora pronto. Domani se la caverà sicuramente, non gli tremeranno mai le gambe vista la sua esperienza». Parole di un amico e collega che poi aggiunge: «Lui è un testone, come mia moglie, ha un carattere forte. Per questo litigavano sempre. E io non mi mettevo mai in mezzo (ride, ndr)». Da un ricordo affettivo, a un parere personale, quello di Franco Tancredi, ex portiere della Roma, nonché ex preparatore dei portieri della Juve: «L’era Buffon ha mandato a carte e quarantotto tutti. C’era Gigi e non ci si preoccupava degli altri. Ma Mirante, come Consigli, era davvero forte. Antonio era molto tecnico, di personalità. A Roma ha fatto ottimamente il suo dovere, da secondo. Su di lui ci si può contare. Certo, gli manca la partita, l’abitudine nel sentire certe situazioni, ma il ragazzo è una persona per bene, che può sopperire con l’esperienza e l’intelligenza alla mancanza di continuità. Sulla carta non ci dovrebbero essere problemi». Opinione condivisa anche da Valerio Fiori, storico terzo portiere del Milan: «L’importante è essere integro dal punto di vista fisico, caratteriale e mentale. Se è tutto in ordine e in regola non ci sono problemi. Io in carriera avevo sempre giocato prima di approdare in rossonero, stesso discorso per Mirante. Lui stesso sa cosa lo aspetta, sarà allenato e pronto. Anche io lavoravo come se fossi dovuto scendere in campo ogni domenica, sicuramente pure Mirante avrà fatto lo stesso. Non giocare non significa perdere le qualità, ma metterle in stand by. Perdita dell’abitudine? Vale fino a un certo punto, proprio perché comunque ti alleni sempre. L’unico aspetto diverso rispetto alla domenica è la gestione emotiva della gara. Mirante non ha mai avuto problemi e non ne avrà nemmeno contro la Juventus».
Mi fido piu di Lapo Neve o di Giroud
 

Djici

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Però quanto mi fa ridere... Certo che se vanno a chiedere l'opinione solo agli amici cosa vuoi che ne esca?
Ma anche se andassero a chiedere ad altri le risposte sarebbero sicuramente tutte positive.
Anche se qualcuno pensasse per davvero che e follia farlo giocare non lo direbbe mai. Al massimo direbbe solo dopo una figuraccia che si aspettava una situazione simile "perché è difficile giocare dopo 2 anni".

Per me 40 anni sono veramente troppi. Lo sono per fenomeni veri. Lo saranno ancora di più per uno che non è mai stato un fenomeno nemmeno a 25 anni.
 
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Però quanto mi fa ridere... Certo che se vanno a chiedere l'opinione solo agli amici cosa vuoi che ne esca?
Ma anche se andassero a chiedere ad altri le risposte sarebbero sicuramente tutte positive.
Anche se qualcuno pensasse per davvero che e follia farlo giocare non lo direbbe mai. Al massimo direbbe solo dopo una figuraccia che si aspettava una situazione simile "perché è difficile giocare dopo 2 anni".

Per me 40 anni sono veramente troppi. Lo sono per fenomeni veri. Lo saranno ancora di più per uno che non è mai stato un fenomeno nemmeno a 25 anni.

farei giocare lapo. poi ci si lamenta che i giovani non giocano mai. se quando hai la possibilita, preferisci uno di 40 anni...
poi se nava giocasse e facesse errori, è giovane... li fa donnarumma in serie e viene ancora apprezzato.
 
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Però quanto mi fa ridere... Certo che se vanno a chiedere l'opinione solo agli amici cosa vuoi che ne esca?
Ma anche se andassero a chiedere ad altri le risposte sarebbero sicuramente tutte positive.
Anche se qualcuno pensasse per davvero che e follia farlo giocare non lo direbbe mai. Al massimo direbbe solo dopo una figuraccia che si aspettava una situazione simile "perché è difficile giocare dopo 2 anni".

Per me 40 anni sono veramente troppi. Lo sono per fenomeni veri. Lo saranno ancora di più per uno che non è mai stato un fenomeno nemmeno a 25 anni.
Ma infatti, ce ne fosse uno che dicesse "a 40 anni dopo due anni di sostanziale fermo è probabile avrà difficoltà"
 
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Come riportato dalla GDS in edicola, il Milan è nelle mani di Mirante in vista del big match di domani contro la Juventus. Titolare a 40 anni sfida la sua Signora. Ritrova la Juve dove iniziò: sarà il portiere più anziano a giocare il “classico” dal 1’. Ora che Sportiello è ko, toccherà a lui e non sarà facile. Antonio nello spogliatoio è molto apprezzato per carattere e professionalità, ma non gioca titolare dal 6 maggio 2021, Roma- United in semifinale di Europa League. I tifosi del Milan aspettano la Juve e sperano di esultare ancora per un Antonio da Castellammare: Donnarumma senior nel 2017 era il terzo del Milan, debuttò dal 1’ in un derby di Coppa Italia e parò qualunque cosa. Il vice sarà Lapo Napa, 19 anni.

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De Canio, Portanova Colomba Fiori intervistati da TS, lodano Mirante: molto probabilmente Antonio Mirante non si sarebbe più aspettato di essere titolare in un match clou di Serie A. Il portiere, letteralmente catapultano in questa situazione per via della squalifica di Maignan e dell’infortunio di Sportiello, difenderà i pali del Milan domani contro la Juventus (tra l’altro da ex, visto che il classe ’83 è proprio cresciuto calcisticamente nelle file dei bianconeri e ha vinto la B con la Vecchia Signora). Arrivato a Milano nell’ottobre del 2021, con i rossoneri in emergenza, allenamento dopo allenamento ha convinto tutti a Milanello, tanto da meritarsi due rinnovi di contratto. D’altronde abnegazione e lavoro hanno sempre contraddistinto la sua carriera. Chi ha avuto a che fare con lui, ex allenatori e compagni di squadra, continuano a credere ciecamente nell’affidabilità del campano. «Antonio è un tipo speciale, un ragazzo riflessivo che non ha in apparenza le reazioni di un portiere, ma è un portiere di qualità – spiega Franco Colomba, mister dell’estremo difensore a Parma nella stagione 2010-11 e agli inizi di quella successiva -. È uno che ragiona, questo fa di lui uno che a 40 anni è ancora lì, altrimenti non sarebbe così. Con me ha fatto sempre bene, non mi meraviglia che anche oggi possa essere utile». Anche in un Milan-Juventus: «Non è di certo uno sprovveduto, anzi. Quando un allenatore battezza un giocatore come positivo, che giochi o meno, questo risulta prezioso. Mirante è un grande lavoratore, uno che trova sempre le motivazioni anche grazie alla sua umiltà». Parere condiviso anche da Gigi De Canio, tecnico che ha allenato Mirante al Siena nel 2005-06: «Prendemmo alcuni ragazzi della Primavera della Juve che l’anno precedente avevano militato in Serie B. Antonio mi colpì subito per la sicurezza e personalità, nonostante la giovane età. Partì titolare e disputò un’ottima stagione». Sulla stessa lunghezza d’onda del navigato tecnico, anche Daniela Portanova, che proprio in Toscana condivise lo spogliatoio con Mirante: «Un professionista serio, uno che ha fatto tanto nel mondo del calcio e continuerà a farlo grazie alla sua testa pulita che gli permette di essere ancora pronto. Domani se la caverà sicuramente, non gli tremeranno mai le gambe vista la sua esperienza». Parole di un amico e collega che poi aggiunge: «Lui è un testone, come mia moglie, ha un carattere forte. Per questo litigavano sempre. E io non mi mettevo mai in mezzo (ride, ndr)». Da un ricordo affettivo, a un parere personale, quello di Franco Tancredi, ex portiere della Roma, nonché ex preparatore dei portieri della Juve: «L’era Buffon ha mandato a carte e quarantotto tutti. C’era Gigi e non ci si preoccupava degli altri. Ma Mirante, come Consigli, era davvero forte. Antonio era molto tecnico, di personalità. A Roma ha fatto ottimamente il suo dovere, da secondo. Su di lui ci si può contare. Certo, gli manca la partita, l’abitudine nel sentire certe situazioni, ma il ragazzo è una persona per bene, che può sopperire con l’esperienza e l’intelligenza alla mancanza di continuità. Sulla carta non ci dovrebbero essere problemi». Opinione condivisa anche da Valerio Fiori, storico terzo portiere del Milan: «L’importante è essere integro dal punto di vista fisico, caratteriale e mentale. Se è tutto in ordine e in regola non ci sono problemi. Io in carriera avevo sempre giocato prima di approdare in rossonero, stesso discorso per Mirante. Lui stesso sa cosa lo aspetta, sarà allenato e pronto. Anche io lavoravo come se fossi dovuto scendere in campo ogni domenica, sicuramente pure Mirante avrà fatto lo stesso. Non giocare non significa perdere le qualità, ma metterle in stand by. Perdita dell’abitudine? Vale fino a un certo punto, proprio perché comunque ti alleni sempre. L’unico aspetto diverso rispetto alla domenica è la gestione emotiva della gara. Mirante non ha mai avuto problemi e non ne avrà nemmeno contro la Juventus».
Mi chiedo quante volte è successo nella storia che mancano primo e secondo portiere.
 

Pit96

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Come riportato dalla GDS in edicola, il Milan è nelle mani di Mirante in vista del big match di domani contro la Juventus. Titolare a 40 anni sfida la sua Signora. Ritrova la Juve dove iniziò: sarà il portiere più anziano a giocare il “classico” dal 1’. Ora che Sportiello è ko, toccherà a lui e non sarà facile. Antonio nello spogliatoio è molto apprezzato per carattere e professionalità, ma non gioca titolare dal 6 maggio 2021, Roma- United in semifinale di Europa League. I tifosi del Milan aspettano la Juve e sperano di esultare ancora per un Antonio da Castellammare: Donnarumma senior nel 2017 era il terzo del Milan, debuttò dal 1’ in un derby di Coppa Italia e parò qualunque cosa. Il vice sarà Lapo Napa, 19 anni.

Formazione confermata: a sinistra Florenzi, davanti Leao, Giroud e Pulisic. In mezzo Reijnders, Musah e Adli.

De Canio, Portanova Colomba Fiori intervistati da TS, lodano Mirante: molto probabilmente Antonio Mirante non si sarebbe più aspettato di essere titolare in un match clou di Serie A. Il portiere, letteralmente catapultano in questa situazione per via della squalifica di Maignan e dell’infortunio di Sportiello, difenderà i pali del Milan domani contro la Juventus (tra l’altro da ex, visto che il classe ’83 è proprio cresciuto calcisticamente nelle file dei bianconeri e ha vinto la B con la Vecchia Signora). Arrivato a Milano nell’ottobre del 2021, con i rossoneri in emergenza, allenamento dopo allenamento ha convinto tutti a Milanello, tanto da meritarsi due rinnovi di contratto. D’altronde abnegazione e lavoro hanno sempre contraddistinto la sua carriera. Chi ha avuto a che fare con lui, ex allenatori e compagni di squadra, continuano a credere ciecamente nell’affidabilità del campano. «Antonio è un tipo speciale, un ragazzo riflessivo che non ha in apparenza le reazioni di un portiere, ma è un portiere di qualità – spiega Franco Colomba, mister dell’estremo difensore a Parma nella stagione 2010-11 e agli inizi di quella successiva -. È uno che ragiona, questo fa di lui uno che a 40 anni è ancora lì, altrimenti non sarebbe così. Con me ha fatto sempre bene, non mi meraviglia che anche oggi possa essere utile». Anche in un Milan-Juventus: «Non è di certo uno sprovveduto, anzi. Quando un allenatore battezza un giocatore come positivo, che giochi o meno, questo risulta prezioso. Mirante è un grande lavoratore, uno che trova sempre le motivazioni anche grazie alla sua umiltà». Parere condiviso anche da Gigi De Canio, tecnico che ha allenato Mirante al Siena nel 2005-06: «Prendemmo alcuni ragazzi della Primavera della Juve che l’anno precedente avevano militato in Serie B. Antonio mi colpì subito per la sicurezza e personalità, nonostante la giovane età. Partì titolare e disputò un’ottima stagione». Sulla stessa lunghezza d’onda del navigato tecnico, anche Daniela Portanova, che proprio in Toscana condivise lo spogliatoio con Mirante: «Un professionista serio, uno che ha fatto tanto nel mondo del calcio e continuerà a farlo grazie alla sua testa pulita che gli permette di essere ancora pronto. Domani se la caverà sicuramente, non gli tremeranno mai le gambe vista la sua esperienza». Parole di un amico e collega che poi aggiunge: «Lui è un testone, come mia moglie, ha un carattere forte. Per questo litigavano sempre. E io non mi mettevo mai in mezzo (ride, ndr)». Da un ricordo affettivo, a un parere personale, quello di Franco Tancredi, ex portiere della Roma, nonché ex preparatore dei portieri della Juve: «L’era Buffon ha mandato a carte e quarantotto tutti. C’era Gigi e non ci si preoccupava degli altri. Ma Mirante, come Consigli, era davvero forte. Antonio era molto tecnico, di personalità. A Roma ha fatto ottimamente il suo dovere, da secondo. Su di lui ci si può contare. Certo, gli manca la partita, l’abitudine nel sentire certe situazioni, ma il ragazzo è una persona per bene, che può sopperire con l’esperienza e l’intelligenza alla mancanza di continuità. Sulla carta non ci dovrebbero essere problemi». Opinione condivisa anche da Valerio Fiori, storico terzo portiere del Milan: «L’importante è essere integro dal punto di vista fisico, caratteriale e mentale. Se è tutto in ordine e in regola non ci sono problemi. Io in carriera avevo sempre giocato prima di approdare in rossonero, stesso discorso per Mirante. Lui stesso sa cosa lo aspetta, sarà allenato e pronto. Anche io lavoravo come se fossi dovuto scendere in campo ogni domenica, sicuramente pure Mirante avrà fatto lo stesso. Non giocare non significa perdere le qualità, ma metterle in stand by. Perdita dell’abitudine? Vale fino a un certo punto, proprio perché comunque ti alleni sempre. L’unico aspetto diverso rispetto alla domenica è la gestione emotiva della gara. Mirante non ha mai avuto problemi e non ne avrà nemmeno contro la Juventus».
Teniamoci un cambio fino a 3 minuti dalla fine. Non vorrei che dopo un'uscita, una parata in volo o altro stramazzasse al suolo per un infortunio.
Un'altra partita con Giroud in porta non la reggo
 

Djici

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Teniamoci un cambio fino a 3 minuti dalla fine. Non vorrei che dopo un'uscita, una parata in volo o altro stramazzasse al suolo per un infortunio.
Un'altra partita con Giroud in porta non la reggo
Giroud ha già più parate di Neuer in questa stagione.
Se ne fa un'altra supera pure Dollarumma 😄
 
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