Milan: Krunic, rivoluzione al centro e pochi italiani.

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Tuttosport: c’era una volta il Milan dall’anima italiana, quello che dava costantemente un sostanzioso blocco di giocatori alla nazionale e che racchiudeva i valori sacri di Milanello. Era anche uno degli ultimi sogni utopici, nel calcio moderno, di Silvio Berlusconi nei suoi ultimi anni alla guida del club, mentre oggi il Milan si presenta con una rosa composta principalmente da giocatori stranieri con la colonia italiana ridotta a poche, seppur importanti, unità. Ma del discorso filosofico fatto fin ad ora, a Stefano Pioli probabilmente gli importa il giusto visto che già in più di una occasione, il suo Milan ha visto una formazione iniziale totalmente straniera, ma non per questo meno attaccata alla maglia e a quel senso di “milanismo” che i tifosi chiedono ai giocatori. Domani sera a Bologna, se la scelta del terzino destro dovesse ricadere su Pierre Kalulu, ci potrebbe essere un primo Milan formato mappamondo, con sette nazioni rappresentate su undici potenziali titolari. Ma il calcio e inclusione e il valore dei giocatori fa passare in secondo piano tematiche geografiche. Quello che conterà davvero sarà il debutto del nuovo corso milanista contro il Bologna, un’ouverture di campionato che racchiude diverse insidie, specie in mezzo al campo dove Pioli ha varato la riforma più evidente. In attesa di vedere all’opera Yunus Musah (è squalificato per una giornata), ci sarà il solo Rade Krunic come certezza di continuità in mezzo, con ai suoi lati Rubén Loftus-Cheek e Tijani Reijnders che dovranno avere subito un impatto importante nell’economia di gioco del Milan, che orfano di Ismael Bennacer almeno fino a gennaio, è alla ricerca di nuovi equilibri e di una nuova anima. I test pre campionato hanno dato segnali discordanti, mostrando una fase di possesso incisiva e convincente ma anche movimenti difensivi da collaudare tra i tre in mezzo e i compagni della difesa. Un’alchimia che necessita di trovare presto casa a Milanello, perché dopo Bologna e Torino, ci sarà la Roma è subito dopo la sosta per le nazionali, il derby che nel 2023 fa scopa con sconfitta e delusione visto che l’Inter, tra campionato, Supercoppa e semifinali di Champions League, ha fatto bottino pieno. Lo scudetto è sicuramente nella testa dei giocatori, di Pioli e della società, ma nessuno ne parla in maniera aperta e sfacciata. C’è prima da mettere a posto ancora la squadra e darle una nuova fisionomia, che funzioni e che porti risultati. La chiave starà, in buona parte, lì nel mezzo, dove non solo i titolari dovranno farsi valere, ma anche personaggi in cerca di rilancio come Tommaso Pobega e Yacine Adli dovranno dare segnali di maturazione. Il mercato, a centrocampo, ad oggi non è nelle priorità della dirigenza, con Pioli che sta oleando allenamento dopo allenamento la squadra nelle sue sfaccettature. Perché da domani sera, gli errori singoli e collettivi, avranno un peso specifico maggiore.

MILAN PU-GI-LE IN ATTACCO. Giroud e Leao... QUI -) Milan: PU-GI-LE. Giroud punta 350 gol. Leao bonus.

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Tuttosport: c’era una volta il Milan dall’anima italiana, quello che dava costantemente un sostanzioso blocco di giocatori alla nazionale e che racchiudeva i valori sacri di Milanello. Era anche uno degli ultimi sogni utopici, nel calcio moderno, di Silvio Berlusconi nei suoi ultimi anni alla guida del club, mentre oggi il Milan si presenta con una rosa composta principalmente da giocatori stranieri con la colonia italiana ridotta a poche, seppur importanti, unità. Ma del discorso filosofico fatto fin ad ora, a Stefano Pioli probabilmente gli importa il giusto visto che già in più di una occasione, il suo Milan ha visto una formazione iniziale totalmente straniera, ma non per questo meno attaccata alla maglia e a quel senso di “milanismo” che i tifosi chiedono ai giocatori. Domani sera a Bologna, se la scelta del terzino destro dovesse ricadere su Pierre Kalulu, ci potrebbe essere un primo Milan formato mappamondo, con sette nazioni rappresentate su undici potenziali titolari. Ma il calcio e inclusione e il valore dei giocatori fa passare in secondo piano tematiche geografiche. Quello che conterà davvero sarà il debutto del nuovo corso milanista contro il Bologna, un’ouverture di campionato che racchiude diverse insidie, specie in mezzo al campo dove Pioli ha varato la riforma più evidente. In attesa di vedere all’opera Yunus Musah (è squalificato per una giornata), ci sarà il solo Rade Krunic come certezza di continuità in mezzo, con ai suoi lati Rubén Loftus-Cheek e Tijani Reijnders che dovranno avere subito un impatto importante nell’economia di gioco del Milan, che orfano di Ismael Bennacer almeno fino a gennaio, è alla ricerca di nuovi equilibri e di una nuova anima. I test pre campionato hanno dato segnali discordanti, mostrando una fase di possesso incisiva e convincente ma anche movimenti difensivi da collaudare tra i tre in mezzo e i compagni della difesa. Un’alchimia che necessita di trovare presto casa a Milanello, perché dopo Bologna e Torino, ci sarà la Roma è subito dopo la sosta per le nazionali, il derby che nel 2023 fa scopa con sconfitta e delusione visto che l’Inter, tra campionato, Supercoppa e semifinali di Champions League, ha fatto bottino pieno. Lo scudetto è sicuramente nella testa dei giocatori, di Pioli e della società, ma nessuno ne parla in maniera aperta e sfacciata. C’è prima da mettere a posto ancora la squadra e darle una nuova fisionomia, che funzioni e che porti risultati. La chiave starà, in buona parte, lì nel mezzo, dove non solo i titolari dovranno farsi valere, ma anche personaggi in cerca di rilancio come Tommaso Pobega e Yacine Adli dovranno dare segnali di maturazione. Il mercato, a centrocampo, ad oggi non è nelle priorità della dirigenza, con Pioli che sta oleando allenamento dopo allenamento la squadra nelle sue sfaccettature. Perché da domani sera, gli errori singoli e collettivi, avranno un peso specifico maggiore.

MILAN PU-GI-LE IN ATTACCO. Giroud e Leao... QUI -) Milan: PU-GI-LE. Giroud punta 350 gol. Leao bonus.

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