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Nell'Italia dove ci sono sempre meno iscritti all'università, molti meno di gran parte dei paesi europei, si riscontra questa singolare situazione con le borse di studio in Lombardia che vanno in proporzione più a studenti extracomunitari rispetto che agli italiani bisognosi richiedenti.
La Lombardia è una delle regioni più attrattive dal punto di vista internazionale per gli studenti, ma questa situazione è chiaramente un vulnus di cui si rendono conto gli stessi responsabili.
Pakistan, Iran, Cina, India rappresentano la grande fetta dei borsisti in Lombardia
Si punta il dito sul bando ISEE, servirebbero bandi differenziati come in altri paesi europei.
Per esempio alla Statale su 10.399 domande gli idonei sono 4.126: 3.234 extra-Ue, 874 italiani e 18 da altri paesi UE.
Brambilla, responsabile Statale:
"Partiamo dal presupposto che siamo contenti di essere internazionali e dobbiamo puntare a esserlo sempre di più, anche in vista del calo demografico.
Ma bisognerebbe elaborare strumenti più raffinati per cogliere meglio il bisogno.
L’Isee non ci permette appieno di farlo perché vengono equiparati nello stesso bando studenti che vengono da altre regioni con quelli di Paesi molto diversi tra loro, alcuni molto poveri, altri anche più ricchi del nostro.
Negli altri Paesi europei si opta per bandi differenziati.
L’Italia dovrebbe puntare sull’internazionalizzazione aumentando il finanziamento con il Ministero degli Affari Esteri
Quando chiedono il visto per potere studiare qui arrivano con una situazione reddituale che non si riesce a cogliere con un’Isee.
Servono canali e criteri distinti"
Il Giorno
La Lombardia è una delle regioni più attrattive dal punto di vista internazionale per gli studenti, ma questa situazione è chiaramente un vulnus di cui si rendono conto gli stessi responsabili.
Pakistan, Iran, Cina, India rappresentano la grande fetta dei borsisti in Lombardia
Si punta il dito sul bando ISEE, servirebbero bandi differenziati come in altri paesi europei.
Per esempio alla Statale su 10.399 domande gli idonei sono 4.126: 3.234 extra-Ue, 874 italiani e 18 da altri paesi UE.
Brambilla, responsabile Statale:
"Partiamo dal presupposto che siamo contenti di essere internazionali e dobbiamo puntare a esserlo sempre di più, anche in vista del calo demografico.
Ma bisognerebbe elaborare strumenti più raffinati per cogliere meglio il bisogno.
L’Isee non ci permette appieno di farlo perché vengono equiparati nello stesso bando studenti che vengono da altre regioni con quelli di Paesi molto diversi tra loro, alcuni molto poveri, altri anche più ricchi del nostro.
Negli altri Paesi europei si opta per bandi differenziati.
L’Italia dovrebbe puntare sull’internazionalizzazione aumentando il finanziamento con il Ministero degli Affari Esteri
Quando chiedono il visto per potere studiare qui arrivano con una situazione reddituale che non si riesce a cogliere con un’Isee.
Servono canali e criteri distinti"
Il Giorno
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