James Watson
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Anzitutto grazie per i tuoi contributi. E' sempre educativo sentire questi pensieri, che magari ognuno di noi ha latentemente dentro di sè, ma non riesce a focalizzare o identificare in modo chiaro.
Per quanto riguarda la mia domanda, era chiaramente una sorta di provocazione. Dopo aver letto i post ho le idee più confuse di quando sono entrato nel thread.
Credo (spero) di aver raccolto il messaggio, e mi conosco, farò un post lunghissimo e stucchevole. Non ho avuto modo di vedere interamente i video proprosti, per mancanza di tempo. Mi riprometto di farlo, però intanto ti scrivo qualcosa che spero non sia fuori tema. Ho seguito il primo video ed ho cercato di assorbire l'idea.
Ok. Vuoi attaccare il problema alle fondamenta, eh? Ma certo, inutile girarci intorno, non siamo bambini delle elementari. Guarda, io queste cose le soffro, anche se magari in parte ne sono anche contribuente, non sono certo un fulgido esempio da seguire. Cerco per quanto possibile di essere una brava persona, aldilà dei difetti.
Come se ne esce da questa condizione? Siamo destinati al rimbarbarimento della nostra società civile? Ti posso narrare la mia esperienza, ad esempio nel mondo del lavoro, secondo me emblematica. So che non c'entra molto con un discorso prettamente politico, ma rispecchia in toto la situazione che stiamo vivendo, solo in scala più piccola.
Ho sempre amato il mio lavoro, profondamente. Vivo per esso, per è una questione di passione e di gloria. Amo le cose fatte perbene, con criterio e intelligenza. Eppure, a fronte di impegno e spettacolari risultati, la mia posizione è quella di un "diverso", di un "disadattato", di uno che non si adegua e non sa calarsi nelle meschine politiche di potere, dove si premia la sfrontata arroganza e l'amicizia con il potente. Il risultato è una pressochè totale emarginazione. Non sono il solo, e va da sé, come immagino da altre parti, che questa dinamica alla fine non penalizza soltanto me, ma tutto il sistema, che non funziona e collassa. Difatti l'azienda naviga a stento e si intristisce sempre più.
Ce lo siamo costruiti noi questo sistema, dove invece della collaborazione e del concorso degli sforzi in una unica direzione, si guarda al proprio orticello, anche a scapito del bene comune. Sempre nella mia azienda, esistono vari reparti, che si occupano delle varie fasi aziendali. Ebbene, è una guerra continua. E non è una guerra che porta al bene dell'azienda, ma una guerriglia di sopraffazione e accaparramento delle risorse. Ovviamente per il solito maledetto motivo di avere potere, posizioni di rilievo e denaro. Non ti sto a scendere in particolari inutili, ti dico soltanto che l'azienda è stata distrutta da questo modo di operare, dove personaggi di una incompetenza e arroganza senza precedenti sono o sono stati a capo dei vari settori, circondandosi di altrettanti personaggi identici a loro.
Risultato finale?
I suddetti personaggi navigano nell'oro, mentre lo strato basso dei lavoratori si è assottigliato, ci sono stati licenziamenti, riduzioni di personale e dilapidazione del know-how aziendale in favore di aziende esterne colluse. Il mio stipendio cala a vista d'occhio, come quello degli altri. Se non sei stato il solito furbo a leccare a dovere il posteriore del tizio opportuno, sei spacciato e marchiato come incompetente.
Eppure la mia azienda fa parte di una multinazionale. Bello, vero? Allora dov'è tutto questo progresso civile ed economico? Tutto il liberismo o come cavolo si chiama serve solo a produrre degrado sociale e persone psicopatiche? Critichiamo la politica quando facciamo esattamente la stessa cosa nel nostro piccolo. Dovremmo prima cambiare noi stessi prima dei personaggi che ci comandano.
Ti dirò la verità, io sono esausto, non ne posso più di questa cosa. E te lo dico sottovoce in un orecchio, sto lavorando per andarmene da questo paese. Non mi riuscirà, ma ci sto provando.
Ho letto con piacere questo tuo intervento, mi viene da riflettere molto perché io mi sono trovato nella stessa situazione tua quando lavoravo nell'ambito della ricerca universitaria.
Mi sembra di rivedere le stesse condizioni di lavoro mie... Mi chiedo, probabilmente ponendomi una domanda retorica se questo modo di operare non sia in realtà specchio di un problema più generale che riguarda la società civile nel paese. Temo di sì, e mi azzardo anche a dire che buona parte dei problemi derivino anche da questo aspetto.