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Ibrahimovic a Milan Tv per i suoi 40 ann:"Oggi Ibrahimovic è più completo, più calmo e ogni tanto come il vecchio Ibrahimovic. Sono più tranquillo, rilassato e con più esperienza. Mi comporto in modo diverso avendo un ruolo diverso in campo e fuori dal campo. Ora non faccio più le cose a duemila all'ora, adesso faccio con calma".
"Ogni volta che dicono che sono vecchio mi stimolano, perché devo dimostrare che non lo sono nel calcio. Pato? Calciatore fantastico. Mi dispiace che non ha avuto continuità per via degli infortuni ma lui al top era un grande talento, abbiamo vinto lo scudetto. Ho giocato con i migliori giocatori del mondo, ma quello che mi ha fatto diventare più forte era Vieira perché da me voleva sempre di più e mi dava l’esempio. Dal punto di vista della qualità individuale ho giocato con tantissimi nomi che mi hanno dato molto. Dovessi tornare indietro non cambierei nulla".
"Pato? Era un giocatore fantastico, era il giocatore più completo che io abbia mai visto. Mi dispiace per gli infortuni che ha avuto, ma quando stava bene era troppo forte. Poi la sua qualità è uscita poco a causa degli infortuni, ma è stato un grande talento e ha fatto saltare i tifosi del Milan".
"Come sono diventato più più forte? Dico sempre che ho giocato con migliori giocatori al mondo, ma quello che mi ha fatto diventare più forte è stato Viera. Quando è arrivato nella mia squadra mi metteva pressione, mi chiedeva sempre di più. Si allenava al massimo e da lì ho ascoltato e prendevo i consigli da lui. Ho giocato con Ronaldinho, Messi, Xavi, Iniesta, Nedved, Pirlo, Gattuso…potrei stare ore qua a dire tutti i campioni con cui ho giocato”.
"Penso che ogni giocatore cambia dopo l’età che ha. Non posso giocare come 5 anni fa, ho un altro fisico, un altro pensiero e un’altra esperienza. Riesco a giocare ancora perché mi è stato dato un gioco in cui posso aiutare la squadra nel miglior modo, non esagero nelle energie che mi possano mettere fuori condizione. Poi mi alleno, mi piace allenarmi tanto, devo essere equilibrato. Quando vedo la squadra voglio essere trattato come loro: se faccio meno, loro fanno meno. Io vado al massimo, ma ogni tanto questa cosa mi va contro. Ma è la mia mentalità. Puoi avere tanto talento, ma se non hai testa…”
"Capello? E’ l’allenatore che mi ha cambiato totalmente. Capello mi ha cambiato nel modo di giocare e nella mentalità: aveva un’altra filosofia, mi alzava e mi massacrava. Non riuscivo a capire cosa volesse da me. Un giorno mi diceva che fossi il numero uno, poi il giorno dopo ero un disastro. Volevo dimostrare di essere il migliore alla Juve e lui giocava con la mia testa. Mi ha dato tanta responsabilità e mi ha fatto diventare quello che sono oggi. In quell’epoca per me era come alla Playstation, c’erano troppi grandi nomi. Il rispetto lo prendo, non lo chiedo”.
"Qui i ragazzi stanno bene, hanno grande voglia, sono tutti disponibili e hanno voglia di fare di più. In campo si comportano diversamente, c’è più fiducia. Mi dispiace di non riuscire a giocare, ma quando ci sono faccio paura”.
"Con Maldini ho ho un bel rapporto con tutti, sono qua per aiutare e dare il più possibile. Ho una filosofia che voglio dare e se posso aiuto anche la dirigenza, aiuto in tutte le zone. Con Paolo ho un grande rapporto. Ora fa il dirigente e sta crescendo molto, ha fatto un grande lavoro. Non è uno che si nasconde, si fa vedere anche nelle relazioni con i giocatori. Parla con tutti e ogni giorno è agli allenamenti. Questo approccio è molto importante. Quando arrivano giocatori da tutto il mondo c’è la pressione di fare bene e portare risultati serve una figura come la sua. Anche Massara è bravo. Per Ivan mi dispiace, è molto disponibile. Quando si vince siamo ‘Uno’, quando si perde siamo ‘Uno’. Tutti hanno un ruolo importante”.
"Il mio futuro? Prima devo giocare, poi pensiamo al secondo step. Ora voglio giocare il più possibile, non voglio lamentarmi un giorno di voler giocare ancora. Non mi sento di dire che sono arrivato a questo step, io mi sento ancora il più forte di tutti, posso portare risultati e soddisfare i tifosi. Lo step 2 dipenderà dalla disponibilità dal club. Ora il progetto è differente, ma io sono qua da un e mezzo e abbiamo creato una cosa importante e differente rispetto a come era abituato il Milan. E’ così, una grande sfida, ma è una bella sfida che può diventare una soddisfazione totale. Con metà stadio sembra pieno. Ora aspettiamo l’altra metà per farlo saltare di più”.
"I tifosi? Voglio ringraziare tutti. Ogni volta che entro mi fanno sentire importante, felice, a casa. Quando torno faccio paura e voglio far saltare 80mila persone”.
"Il mio segreto? Non esistono segreti. Il segreto è lavorare duro e il grande lavoro ti paga. Nel nostro mondo bisogna allenarsi. Il segreto è nei miei capelli, come Sansone"
"Ogni volta che dicono che sono vecchio mi stimolano, perché devo dimostrare che non lo sono nel calcio. Pato? Calciatore fantastico. Mi dispiace che non ha avuto continuità per via degli infortuni ma lui al top era un grande talento, abbiamo vinto lo scudetto. Ho giocato con i migliori giocatori del mondo, ma quello che mi ha fatto diventare più forte era Vieira perché da me voleva sempre di più e mi dava l’esempio. Dal punto di vista della qualità individuale ho giocato con tantissimi nomi che mi hanno dato molto. Dovessi tornare indietro non cambierei nulla".
"Pato? Era un giocatore fantastico, era il giocatore più completo che io abbia mai visto. Mi dispiace per gli infortuni che ha avuto, ma quando stava bene era troppo forte. Poi la sua qualità è uscita poco a causa degli infortuni, ma è stato un grande talento e ha fatto saltare i tifosi del Milan".
"Come sono diventato più più forte? Dico sempre che ho giocato con migliori giocatori al mondo, ma quello che mi ha fatto diventare più forte è stato Viera. Quando è arrivato nella mia squadra mi metteva pressione, mi chiedeva sempre di più. Si allenava al massimo e da lì ho ascoltato e prendevo i consigli da lui. Ho giocato con Ronaldinho, Messi, Xavi, Iniesta, Nedved, Pirlo, Gattuso…potrei stare ore qua a dire tutti i campioni con cui ho giocato”.
"Penso che ogni giocatore cambia dopo l’età che ha. Non posso giocare come 5 anni fa, ho un altro fisico, un altro pensiero e un’altra esperienza. Riesco a giocare ancora perché mi è stato dato un gioco in cui posso aiutare la squadra nel miglior modo, non esagero nelle energie che mi possano mettere fuori condizione. Poi mi alleno, mi piace allenarmi tanto, devo essere equilibrato. Quando vedo la squadra voglio essere trattato come loro: se faccio meno, loro fanno meno. Io vado al massimo, ma ogni tanto questa cosa mi va contro. Ma è la mia mentalità. Puoi avere tanto talento, ma se non hai testa…”
"Capello? E’ l’allenatore che mi ha cambiato totalmente. Capello mi ha cambiato nel modo di giocare e nella mentalità: aveva un’altra filosofia, mi alzava e mi massacrava. Non riuscivo a capire cosa volesse da me. Un giorno mi diceva che fossi il numero uno, poi il giorno dopo ero un disastro. Volevo dimostrare di essere il migliore alla Juve e lui giocava con la mia testa. Mi ha dato tanta responsabilità e mi ha fatto diventare quello che sono oggi. In quell’epoca per me era come alla Playstation, c’erano troppi grandi nomi. Il rispetto lo prendo, non lo chiedo”.
"Qui i ragazzi stanno bene, hanno grande voglia, sono tutti disponibili e hanno voglia di fare di più. In campo si comportano diversamente, c’è più fiducia. Mi dispiace di non riuscire a giocare, ma quando ci sono faccio paura”.
"Con Maldini ho ho un bel rapporto con tutti, sono qua per aiutare e dare il più possibile. Ho una filosofia che voglio dare e se posso aiuto anche la dirigenza, aiuto in tutte le zone. Con Paolo ho un grande rapporto. Ora fa il dirigente e sta crescendo molto, ha fatto un grande lavoro. Non è uno che si nasconde, si fa vedere anche nelle relazioni con i giocatori. Parla con tutti e ogni giorno è agli allenamenti. Questo approccio è molto importante. Quando arrivano giocatori da tutto il mondo c’è la pressione di fare bene e portare risultati serve una figura come la sua. Anche Massara è bravo. Per Ivan mi dispiace, è molto disponibile. Quando si vince siamo ‘Uno’, quando si perde siamo ‘Uno’. Tutti hanno un ruolo importante”.
"Il mio futuro? Prima devo giocare, poi pensiamo al secondo step. Ora voglio giocare il più possibile, non voglio lamentarmi un giorno di voler giocare ancora. Non mi sento di dire che sono arrivato a questo step, io mi sento ancora il più forte di tutti, posso portare risultati e soddisfare i tifosi. Lo step 2 dipenderà dalla disponibilità dal club. Ora il progetto è differente, ma io sono qua da un e mezzo e abbiamo creato una cosa importante e differente rispetto a come era abituato il Milan. E’ così, una grande sfida, ma è una bella sfida che può diventare una soddisfazione totale. Con metà stadio sembra pieno. Ora aspettiamo l’altra metà per farlo saltare di più”.
"I tifosi? Voglio ringraziare tutti. Ogni volta che entro mi fanno sentire importante, felice, a casa. Quando torno faccio paura e voglio far saltare 80mila persone”.
"Il mio segreto? Non esistono segreti. Il segreto è lavorare duro e il grande lavoro ti paga. Nel nostro mondo bisogna allenarsi. Il segreto è nei miei capelli, come Sansone"