La giurisprudenza che io ho citato deriva proprio da controversie nate perché l'amministratore rivendicava nei confronti sia dell'Inps che della stessa società l'esistenza di un rapporto di lavoro che si aggiungeva al rapporto di amministrazione. La giuisprudenza ormai ripete costantemente la regola della compatibilità, subordinata in concreto alla dimostrazione di due presupposti: il requisito della subordinazione e la possibilità di scorgere in concreto due distinti ambiti di svolgimento delle cariche cumulate. Ci sono fior di testi giuridici universitari su questo. Che poi nella pratica spesso l'Inps riesca a negare in concreto i due presupposti suddetti e a vincere le cause non autorizza a dire che esiste una incompatibilità astratta, questa era la vecchia posizione. Se sorgeranno liti tra Marotta e la Juve per diritti lavoristici sul fatto che lui è sia AD che direttore generale per l'area sportiva, o con Mazzia che assomma su di sé il ruolo di secondo AD e di direttore finanziario potremo sapere cosa ne pensa l'INPS, ma ricordati che in uno stato di diritto decidono i giudici non la pubblica amministrazione, che al massimo può difendere delle posizioni. Immagino che l'INPS sia su posizioni di negazione totale. Ma come giurista posso dirti che la posizione dei giudici è chiara. Evito di citare sentenze della Cassazione perché non sarebbe il caso. Come banale prova empirica cito il sito della Juve dove vengono descritte le posizioni dei due AD, Marotta e Mazzia, che sono anche rispettivamente direttore generale dell'area sport e direttore finanziario, come ho detto prima, glielo vai a spiegare tu che c'è qualcosa che non va? Chiudo anch'io l'OT.