Edicola: Milanissimo. Cambi e decollo. Il volo continua.

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I quotidiani in edicola sulla vittoria del Milan contro la Lazio

Come riportato dalla GDS in edicola, è un Milanissimo. La squadra di Pioli abbatte anche la Lazio e continua il volo in testa alla classifica a braccetto con l'Inter. Biancocelesti bene per mezz'ora, poi i rossoneri accelerano e creano tante occasioni. Vittoria pesante quella rossonera: per diverse ragioni: primo posto mantenuto, terzo successo consecutivo, riporta in vetrina tre giocatori fondamentali come Reijnders (l'acquisto più azzeccato), Leao e Pulisic, conferma a Pioli di avere buone alternative e una rosa abbastanza lunga, Lazio staccata di 11 punti.

Tuttosport: la scorsa stagione era stata la palla al piede, in quella attuale si sta rivelando il punto di forza. Il Milan supera indenne anche il terzo passaggio ravvicinato in campionato, dopo Verona e Cagliari ieri è toccato alla Lazio inchinarsi (in maniera netta, al di là delle parole di Sarri). E lo fa in virtù dell’organico. Quello che nel 2022-23 non era stato all’altezza dei tanti traguardi da tagliare, quello che è stato profondamente rivisto al mercato, quello che sta offrendo a Pioli le soluzioni per far fronte agli appuntamenti e alle assenze del caso. Il 2-0 vede le firme di Pulisic (titolare) e Okafor (subentrato). Ma è solo la punta di un iceberg in cui chi entra non fa rimpiangere il titolare, a gara in corso o in caso di partenza dal 1’. Una ricchezza che permette al Milan di guardare con fiducia a mercoledì, alla trasferta di Dortmund, già un passaggio chiave anche se solo alla seconda giornata di Champions. E che consente di tenere il passo dell’Inter in vetta alla classifica. Lazio da rivedere, invece, dopo un 2-0 al Torino che aveva illuso più del dovuto. La squadra presentatasi al Meazza è stata in grado di impegnare Maignan unicamente dalla distanza, sovrastata dal cambio di ritmo rossonero nel secondo tempo. Non basta la parziale scusante della panchina di Immobile, per affaticamento al flessore. La squadra ha sbandato ogni volta in cui il Milan ha accelerato, soprattutto al centro della difesa con Casale e Romagnoli. Notizie poco piacevoli per il ct Luciano Spalletti, seduto in tribuna. Quattro sconfitte in sette partite preoccupano e mercoledì c’è la trasferta in casa Celtic.

Partita dai due volti. Nel primo tempo la squadra Pioli si perde tra le linee del 4-3-3 puro impostato da Sarri (mentre i rossoneri marcano a uomo a centrocampo), smarrendo le amate triangolazioni. Ci sarebbe l’alternativa dei lanci, vista l’altezza della linea difensiva altrui e gli spazi offerti in fascia da un assetto largo. Ma Kjaer e Tomori, che gestiscono parecchi palloni, non trovano il tempo giusto sugli scatti degli esterni, mentre Adli è ordinato, però timido, in regia. I rossoneri costruiscono un paio di occasioni solo dopo la mezz’ora: Leao fugge sull’allungo di Pulisic e impegna sul primo palo Provedel, poi decisivo poco prima dell’intervallo sulla girata di Giroud, mentre la successiva incursione di Reijnders si spegne sul palo. La Lazio si limita a tentativi in campo aperto, ma difetta nella mira (Felipe Anderson su indecisione Kjaer-Tomori) o tenta conclusioni dal limite che non spaventano Maignan.
Un intreccio che cambia i toni nella ripresa, quando il Milan aumenta il ritmo e l’altezza della linea di pressione sugli avversari. I rossoneri impediscono alla controparte di pensare, vuoi per la capacità di mandare in affanno il portatore di palla, vuoi per la bravura a “sporcare” le linee di passaggio. Reijnders si assume i compiti di regia, entrando nel gioco in maniera decisiva, e le fasce diventano terreno fertile per le incursioni milaniste, con due gol in fotocopia. Al 15’ l’olandese imbecca Leao per la fuga sul fondo e l’invito teso per l’accorrente Pulisic per l’1-0. Al 43’ tocca a Pobega scatenare il portoghese per identica azione e identico cross: stavolta ci pensa Okafor, al secondo gol consecutivo. In mezzo un paio di opportunità significative per i rossoneri (Provedel annulla il tiro di Musah, mentre la conclusione di Pulisic è centrale). L’unico segnale di vita laziale è un gran gol di Pedro, annullato per precedente fuorigioco di Immobile. Troppo poco per nutrire rimpianti contro un Milan ritrovatosi dopo la scoppola nel derby.

Repubblica: con gl scatti di Leao Pioli tiene il passo. Per un tempo era sembrato il prologo alla Champions, al mercoledì sperabilmente da leoni che attende il Milan a Dortmund e la Lazio a Glasgow col Celtic. Ma poi il Milan ha spietatamente ricordato alla Lazio che c’è anche il campionato. Ha azzannato la ripresa a ritmo più alto, Leao ha piazzato due accelerazioni regali sulla sinistra con annessi assist al bacio per Pulisic e Okafor e la classifica ora dice che tra la capolista ritrovata e l’ex aspirante allo scudetto c’è già un divario di ben 9 punti dopo 7 giornate. La partita l'ha vinta Leao. Lì si sono dissolti gli accorgimenti tattici di Sarri.


CorSera: la firma di Pulisic sulla vittoria del Milan. Sei vittorie su sette, la terza di fila e la conferma del primo posto insieme all’Inter. Il Milan stritola la Lazio e allontana, forse in maniera de- finitiva, la depressione post derby. Pioli è di nuovo «on fire» dopo il 2-0 alla Lazio firmato da Pulisic e Okafor nel secondo tempo. Leao è lo specchio del Diavolo, la sua prima mezz’ora ciondolante condiziona una squadra lenta e senza idee in cui Theo Hernandez non riesce a innestare il turno e Adli, alla prima da regista a San Siro, è statico e intimorito. Quando all’improvviso, in una partita da 0-0, si accende il talento liquido di Rafa la musica cambia in fretta. Il Milan si scuote e la partita prende una direzione precisa. Due gol in fotocopia: Leao affonda e crossa in area, gli attaccanti colpiscono. Il Diavolo risorto fa festa con la sua gente, mentre la Lazio si interroga sull’ennesima prova incolore. Gioca per non prenderle, ma a lungo andare viene sopraffatta dal talento di Pulisic, il dinamismo e la qualità di Reijnders, la voglia dei rossoneri di andare oltre alle difficoltà di quella prima mezz’ora insulsa. La Lazio è schiantata

CorSport: Lazio a metà. Il Milan vola. Dopo un primo tempo a tinte biancocelesti nella ripresa emergono i rossoneri (sesta vittoria in 7 giornate): Pulisic e Okafor esaltano San Siro. Con un Diavolo di Leao (doppio assist), Pioli si consolida al vertice: dimenticato il tracollo nel derby Sarri fa i conti con una squadra che non riesce a concretizzare
 

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Tuttosport: la scorsa stagione era stata la palla al piede, in quella attuale si sta rivelando il punto di forza. Il Milan supera indenne anche il terzo passaggio ravvicinato in campionato, dopo Verona e Cagliari ieri è toccato alla Lazio inchinarsi (in maniera netta, al di là delle parole di Sarri). E lo fa in virtù dell’organico. Quello che nel 2022-23 non era stato all’altezza dei tanti traguardi da tagliare, quello che è stato profondamente rivisto al mercato, quello che sta offrendo a Pioli le soluzioni per far fronte agli appuntamenti e alle assenze del caso. Il 2-0 vede le firme di Pulisic (titolare) e Okafor (subentrato). Ma è solo la punta di un iceberg in cui chi entra non fa rimpiangere il titolare, a gara in corso o in caso di partenza dal 1’. Una ricchezza che permette al Milan di guardare con fiducia a mercoledì, alla trasferta di Dortmund, già un passaggio chiave anche se solo alla seconda giornata di Champions. E che consente di tenere il passo dell’Inter in vetta alla classifica. Lazio da rivedere, invece, dopo un 2-0 al Torino che aveva illuso più del dovuto. La squadra presentatasi al Meazza è stata in grado di impegnare Maignan unicamente dalla distanza, sovrastata dal cambio di ritmo rossonero nel secondo tempo. Non basta la parziale scusante della panchina di Immobile, per affaticamento al flessore. La squadra ha sbandato ogni volta in cui il Milan ha accelerato, soprattutto al centro della difesa con Casale e Romagnoli. Notizie poco piacevoli per il ct Luciano Spalletti, seduto in tribuna. Quattro sconfitte in sette partite preoccupano e mercoledì c’è la trasferta in casa Celtic.

Partita dai due volti. Nel primo tempo la squadra Pioli si perde tra le linee del 4-3-3 puro impostato da Sarri (mentre i rossoneri marcano a uomo a centrocampo), smarrendo le amate triangolazioni. Ci sarebbe l’alternativa dei lanci, vista l’altezza della linea difensiva altrui e gli spazi offerti in fascia da un assetto largo. Ma Kjaer e Tomori, che gestiscono parecchi palloni, non trovano il tempo giusto sugli scatti degli esterni, mentre Adli è ordinato, però timido, in regia. I rossoneri costruiscono un paio di occasioni solo dopo la mezz’ora: Leao fugge sull’allungo di Pulisic e impegna sul primo palo Provedel, poi decisivo poco prima dell’intervallo sulla girata di Giroud, mentre la successiva incursione di Reijnders si spegne sul palo. La Lazio si limita a tentativi in campo aperto, ma difetta nella mira (Felipe Anderson su indecisione Kjaer-Tomori) o tenta conclusioni dal limite che non spaventano Maignan.
Un intreccio che cambia i toni nella ripresa, quando il Milan aumenta il ritmo e l’altezza della linea di pressione sugli avversari. I rossoneri impediscono alla controparte di pensare, vuoi per la capacità di mandare in affanno il portatore di palla, vuoi per la bravura a “sporcare” le linee di passaggio. Reijnders si assume i compiti di regia, entrando nel gioco in maniera decisiva, e le fasce diventano terreno fertile per le incursioni milaniste, con due gol in fotocopia. Al 15’ l’olandese imbecca Leao per la fuga sul fondo e l’invito teso per l’accorrente Pulisic per l’1-0. Al 43’ tocca a Pobega scatenare il portoghese per identica azione e identico cross: stavolta ci pensa Okafor, al secondo gol consecutivo. In mezzo un paio di opportunità significative per i rossoneri (Provedel annulla il tiro di Musah, mentre la conclusione di Pulisic è centrale). L’unico segnale di vita laziale è un gran gol di Pedro, annullato per precedente fuorigioco di Immobile. Troppo poco per nutrire rimpianti contro un Milan ritrovatosi dopo la scoppola nel derby.
 

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Tuttosport: la scorsa stagione era stata la palla al piede, in quella attuale si sta rivelando il punto di forza. Il Milan supera indenne anche il terzo passaggio ravvicinato in campionato, dopo Verona e Cagliari ieri è toccato alla Lazio inchinarsi (in maniera netta, al di là delle parole di Sarri). E lo fa in virtù dell’organico. Quello che nel 2022-23 non era stato all’altezza dei tanti traguardi da tagliare, quello che è stato profondamente rivisto al mercato, quello che sta offrendo a Pioli le soluzioni per far fronte agli appuntamenti e alle assenze del caso. Il 2-0 vede le firme di Pulisic (titolare) e Okafor (subentrato). Ma è solo la punta di un iceberg in cui chi entra non fa rimpiangere il titolare, a gara in corso o in caso di partenza dal 1’. Una ricchezza che permette al Milan di guardare con fiducia a mercoledì, alla trasferta di Dortmund, già un passaggio chiave anche se solo alla seconda giornata di Champions. E che consente di tenere il passo dell’Inter in vetta alla classifica. Lazio da rivedere, invece, dopo un 2-0 al Torino che aveva illuso più del dovuto. La squadra presentatasi al Meazza è stata in grado di impegnare Maignan unicamente dalla distanza, sovrastata dal cambio di ritmo rossonero nel secondo tempo. Non basta la parziale scusante della panchina di Immobile, per affaticamento al flessore. La squadra ha sbandato ogni volta in cui il Milan ha accelerato, soprattutto al centro della difesa con Casale e Romagnoli. Notizie poco piacevoli per il ct Luciano Spalletti, seduto in tribuna. Quattro sconfitte in sette partite preoccupano e mercoledì c’è la trasferta in casa Celtic.

Partita dai due volti. Nel primo tempo la squadra Pioli si perde tra le linee del 4-3-3 puro impostato da Sarri (mentre i rossoneri marcano a uomo a centrocampo), smarrendo le amate triangolazioni. Ci sarebbe l’alternativa dei lanci, vista l’altezza della linea difensiva altrui e gli spazi offerti in fascia da un assetto largo. Ma Kjaer e Tomori, che gestiscono parecchi palloni, non trovano il tempo giusto sugli scatti degli esterni, mentre Adli è ordinato, però timido, in regia. I rossoneri costruiscono un paio di occasioni solo dopo la mezz’ora: Leao fugge sull’allungo di Pulisic e impegna sul primo palo Provedel, poi decisivo poco prima dell’intervallo sulla girata di Giroud, mentre la successiva incursione di Reijnders si spegne sul palo. La Lazio si limita a tentativi in campo aperto, ma difetta nella mira (Felipe Anderson su indecisione Kjaer-Tomori) o tenta conclusioni dal limite che non spaventano Maignan.
Un intreccio che cambia i toni nella ripresa, quando il Milan aumenta il ritmo e l’altezza della linea di pressione sugli avversari. I rossoneri impediscono alla controparte di pensare, vuoi per la capacità di mandare in affanno il portatore di palla, vuoi per la bravura a “sporcare” le linee di passaggio. Reijnders si assume i compiti di regia, entrando nel gioco in maniera decisiva, e le fasce diventano terreno fertile per le incursioni milaniste, con due gol in fotocopia. Al 15’ l’olandese imbecca Leao per la fuga sul fondo e l’invito teso per l’accorrente Pulisic per l’1-0. Al 43’ tocca a Pobega scatenare il portoghese per identica azione e identico cross: stavolta ci pensa Okafor, al secondo gol consecutivo. In mezzo un paio di opportunità significative per i rossoneri (Provedel annulla il tiro di Musah, mentre la conclusione di Pulisic è centrale). L’unico segnale di vita laziale è un gran gol di Pedro, annullato per precedente fuorigioco di Immobile. Troppo poco per nutrire rimpianti contro un Milan ritrovatosi dopo la scoppola nel derby.

Repubblica: con gl scatti di Leao Pioli tiene il passo. Per un tempo era sembrato il prologo alla Champions, al mercoledì sperabilmente da leoni che attende il Milan a Dortmund e la Lazio a Glasgow col Celtic. Ma poi il Milan ha spietatamente ricordato alla Lazio che c’è anche il campionato. Ha azzannato la ripresa a ritmo più alto, Leao ha piazzato due accelerazioni regali sulla sinistra con annessi assist al bacio per Pulisic e Okafor e la classifica ora dice che tra la capolista ritrovata e l’ex aspirante allo scudetto c’è già un divario di ben 9 punti dopo 7 giornate. La partita l'ha vinta Leao. Lì si sono dissolti gli accorgimenti tattici di Sarri.


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