Edicola: Milan, Leao alla Diaz per battere la Juve.

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I quotidiani in edicola su Milan - Juve in programma stasera

GDS: Milan e Juve: chi risponde all'Inter? Il Milan si gioca la carta Leao 10 vero, non solo esterno, libero di colpire. Per Rafa la stessa autonomia di Diaz un anno fa. Fu la mossa vincente di Pioli. E cerca il primo gol alla Juve da titolare. Il portoghese giocherà insieme a Giroud e a Pulisic, in prima linea. Pulisic è pronto a restituire un favore a Leao dopo il gol alla Lazio.

CorSera: operazione controsorpasso. Detto così, sembra fa cile. Non lo è. Per due ragioni. La prima è che la Juve resta la Juve, che per Pioli è favorita per lo scudetto «perché ha il vantaggio di poter preparare una partita alla settimana»; la seconda è che a questo scontro direttissimo il Milan ci arriva con una serie di assenze oggettivamente pesanti: gli squalificati Maignan ed Hernandez, più gli infortunati Sportiello, Loftus-Cheek e Chukuweze, oltre al lungodegente Bennacer. La grana principale è in porta: il 40enne Mirante non gioca una partita da titolare da oltre due anni. Fa bene Pioli a ostentare fiducia («è esperto e affidabile») ma è chiaro che qualche preoccupazione c’è. L’infortunio al polpaccio di Sportiello non ci voleva. Per Mirante sarà un’occasione doppiamente speciale: cresciuto a Castellammare di Stabia nella stessa scuola calcio di Donnarumma, a 17 anni fu acquistato proprio dai bianconeri, con i quali però ha giocato in tutto solo 7 partite nell’anno della serie B. Stasera avrà addosso gli occhi di 75mila spettatori di un San Siro sold out, oltre a quelli di milioni telespettatori di tutto il mondo: l’esperienza potrebbe dargli una mano a compensare la disabitudine alla partita. Vedremo

Tuttosport in edicola: dimmi quanto fai a San Siro e ti dirò chi sei. La Juventus questa sera si specchia nella capolista in pectore del campionato (l’Inter ha messo la freccia, ma con una gara in più) con quel senso di curiosità espresso ieri in conferenza stampa anche da Max Allegri. Per capire, di fronte a un Milan sgusciato dai blocchi di partenza come poche altre volte nella sua pur gloriosa storia, fino a che punto è già cresciuto il giovane gruppo bianconero, per l’occasione capitanato da un inedito Rabiot. E per farsi un’idea più precisa, di conseguenza, anche di quanto maniavantismo ci sia dietro un’asticella al momento collocata al quarto posto della classifica. Perché, certo, il valore attuale dell’organico si misura soprattutto attraverso qualità e personalità di cui sarà impregnata la prestazione al cospetto dei 75mila della Scala del Calcio. E il mese di ottobre, per quanto inoltrato, induce alla cautela di fronte alla possibilità di sputare sentenze definitive sulle ambizioni della squadra. Ma, prendendo come riferimento Calabria e compagni, i 90’ di questa elegante serata milanese emetteranno comunque un giudizio rilevante per la Juventus, che notte tempo potrebbe ritrovarsi a -1 o a -7 dai rossoneri. Non un dettaglio nella tabella di marcia che contempla l’eventualità tricolore, con la corsa scudetto che – calcoli dello stesso Allegri alla mano – dovrebbe esaurirsi con una volata a quota 86-90 punti.
L’ambiente bianconero, per ora, rifugge ogni volo pindarico che preveda traguardi superiori rispetto alla qualificazione alla prossima, nuova e ricca, Champions League, essenziale per l’iperbole di crescita dell’organico come per il bilancio finanziario del club a fine stagione. Ma un’eventuale vittoria questa sera rappresenterebbe un secondo e solido indizio dopo lo scoppiettante successo interno contro la Lazio del mese scorso. E, a quel punto, diventerebbe difficile nascondersi dietro la foglia di fico delle prime quattro piazze. Soprattutto se il tandem offensivo designato dovesse tornare ai livelli di produzione di inizio campionato. Per crederci, insomma, servirà il miglior Vlahovic, questa sera al rientro in campo dopo aver saltato gli impegni con Atalanta e Torino a causa di una fastidiosa sciatalgia. Per crederci, allo stesso modo, servirà anche Fede. Il miglior Chiesa non sarà, giocoforza, quello di scena stasera a San Siro, con un solo allenamento completo nelle gambe a margine di due settimane complicate, tra noie muscolari e fantasmi retaggio degli infortuni passati. Ma la sua presenza, a Milano, sarà comunque determinante. Per l’umore dello spogliatoio, che tornerà ad accogliere le sue due punte di diamante in un colpo solo. E per lo sviluppo della partita, alla luce della sua capacità di spezzare le gare come pochi altri. E poi, e poi. E poi sarà la serata del sold out a San Siro. La serata dei grandi assenti, anche, da capitan Danilo al tandem Maignan-Hernandez sul fronte opposto. La serata di un Milan che, con un retropensiero agli imminenti impegni di Champions, può infilare (e sarebbe un record) il sesto risultato utile di fila di fronte alla Juventus. Magari facendo perno su un reparto difensivo che ha incassato una sola rete nelle ultime sei gare, in una sfida ad armi pari con la retroguardia bianconera che è quella con più clean sheet nel 2023 in Italia. E poi sarà la serata degli americani, ben quattro in un colpo solo, sotto gli occhi del ct a stelle e strisce Berhalter. E poi la serata di Weah, nel regno di papà George. E poi la serata di Mirante, esordiente in rossonero a 40 anni. E poi...
 

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GDS: Milan e Juve: chi risponde all'Inter? Il Milan si gioca la carta Leao 10 vero, non solo esterno, libero di colpire. Per Rafa la stessa autonomia di Diaz un anno fa. Fu la mossa vincente di Pioli. E cerca il primo gol alla Juve da titolare. Il portoghese giocherà insieme a Giroud e a Pulisic, in prima linea. Pulisic è pronto a restituire un favore a Leao dopo il gol alla Lazio.

CorSera: operazione controsorpasso. Detto così, sembra fa cile. Non lo è. Per due ragioni. La prima è che la Juve resta la Juve, che per Pioli è favorita per lo scudetto «perché ha il vantaggio di poter preparare una partita alla settimana»; la seconda è che a questo scontro direttissimo il Milan ci arriva con una serie di assenze oggettivamente pesanti: gli squalificati Maignan ed Hernandez, più gli infortunati Sportiello, Loftus-Cheek e Chukuweze, oltre al lungodegente Bennacer. La grana principale è in porta: il 40enne Mirante non gioca una partita da titolare da oltre due anni. Fa bene Pioli a ostentare fiducia («è esperto e affidabile») ma è chiaro che qualche preoccupazione c’è. L’infortunio al polpaccio di Sportiello non ci voleva. Per Mirante sarà un’occasione doppiamente speciale: cresciuto a Castellammare di Stabia nella stessa scuola calcio di Donnarumma, a 17 anni fu acquistato proprio dai bianconeri, con i quali però ha giocato in tutto solo 7 partite nell’anno della serie B. Stasera avrà addosso gli occhi di 75mila spettatori di un San Siro sold out, oltre a quelli di milioni telespettatori di tutto il mondo: l’esperienza potrebbe dargli una mano a compensare la disabitudine alla partita. Vedremo

Tuttosport in edicola: dimmi quanto fai a San Siro e ti dirò chi sei. La Juventus questa sera si specchia nella capolista in pectore del campionato (l’Inter ha messo la freccia, ma con una gara in più) con quel senso di curiosità espresso ieri in conferenza stampa anche da Max Allegri. Per capire, di fronte a un Milan sgusciato dai blocchi di partenza come poche altre volte nella sua pur gloriosa storia, fino a che punto è già cresciuto il giovane gruppo bianconero, per l’occasione capitanato da un inedito Rabiot. E per farsi un’idea più precisa, di conseguenza, anche di quanto maniavantismo ci sia dietro un’asticella al momento collocata al quarto posto della classifica. Perché, certo, il valore attuale dell’organico si misura soprattutto attraverso qualità e personalità di cui sarà impregnata la prestazione al cospetto dei 75mila della Scala del Calcio. E il mese di ottobre, per quanto inoltrato, induce alla cautela di fronte alla possibilità di sputare sentenze definitive sulle ambizioni della squadra. Ma, prendendo come riferimento Calabria e compagni, i 90’ di questa elegante serata milanese emetteranno comunque un giudizio rilevante per la Juventus, che notte tempo potrebbe ritrovarsi a -1 o a -7 dai rossoneri. Non un dettaglio nella tabella di marcia che contempla l’eventualità tricolore, con la corsa scudetto che – calcoli dello stesso Allegri alla mano – dovrebbe esaurirsi con una volata a quota 86-90 punti.
L’ambiente bianconero, per ora, rifugge ogni volo pindarico che preveda traguardi superiori rispetto alla qualificazione alla prossima, nuova e ricca, Champions League, essenziale per l’iperbole di crescita dell’organico come per il bilancio finanziario del club a fine stagione. Ma un’eventuale vittoria questa sera rappresenterebbe un secondo e solido indizio dopo lo scoppiettante successo interno contro la Lazio del mese scorso. E, a quel punto, diventerebbe difficile nascondersi dietro la foglia di fico delle prime quattro piazze. Soprattutto se il tandem offensivo designato dovesse tornare ai livelli di produzione di inizio campionato. Per crederci, insomma, servirà il miglior Vlahovic, questa sera al rientro in campo dopo aver saltato gli impegni con Atalanta e Torino a causa di una fastidiosa sciatalgia. Per crederci, allo stesso modo, servirà anche Fede. Il miglior Chiesa non sarà, giocoforza, quello di scena stasera a San Siro, con un solo allenamento completo nelle gambe a margine di due settimane complicate, tra noie muscolari e fantasmi retaggio degli infortuni passati. Ma la sua presenza, a Milano, sarà comunque determinante. Per l’umore dello spogliatoio, che tornerà ad accogliere le sue due punte di diamante in un colpo solo. E per lo sviluppo della partita, alla luce della sua capacità di spezzare le gare come pochi altri. E poi, e poi. E poi sarà la serata del sold out a San Siro. La serata dei grandi assenti, anche, da capitan Danilo al tandem Maignan-Hernandez sul fronte opposto. La serata di un Milan che, con un retropensiero agli imminenti impegni di Champions, può infilare (e sarebbe un record) il sesto risultato utile di fila di fronte alla Juventus. Magari facendo perno su un reparto difensivo che ha incassato una sola rete nelle ultime sei gare, in una sfida ad armi pari con la retroguardia bianconera che è quella con più clean sheet nel 2023 in Italia. E poi sarà la serata degli americani, ben quattro in un colpo solo, sotto gli occhi del ct a stelle e strisce Berhalter. E poi la serata di Weah, nel regno di papà George. E poi la serata di Mirante, esordiente in rossonero a 40 anni. E poi...

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