Edicola: Milan bloccato. Chi segna? Leao comica. 25 tiri 0 gol.

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GDS: Milan bloccato sullo 0-0 dal Newcastle. 25 tiri e nessun gol. Chi Diavolo segna? Leao e Giroud sprecano. Attacco sempre più in crisi. Dopo lo shock nel derby i rossoneri si riprendono ma l'assedio non basta per battere il Newcastle. Leao va in cerca di virtuosismi e spreca un'occasione facile con un colpo di tacco folle. A completare la serata deludente, gli infortuni di Maignan e di Loftus.

Sempre la GDS: allarme Leao e Giroud. Il portoghese sceso in campo con poca voglia e fischiato da San Siro. Il francese ha bisogno di rifiatare. Pulisic è entrato malocchio. Chukwueze ha combinato poco. Contro il Verona Giroud potrebbe riposare.

Corsport: Milan, due punti persi. In Europa è un’altra squadra: gioca, crea tanto, ma sbaglia troppo sotto porta graziando il Newcastle. Leao farfalleggia e stecca. E' ingiustificabile che il primo a tradire sia stato il portoghese. Tonali impalpabile, Maignan ko. Si complica il cammino europeo dei rossoneri dopo il pari di San Siro. Ora serve fare punti in trasferta.

Tuttosport sul Milan bloccato dal Newcastle e sulla comica Leao: un quarto d'ora scarso per metabolizzare le scorie del derby, il resto della partita a inseguire un gol che non arriva. Il Milan non riesce a scalfire la difesa del Newcastle, nonostante 25 tiri verso la porta (8 nello specchio), mentre agli inglesi sarebbe bastato il solo tra i pali al 50' st per disegnare la beffa. Buon per i rossoneri che Sportiello fosse attento sulla conclusione di Longstaff per alzare in angolo ed evitare una rete che sarebbe stata punizione eccessiva. Sportiello, per l'appunto, e non Maignan perché il Milan si congeda dal debutto nella fase a gironi di Champions League non soltanto con uno 0-0 che mette subito in salita il cammino, ma anche con allarmi fisici che rischiano di scombinare i piani di Pioli: due guai che hanno messo fuori causa prima Loftus-Cheek e quindi Maignan, anche se per il primo si è parlato alla fine di semplici crampi e per il secondo, invece, di un più insidioso risentimento al flessore sinistro da valutare con attenzione. Ma c'è stata partita e il tecnico ne può uscire (parzialmente) consolato dopo la batosta contro l'Inter. Perché la squadra ha costruito gioco, pur se non in maniera fluida come nelle prime tre uscite. La scelta di Pobega ha magari tolto velocità, assicurando comunque peso. E i tre centrocampisti sono stati essenziali nel determinare l'andamento del match, soffocando in marcatura a uomo la controparte: il citato Pobega su Longstaff, Loftus-Cheek su Bruno Guimaraes e Krunic sull'ex applaudito e temuto, ovvero Tonali (non al meglio). Un andamento che, come accennato, ha preso piede dopo il quarto d'ora, soprattutto quando i rossoneri hanno tolto il tempo di gioco agli avversari, mandando in confusione il 4-3-3 di Howe. In realtà più un 4-5-1 di puro contenimento, vista la storia difensiva che ha fatto la fortuna del Newcastle in Premier.
Va dato merito al Milan di averci provato in tutti modi e con tutti gli uomini: che fosse una iniziativa dalla fascia, che fosse una percussione al centro, che fosse un contropiede o che fosse una palla inattiva. Il problema è stata la mancanza estrema di concretezza e di velocità nelle decisioni, in cui si è distinto negativamente Leao: al 34' sua l'incursione in cui ha perso almeno un paio di volte la possibilità di tirare e cercando alla fine un improbabile, quanto sballato, colpo di tacco. Una azione poi conclusa da Pobega con un tiro violento, respinto sulla linea da Murphy, a sottolineare anche i momenti di fortuna vissuta dal Newcastle, come in occasione della parata casuale di Pope su colpo di testa di Theo Hernandez, nato da un inserimento puntuale su angolo. A questi si aggiungono un primo intervento su Pobega, un braccio del portiere a sventare una girata in area piccola di Giroud, una deviazione ancora di Pope - con qualche imbarazzo - su tiro dai venti metri di Krunic, una conclusione di Loftus-Cheek alta di poco, una nuova girata (stavolta sballata) di Giroud dopo contropiede Leao-Theo. Il tutto da raccontare non per semplice dovere di cronaca, ma per far capire quale sia stata la pressione rossonera nei primi 45', con il Newcastle ad alzare barricate poco credibili.
Una tendenza della partita proseguita nel secondo tempo, con i cambi che stavolta non hanno tradito, a cominciare da Florenzi subito entrato in clima. I successivi ingressi di Reijnders e Pulisic hanno fornito ulteriore forza, con ricerca della via della porta sia con manovre avvolgenti dalla fascia, sia con gli inserimenti dei centrocampisti mancati contro l'Inter. Meno occasioni, ma sempre di alto livello, a cominciare dalla imbucata di Reijnders su invito di Krunic, annullata da Pope. E poi un colpo di testa poco alto di Leao su cross di Florenzi, le ribattute della difesa sui tiri a colpo sicuro di Pulisic e Theo, una conclusione centrale di Giroud su ribaltamento del fronte. In sostanza, il Milan ci ha provato fino alla fine e i tifosi hanno gradito, come hanno dimostrato gli applausi conclusivi che hanno fatto da controcanto al “Pioli is on fire” iniziale (ennesima dimostrazione di come la realtà dei social sia lontana da quella dei fatti). E, comunque, con sentiti ringraziamenti a Sportiello. In Champions sarà dura per i rossoneri, visto che il Newcastle era teoricamente l'avversaria più debole del girone, ma sono giunti segnali importanti. A patto che si impari che cosa significhi la concretezza quando si deve colpire, come ben spiegato dall'Inter nel faccia a faccia di sabato.

Repubblica: una paura del Diavolo. Il Milan non si rialza. Reazione fiacca al derby Leao spreca moltissimo Un’occasione persa in un girone di ferro Maignan di nuovo ko per un guaio al flessore. Il debutto internazionale ha confermato al Milan, reduce dalla semifinale, che il suo girone è equilibrato, ergo abbordabile: in teoria tutti si toglieranno punti e il duello tra Psg e Dortmund ha introdotto il concetto. Ma il pari casalingo col Newcastle di Tonali, piovuto al sorteggio dalla quarta fascia, è da considerare un’occasione persa.
 

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Sempre la GDS: allarme Leao e Giroud. Il portoghese sceso in campo con poca voglia e fischiato da San Siro. Il francese ha bisogno di rifiatare. Pulisic è entrato malocchio. Chukwueze ha combinato poco. Contro il Verona Giroud potrebbe riposare.

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Come chi segna? Il centravanti titolare che hanno preso per panchinare giru
 

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Va dato merito al Milan di averci provato in tutti modi e con tutti gli uomini: che fosse una iniziativa dalla fascia, che fosse una percussione al centro, che fosse un contropiede o che fosse una palla inattiva. Il problema è stata la mancanza estrema di concretezza e di velocità nelle decisioni, in cui si è distinto negativamente Leao: al 34' sua l'incursione in cui ha perso almeno un paio di volte la possibilità di tirare e cercando alla fine un improbabile, quanto sballato, colpo di tacco. Una azione poi conclusa da Pobega con un tiro violento, respinto sulla linea da Murphy, a sottolineare anche i momenti di fortuna vissuta dal Newcastle, come in occasione della parata casuale di Pope su colpo di testa di Theo Hernandez, nato da un inserimento puntuale su angolo. A questi si aggiungono un primo intervento su Pobega, un braccio del portiere a sventare una girata in area piccola di Giroud, una deviazione ancora di Pope - con qualche imbarazzo - su tiro dai venti metri di Krunic, una conclusione di Loftus-Cheek alta di poco, una nuova girata (stavolta sballata) di Giroud dopo contropiede Leao-Theo. Il tutto da raccontare non per semplice dovere di cronaca, ma per far capire quale sia stata la pressione rossonera nei primi 45', con il Newcastle ad alzare barricate poco credibili.
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Sempre la GDS: allarme Leao e Giroud. Il portoghese sceso in campo con poca voglia e fischiato da San Siro. Il francese ha bisogno di rifiatare. Pulisic è entrato malocchio. Chukwueze ha combinato poco. Contro il Verona Giroud potrebbe riposare.

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Tuttosport sul Milan bloccato dal Newcastle e sulla comica Leao: un quarto d'ora scarso per metabolizzare le scorie del derby, il resto della partita a inseguire un gol che non arriva. Il Milan non riesce a scalfire la difesa del Newcastle, nonostante 25 tiri verso la porta (8 nello specchio), mentre agli inglesi sarebbe bastato il solo tra i pali al 50' st per disegnare la beffa. Buon per i rossoneri che Sportiello fosse attento sulla conclusione di Longstaff per alzare in angolo ed evitare una rete che sarebbe stata punizione eccessiva. Sportiello, per l'appunto, e non Maignan perché il Milan si congeda dal debutto nella fase a gironi di Champions League non soltanto con uno 0-0 che mette subito in salita il cammino, ma anche con allarmi fisici che rischiano di scombinare i piani di Pioli: due guai che hanno messo fuori causa prima Loftus-Cheek e quindi Maignan, anche se per il primo si è parlato alla fine di semplici crampi e per il secondo, invece, di un più insidioso risentimento al flessore sinistro da valutare con attenzione. Ma c'è stata partita e il tecnico ne può uscire (parzialmente) consolato dopo la batosta contro l'Inter. Perché la squadra ha costruito gioco, pur se non in maniera fluida come nelle prime tre uscite. La scelta di Pobega ha magari tolto velocità, assicurando comunque peso. E i tre centrocampisti sono stati essenziali nel determinare l'andamento del match, soffocando in marcatura a uomo la controparte: il citato Pobega su Longstaff, Loftus-Cheek su Bruno Guimaraes e Krunic sull'ex applaudito e temuto, ovvero Tonali (non al meglio). Un andamento che, come accennato, ha preso piede dopo il quarto d'ora, soprattutto quando i rossoneri hanno tolto il tempo di gioco agli avversari, mandando in confusione il 4-3-3 di Howe. In realtà più un 4-5-1 di puro contenimento, vista la storia difensiva che ha fatto la fortuna del Newcastle in Premier.
Va dato merito al Milan di averci provato in tutti modi e con tutti gli uomini: che fosse una iniziativa dalla fascia, che fosse una percussione al centro, che fosse un contropiede o che fosse una palla inattiva. Il problema è stata la mancanza estrema di concretezza e di velocità nelle decisioni, in cui si è distinto negativamente Leao: al 34' sua l'incursione in cui ha perso almeno un paio di volte la possibilità di tirare e cercando alla fine un improbabile, quanto sballato, colpo di tacco. Una azione poi conclusa da Pobega con un tiro violento, respinto sulla linea da Murphy, a sottolineare anche i momenti di fortuna vissuta dal Newcastle, come in occasione della parata casuale di Pope su colpo di testa di Theo Hernandez, nato da un inserimento puntuale su angolo. A questi si aggiungono un primo intervento su Pobega, un braccio del portiere a sventare una girata in area piccola di Giroud, una deviazione ancora di Pope - con qualche imbarazzo - su tiro dai venti metri di Krunic, una conclusione di Loftus-Cheek alta di poco, una nuova girata (stavolta sballata) di Giroud dopo contropiede Leao-Theo. Il tutto da raccontare non per semplice dovere di cronaca, ma per far capire quale sia stata la pressione rossonera nei primi 45', con il Newcastle ad alzare barricate poco credibili.
Una tendenza della partita proseguita nel secondo tempo, con i cambi che stavolta non hanno tradito, a cominciare da Florenzi subito entrato in clima. I successivi ingressi di Reijnders e Pulisic hanno fornito ulteriore forza, con ricerca della via della porta sia con manovre avvolgenti dalla fascia, sia con gli inserimenti dei centrocampisti mancati contro l'Inter. Meno occasioni, ma sempre di alto livello, a cominciare dalla imbucata di Reijnders su invito di Krunic, annullata da Pope. E poi un colpo di testa poco alto di Leao su cross di Florenzi, le ribattute della difesa sui tiri a colpo sicuro di Pulisic e Theo, una conclusione centrale di Giroud su ribaltamento del fronte. In sostanza, il Milan ci ha provato fino alla fine e i tifosi hanno gradito, come hanno dimostrato gli applausi conclusivi che hanno fatto da controcanto al “Pioli is on fire” iniziale (ennesima dimostrazione di come la realtà dei social sia lontana da quella dei fatti). E, comunque, con sentiti ringraziamenti a Sportiello. In Champions sarà dura per i rossoneri, visto che il Newcastle era teoricamente l'avversaria più debole del girone, ma sono giunti segnali importanti. A patto che si impari che cosa significhi la concretezza quando si deve colpire, come ben spiegato dall'Inter nel faccia a faccia di sabato.

Repubblica: una paura del Diavolo. Il Milan non si rialza. Reazione fiacca al derby Leao spreca moltissimo Un’occasione persa in un girone di ferro Maignan di nuovo ko per un guaio al flessore. Il debutto internazionale ha confermato al Milan, reduce dalla semifinale, che il suo girone è equilibrato, ergo abbordabile: in teoria tutti si toglieranno punti e il duello tra Psg e Dortmund ha introdotto il concetto. Ma il pari casalingo col Newcastle di Tonali, piovuto al sorteggio dalla quarta fascia, è da considerare un’occasione persa.
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Una tendenza della partita proseguita nel secondo tempo, con i cambi che stavolta non hanno tradito, a cominciare da Florenzi subito entrato in clima. I successivi ingressi di Reijnders e Pulisic hanno fornito ulteriore forza, con ricerca della via della porta sia con manovre avvolgenti dalla fascia, sia con gli inserimenti dei centrocampisti mancati contro l'Inter. Meno occasioni, ma sempre di alto livello, a cominciare dalla imbucata di Reijnders su invito di Krunic, annullata da Pope. E poi un colpo di testa poco alto di Leao su cross di Florenzi, le ribattute della difesa sui tiri a colpo sicuro di Pulisic e Theo, una conclusione centrale di Giroud su ribaltamento del fronte. In sostanza, il Milan ci ha provato fino alla fine e i tifosi hanno gradito, come hanno dimostrato gli applausi conclusivi che hanno fatto da controcanto al “Pioli is on fire” iniziale (ennesima dimostrazione di come la realtà dei social sia lontana da quella dei fatti). E, comunque, con sentiti ringraziamenti a Sportiello. In Champions sarà dura per i rossoneri, visto che il Newcastle era teoricamente l'avversaria più debole del girone, ma sono giunti segnali importanti. A patto che si impari che cosa significhi la concretezza quando si deve colpire, come ben spiegato dall'Inter nel faccia a faccia di sabato.

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Tuttosport sul Milan bloccato dal Newcastle e sulla comica Leao: un quarto d'ora scarso per metabolizzare le scorie del derby, il resto della partita a inseguire un gol che non arriva. Il Milan non riesce a scalfire la difesa del Newcastle, nonostante 25 tiri verso la porta (8 nello specchio), mentre agli inglesi sarebbe bastato il solo tra i pali al 50' st per disegnare la beffa. Buon per i rossoneri che Sportiello fosse attento sulla conclusione di Longstaff per alzare in angolo ed evitare una rete che sarebbe stata punizione eccessiva. Sportiello, per l'appunto, e non Maignan perché il Milan si congeda dal debutto nella fase a gironi di Champions League non soltanto con uno 0-0 che mette subito in salita il cammino, ma anche con allarmi fisici che rischiano di scombinare i piani di Pioli: due guai che hanno messo fuori causa prima Loftus-Cheek e quindi Maignan, anche se per il primo si è parlato alla fine di semplici crampi e per il secondo, invece, di un più insidioso risentimento al flessore sinistro da valutare con attenzione. Ma c'è stata partita e il tecnico ne può uscire (parzialmente) consolato dopo la batosta contro l'Inter. Perché la squadra ha costruito gioco, pur se non in maniera fluida come nelle prime tre uscite. La scelta di Pobega ha magari tolto velocità, assicurando comunque peso. E i tre centrocampisti sono stati essenziali nel determinare l'andamento del match, soffocando in marcatura a uomo la controparte: il citato Pobega su Longstaff, Loftus-Cheek su Bruno Guimaraes e Krunic sull'ex applaudito e temuto, ovvero Tonali (non al meglio). Un andamento che, come accennato, ha preso piede dopo il quarto d'ora, soprattutto quando i rossoneri hanno tolto il tempo di gioco agli avversari, mandando in confusione il 4-3-3 di Howe. In realtà più un 4-5-1 di puro contenimento, vista la storia difensiva che ha fatto la fortuna del Newcastle in Premier.
Va dato merito al Milan di averci provato in tutti modi e con tutti gli uomini: che fosse una iniziativa dalla fascia, che fosse una percussione al centro, che fosse un contropiede o che fosse una palla inattiva. Il problema è stata la mancanza estrema di concretezza e di velocità nelle decisioni, in cui si è distinto negativamente Leao: al 34' sua l'incursione in cui ha perso almeno un paio di volte la possibilità di tirare e cercando alla fine un improbabile, quanto sballato, colpo di tacco. Una azione poi conclusa da Pobega con un tiro violento, respinto sulla linea da Murphy, a sottolineare anche i momenti di fortuna vissuta dal Newcastle, come in occasione della parata casuale di Pope su colpo di testa di Theo Hernandez, nato da un inserimento puntuale su angolo. A questi si aggiungono un primo intervento su Pobega, un braccio del portiere a sventare una girata in area piccola di Giroud, una deviazione ancora di Pope - con qualche imbarazzo - su tiro dai venti metri di Krunic, una conclusione di Loftus-Cheek alta di poco, una nuova girata (stavolta sballata) di Giroud dopo contropiede Leao-Theo. Il tutto da raccontare non per semplice dovere di cronaca, ma per far capire quale sia stata la pressione rossonera nei primi 45', con il Newcastle ad alzare barricate poco credibili.
Una tendenza della partita proseguita nel secondo tempo, con i cambi che stavolta non hanno tradito, a cominciare da Florenzi subito entrato in clima. I successivi ingressi di Reijnders e Pulisic hanno fornito ulteriore forza, con ricerca della via della porta sia con manovre avvolgenti dalla fascia, sia con gli inserimenti dei centrocampisti mancati contro l'Inter. Meno occasioni, ma sempre di alto livello, a cominciare dalla imbucata di Reijnders su invito di Krunic, annullata da Pope. E poi un colpo di testa poco alto di Leao su cross di Florenzi, le ribattute della difesa sui tiri a colpo sicuro di Pulisic e Theo, una conclusione centrale di Giroud su ribaltamento del fronte. In sostanza, il Milan ci ha provato fino alla fine e i tifosi hanno gradito, come hanno dimostrato gli applausi conclusivi che hanno fatto da controcanto al “Pioli is on fire” iniziale (ennesima dimostrazione di come la realtà dei social sia lontana da quella dei fatti). E, comunque, con sentiti ringraziamenti a Sportiello. In Champions sarà dura per i rossoneri, visto che il Newcastle era teoricamente l'avversaria più debole del girone, ma sono giunti segnali importanti. A patto che si impari che cosa significhi la concretezza quando si deve colpire, come ben spiegato dall'Inter nel faccia a faccia di sabato.

Repubblica: una paura del Diavolo. Il Milan non si rialza. Reazione fiacca al derby Leao spreca moltissimo Un’occasione persa in un girone di ferro Maignan di nuovo ko per un guaio al flessore. Il debutto internazionale ha confermato al Milan, reduce dalla semifinale, che il suo girone è equilibrato, ergo abbordabile: in teoria tutti si toglieranno punti e il duello tra Psg e Dortmund ha introdotto il concetto. Ma il pari casalingo col Newcastle di Tonali, piovuto al sorteggio dalla quarta fascia, è da considerare un’occasione persa.
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gabri65

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I quotidiani in edicola sul pareggio tra Milan e Newcastle:

GDS: Milan bloccato sullo 0-0 dal Newcastle. 25 tiri e nessun gol. Chi Diavolo segna? Leao e Giroud sprecano. Attacco sempre più in crisi. Dopo lo shock nel derby i rossoneri si riprendono ma l'assedio non basta per battere il Newcastle. Leao va in cerca di virtuosismi e spreca un'occasione facile con un colpo di tacco folle. A completare la serata deludente, gli infortuni di Maignan e di Loftus.

Sempre la GDS: allarme Leao e Giroud. Il portoghese sceso in campo con poca voglia e fischiato da San Siro. Il francese ha bisogno di rifiatare. Pulisic è entrato malocchio. Chukwueze ha combinato poco. Contro il Verona Giroud potrebbe riposare.

Corsport: Milan, due punti persi. In Europa è un’altra squadra: gioca, crea tanto, ma sbaglia troppo sotto porta graziando il Newcastle. Leao farfalleggia e stecca. E' ingiustificabile che il primo a tradire sia stato il portoghese. Tonali impalpabile, Maignan ko. Si complica il cammino europeo dei rossoneri dopo il pari di San Siro. Ora serve fare punti in trasferta.

Tuttosport sul Milan bloccato dal Newcastle e sulla comica Leao: un quarto d'ora scarso per metabolizzare le scorie del derby, il resto della partita a inseguire un gol che non arriva. Il Milan non riesce a scalfire la difesa del Newcastle, nonostante 25 tiri verso la porta (8 nello specchio), mentre agli inglesi sarebbe bastato il solo tra i pali al 50' st per disegnare la beffa. Buon per i rossoneri che Sportiello fosse attento sulla conclusione di Longstaff per alzare in angolo ed evitare una rete che sarebbe stata punizione eccessiva. Sportiello, per l'appunto, e non Maignan perché il Milan si congeda dal debutto nella fase a gironi di Champions League non soltanto con uno 0-0 che mette subito in salita il cammino, ma anche con allarmi fisici che rischiano di scombinare i piani di Pioli: due guai che hanno messo fuori causa prima Loftus-Cheek e quindi Maignan, anche se per il primo si è parlato alla fine di semplici crampi e per il secondo, invece, di un più insidioso risentimento al flessore sinistro da valutare con attenzione. Ma c'è stata partita e il tecnico ne può uscire (parzialmente) consolato dopo la batosta contro l'Inter. Perché la squadra ha costruito gioco, pur se non in maniera fluida come nelle prime tre uscite. La scelta di Pobega ha magari tolto velocità, assicurando comunque peso. E i tre centrocampisti sono stati essenziali nel determinare l'andamento del match, soffocando in marcatura a uomo la controparte: il citato Pobega su Longstaff, Loftus-Cheek su Bruno Guimaraes e Krunic sull'ex applaudito e temuto, ovvero Tonali (non al meglio). Un andamento che, come accennato, ha preso piede dopo il quarto d'ora, soprattutto quando i rossoneri hanno tolto il tempo di gioco agli avversari, mandando in confusione il 4-3-3 di Howe. In realtà più un 4-5-1 di puro contenimento, vista la storia difensiva che ha fatto la fortuna del Newcastle in Premier.
Va dato merito al Milan di averci provato in tutti modi e con tutti gli uomini: che fosse una iniziativa dalla fascia, che fosse una percussione al centro, che fosse un contropiede o che fosse una palla inattiva. Il problema è stata la mancanza estrema di concretezza e di velocità nelle decisioni, in cui si è distinto negativamente Leao: al 34' sua l'incursione in cui ha perso almeno un paio di volte la possibilità di tirare e cercando alla fine un improbabile, quanto sballato, colpo di tacco. Una azione poi conclusa da Pobega con un tiro violento, respinto sulla linea da Murphy, a sottolineare anche i momenti di fortuna vissuta dal Newcastle, come in occasione della parata casuale di Pope su colpo di testa di Theo Hernandez, nato da un inserimento puntuale su angolo. A questi si aggiungono un primo intervento su Pobega, un braccio del portiere a sventare una girata in area piccola di Giroud, una deviazione ancora di Pope - con qualche imbarazzo - su tiro dai venti metri di Krunic, una conclusione di Loftus-Cheek alta di poco, una nuova girata (stavolta sballata) di Giroud dopo contropiede Leao-Theo. Il tutto da raccontare non per semplice dovere di cronaca, ma per far capire quale sia stata la pressione rossonera nei primi 45', con il Newcastle ad alzare barricate poco credibili.
Una tendenza della partita proseguita nel secondo tempo, con i cambi che stavolta non hanno tradito, a cominciare da Florenzi subito entrato in clima. I successivi ingressi di Reijnders e Pulisic hanno fornito ulteriore forza, con ricerca della via della porta sia con manovre avvolgenti dalla fascia, sia con gli inserimenti dei centrocampisti mancati contro l'Inter. Meno occasioni, ma sempre di alto livello, a cominciare dalla imbucata di Reijnders su invito di Krunic, annullata da Pope. E poi un colpo di testa poco alto di Leao su cross di Florenzi, le ribattute della difesa sui tiri a colpo sicuro di Pulisic e Theo, una conclusione centrale di Giroud su ribaltamento del fronte. In sostanza, il Milan ci ha provato fino alla fine e i tifosi hanno gradito, come hanno dimostrato gli applausi conclusivi che hanno fatto da controcanto al “Pioli is on fire” iniziale (ennesima dimostrazione di come la realtà dei social sia lontana da quella dei fatti). E, comunque, con sentiti ringraziamenti a Sportiello. In Champions sarà dura per i rossoneri, visto che il Newcastle era teoricamente l'avversaria più debole del girone, ma sono giunti segnali importanti. A patto che si impari che cosa significhi la concretezza quando si deve colpire, come ben spiegato dall'Inter nel faccia a faccia di sabato.

Repubblica: una paura del Diavolo. Il Milan non si rialza. Reazione fiacca al derby Leao spreca moltissimo Un’occasione persa in un girone di ferro Maignan di nuovo ko per un guaio al flessore. Il debutto internazionale ha confermato al Milan, reduce dalla semifinale, che il suo girone è equilibrato, ergo abbordabile: in teoria tutti si toglieranno punti e il duello tra Psg e Dortmund ha introdotto il concetto. Ma il pari casalingo col Newcastle di Tonali, piovuto al sorteggio dalla quarta fascia, è da considerare un’occasione persa.

Chissà che diamine fanno in allenamento, sarà proibito tirare. Ah già, prima c'è da assorbire i dettami tattici, poi dentro qualcuno la butterà, son dettagli.

Per quanto riguarda Leao, secondo me conferma quanto dicevo all'indomani del derby: i giocatori stanno da noi in un ambiente da ricreazione scolaresca, e nessuno li inquadra soprattutto dal punto di vista caratteriale e morale. Magari qualcuno c'era, ma l'abbiamo buttato fuori, insieme al giocatore che più incarnava un certo spirito. La dice lunga, eh, anche agli occhi degli altri.

Poi vengoni fuori 'ste robe.

Manca serietà, concentrazione, e spina dorsale. Questo poi produce degrado e gente come 'sto qui, Donnarumma, il turco, le tutine di Origi, etc etc etc etc etc etc etc.
 
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Crox93

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Il grande centravanti avrebbe aiutato ma non risolto il problema.
La squadra passa 60 minuti su 90 a passarsi la palla in difesa.
Magari avremmo vinto ieri con una punta seria, però non ti avrebbe svoltato la stagione.
Finchè non hai un allenatore vero in panchina (o almeno uno che lo faccia di professione) puoi anche avere Van Basten punta ma il problema non lo risolvi.
 

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