Edicola: il Milan non segna. Ottavi complicati. Ieri 4-2-3-1.

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Repubblica: punto e rimpianti. Il Milan sprecone va avanti senza gol. Altro pari a Dortmund nonostante super Leao. La squadra di Pioli resta ancora all'asciutto. Ora il doppio duello col PSG diventa fondamentale per la qualificazione agli ottavi di finale.
A giudicare dai risultati si deciderà all'ultima giornata.
Ora dobbiamo fare 4 pti almeno col psg.
 

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GDS: Milan senza rete. L'Euro Milan non segna. Anche a Dortmund è 0-0. Il Diavolo spreca tanto. Ottavi più complicati ma ora a Parigi senza paura. Questa squadra ha la gamba per giocarsela contro chiunque. In ogni caso, altri rimpianti dopo quelli col Newcastle: Giroud sbaglia, i rossoneri hanno avutola gara in mano nella ripresa. Pioli è terzo nel girone. Pioli nel secondo tempo è tornato al 4-2-3-1 avanzando Reijnders regista e ha funzionato. Ancora una volta è mancata la freddezza di prendersi le partite quando può farlo. Al Milan è rimasta la consolazione di un altro “clean sheet

CorSera: Milan avanti piano. In coppa non sa segnare. Pareggio a Dortmund per la squadra di Pioli Leao semina il panico, ma i gol non arrivano. Il Muro Giallo resta in piedi. E così pure quello rossonero. Finisce 0-0 per il Milan a Dortmund, tutto sommato un risultato giusto, che rispecchia nel complesso quanto visto in campo: la classica partita di Champions che va a ondate, prima di qua e poi di là, che puoi vincere come perdere. Al Diavolo resta però il rimpianto d’avere fallito le occasioni più pulite, nel primo tempo con Giroud e nel finale con Chukwueze: lì si poteva e doveva fare di più. Ma la vittoria straripante del Newcastle sul PSG costringe a rivalutare il pareggio del Milan contro gli inglesi. Due considerazioni. La prima è che da Dortmund arriva un segnale forte di tenuta difensiva: un solo gol subito nelle ultime cinque partite dopo l’1-5 nel derby sono la prova di una solidità ritrovata. La seconda è che l’ottobre rosso del Diavolo è solo all’inizio: sabato la trasferta a Marassi contro il Genoa prima della sosta per le nazionali, poi il trittico di fuoco con Juventus in casa, Psg a Parigi e Napoli al Maradona. A quel punto saremo solo a fine ottobre, quindi con ancora la bellezza di sette mesi davanti, ma la sensazione è che questo segmento-verità segnerà già un bel pezzo di stagione

Tuttosport: Milan, un'altra notte in bianco. sono rimaste in tre: Milan, Benfica e Bayern Monaco. Le uniche squadre che non sono ancora riuscite a segnare lo straccio di un gol nei primi 180 minuti di Champions. Un problema grasso e grosso per Stefano Pioli se unito alla batosta che ha preso il Paris-Saint Germain a Newcastle. Il calendario ora propone le due sfide contro i solisti di Luis Enrique che mai sono partiti così male in Ligue 1 nell’era Al-Khelaïfi ma che, proprio per questo, sono pericolosissimi. E quello che certamente è un bel guaio per le speranze di qualificazione rossonere: risulta infatti difficile pensare che il Psg possa andare avanti di questo passo (in casa, ha comunque già battuto il Borussia Dortmund), mentre non è dato a sapersi quanti margini di crescita può avere questo Milan. Un Milan che al Signal Iduna Park ha dato l’impressione di non credere con la giusta cattiveria alla vittoria come era legittimo fare alla luce della pochezza dell’avversario. «Nel primo tempo ci è mancata anche un po’ di pulizia tecnica, però abbiamo avuto occasioni importanti ed è un peccato non essere riusciti a vincere - l’analisi di Pioli - è stata una partita molto europea, intensa, in cui abbiamo incontrato una squadra tosta che non è un caso non perda da due anni in casa in Champions. L’intenzione nel primo tempo era prenderli alti, però abbiamo gestito male il gioco andando un po’ a sprazzi. Abbiamo poi giocato un ottimo secondo tempo in cui abbiamo avuto occasioni importanti e non le abbiamo sfruttate al meglio. Ora dobbiamo lavorarci su e capire perché in Coppa non siamo cinici e concreti».

Tre i cambi decisi da Pioli rispetto alla gara con la Lazio, vale a dire Thiaw per Kjaer, Musah per Loftus-Cheek e Pobega per Adli. Muscoli, quelli dell’ex granata, che si sono subito sentiti in una partita molto fisica in cui anche nel primo tempo il Milan - pure nei momenti di difficoltà - ha dato sempre la sensazione di poter far male agli avversari. Questo per evidente demerito della squadra di Terzic che, pure attaccando, ha prestato sempre il fianco alle ripartenze avversarie. Borussia più lezioso che arrembante, che nella prima mezz’ora ha costuito le occasioni migliori grazie alle accelerazioni di Malen su Calabria (bellissimo un suo sinistro secco che termina a poco a lato al 28’). Ciò nonostante il Milan, pur senza stupire con effetti speciali, ha avuto una monumentale occasione per passare in vantaggio, con Giroud, nelle vesti di “Sciagurato Egidio” incapace di centrare la porta calciando dall’area piccola (unico, piccolo, alibi in favore del centravanti, il fatto che l’azione sia stata tanto rocambolesca che, a ostacolarlo, si sia trovato... Theo Hernandez). Milan che si è fatto apprezzare anche per un paio di sgasate di Leao, solista di una qualità diversa rispetto gli altri ventuno giocatori in campo. Prova ne è pure la prima azione gol creata dai rossoneri nella ripresa, con l’imbeccata del portoghese prima per Pobega, quindi il filtrante per Pulisic che da ottima posizione ha centrato Kobel. A chiudere il cerchio la doppia occasione fallita da Chukwueze e Reijnders nel finale, dopo qualche conclusione alquanto velleitaria del Dortmund.
Nella notte di Dortmund rimarrà negli occhi dei milanisti pure la bellezza del Westfalenstadion, oggi chiamato Signal Iduna Park per ragioni di sponsor. Una bomboniera giallonera che ha alimentato, nei pensieri dei dirigenti, la voglia di avere presto uno stadio da non condividere con l’Inter, come peraltro sottolineato da Giorgio Furlani nel pre-partita: «È da 5 anni che ci battiamo per avere uno stadio nuovo - le considerazioni dell’amministratore delegato - il Milan ne ha bisogno per essere competitivo costantemente a livello europeo. Abbiamo ora un nuovo progetto a San Donato e ci siamo dati cinque anni da ora per giocare la prima partita nel nuovo stadio, quindi nel 2028».

CorSport: Milan a secco. Più punti che gol. Dopo lo 0-0 in- terno con il Newcastle, il Milan fa il bis in casa del Borussia Dortmund. Muove la classifica, ma non dà una zampata ad un girone che, dopo il netto e inatteso capitombolo del Psg in Inghilterra, diventa più che mai indecifrabile. In ogni caso, è stata un’altra occasione persa. Perché, come nella prima gara, il Diavolo ha creato tanto, senza però concretizzare. E non essere in grado di fare gol è una colpa grave. Ancora di più considerando che la squadra rossonera ha di fatto compiuto un passo indietro nella sua impostazione di gioco. Il mercato estivo, infatti, era stato progettato per emanciparsi da Leao e Theo Hernandez, puntando sulla qualità e sugli uno contro anche sulla destra. Invece, contro il Dortmund, l’attacco rossonero ha girato soltanto attorno ai due mancini, esattamente come un anno fa. Ci hanno provato fino all’ultimo, ma nemmeno loro sono riusciti a risolvere la gara.Colpa anche dell’atteggiamento fino all'intervallo, troppo attendista e “basso”, e pure di un centrocampo che non è sembrato avere gli incastri giusti. Reijnders non ha funzionato come regista. E, con due cursori come Pobega e Musah ai suoi lati, la costruzione è stata lenta e faticosa. Le correzioni operate da Pioli a metà ripresa hanno migliorato il modo in cui il Milan ha occupato il campo, ma senza l’efficacia necessaria per prendersi i 3 punti. Peraltro, Giroud, Pulisic e Chukwueze, hanno tutti avuto ottime chance, ma le hanno sprecate. I padroni di casa, invece, al di là di qualche break favorito da errori di costruzione dei rossoneri (Calabria ha patito molto) hanno comunque combinato poco. E questo non fa altro che aumentare i rimpianti. Nemmeno i cambi effettuati nella ripresa sono bastati: È stato ancora e sempre Leao a creare le ultime opportunità: prima ispirando l’incornata alta di Theo Hernandez e poi spalancando la porta davanti a Chukwueze, murato dal solito Kobel.


Repubblica: punto e rimpianti. Il Milan sprecone va avanti senza gol. Altro pari a Dortmund nonostante super Leao. La squadra di Pioli resta ancora all'asciutto. Ora il doppio duello col PSG diventa fondamentale per la qualificazione agli ottavi di finale.
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GDS: Milan senza rete. L'Euro Milan non segna. Anche a Dortmund è 0-0. Il Diavolo spreca tanto. Ottavi più complicati ma ora a Parigi senza paura. Questa squadra ha la gamba per giocarsela contro chiunque. In ogni caso, altri rimpianti dopo quelli col Newcastle: Giroud sbaglia, i rossoneri hanno avutola gara in mano nella ripresa. Pioli è terzo nel girone. Pioli nel secondo tempo è tornato al 4-2-3-1 avanzando Reijnders regista e ha funzionato. Ancora una volta è mancata la freddezza di prendersi le partite quando può farlo. Al Milan è rimasta la consolazione di un altro “clean sheet

CorSera: Milan avanti piano. In coppa non sa segnare. Pareggio a Dortmund per la squadra di Pioli Leao semina il panico, ma i gol non arrivano. Il Muro Giallo resta in piedi. E così pure quello rossonero. Finisce 0-0 per il Milan a Dortmund, tutto sommato un risultato giusto, che rispecchia nel complesso quanto visto in campo: la classica partita di Champions che va a ondate, prima di qua e poi di là, che puoi vincere come perdere. Al Diavolo resta però il rimpianto d’avere fallito le occasioni più pulite, nel primo tempo con Giroud e nel finale con Chukwueze: lì si poteva e doveva fare di più. Ma la vittoria straripante del Newcastle sul PSG costringe a rivalutare il pareggio del Milan contro gli inglesi. Due considerazioni. La prima è che da Dortmund arriva un segnale forte di tenuta difensiva: un solo gol subito nelle ultime cinque partite dopo l’1-5 nel derby sono la prova di una solidità ritrovata. La seconda è che l’ottobre rosso del Diavolo è solo all’inizio: sabato la trasferta a Marassi contro il Genoa prima della sosta per le nazionali, poi il trittico di fuoco con Juventus in casa, Psg a Parigi e Napoli al Maradona. A quel punto saremo solo a fine ottobre, quindi con ancora la bellezza di sette mesi davanti, ma la sensazione è che questo segmento-verità segnerà già un bel pezzo di stagione

Tuttosport: Milan, un'altra notte in bianco. sono rimaste in tre: Milan, Benfica e Bayern Monaco. Le uniche squadre che non sono ancora riuscite a segnare lo straccio di un gol nei primi 180 minuti di Champions. Un problema grasso e grosso per Stefano Pioli se unito alla batosta che ha preso il Paris-Saint Germain a Newcastle. Il calendario ora propone le due sfide contro i solisti di Luis Enrique che mai sono partiti così male in Ligue 1 nell’era Al-Khelaïfi ma che, proprio per questo, sono pericolosissimi. E quello che certamente è un bel guaio per le speranze di qualificazione rossonere: risulta infatti difficile pensare che il Psg possa andare avanti di questo passo (in casa, ha comunque già battuto il Borussia Dortmund), mentre non è dato a sapersi quanti margini di crescita può avere questo Milan. Un Milan che al Signal Iduna Park ha dato l’impressione di non credere con la giusta cattiveria alla vittoria come era legittimo fare alla luce della pochezza dell’avversario. «Nel primo tempo ci è mancata anche un po’ di pulizia tecnica, però abbiamo avuto occasioni importanti ed è un peccato non essere riusciti a vincere - l’analisi di Pioli - è stata una partita molto europea, intensa, in cui abbiamo incontrato una squadra tosta che non è un caso non perda da due anni in casa in Champions. L’intenzione nel primo tempo era prenderli alti, però abbiamo gestito male il gioco andando un po’ a sprazzi. Abbiamo poi giocato un ottimo secondo tempo in cui abbiamo avuto occasioni importanti e non le abbiamo sfruttate al meglio. Ora dobbiamo lavorarci su e capire perché in Coppa non siamo cinici e concreti».

Tre i cambi decisi da Pioli rispetto alla gara con la Lazio, vale a dire Thiaw per Kjaer, Musah per Loftus-Cheek e Pobega per Adli. Muscoli, quelli dell’ex granata, che si sono subito sentiti in una partita molto fisica in cui anche nel primo tempo il Milan - pure nei momenti di difficoltà - ha dato sempre la sensazione di poter far male agli avversari. Questo per evidente demerito della squadra di Terzic che, pure attaccando, ha prestato sempre il fianco alle ripartenze avversarie. Borussia più lezioso che arrembante, che nella prima mezz’ora ha costuito le occasioni migliori grazie alle accelerazioni di Malen su Calabria (bellissimo un suo sinistro secco che termina a poco a lato al 28’). Ciò nonostante il Milan, pur senza stupire con effetti speciali, ha avuto una monumentale occasione per passare in vantaggio, con Giroud, nelle vesti di “Sciagurato Egidio” incapace di centrare la porta calciando dall’area piccola (unico, piccolo, alibi in favore del centravanti, il fatto che l’azione sia stata tanto rocambolesca che, a ostacolarlo, si sia trovato... Theo Hernandez). Milan che si è fatto apprezzare anche per un paio di sgasate di Leao, solista di una qualità diversa rispetto gli altri ventuno giocatori in campo. Prova ne è pure la prima azione gol creata dai rossoneri nella ripresa, con l’imbeccata del portoghese prima per Pobega, quindi il filtrante per Pulisic che da ottima posizione ha centrato Kobel. A chiudere il cerchio la doppia occasione fallita da Chukwueze e Reijnders nel finale, dopo qualche conclusione alquanto velleitaria del Dortmund.
Nella notte di Dortmund rimarrà negli occhi dei milanisti pure la bellezza del Westfalenstadion, oggi chiamato Signal Iduna Park per ragioni di sponsor. Una bomboniera giallonera che ha alimentato, nei pensieri dei dirigenti, la voglia di avere presto uno stadio da non condividere con l’Inter, come peraltro sottolineato da Giorgio Furlani nel pre-partita: «È da 5 anni che ci battiamo per avere uno stadio nuovo - le considerazioni dell’amministratore delegato - il Milan ne ha bisogno per essere competitivo costantemente a livello europeo. Abbiamo ora un nuovo progetto a San Donato e ci siamo dati cinque anni da ora per giocare la prima partita nel nuovo stadio, quindi nel 2028».

CorSport: Milan a secco. Più punti che gol. Dopo lo 0-0 in- terno con il Newcastle, il Milan fa il bis in casa del Borussia Dortmund. Muove la classifica, ma non dà una zampata ad un girone che, dopo il netto e inatteso capitombolo del Psg in Inghilterra, diventa più che mai indecifrabile. In ogni caso, è stata un’altra occasione persa. Perché, come nella prima gara, il Diavolo ha creato tanto, senza però concretizzare. E non essere in grado di fare gol è una colpa grave. Ancora di più considerando che la squadra rossonera ha di fatto compiuto un passo indietro nella sua impostazione di gioco. Il mercato estivo, infatti, era stato progettato per emanciparsi da Leao e Theo Hernandez, puntando sulla qualità e sugli uno contro anche sulla destra. Invece, contro il Dortmund, l’attacco rossonero ha girato soltanto attorno ai due mancini, esattamente come un anno fa. Ci hanno provato fino all’ultimo, ma nemmeno loro sono riusciti a risolvere la gara.Colpa anche dell’atteggiamento fino all'intervallo, troppo attendista e “basso”, e pure di un centrocampo che non è sembrato avere gli incastri giusti. Reijnders non ha funzionato come regista. E, con due cursori come Pobega e Musah ai suoi lati, la costruzione è stata lenta e faticosa. Le correzioni operate da Pioli a metà ripresa hanno migliorato il modo in cui il Milan ha occupato il campo, ma senza l’efficacia necessaria per prendersi i 3 punti. Peraltro, Giroud, Pulisic e Chukwueze, hanno tutti avuto ottime chance, ma le hanno sprecate. I padroni di casa, invece, al di là di qualche break favorito da errori di costruzione dei rossoneri (Calabria ha patito molto) hanno comunque combinato poco. E questo non fa altro che aumentare i rimpianti. Nemmeno i cambi effettuati nella ripresa sono bastati: È stato ancora e sempre Leao a creare le ultime opportunità: prima ispirando l’incornata alta di Theo Hernandez e poi spalancando la porta davanti a Chukwueze, murato dal solito Kobel.


Repubblica: punto e rimpianti. Il Milan sprecone va avanti senza gol. Altro pari a Dortmund nonostante super Leao. La squadra di Pioli resta ancora all'asciutto. Ora il doppio duello col PSG diventa fondamentale per la qualificazione agli ottavi di finale.

se consideriamo anche la passata stagione, è la quarta di fila senza segnare. Penso un record nel calcio moderno. C'è da dire che nelle due sfide di quest'anno abbiamo creato 4 Expected Goals, c'è stato anche un fattore sfiga enorme.
 

7AlePato7

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CorSera: Milan avanti piano. In coppa non sa segnare. Pareggio a Dortmund per la squadra di Pioli Leao semina il panico, ma i gol non arrivano. Il Muro Giallo resta in piedi. E così pure quello rossonero. Finisce 0-0 per il Milan a Dortmund, tutto sommato un risultato giusto, che rispecchia nel complesso quanto visto in campo: la classica partita di Champions che va a ondate, prima di qua e poi di là, che puoi vincere come perdere. Al Diavolo resta però il rimpianto d’avere fallito le occasioni più pulite, nel primo tempo con Giroud e nel finale con Chukwueze: lì si poteva e doveva fare di più. Ma la vittoria straripante del Newcastle sul PSG costringe a rivalutare il pareggio del Milan contro gli inglesi. Due considerazioni. La prima è che da Dortmund arriva un segnale forte di tenuta difensiva: un solo gol subito nelle ultime cinque partite dopo l’1-5 nel derby sono la prova di una solidità ritrovata. La seconda è che l’ottobre rosso del Diavolo è solo all’inizio: sabato la trasferta a Marassi contro il Genoa prima della sosta per le nazionali, poi il trittico di fuoco con Juventus in casa, Psg a Parigi e Napoli al Maradona. A quel punto saremo solo a fine ottobre, quindi con ancora la bellezza di sette mesi davanti, ma la sensazione è che questo segmento-verità segnerà già un bel pezzo di stagione

Tuttosport: Milan, un'altra notte in bianco. sono rimaste in tre: Milan, Benfica e Bayern Monaco. Le uniche squadre che non sono ancora riuscite a segnare lo straccio di un gol nei primi 180 minuti di Champions. Un problema grasso e grosso per Stefano Pioli se unito alla batosta che ha preso il Paris-Saint Germain a Newcastle. Il calendario ora propone le due sfide contro i solisti di Luis Enrique che mai sono partiti così male in Ligue 1 nell’era Al-Khelaïfi ma che, proprio per questo, sono pericolosissimi. E quello che certamente è un bel guaio per le speranze di qualificazione rossonere: risulta infatti difficile pensare che il Psg possa andare avanti di questo passo (in casa, ha comunque già battuto il Borussia Dortmund), mentre non è dato a sapersi quanti margini di crescita può avere questo Milan. Un Milan che al Signal Iduna Park ha dato l’impressione di non credere con la giusta cattiveria alla vittoria come era legittimo fare alla luce della pochezza dell’avversario. «Nel primo tempo ci è mancata anche un po’ di pulizia tecnica, però abbiamo avuto occasioni importanti ed è un peccato non essere riusciti a vincere - l’analisi di Pioli - è stata una partita molto europea, intensa, in cui abbiamo incontrato una squadra tosta che non è un caso non perda da due anni in casa in Champions. L’intenzione nel primo tempo era prenderli alti, però abbiamo gestito male il gioco andando un po’ a sprazzi. Abbiamo poi giocato un ottimo secondo tempo in cui abbiamo avuto occasioni importanti e non le abbiamo sfruttate al meglio. Ora dobbiamo lavorarci su e capire perché in Coppa non siamo cinici e concreti».

Tre i cambi decisi da Pioli rispetto alla gara con la Lazio, vale a dire Thiaw per Kjaer, Musah per Loftus-Cheek e Pobega per Adli. Muscoli, quelli dell’ex granata, che si sono subito sentiti in una partita molto fisica in cui anche nel primo tempo il Milan - pure nei momenti di difficoltà - ha dato sempre la sensazione di poter far male agli avversari. Questo per evidente demerito della squadra di Terzic che, pure attaccando, ha prestato sempre il fianco alle ripartenze avversarie. Borussia più lezioso che arrembante, che nella prima mezz’ora ha costuito le occasioni migliori grazie alle accelerazioni di Malen su Calabria (bellissimo un suo sinistro secco che termina a poco a lato al 28’). Ciò nonostante il Milan, pur senza stupire con effetti speciali, ha avuto una monumentale occasione per passare in vantaggio, con Giroud, nelle vesti di “Sciagurato Egidio” incapace di centrare la porta calciando dall’area piccola (unico, piccolo, alibi in favore del centravanti, il fatto che l’azione sia stata tanto rocambolesca che, a ostacolarlo, si sia trovato... Theo Hernandez). Milan che si è fatto apprezzare anche per un paio di sgasate di Leao, solista di una qualità diversa rispetto gli altri ventuno giocatori in campo. Prova ne è pure la prima azione gol creata dai rossoneri nella ripresa, con l’imbeccata del portoghese prima per Pobega, quindi il filtrante per Pulisic che da ottima posizione ha centrato Kobel. A chiudere il cerchio la doppia occasione fallita da Chukwueze e Reijnders nel finale, dopo qualche conclusione alquanto velleitaria del Dortmund.
Nella notte di Dortmund rimarrà negli occhi dei milanisti pure la bellezza del Westfalenstadion, oggi chiamato Signal Iduna Park per ragioni di sponsor. Una bomboniera giallonera che ha alimentato, nei pensieri dei dirigenti, la voglia di avere presto uno stadio da non condividere con l’Inter, come peraltro sottolineato da Giorgio Furlani nel pre-partita: «È da 5 anni che ci battiamo per avere uno stadio nuovo - le considerazioni dell’amministratore delegato - il Milan ne ha bisogno per essere competitivo costantemente a livello europeo. Abbiamo ora un nuovo progetto a San Donato e ci siamo dati cinque anni da ora per giocare la prima partita nel nuovo stadio, quindi nel 2028».

CorSport: Milan a secco. Più punti che gol. Dopo lo 0-0 in- terno con il Newcastle, il Milan fa il bis in casa del Borussia Dortmund. Muove la classifica, ma non dà una zampata ad un girone che, dopo il netto e inatteso capitombolo del Psg in Inghilterra, diventa più che mai indecifrabile. In ogni caso, è stata un’altra occasione persa. Perché, come nella prima gara, il Diavolo ha creato tanto, senza però concretizzare. E non essere in grado di fare gol è una colpa grave. Ancora di più considerando che la squadra rossonera ha di fatto compiuto un passo indietro nella sua impostazione di gioco. Il mercato estivo, infatti, era stato progettato per emanciparsi da Leao e Theo Hernandez, puntando sulla qualità e sugli uno contro anche sulla destra. Invece, contro il Dortmund, l’attacco rossonero ha girato soltanto attorno ai due mancini, esattamente come un anno fa. Ci hanno provato fino all’ultimo, ma nemmeno loro sono riusciti a risolvere la gara.Colpa anche dell’atteggiamento fino all'intervallo, troppo attendista e “basso”, e pure di un centrocampo che non è sembrato avere gli incastri giusti. Reijnders non ha funzionato come regista. E, con due cursori come Pobega e Musah ai suoi lati, la costruzione è stata lenta e faticosa. Le correzioni operate da Pioli a metà ripresa hanno migliorato il modo in cui il Milan ha occupato il campo, ma senza l’efficacia necessaria per prendersi i 3 punti. Peraltro, Giroud, Pulisic e Chukwueze, hanno tutti avuto ottime chance, ma le hanno sprecate. I padroni di casa, invece, al di là di qualche break favorito da errori di costruzione dei rossoneri (Calabria ha patito molto) hanno comunque combinato poco. E questo non fa altro che aumentare i rimpianti. Nemmeno i cambi effettuati nella ripresa sono bastati: È stato ancora e sempre Leao a creare le ultime opportunità: prima ispirando l’incornata alta di Theo Hernandez e poi spalancando la porta davanti a Chukwueze, murato dal solito Kobel.


Repubblica: punto e rimpianti. Il Milan sprecone va avanti senza gol. Altro pari a Dortmund nonostante super Leao. La squadra di Pioli resta ancora all'asciutto. Ora il doppio duello col PSG diventa fondamentale per la qualificazione agli ottavi di finale.
Pioli ancora non ha capito che in Europa bisogna giocare a calcio. Se in due partite metti Pobega titolare in Champions allora significa che di calcio capisci sotto zero.
Poi il solito testardo che è recidivo negli errori, visto che vuole dimostrare di avere ragione lui.
 
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A giudicare dai risultati si deciderà all'ultima giornata.
Ora dobbiamo fare 4 pti almeno col psg.
fattibilissimi perchè il psg secondo me, è la più scarsa del girone.
Sembra un'affermazione che faccia ridere, ma se Mbappè non ti gioca la partita da fenomeno, il psg sembrerebbe una squadra allo sbando più totale.

La difesa non esiste. hanno un portiere, buttano 3-4 difensori davanti a lui e finita lì la loro fase difensiva.

Secondo me, sono fattibilissimi 6 punti su 6 col psg. Sempre Mbappè permettendo.

Per la qualificazione, peccato per lo 0-0 con gli inglesi perchè, a mio avviso, in champions in casa devi sempre vincere nel girone. e poi ti giochi i pareggini o le sconfitte nelle 3 fuori casa. Ma secondo me, viste le squadre in questi 2 turni, noi siamo la più forte del girone.
 
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