Diritti tv A: 900 mln o ecco Lega Channnel.

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Repubblica: Immaginate di comprare solo la partita che vi interessa. O solo quelle della vostra squadra. Oggi è impossibile, ad agosto chissà. Perché oggi, per la prima volta, la Serie A pensa davvero all’idea di non assegnare i diritti tv. E sviluppare un canale tutto suo, che le darebbe più elasticità. Possibilità che piace ad alcuni club dalla visione imprenditoriale: Juve, Inter e Milan. Altri preferiscono la via più nota, e questo rischia di aprire una nuova spaccatura tra le squadre del campionato lunedì prossimo, in un’assemblea da cui dipende il futuro del calcio italiano. In realtà dipenderà tutto dalla partita che i club giocheranno oggi. In campo Lotito (Lazio), De Laurentiis (Napoli), Percassi (Atalanta), Cappellini (Inter) e Campoccia (Udinese), la commissione scelta dalle squadre per trattare con le tv. Calcio d’inizio alle 10.30 a Milano. L’ultimo atto della infinita trattativa privata con Sky e Dazn per assegnare i diritti televisivi per la Serie A dal 2024 al 2029, cinque anni di calcio italiano. La partita è soprattutto una questione di numeri. Il ritornello che si sente spesso, tra i club, è questo: “A meno di 900 milioni a stagione non si discute neppure”. A quella cifra (auspicabilmente anche oltre), molti club si convincerebbero ad assegnare. Ma c’è ancora un bel passo da fare, per arrivarci. Le offerte infatti arrivano a una media di 880 milioni all’anno (680 da Dazn e 200 da Sky, compresi i diritti per i bar) ma a crescere: si parte bassissimi, da 820 per la stagione 2024/25 a salire, soprattutto nel quarto e quinto anno, e con percentuali sui ricavi da condividere. Per le squadre di Serie A vorrebbe dire però perdere nel prossimo campionato 140 milioni rispetto alla stagione in corso. Per molti, in Lega, una formula irricevibile. Incassare meno prima, per poi ricevere la differenza più avanti, non convince i club. Sarebbe un salto nel buio. Ma ieri in Lega sono arrivate voci gelide: non aspettatevi rilanci dalle tv. Se le piccole sembrano più disposte a scendere a compromessi, altri sono pronti a bocciare le offerte: i 7 voti che servono ci sarebbero già. E il canale è una tentazione reale. Perché permetterebbe di rivoluzionare il concetto stesso di fruizione del calcio. Dazn ha dimostrato che la Serie A ha un pubblico sostanzialmente inscalfibile: nonostante l’aumento dei prezzi, la tv non ha perso abbonati. Vuol dire — è il ragionamento che inizia a circolare — che le stesse persone se da domani dovessero abbonarsi a un canale della Lega, lo farebbero senza battere ciglio. Un bluff? Non è questa l’impressione. La Lega ha già sviluppato un progetto avanzato con l’advisor Lazard, che permetterebbe di arrivare a produrre utili in 3 anni (finanziandosi nel periodo aprendo una linea di credito con fondi o banche d’affari: le offerte sono già state ricevute). Un progetto che permetterebbe abbonamenti su misura del tifoso: abbonamenti esclusivi alla propria squadra o al posticipo. E una formula “ricaricabile”: si spende a seconda di quante partite si guardano e se si arriva al prezzo dell’abbonamento mensile non si paga più. In più, lotta strenua alla pirateria e il contributo delle squadre per sviluppare più contenuti esclusivi come inter- viste con i giocatori. L’esperienza della radio, iniziata a settembre, è la base. La tentazione è forte e coinvolgerebbe tutti i club nella promozione del prodotto. Per evitarlo alle tv servono 900 milioni.
 

ARKANA

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Repubblica: Immaginate di comprare solo la partita che vi interessa. O solo quelle della vostra squadra. Oggi è impossibile, ad agosto chissà. Perché oggi, per la prima volta, la Serie A pensa davvero all’idea di non assegnare i diritti tv. E sviluppare un canale tutto suo, che le darebbe più elasticità. Possibilità che piace ad alcuni club dalla visione imprenditoriale: Juve, Inter e Milan. Altri preferiscono la via più nota, e questo rischia di aprire una nuova spaccatura tra le squadre del campionato lunedì prossimo, in un’assemblea da cui dipende il futuro del calcio italiano. In realtà dipenderà tutto dalla partita che i club giocheranno oggi. In campo Lotito (Lazio), De Laurentiis (Napoli), Percassi (Atalanta), Cappellini (Inter) e Campoccia (Udinese), la commissione scelta dalle squadre per trattare con le tv. Calcio d’inizio alle 10.30 a Milano. L’ultimo atto della infinita trattativa privata con Sky e Dazn per assegnare i diritti televisivi per la Serie A dal 2024 al 2029, cinque anni di calcio italiano. La partita è soprattutto una questione di numeri. Il ritornello che si sente spesso, tra i club, è questo: “A meno di 900 milioni a stagione non si discute neppure”. A quella cifra (auspicabilmente anche oltre), molti club si convincerebbero ad assegnare. Ma c’è ancora un bel passo da fare, per arrivarci. Le offerte infatti arrivano a una media di 880 milioni all’anno (680 da Dazn e 200 da Sky, compresi i diritti per i bar) ma a crescere: si parte bassissimi, da 820 per la stagione 2024/25 a salire, soprattutto nel quarto e quinto anno, e con percentuali sui ricavi da condividere. Per le squadre di Serie A vorrebbe dire però perdere nel prossimo campionato 140 milioni rispetto alla stagione in corso. Per molti, in Lega, una formula irricevibile. Incassare meno prima, per poi ricevere la differenza più avanti, non convince i club. Sarebbe un salto nel buio. Ma ieri in Lega sono arrivate voci gelide: non aspettatevi rilanci dalle tv. Se le piccole sembrano più disposte a scendere a compromessi, altri sono pronti a bocciare le offerte: i 7 voti che servono ci sarebbero già. E il canale è una tentazione reale. Perché permetterebbe di rivoluzionare il concetto stesso di fruizione del calcio. Dazn ha dimostrato che la Serie A ha un pubblico sostanzialmente inscalfibile: nonostante l’aumento dei prezzi, la tv non ha perso abbonati. Vuol dire — è il ragionamento che inizia a circolare — che le stesse persone se da domani dovessero abbonarsi a un canale della Lega, lo farebbero senza battere ciglio. Un bluff? Non è questa l’impressione. La Lega ha già sviluppato un progetto avanzato con l’advisor Lazard, che permetterebbe di arrivare a produrre utili in 3 anni (finanziandosi nel periodo aprendo una linea di credito con fondi o banche d’affari: le offerte sono già state ricevute). Un progetto che permetterebbe abbonamenti su misura del tifoso: abbonamenti esclusivi alla propria squadra o al posticipo. E una formula “ricaricabile”: si spende a seconda di quante partite si guardano e se si arriva al prezzo dell’abbonamento mensile non si paga più. In più, lotta strenua alla pirateria e il contributo delle squadre per sviluppare più contenuti esclusivi come inter- viste con i giocatori. L’esperienza della radio, iniziata a settembre, è la base. La tentazione è forte e coinvolgerebbe tutti i club nella promozione del prodotto. Per evitarlo alle tv servono 900 milioni.
In linea di massima per me ci starebbe alla grande la possibilità di comprarsi solo le partite che interessano, bisogna però vedere quanto le fanno pagare singolarmente, perchè se per esempio ogni partita del Milan la fanno pagare 5 euro (che al mese sono 20) a sto punto allora è meglio dazn che con una cifra più bassa me le fa vedere tutte.
 

Crox93

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Sarebbe la soluzione ideale.
Perchè è aluccinante che io debba pagare 40 euro al mese invece che 10 (cifre a caso) per aver la possibilità di guardare partite di bassa classifica che sinceramente avranno 50k spettatori in tutto il mondo o una roba del genere.
 
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Repubblica: Immaginate di comprare solo la partita che vi interessa. O solo quelle della vostra squadra. Oggi è impossibile, ad agosto chissà. Perché oggi, per la prima volta, la Serie A pensa davvero all’idea di non assegnare i diritti tv. E sviluppare un canale tutto suo, che le darebbe più elasticità. Possibilità che piace ad alcuni club dalla visione imprenditoriale: Juve, Inter e Milan. Altri preferiscono la via più nota, e questo rischia di aprire una nuova spaccatura tra le squadre del campionato lunedì prossimo, in un’assemblea da cui dipende il futuro del calcio italiano. In realtà dipenderà tutto dalla partita che i club giocheranno oggi. In campo Lotito (Lazio), De Laurentiis (Napoli), Percassi (Atalanta), Cappellini (Inter) e Campoccia (Udinese), la commissione scelta dalle squadre per trattare con le tv. Calcio d’inizio alle 10.30 a Milano. L’ultimo atto della infinita trattativa privata con Sky e Dazn per assegnare i diritti televisivi per la Serie A dal 2024 al 2029, cinque anni di calcio italiano. La partita è soprattutto una questione di numeri. Il ritornello che si sente spesso, tra i club, è questo: “A meno di 900 milioni a stagione non si discute neppure”. A quella cifra (auspicabilmente anche oltre), molti club si convincerebbero ad assegnare. Ma c’è ancora un bel passo da fare, per arrivarci. Le offerte infatti arrivano a una media di 880 milioni all’anno (680 da Dazn e 200 da Sky, compresi i diritti per i bar) ma a crescere: si parte bassissimi, da 820 per la stagione 2024/25 a salire, soprattutto nel quarto e quinto anno, e con percentuali sui ricavi da condividere. Per le squadre di Serie A vorrebbe dire però perdere nel prossimo campionato 140 milioni rispetto alla stagione in corso. Per molti, in Lega, una formula irricevibile. Incassare meno prima, per poi ricevere la differenza più avanti, non convince i club. Sarebbe un salto nel buio. Ma ieri in Lega sono arrivate voci gelide: non aspettatevi rilanci dalle tv. Se le piccole sembrano più disposte a scendere a compromessi, altri sono pronti a bocciare le offerte: i 7 voti che servono ci sarebbero già. E il canale è una tentazione reale. Perché permetterebbe di rivoluzionare il concetto stesso di fruizione del calcio. Dazn ha dimostrato che la Serie A ha un pubblico sostanzialmente inscalfibile: nonostante l’aumento dei prezzi, la tv non ha perso abbonati. Vuol dire — è il ragionamento che inizia a circolare — che le stesse persone se da domani dovessero abbonarsi a un canale della Lega, lo farebbero senza battere ciglio. Un bluff? Non è questa l’impressione. La Lega ha già sviluppato un progetto avanzato con l’advisor Lazard, che permetterebbe di arrivare a produrre utili in 3 anni (finanziandosi nel periodo aprendo una linea di credito con fondi o banche d’affari: le offerte sono già state ricevute). Un progetto che permetterebbe abbonamenti su misura del tifoso: abbonamenti esclusivi alla propria squadra o al posticipo. E una formula “ricaricabile”: si spende a seconda di quante partite si guardano e se si arriva al prezzo dell’abbonamento mensile non si paga più. In più, lotta strenua alla pirateria e il contributo delle squadre per sviluppare più contenuti esclusivi come inter- viste con i giocatori. L’esperienza della radio, iniziata a settembre, è la base. La tentazione è forte e coinvolgerebbe tutti i club nella promozione del prodotto. Per evitarlo alle tv servono 900 milioni.
Ma come, la sistema league ancora senza diritti tv?
Eppure mi avevano garantito il brand fosse accecante.

Avranno disdetto il pezzotto come clamoroso segnale di protesta alla legalità.
E' giusto.
 

Franco

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Il canale della Lega è solo una minaccia per spillare più soldi alle tv. Non lo faranno mai per un semplice motivo: gli ascolti della Serie A sono bassi e anche il trend è in ribasso. Metteresi in proprio vuol dire collassare. Non per niente Dazn se la passa male e più di un presidente teme che possa smettere di pagare.
 

Stylox10

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Chissà, magari non tutti i mali vengono per nuocere. Forse è proprio quello che ci vuole per risanare il nostro campionato, a differenza delle solite soluzioni questa non ha precedenti e tantomeno controprove nel bene e nel male ma in qualche modo mi intriga. Sappiamo infatti che con Dazn e Sky si vivacchia, ti tengono a galla e non ti fanno completamente affondare ma nulla di più. Centralizzare tutto e proporre una novità del genere può essere un possibile rilancio di tutto il sistema o la sua definitiva tomba. Piuttosto che continuare avanti a monetine io ci proverei anche se mi domando come verrebbero distribuiti i proventi. Con abbonamenti cuciti su misura che consentano ai tifosi di vedere abbonamenti della propria squadra del cuore cosa potrebbe succedere? Che club con fanbase enormi come Juve Milan e Inter vengono avvantaggiati rispetto ad un Lecce a caso per fare un esempio. Si creerebbe una forbice pericolosa e non capisco bene come la lega possa evitare questo processo. Avremmo chiaramente un Delta assurdo tra top club e club minori e una distribuzione del denaro che nel giro di qualche anno rischia di impoverire le piccole a tal punto di rovinare tutto il prodotto. Senza soldi delle tv non sono in grado di campare. Dovranno studiarsela bene se non vogliono fare una bella frittatona ma, da tifoso, l’idea di poter pagare solo le partite del Milan mi intriga parecchio.

Perché dunque con tutte queste premesse pericolose auspico un cambiamento del genere? Perché sono anni che si vivacchia senza mai cambiare davvero ad ogni assegnazione dei diritti tv ho come la sensazione che si facciano dei passi indietro. Continuando così cosa succederà al prossimo giro? Come ci arriveremo al 2029 e cosa offriranno le tv in quella occasione, 4 angurie e 5 arance? La gente è stanca di pagare tanti soldi per guardare le partite, qualcosa dovranno inventarsi o in un modo o nell’altro la barca affonderà.
 

Mauricio

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Ma finalmente! Però il costo deve essere contenuto. Per vedere tutte le partite del Milan e basta il costo mensile deve essere basso. Sennò non ha senso.
Cioè pagare 20€ al mese solo per il Milan o 30€ per tutto sarebbe assurdo. Giusto per fare un esempio.
 

fabri47

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Speriamo un canale sulla Lega e basta. Sto tri-quadripolio ha rotto.
 

Toby rosso nero

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Sarebbe la manna dal cielo scegliersi solo le partite del Milan e non pagare le altre cesso di partite della serie A, ma salterà fuori sicuramente qualche gabola o mezza truffa.
 

bobbylukr

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Peccato che faranno prezzi al rialzo per cui anche prendere solo la squadra del cuore costerà, come minimo, quanto il prezzo attuale di Dazn(ma probabilmente di più con qualche magata tipo "tutte le partite del Milan in casa a 10 euro al mese, tutte le partite 22,90 euro, con il derby e la Juve 25,90") senza avere quel di più che Dazn ti dá, tipo la NFL.
 
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