Questa cessione mi delude.
I segnali di un suo addio c'erano tutti.
Prima di continuare farei una premessa: il Milan voleva due titolari di talento per il centrocampo che alla fine sono diventati Van Ginkel e Bonaventura, senza dimenticare che fra pochi mesi rientra Montolivo. Cristante non era un titolare, ma una giovane promessa.
Sia il Milan sia Cristante hanno fatto una scelta.
Per me resta un errore cederlo a titolo definitivo. Tuttavia le cose si fanno in tre: un club che acquista, un club che vende e un giocatore che accetta il trasferimento.
Nessuno ha obbligato Cristante ad andarsene. Anzi. Niang tra giugno e primi di luglio era sicuro partente a titolo definitivo ed era stato praticamente ceduto, tuttavia Niang aveva rifiutato ogni trasferimento. Nonostante si è reso infelicemente protagonista di essere un novello Balotelli, si è messo a testa bassa, a capo chino, si è impegnato, si è imposto. Ha conquistato la fiducia di Inzaghi e gli apprezzamenti di Berlusconi, che ne ha bloccato perfino un possibile prestito. Contro la Lazio è entrato e si è visto subito che era un Niang diverso da quello visto in passato. Non è stato impeccabile, ma in quei pochi minuti che ha giocato si è visto un atleta al servizio della squadra e che allo stesso tempo ha tanta voglia di dimostrare di essere uno da Milan.
Come Niang, anche Albertazzi ha declinato ogni offerta di prestito. Piuttosto fa la riserva al Milan, ma si gioca tutte le sue carte di fronte agli occhi di Inzaghi.
Cristante poteva optare di restare, come Niang e Albertazzi. Ha invece preferito andarsene, ma non posso criticarlo per averlo fatto. Cristante ha vissuto dall'interno il caos societario, la vicenda Seedorf, il periodo burrascoso di Allegri l'anno prima, ha assistito ad altri disordini tra società e proprietà quest'estate. Forse gli mancava non la voglia di Milan, ma di questo Milan. E non sentiva neanche molta fiducia, nè dal club nè forse (intendo dire dal suo punto di vista) da parte dei tifosi. Tutti volevano un centrocampista coi piedi buoni. Lui pensava "ci sono io, perchè prendere Van Ginkel? E quando torna Montolivo, che si fa?".
Va al Benfica a fare probabilmente il titolare, in una squadra che gioca la Champions, dove potrà mettersi in mostra. Sa benissmo che per lui il Benfica è solo una fase di passaggio. Se va come spera che vada, e io lo spero di tutto cuore, fra uno o due anni andrà in un grande club (o forse il Milan lo ricomprerà, chi lo sa).
Il Milan è evidente che in Cristante ci credeva ma neanche più di tanto. Inzaghi ha forse visto una carenza di personalità. Meglio darlo in prestito allora, per farlo crescere. Ma dal punto di vista di Cristante cosa poteva essere meglio? Andare in prestito al Genoa, senza grandi motivazioni, o giocare in pianta stabile al Benfica, un club che gioca la Champions e che gli assicura un ingaggio molto superiore a quello che percepiva?
Il Milan ha avallato la cessione, senza la quale non sarebbe arrivato Bonaventura. E' difficile dire cosa sia meglio tra l'avere Van Ginkel e Bonaventura oggi o Cristante domani. E' questione di punti di vista, ma non si poteva avere tutti e tre.
Se non fosse arrivato Bonaventura, la cessione di Cristante sarebbe stata poco tollerabile, ma con l'arrivo dell'ex atalantino il discorso è completamente diverso. Bonaventura è una certezza, al pari di Van Ginkel.
Il Milan ha ceduto a 6 milioni una promessa che non sappiamo come e quanto si imporrà, per prendere quel Bonaventura che è stato uno dei giocatori più seguiti dai club italiani (più volte accostato a Juventus, Roma e Inter), nonchè uno dei più gettonati tra le fantaformazioni e le speranze dei tifosi milanisti.
Spero che Cristante non faccia la fine di Merkel (che potrebbe comunque ritrovarsi, chissà) e che diventi un grande giocatore per il suo bene e per quello della Nazionale italiana di calcio.
A me, da milanista, non posso comunque dire che mi dispiaccia sostituire Cristante con Van Ginkel e Bonaventura. La vedo così: con Van Ginkel e Bonaventura siamo più forti. Con Van Ginkel, Bonaventura e Cristante...saremmo stati forti nella stessa egual misura, perchè Cristante con chi avrebbe avuto davanti avrebbe fatto la riserva per conquistarsi un posto da titolare (o comunque nella rosa dei titolari) con sudore, fatica, coraggio e personalià. Se Cristante, a differenza di Albertazzi e Niang, ha optato per una partenza definitiva, evidentemente ha avuto le sue ragioni, ma al tempo stesso non si può non pensare che forse gli mancava la spinta per giocarsi le sue chance qui a Milano.