Costacurta:"Milan Inter, scudetto, CL e Maldini...".

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L'onnipresente Costacurta, questa mattina a Tuttosport (sempre con gli stessi concetti già espressi a Sky)


«Lo scudetto? Inter la più forte, poi dico Napoli, quindi Milan. Ma attenzione alla Juventus, senza coppe e con quei due cocciuti davanti può lottare fino alla fine».

Costacurta, la partita del 16 settembre a San Siro dirà chi è la più forte fra le due milanesi?
«Oggi l’Inter è più forte, perché i risultati dei quattro derby del 2023 sono lì a dimostrarlo e perché la squadra di Inzaghi è più avanti nell’intesa fra i giocatori. È vero che hanno cambiato molto entrambe, ma i titolari dell’Inter sono al momento quasi gli stessi che pochi mesi fa si sono giocati la finale di Champions. Detto ciò, non è detto che l'Inter sia ancora davanti fra nove mesi perché il Milan ha fatto una bella squadra che può solo crescere».

Si aspettava che fossero già a questo punto dopo la rivoluzione estiva?
«Sì, hanno svolto un mercato con l’intenzione di partire forte. In particolare il Milan che ha scelto giocatori più europei perché sapeva che essendo in terza fascia avrebbe avuto un girone di Champions più tosto».

A proposito di Champions: le milanesi possono ripetersi?
«Nella scorsa annata si sono incastrate un paio di situazioni particolari e pure fortunate, però credo che oggi entrambe siano più forti e abbiano maggiore consapevolezza. Se prima l'obiettivo era passare il girone, oggi entrambe, ma penso anche al Napoli, puntano ai quarti».

Inter e Milan avranno due gironi differenti.
«Chiaramente il gruppo dell’Inter sulla carta è passabile, ma una squadra come il Salisburgo, con tanti giovani interessanti, in una gara può sempre metterti in difficoltà. E le trasferte con Benfica e Real Sociedad non saranno una passeggiata».

E il Milan che se la vedrà con Psg, Newcastle e Borussia Dortmund?
«Dovrà giocare sei battaglie, tutte le squadre si toglieranno punti. Conterà partire bene, ma soprattutto finire alla grande».

Manchester City ancora favorito?
«Sì, davanti al Bayern. Avendo finalmente vinto la coppa, il City si è tolto un peso, giocherà con meno pressione. Certo, i giocatori non dovranno rilassarsi troppo, ma Guardiola non è il tipo da far abbassare la tensione».

Tornando alla Serie A e al Milan: quanto l’ha sorpresa l’addio di Maldini?
«Molto, come a tutti. Io posso solo dire che Paolo è una risorsa in qualsiasi ambiente lo si metta, ma deve fare qualcosa che gli piaccia, non la semplice bandiera. In questi anni ha dimostrato di sapere fare quel lavoro, però ora il Milan ha scelto un’altra metodologia, che non giudico. Vedremo i risultati».

Nello spogliatoio si potrebbe sentire il vuoto lasciato da Maldini e pure da Ibrahimovic?
«Non credo, perché questo non è più il Milan di due-tre anni fa, i ragazzi sono cresciuti, ora sono uomini. E in più bisogna riconoscere come Pioli sia diventato un allenatore molto bravo. Ha sempre avuto belle idee, ora è più sicuro nell’applicarle».

Inter e Milan dunque reduci da un grande mercato, forti e in lotta per lo scudetto. Vede però delle criticità su cui porre attenzione?
«Il Milan non avrà problemi a centrocampo e in attacco, pongo quindi l’attenzione sulla difesa. La stagione di Pioli passa dalle prestazione di Tomori, Thiaw e Kalulu: se alzeranno il livello rispetto all’anno scorso, allora il Milan potrà arrivare in fondo in ogni competizione. Questa è la grande incognita».

E l'Inter?
«Se i nerazzurri eguagliassero l'asticella raggiunta l'anno scorso, avrebbero già ottenuto un grande successo. Credo che il rebus per Inzaghi sia in attacco dove ha perso Dzeko e Lukaku, però se Thuram sarà sempre quello visto contro la Fiorentina, allora... Tenendo presente questo Lautaro: dopo il Mondiale, giocato male, gli è scattato qualcosa e oggi si sente un grande attaccante e non ne vedo in giro molti più forti di lui».

Che idea si è fatto della vicenda Lukaku?
«Credevo che l'Inter fosse la sua confort zone. È stato sorprendente pensando ai suoi moti d'affetto verso l'ambiente nerazzurro, i baci alla maglia. Cose che poteva evitare e che alla lunga stufano. Diciamo che Lukaku probabilmente è un po' labile nei sentimenti».


Le due milanesi dunque lotteranno per lo scudetto. C'è spazio per altre squadre?
«Il Napoli sicuramente lo metto fra Inter e Milan, anche se la perdita di Kim, il miglior difensore d'Europa nella scorsa annata, è molto importante. E poi occhio alla Juventus. Non avrà le coppe e questo sarà un vantaggio. I bianconeri hanno una buona difesa, un centrocampo che potrebbe migliorare con Pogba se stesse finalmente bene. E i due davanti, Chiesa e Vlahovic, che io chiamo i due cocciuti, sono molto forti. Ovvio che i conti vadano rispettati e la Juventus era giusto che valutasse offerte per loro, ma al tempo stesso sono convinto che Giuntoli non volesse cederli, perché sono bravi, giovani e possono avere tanti anni davanti. Devono togliersi dalla testa alcuni pensieri che non li fanno rendere al meglio perché insieme possono essere devastanti. E con loro la Juventus può lottare per lo scudetto».

E chi sarà la sorpresa del campionato?
«Penso possa essere l'anno del Torino: mi è piaciuto l’arrivo di Zapata, così come l’atteggiamento di Buongiorno nel dire no all’Atalanta, da grande capitano».
 

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«Lo scudetto? Inter la più forte, poi dico Napoli, quindi Milan. Ma attenzione alla Juventus, senza coppe e con quei due cocciuti davanti può lottare fino alla fine».

Costacurta, la partita del 16 settembre a San Siro dirà chi è la più forte fra le due milanesi?
«Oggi l’Inter è più forte, perché i risultati dei quattro derby del 2023 sono lì a dimostrarlo e perché la squadra di Inzaghi è più avanti nell’intesa fra i giocatori. È vero che hanno cambiato molto entrambe, ma i titolari dell’Inter sono al momento quasi gli stessi che pochi mesi fa si sono giocati la finale di Champions. Detto ciò, non è detto che l'Inter sia ancora davanti fra nove mesi perché il Milan ha fatto una bella squadra che può solo crescere».

Si aspettava che fossero già a questo punto dopo la rivoluzione estiva?
«Sì, hanno svolto un mercato con l’intenzione di partire forte. In particolare il Milan che ha scelto giocatori più europei perché sapeva che essendo in terza fascia avrebbe avuto un girone di Champions più tosto».

A proposito di Champions: le milanesi possono ripetersi?
«Nella scorsa annata si sono incastrate un paio di situazioni particolari e pure fortunate, però credo che oggi entrambe siano più forti e abbiano maggiore consapevolezza. Se prima l'obiettivo era passare il girone, oggi entrambe, ma penso anche al Napoli, puntano ai quarti».

Inter e Milan avranno due gironi differenti.
«Chiaramente il gruppo dell’Inter sulla carta è passabile, ma una squadra come il Salisburgo, con tanti giovani interessanti, in una gara può sempre metterti in difficoltà. E le trasferte con Benfica e Real Sociedad non saranno una passeggiata».

E il Milan che se la vedrà con Psg, Newcastle e Borussia Dortmund?
«Dovrà giocare sei battaglie, tutte le squadre si toglieranno punti. Conterà partire bene, ma soprattutto finire alla grande».

Manchester City ancora favorito?
«Sì, davanti al Bayern. Avendo finalmente vinto la coppa, il City si è tolto un peso, giocherà con meno pressione. Certo, i giocatori non dovranno rilassarsi troppo, ma Guardiola non è il tipo da far abbassare la tensione».

Tornando alla Serie A e al Milan: quanto l’ha sorpresa l’addio di Maldini?
«Molto, come a tutti. Io posso solo dire che Paolo è una risorsa in qualsiasi ambiente lo si metta, ma deve fare qualcosa che gli piaccia, non la semplice bandiera. In questi anni ha dimostrato di sapere fare quel lavoro, però ora il Milan ha scelto un’altra metodologia, che non giudico. Vedremo i risultati».

Nello spogliatoio si potrebbe sentire il vuoto lasciato da Maldini e pure da Ibrahimovic?
«Non credo, perché questo non è più il Milan di due-tre anni fa, i ragazzi sono cresciuti, ora sono uomini. E in più bisogna riconoscere come Pioli sia diventato un allenatore molto bravo. Ha sempre avuto belle idee, ora è più sicuro nell’applicarle».

Inter e Milan dunque reduci da un grande mercato, forti e in lotta per lo scudetto. Vede però delle criticità su cui porre attenzione?
«Il Milan non avrà problemi a centrocampo e in attacco, pongo quindi l’attenzione sulla difesa. La stagione di Pioli passa dalle prestazione di Tomori, Thiaw e Kalulu: se alzeranno il livello rispetto all’anno scorso, allora il Milan potrà arrivare in fondo in ogni competizione. Questa è la grande incognita».

E l'Inter?
«Se i nerazzurri eguagliassero l'asticella raggiunta l'anno scorso, avrebbero già ottenuto un grande successo. Credo che il rebus per Inzaghi sia in attacco dove ha perso Dzeko e Lukaku, però se Thuram sarà sempre quello visto contro la Fiorentina, allora... Tenendo presente questo Lautaro: dopo il Mondiale, giocato male, gli è scattato qualcosa e oggi si sente un grande attaccante e non ne vedo in giro molti più forti di lui».

Che idea si è fatto della vicenda Lukaku?
«Credevo che l'Inter fosse la sua confort zone. È stato sorprendente pensando ai suoi moti d'affetto verso l'ambiente nerazzurro, i baci alla maglia. Cose che poteva evitare e che alla lunga stufano. Diciamo che Lukaku probabilmente è un po' labile nei sentimenti».


Le due milanesi dunque lotteranno per lo scudetto. C'è spazio per altre squadre?
«Il Napoli sicuramente lo metto fra Inter e Milan, anche se la perdita di Kim, il miglior difensore d'Europa nella scorsa annata, è molto importante. E poi occhio alla Juventus. Non avrà le coppe e questo sarà un vantaggio. I bianconeri hanno una buona difesa, un centrocampo che potrebbe migliorare con Pogba se stesse finalmente bene. E i due davanti, Chiesa e Vlahovic, che io chiamo i due cocciuti, sono molto forti. Ovvio che i conti vadano rispettati e la Juventus era giusto che valutasse offerte per loro, ma al tempo stesso sono convinto che Giuntoli non volesse cederli, perché sono bravi, giovani e possono avere tanti anni davanti. Devono togliersi dalla testa alcuni pensieri che non li fanno rendere al meglio perché insieme possono essere devastanti. E con loro la Juventus può lottare per lo scudetto».

E chi sarà la sorpresa del campionato?
«Penso possa essere l'anno del Torino: mi è piaciuto l’arrivo di Zapata, così come l’atteggiamento di Buongiorno nel dire no all’Atalanta, da grande capitano».
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Costacurta, la partita del 16 settembre a San Siro dirà chi è la più forte fra le due milanesi?
«Oggi l’Inter è più forte, perché i risultati dei quattro derby del 2023 sono lì a dimostrarlo e perché la squadra di Inzaghi è più avanti nell’intesa fra i giocatori. È vero che hanno cambiato molto entrambe, ma i titolari dell’Inter sono al momento quasi gli stessi che pochi mesi fa si sono giocati la finale di Champions. Detto ciò, non è detto che l'Inter sia ancora davanti fra nove mesi perché il Milan ha fatto una bella squadra che può solo crescere».

Si aspettava che fossero già a questo punto dopo la rivoluzione estiva?
«Sì, hanno svolto un mercato con l’intenzione di partire forte. In particolare il Milan che ha scelto giocatori più europei perché sapeva che essendo in terza fascia avrebbe avuto un girone di Champions più tosto».

A proposito di Champions: le milanesi possono ripetersi?
«Nella scorsa annata si sono incastrate un paio di situazioni particolari e pure fortunate, però credo che oggi entrambe siano più forti e abbiano maggiore consapevolezza. Se prima l'obiettivo era passare il girone, oggi entrambe, ma penso anche al Napoli, puntano ai quarti».

Inter e Milan avranno due gironi differenti.
«Chiaramente il gruppo dell’Inter sulla carta è passabile, ma una squadra come il Salisburgo, con tanti giovani interessanti, in una gara può sempre metterti in difficoltà. E le trasferte con Benfica e Real Sociedad non saranno una passeggiata».

E il Milan che se la vedrà con Psg, Newcastle e Borussia Dortmund?
«Dovrà giocare sei battaglie, tutte le squadre si toglieranno punti. Conterà partire bene, ma soprattutto finire alla grande».

Manchester City ancora favorito?
«Sì, davanti al Bayern. Avendo finalmente vinto la coppa, il City si è tolto un peso, giocherà con meno pressione. Certo, i giocatori non dovranno rilassarsi troppo, ma Guardiola non è il tipo da far abbassare la tensione».

Tornando alla Serie A e al Milan: quanto l’ha sorpresa l’addio di Maldini?
«Molto, come a tutti. Io posso solo dire che Paolo è una risorsa in qualsiasi ambiente lo si metta, ma deve fare qualcosa che gli piaccia, non la semplice bandiera. In questi anni ha dimostrato di sapere fare quel lavoro, però ora il Milan ha scelto un’altra metodologia, che non giudico. Vedremo i risultati».

Nello spogliatoio si potrebbe sentire il vuoto lasciato da Maldini e pure da Ibrahimovic?
«Non credo, perché questo non è più il Milan di due-tre anni fa, i ragazzi sono cresciuti, ora sono uomini. E in più bisogna riconoscere come Pioli sia diventato un allenatore molto bravo. Ha sempre avuto belle idee, ora è più sicuro nell’applicarle».

Inter e Milan dunque reduci da un grande mercato, forti e in lotta per lo scudetto. Vede però delle criticità su cui porre attenzione?
«Il Milan non avrà problemi a centrocampo e in attacco, pongo quindi l’attenzione sulla difesa. La stagione di Pioli passa dalle prestazione di Tomori, Thiaw e Kalulu: se alzeranno il livello rispetto all’anno scorso, allora il Milan potrà arrivare in fondo in ogni competizione. Questa è la grande incognita».

E l'Inter?
«Se i nerazzurri eguagliassero l'asticella raggiunta l'anno scorso, avrebbero già ottenuto un grande successo. Credo che il rebus per Inzaghi sia in attacco dove ha perso Dzeko e Lukaku, però se Thuram sarà sempre quello visto contro la Fiorentina, allora... Tenendo presente questo Lautaro: dopo il Mondiale, giocato male, gli è scattato qualcosa e oggi si sente un grande attaccante e non ne vedo in giro molti più forti di lui».

Che idea si è fatto della vicenda Lukaku?
«Credevo che l'Inter fosse la sua confort zone. È stato sorprendente pensando ai suoi moti d'affetto verso l'ambiente nerazzurro, i baci alla maglia. Cose che poteva evitare e che alla lunga stufano. Diciamo che Lukaku probabilmente è un po' labile nei sentimenti».


Le due milanesi dunque lotteranno per lo scudetto. C'è spazio per altre squadre?
«Il Napoli sicuramente lo metto fra Inter e Milan, anche se la perdita di Kim, il miglior difensore d'Europa nella scorsa annata, è molto importante. E poi occhio alla Juventus. Non avrà le coppe e questo sarà un vantaggio. I bianconeri hanno una buona difesa, un centrocampo che potrebbe migliorare con Pogba se stesse finalmente bene. E i due davanti, Chiesa e Vlahovic, che io chiamo i due cocciuti, sono molto forti. Ovvio che i conti vadano rispettati e la Juventus era giusto che valutasse offerte per loro, ma al tempo stesso sono convinto che Giuntoli non volesse cederli, perché sono bravi, giovani e possono avere tanti anni davanti. Devono togliersi dalla testa alcuni pensieri che non li fanno rendere al meglio perché insieme possono essere devastanti. E con loro la Juventus può lottare per lo scudetto».

E chi sarà la sorpresa del campionato?
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