Colombo:"Il Milan, Ibra e Galliani...".

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Lorenzo Colombo alla GDS:"Quando ero al Milan ero già grosso a 18 anni. Ibra l'ha notato e mi ha chiamato Hulk. Ibra mentre stavamo rientrando in campo dopo l'intervallo è venuto da me e Daniel, ci ha detto: "Vi abbiamo mandato qui in prestito per giocare e siete in panchina"... Dopo sono entrato e ho segnato. Ibrahimovic è un compagno che ti da tanto emotivamente secondo me, fa alzare il livello a tutti. Ti porta sempre a fare qualcosa in più. Non ti fa sentire abbastanza in un certo senso, ovvero che è sempre pronto a spronarti, a starti dietro, se sbagli devi subito reagire. Una figura del genere si sente, dà tanto alla squadra, all'ambiente".


"Il mio percorso al Milan è stato fondamentale per la mia crescita come giocatore, uomo, come tutto. Al Milan io devo tutto, davvero, è la mia seconda casa. Ci stavo lavorando tanto a questo gol, era qualche mese che non segnavo. Era molto importante per me come dimostrazione del lavoro che stavo portando avanti. Non ho esultato in segno di riconoscenza. La cosa che secondo me è troppo importante è appunto questo senso di riconoscenza verso il Milan, verso la società che rappresenta il Milan, verso la storia di questo club. Secondo me è troppo importante avere dei valori e portarli nelle cose che si fanno. Rispettare in questo caso chi mi ha cresciuto, chi in questo caso mio ha dato tantissimo ecco".

"Il momento più bello col Milan probabilmente il mio primo gol, nei preliminari di Europa League contro il Bodo Glimt. Facciamo tutti i testi del Covid, Ibra risulta positivo e chiaramente doveva partire lui titolare. Il dottore corre in campo mentre stavamo facendo rifinitura e lo toglie dall'allenamento. A quel punto Pioli è venuto da me e mi ha detto che la sera avrei giocato io titolare. Inizialmente avevo un po' di tensione, ad avvicinarmi alla partita è stato anche magari difficile gestirla visto che era una delle mie prime volte con i grandi, la mia prima volta da titolare quindi, non sono riuscito a riposare, avevo continuamente in testa il pensiero della partita. Ho giocato ed ho anche trovato il mio primo gol. L'unica cosa che mi è dispiaciuta è che lo stato fosse vuoto, però mi ricordo ancora ora un'emozione, una scarica d'adrenalina assurda. Ho fatto un urlo bruttissimo (ride ndr). Segnare con la squadra che mi ha cresciuto, dopo tutta la trafila, non si può spiegare".

"Galliani è una persona formidabile. Ha un'energia incredibile e questa energia la trasmette a tutto l'ambiente. Al boss gli devo tanto, perché mi ha voluto fortemente, ha spinto tanto per avermi, lo ringrazierò per sempre. Cercava di convincermi in un certo senso ad accettare Monza piuttosto che restare al Milan, raccontandomi quello che è il Monza, una società formata da persone preparate, con attrezzature da top club, ed effettivamente è quello che ho trovato".


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