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Aspettavo con ansia questa partita perché lo consideravo come il primo vero esame della stagione nonché snodo per i nostri traguardi.
Esame clamorosamente andato male e che ci ridimensiona non poco, nella testa ancor prima che nella classifica.
Arrivavamo al derby con l’etichetta di squadra che ‘gioca e bene a calcio’ e ci ritrovavamo contro ’la squadra fisica , tattica’ e , a detta di molti, anche ‘fortunata’. Si arrivava al derby con questo menu e con questa presentazione della gara. Per molti addetti ai lavori l’inter è superiore nell’11 ma anche nei 18, avendo Spalletti giocatori pronti e alternative di livello da far subentrare rispetto alla nostra rosa carente e con parecchi buchi.
Oggi, a mente fredda ma ad incaxxatura ancora calda, dovremmo analizzare meglio il concetto di ‘gioco’ e parafrasare il nostro presunto gioco.
Cosa si intende esattamente per ‘gioco’?
Lasciando da parte inutili estetismi zemaniani direi che, essendo il calcio un gioco di squadra, potremmo spiegare il concetto di ‘giocare bene’ come la massima espressione dell’organizzazione in campo tra 11 giocatori che si muovono con sincronismi studiati e preparati, come se a ragionare fosse una mente sola ma a correre fossero 22 gambe.
Fine ultimo del gioco? Vincere la partita, ovvio.
Presupposti per arrivare alla vittoria? Creare e tirare tanto verso la porta concedendo pochissimo agli avversari.
Non esiste concetto di ‘bel gioco’ che possa esulare da questa priorità : in campo si va per fare gol, minimo uno più degli avversari. Le strade per arrivare a questo fine sono tante ma il risultato unico.
Sulla base di questo concetto direi che possiamo già con freddezza e lucidità affermare che il milan non gioca bene, forse palleggia bene ma è tutt’altra cosa.
Siamo una squadra che ama costruire dal basso e lo facciamo palleggiando nella nostra metà campo , a volte nella nostra area, col fine di superare il primo pressing avversario e ritrovarci in superiorità numerica in mezzo al campo. Seguiamo tale indicazione tattica con molto coraggio visto che molte giocate sono rischiose al limite della follia ( biglia che scarica dietro sul portiere con gigio che lascia la porta per far il libero aggiunto è da infarto!!!). Il marchio di fabbrica di questo milan è quindi questo palleggio fitto e basso coi triangoli creati sulle catene di gioco . Oltre a questo cosa facciamo denotare?
Senza palla il milan non ama pressare ma preferisce rientrare e fare densità per lavorare sulle linee di passaggio . Ne consegue già un’ovvietà tattica : il milan è basso, il baricentro è basso quasi dentro la nostra area ed è il nostro progetto di gioco a portare a questo scenario . Gli esterni appena ricevono palla sono i veri numeri 10 con le mezze ali che hanno il compito di aggredire la linea difensiva e la profondità. In questa idea di gioco bisogna prestare molta attenzione alle giocate , alla scelta delle giocate e ai tempi delle giocate. Infatti è vero che il milan ieri ha creato poco ma il confine tra una palla gol clamorosa e palla persa è sottilissimo : un velo non fatto da higuain avrebbe messo calha davanti al portiere avversario dopo pochi minuti, un tocco in più di bonaventura rovina un’azione, un inserimento fatto male da kessie non offre la verticale, ecce cc. Tutte situazione accadute ieri e che lasciano il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato.
Sulla palla persa ci accorgiamo che la nostra difesa non accorcia alzandosi ma resta guardinga, i nostri centrocampisti e attaccanti non pressano ma preferiscono rientrare . Questa è già un’incongruenza tattica che ci porta a spaccarci tra i reparti coi nostri suso e calha che soffrono maledettamente di gamba sul lungo. Le mezze ali sono il vero fulcro di questo modo di intendere e fare calcio e ieri hanno mancato clamorosamente , un po’ per bravura degli avversari ma forse anche per poca lucidità dei diretti interessati.
Suso e calha lanciano la transizione ma se kessie e jack non si buttano negli spazi è la fine.
Il baricentro basso di questo milan è , a mio parere , il vero limite di questa squadra.
Andiamo dritti al cuore del problema e poniamoci delle domande lecite : perché il milan gioca basso e non alza mai la difesa? E’ forse colpa della lentezza dei nostri interpreti difensivi che non ci rassicura su eventuali transizioni avversarie? E’ incapacità di musacchio e romagnoli di coprire lo spazio lasciato alle spalle?
Perché non accorciamo mai in avanti? Perché a palla persa non pressiamo mai? E’ forse colpa della ‘poca gamba’ di suso e calha?
Lo si dica quale è il vero problema e lo si affronti perché con questi presupposti tattici e tecnici siamo un aborto di squadra, una squadra che gioca in modo monotematico.
Ieri l’inter ha giocato in più modi dentro la stessa partita, noi non ci schiodiamo dal nostro spartito.
Se è davvero come credo ormai un limite di alcuni nostri interpreti a portarci a giocare in questo unico modo si affronti il problema e lo si faccia in modo anche drastico e impopolare perché il milan di suso, calha, romagnoli, RR e altri interpreti ormai ha dimostrato che non appena l’asticella si alza ci si scioglie come neve al sole.
Io ad esempio credo che suso e calha assieme non possano giocare, come credo che romagnoli abbia bisogno di un compagno di reparto veloce e come credo anche anche RR non abbia il passo per fare le due fasi.
Forse sarebbero scelte impopolari ma forse in poche mosse saremmo anche capaci di pressare, saremmo capaci anche di alzare la difesa, saremmo capaci di leggere meglio e adattarci meglio ad altre situazioni tattiche che la partita inevitabilmente richiede. Gattuso stesso nel post gara ha detto che l’inter ci ha portato a giocare un calcio che non ci piace e che soffriamo e che la gamba di suso e calha a campo aperto si appesantisce. Ma il milan ha il bagaglio tecnico per indirizzare una partita dall’inizio alla fine fregandosene di ciò che gli avversari possono proporre? Io credo di no, non siamo il barca di guardiola nel far girare palla e avversari come birilli e allora gli avversari vanno tenuti in conto eccome. L’inter ieri non ha fatto altro che far saltare il nostro progetto di palleggio eclissando higuain dalla manovra. Poche semplici mosse del mister nerazzurro e siamo stati ridimensionati come dei pivelli.
Questo milan , e concludo, gioca su equilibri sottili perché tanti/troppi sono i compromessi tattici, dettati da limiti degli interpreti.
Esame clamorosamente andato male e che ci ridimensiona non poco, nella testa ancor prima che nella classifica.
Arrivavamo al derby con l’etichetta di squadra che ‘gioca e bene a calcio’ e ci ritrovavamo contro ’la squadra fisica , tattica’ e , a detta di molti, anche ‘fortunata’. Si arrivava al derby con questo menu e con questa presentazione della gara. Per molti addetti ai lavori l’inter è superiore nell’11 ma anche nei 18, avendo Spalletti giocatori pronti e alternative di livello da far subentrare rispetto alla nostra rosa carente e con parecchi buchi.
Oggi, a mente fredda ma ad incaxxatura ancora calda, dovremmo analizzare meglio il concetto di ‘gioco’ e parafrasare il nostro presunto gioco.
Cosa si intende esattamente per ‘gioco’?
Lasciando da parte inutili estetismi zemaniani direi che, essendo il calcio un gioco di squadra, potremmo spiegare il concetto di ‘giocare bene’ come la massima espressione dell’organizzazione in campo tra 11 giocatori che si muovono con sincronismi studiati e preparati, come se a ragionare fosse una mente sola ma a correre fossero 22 gambe.
Fine ultimo del gioco? Vincere la partita, ovvio.
Presupposti per arrivare alla vittoria? Creare e tirare tanto verso la porta concedendo pochissimo agli avversari.
Non esiste concetto di ‘bel gioco’ che possa esulare da questa priorità : in campo si va per fare gol, minimo uno più degli avversari. Le strade per arrivare a questo fine sono tante ma il risultato unico.
Sulla base di questo concetto direi che possiamo già con freddezza e lucidità affermare che il milan non gioca bene, forse palleggia bene ma è tutt’altra cosa.
Siamo una squadra che ama costruire dal basso e lo facciamo palleggiando nella nostra metà campo , a volte nella nostra area, col fine di superare il primo pressing avversario e ritrovarci in superiorità numerica in mezzo al campo. Seguiamo tale indicazione tattica con molto coraggio visto che molte giocate sono rischiose al limite della follia ( biglia che scarica dietro sul portiere con gigio che lascia la porta per far il libero aggiunto è da infarto!!!). Il marchio di fabbrica di questo milan è quindi questo palleggio fitto e basso coi triangoli creati sulle catene di gioco . Oltre a questo cosa facciamo denotare?
Senza palla il milan non ama pressare ma preferisce rientrare e fare densità per lavorare sulle linee di passaggio . Ne consegue già un’ovvietà tattica : il milan è basso, il baricentro è basso quasi dentro la nostra area ed è il nostro progetto di gioco a portare a questo scenario . Gli esterni appena ricevono palla sono i veri numeri 10 con le mezze ali che hanno il compito di aggredire la linea difensiva e la profondità. In questa idea di gioco bisogna prestare molta attenzione alle giocate , alla scelta delle giocate e ai tempi delle giocate. Infatti è vero che il milan ieri ha creato poco ma il confine tra una palla gol clamorosa e palla persa è sottilissimo : un velo non fatto da higuain avrebbe messo calha davanti al portiere avversario dopo pochi minuti, un tocco in più di bonaventura rovina un’azione, un inserimento fatto male da kessie non offre la verticale, ecce cc. Tutte situazione accadute ieri e che lasciano il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato.
Sulla palla persa ci accorgiamo che la nostra difesa non accorcia alzandosi ma resta guardinga, i nostri centrocampisti e attaccanti non pressano ma preferiscono rientrare . Questa è già un’incongruenza tattica che ci porta a spaccarci tra i reparti coi nostri suso e calha che soffrono maledettamente di gamba sul lungo. Le mezze ali sono il vero fulcro di questo modo di intendere e fare calcio e ieri hanno mancato clamorosamente , un po’ per bravura degli avversari ma forse anche per poca lucidità dei diretti interessati.
Suso e calha lanciano la transizione ma se kessie e jack non si buttano negli spazi è la fine.
Il baricentro basso di questo milan è , a mio parere , il vero limite di questa squadra.
Andiamo dritti al cuore del problema e poniamoci delle domande lecite : perché il milan gioca basso e non alza mai la difesa? E’ forse colpa della lentezza dei nostri interpreti difensivi che non ci rassicura su eventuali transizioni avversarie? E’ incapacità di musacchio e romagnoli di coprire lo spazio lasciato alle spalle?
Perché non accorciamo mai in avanti? Perché a palla persa non pressiamo mai? E’ forse colpa della ‘poca gamba’ di suso e calha?
Lo si dica quale è il vero problema e lo si affronti perché con questi presupposti tattici e tecnici siamo un aborto di squadra, una squadra che gioca in modo monotematico.
Ieri l’inter ha giocato in più modi dentro la stessa partita, noi non ci schiodiamo dal nostro spartito.
Se è davvero come credo ormai un limite di alcuni nostri interpreti a portarci a giocare in questo unico modo si affronti il problema e lo si faccia in modo anche drastico e impopolare perché il milan di suso, calha, romagnoli, RR e altri interpreti ormai ha dimostrato che non appena l’asticella si alza ci si scioglie come neve al sole.
Io ad esempio credo che suso e calha assieme non possano giocare, come credo che romagnoli abbia bisogno di un compagno di reparto veloce e come credo anche anche RR non abbia il passo per fare le due fasi.
Forse sarebbero scelte impopolari ma forse in poche mosse saremmo anche capaci di pressare, saremmo capaci anche di alzare la difesa, saremmo capaci di leggere meglio e adattarci meglio ad altre situazioni tattiche che la partita inevitabilmente richiede. Gattuso stesso nel post gara ha detto che l’inter ci ha portato a giocare un calcio che non ci piace e che soffriamo e che la gamba di suso e calha a campo aperto si appesantisce. Ma il milan ha il bagaglio tecnico per indirizzare una partita dall’inizio alla fine fregandosene di ciò che gli avversari possono proporre? Io credo di no, non siamo il barca di guardiola nel far girare palla e avversari come birilli e allora gli avversari vanno tenuti in conto eccome. L’inter ieri non ha fatto altro che far saltare il nostro progetto di palleggio eclissando higuain dalla manovra. Poche semplici mosse del mister nerazzurro e siamo stati ridimensionati come dei pivelli.
Questo milan , e concludo, gioca su equilibri sottili perché tanti/troppi sono i compromessi tattici, dettati da limiti degli interpreti.