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N
Io ho iniziato a seguire 'assaggi' di calcio in diretta con 'quelli che il calcio' quando le pay tv iniziavano ad esistere ma io non ero ancora abbonato.
Quelli che il calcio fu un programma geniale perchè i giornalisti erano giornalisti e le macchiette erano macchiette, oggi invece i ruoli si sono confusi tra loro presso le varie emittenti.
Le esultanze dei giocatori sui gol coi contorni coi colori della squadra di riferimento attorno lo schermo sono state le prime immagini in diretta concesse alla gente.
Credo la vera rivoluzione sia stata portare il calcio della domenica nelle case delle persone ma di qualità ne ho vista spesso poca e spesso è stata enfatizzata.
La qualità di 'tutto il calcio minuto per minuto' raramente l'ho ritrovata e si che da chi il calcio può anche trasmetterlo e non solo raccontarlo per voce sarebbe doveroso pretendere di meglio.
Vedo troppe macchiette in giro e pochi giornalisti veri.
A me piacciono i repice, non i caressa.
La voce narrante del calcio deve essere una discreta presenza e non deve invadere il campo.
Chi racconta un evento non deve mai innalzarsi più dell'evento, anche abbandonare la scena ad evento finito è segno di grandezza.
Non capisco questo goffo tentativo di far passare il tutto come una ventata di giovinezza quando dietro lo streaming ci sono solo motivi economici e di costi.Ambrosini, volto tecnico di Dazn e Amazon, a Tv blog:
"Dazn ha un approccio più nuovo nella gestione dei contenuti, rispetto a Sky; trasmettendo in streaming, vuole prendere un pubblico ancora più giovane, c’è una sensazione di freschezza.
Prime Video di Amazon dà la sensazione di grande potenza, professionalità e ambizione
Io ragiono da utente.
Chi ascolta una seconda voce in una telecronaca, cosa si aspetta?
Se è troppo presente, a me piace di meno.
Ritengo che riempire la telecronaca di concetti non la renda migliore.
È un mio gusto personale, che cerco di trasferire nel lavoro.
Va lasciato il tempo allo spettatore di ragionare
Se fino ad ora non sono rientrato nel calcio, è difficile che possa accadere più avanti.
Con il mondo che sta cambiando, con i contenuti on demand, c’è la possibilità che il mio mestiere si amplifichi.
L’intervista che feci ad Ibrahimovic un anno fa per Sky ne è una dimostrazione.
L’idea di continuare a fare una cosa del genere in futuro è interessante.
E, per il momento, non ho in mente di fare altro
Per fare una buona telecronaca serve che tra telecronista e seconda voce ci sia feeling.
E devo dire che sono stato rimasto molto piacevolmente stupito per quanto io mi sia trovato in sintonia sia con Piccinini, sia con Pardo.
Gli stili sono diversi, ma di entrambi mi piace che loro seguono anche uno spunto mio, magari commentandolo o contrastandolo.
È una cosa fondamentale.
Il telecronista non deve lasciar cadere la mia annotazione tecnico-tattica, non deve ignorarla.
Non ci sono grosse differenze"
Io ho iniziato a seguire 'assaggi' di calcio in diretta con 'quelli che il calcio' quando le pay tv iniziavano ad esistere ma io non ero ancora abbonato.
Quelli che il calcio fu un programma geniale perchè i giornalisti erano giornalisti e le macchiette erano macchiette, oggi invece i ruoli si sono confusi tra loro presso le varie emittenti.
Le esultanze dei giocatori sui gol coi contorni coi colori della squadra di riferimento attorno lo schermo sono state le prime immagini in diretta concesse alla gente.
Credo la vera rivoluzione sia stata portare il calcio della domenica nelle case delle persone ma di qualità ne ho vista spesso poca e spesso è stata enfatizzata.
La qualità di 'tutto il calcio minuto per minuto' raramente l'ho ritrovata e si che da chi il calcio può anche trasmetterlo e non solo raccontarlo per voce sarebbe doveroso pretendere di meglio.
Vedo troppe macchiette in giro e pochi giornalisti veri.
A me piacciono i repice, non i caressa.
La voce narrante del calcio deve essere una discreta presenza e non deve invadere il campo.
Chi racconta un evento non deve mai innalzarsi più dell'evento, anche abbandonare la scena ad evento finito è segno di grandezza.
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