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ministro dello Sport a Repubblica per il cambiamento climatico:
«Credo, da tempo non sospetto, che lo sport possa essere il principale testimonial della lotta al cambiamento climatico e svolgere ogni giorno una funzione educativa ed evocativa, dicendo a praticanti, dirigenti, tecnici, ai tifosi e alla società civile tutta che questa è la strada da seguire.
Il calcio, per il seguito che ha, può fare da locomotiva, guidare una svolta che non deve essere solo testimonianza ma cambiamento reale.
Per questo approvo pienamente la scelta della Lega di far indossare ai capitani di Serie A una fascia dedicata al clima per la Giornata della Terra: sono felice di questo impegno, ma partiamo da qui per iniziare una nuova stagione con una strategia precisa.
Le politiche per l’ambiente devono essere impegno quotidiano, non una giornata dedicata
Intanto i due terzi degli stadi sono pubblici, di enti locali; poi c’è una banca, il Credito sportivo, che è l’unica al mondo che si occupa di sport e cultura; e poi non è un caso che il ministro della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin abbia un sottosegretario con delega alle tematiche ambientali applicate allo Sport, Claudio Barbaro
Possiamo impostare il lavoro e non solo.
Tutti i centri di preparazione olimpica e formazione federale che finanziamo devono passare alle rinnovabili.
Poi possiamo elaborare un protocollo di buone pratiche su acqua, rifiuti e plastica; e fare in modo che il Credito Sportivo nei suoi finanziamenti dia priorità alle tematiche energetiche
Ogni stadio può e deve diventare una comunità energetica.
È quello che stiamo immaginando per lo stadio Olimpico, dando una indicazione chiara a Sport&Salute che ne è proprietario: immaginare una riqualificazione che passi dalla sostituzione dell’attuale copertura.
Uno studio preliminare dimostra che in questo modo, oltre a restituirci un pezzo di visione di Monte Mario e valorizzare l’architettura dello stadio, è possibile produrre l’energia per alimentare tutto il Foro Italico.
Con una spesa di 80 milioni di euro, lo faremo nel giro di due anni e sarà più di una dichiarazione di intenti».
«Credo, da tempo non sospetto, che lo sport possa essere il principale testimonial della lotta al cambiamento climatico e svolgere ogni giorno una funzione educativa ed evocativa, dicendo a praticanti, dirigenti, tecnici, ai tifosi e alla società civile tutta che questa è la strada da seguire.
Il calcio, per il seguito che ha, può fare da locomotiva, guidare una svolta che non deve essere solo testimonianza ma cambiamento reale.
Per questo approvo pienamente la scelta della Lega di far indossare ai capitani di Serie A una fascia dedicata al clima per la Giornata della Terra: sono felice di questo impegno, ma partiamo da qui per iniziare una nuova stagione con una strategia precisa.
Le politiche per l’ambiente devono essere impegno quotidiano, non una giornata dedicata
Intanto i due terzi degli stadi sono pubblici, di enti locali; poi c’è una banca, il Credito sportivo, che è l’unica al mondo che si occupa di sport e cultura; e poi non è un caso che il ministro della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin abbia un sottosegretario con delega alle tematiche ambientali applicate allo Sport, Claudio Barbaro
Possiamo impostare il lavoro e non solo.
Tutti i centri di preparazione olimpica e formazione federale che finanziamo devono passare alle rinnovabili.
Poi possiamo elaborare un protocollo di buone pratiche su acqua, rifiuti e plastica; e fare in modo che il Credito Sportivo nei suoi finanziamenti dia priorità alle tematiche energetiche
Ogni stadio può e deve diventare una comunità energetica.
È quello che stiamo immaginando per lo stadio Olimpico, dando una indicazione chiara a Sport&Salute che ne è proprietario: immaginare una riqualificazione che passi dalla sostituzione dell’attuale copertura.
Uno studio preliminare dimostra che in questo modo, oltre a restituirci un pezzo di visione di Monte Mario e valorizzare l’architettura dello stadio, è possibile produrre l’energia per alimentare tutto il Foro Italico.
Con una spesa di 80 milioni di euro, lo faremo nel giro di due anni e sarà più di una dichiarazione di intenti».