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Paolo Maldini, intervistato da Rolling Stones, ha parlato della sua annata da dirigente. Ecco le dichiarazioni:"La stagione appena finita? diciamo che questi nove anni di pausa me li hanno fatti pagare tutti (ride). Sarà che io so affrontare il lavoro – e ne ho fatti solo due nella mia vita, prima il calciatore e ora il dirigente – solo così, ma devo dire che ho trovato questa esperienza molto impegnativa. Decisamente di più rispetto alla carriera da atleta. Quando giocavo, finiti gli allenamenti avevo tempo per stare con la mia famiglia. Il dirigente, invece, non stacca mai con la testa. E il telefono suona in ogni momento. Il lavoro da dirigente? Diciamo che stare in ufficio non è mai stato l’obiettivo della mia vita. Tornare a Milanello e partecipare alla vita della squadra, invece, è stato molto bello. I tifosi del MIlan? Io credo che quello che uno ha fatto sul campo rimanga sempre, soprattutto in un posto in cui vige un forte senso di appartenenza come il Milan. E questo mi ha aiutato. Però il tifoso si aspetta sempre di tornare ai fasti di un tempo, è esigente per definizione. E poi non è che un buon calciatore sia automaticamente un buon dirigente. San Siro? E' perfetto per chi ci gioca, il pubblico lì a due passi dà qualcosa di unico. Per chi guarda, invece, servirebbe un’esperienza migliore, ma questo si fa solo con uno stadio di proprietà".