Jaqen
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Pomì Casalmaggiore nella pallavolo femminile è una realtà professionista molto forte, che è in salute a livello societario e che ogni anno punta ai vertici della classifica italiana ed europea. Ad oggi ha un fattore in comune con noi, con il Milan: la mancanza di risultati.
All'ennesima prestazione deludente con una squadra che visti i valori tecnici deve arrivare almeno in semifinale scudetto, il presidente ha deciso di mandare tutti in ritiro, programmare allenamenti a natale, vigilia e santo Stefano compreso, scuse in pubblico e in tv verso tifosi e sponsor e soprattutto, stipendi bloccati. Per delle atlete professioniste il blocco degli stipendi equivale a una coltellata sulla mano, non ci sono i grandi contratti e ogni bonifico mensile è necessario per poter crearsi una vita dopo l'attività. Posso assicurarvi che non è volata una mosca, in relazione all'esposizione mondiale della nostra squadra, nessun quotidiano sportivo nazionale o locale si è permesso di parlare di giocatrici con i musi lunghi o arrabbiati con la scelta societaria, perché la situazione è chiara per tutti, o si cambia registro o non si va da nessuna parte.
Dalla nostra parte invece sembra un dramma, qualcosa che "non serve a nulla", rende tristi i giocatori "che pensano a dove andare a giocare l'anno prossimo" o "che poverini non possono stare con la loro famiglia".
Può essere una domanda stupida ma..Perché questo diverso tipo di atteggiamento? Lo pensano davvero ed è vero o è solo un modo per essere contro di noi? Non riesco a darmi risposta.
All'ennesima prestazione deludente con una squadra che visti i valori tecnici deve arrivare almeno in semifinale scudetto, il presidente ha deciso di mandare tutti in ritiro, programmare allenamenti a natale, vigilia e santo Stefano compreso, scuse in pubblico e in tv verso tifosi e sponsor e soprattutto, stipendi bloccati. Per delle atlete professioniste il blocco degli stipendi equivale a una coltellata sulla mano, non ci sono i grandi contratti e ogni bonifico mensile è necessario per poter crearsi una vita dopo l'attività. Posso assicurarvi che non è volata una mosca, in relazione all'esposizione mondiale della nostra squadra, nessun quotidiano sportivo nazionale o locale si è permesso di parlare di giocatrici con i musi lunghi o arrabbiati con la scelta societaria, perché la situazione è chiara per tutti, o si cambia registro o non si va da nessuna parte.
Dalla nostra parte invece sembra un dramma, qualcosa che "non serve a nulla", rende tristi i giocatori "che pensano a dove andare a giocare l'anno prossimo" o "che poverini non possono stare con la loro famiglia".
Può essere una domanda stupida ma..Perché questo diverso tipo di atteggiamento? Lo pensano davvero ed è vero o è solo un modo per essere contro di noi? Non riesco a darmi risposta.