Montolivo:"Aspetto risposte. Gattuso non ha mai spiegato".

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Riccardo Montolivo intervistato in esclusiva dal Corriere della Sera in edicola oggi, 13 novembre:"In Milan Fiorentina Gattuso mise Calabria davanti alla difesa, invece che me. Cosa provai? No, a quel punto mi sembrava palese che il problema non fossi io. E che le risposte alle mie domande non sarebbero mai più arrivate. Ho parlato con il tecnico. Mi ha detto che i miei dati nei test non erano al livello dei miei compagni. Come sarebbe stato impossibile visto che fino a metà novembre non mi è mai stato concesso di allenarmi con il gruppo. Per giustificare la mia chiamata, poi, Gattuso fece riferimento all’indisponibilità di Brescianini e Torrasi, due Primavera. Quasi dovesse scusarsi".

"Cosa succedeva quando arrivavo all'allenamento? Dopo il “torello” con la squadra, venivo invitato ad allenarmi, spesso solo, altre volte con Halilovic, o con i giovani della Primavera".

"Cosa è successo con Gattuso? Per me nulla, ma non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte".

"Rapporto difficile il nostro? No, anzi. Nel novembre 2017, quando sostituì Montella, Gattuso chiamò me e qualche altro giocatore più esperto per chiedere e ottenere il giusto sostegno".

"I gradi di capitano tolti? Dall’estate precedente, allenatore Montella, d.s. Mira- belli. Sono loro che dopo l’arrivo di Bonucci mi dicono che avrei dovuto cedergli la fascia di capitano. Rispondo che non mi sembrava una buona idea, perché il Milan era un grande club, aveva equilibri delicati, altri compagni come Bonaventura avrebbero svolto meglio quel ruolo e comunque la decisione doveva essere presa nello spogliatoio. Loro risposero che non c’era discussione, era la scelta dell’allora presidente Yonghong Li. Stessa risposta che ebbi da Bonucci. Fui io ad andare a consegnarli la fascia? No".

"Mia carriera al Milan finita con l'arrivo di Biglia? Se così fosse stato, nessuno me lo ha mai detto. Biglia era un acquisto importante. Ha solo un anno in meno? Non discuto di questo. Poteva starci un cambio delle gerarchie, lui titolare e io a giocarmi il posto".


"Perchè a luglio 2018 non sono partito per gli Usa? Non mi venne mai spiegato. I dati di Milan Lab confermarono la mia ottima condizione, ma evidentemente non era questo il problema. La decisione mi venne comunicata dal team manager, con un sms il giorno prima della partenza. Ne ho parlato anche con Leonardo e Maldini, tutti mi dissero che ero diventato la terza scelta, che dovevo capire. Ma era un senso di ignavia, la cosa che più mi deprimeva. Poi, dopo l’episodio di Milan- Fiorentina, mi è sembrato chiaro che non fossi più la terza. Forse ero diventato la nona. Quando sono entrato sul 4-0 per la Juve in Coppa Italia ho pensato che non fosse certo una manifestazione di stima e affetto".


"Perchè sono rimasto? Sono rimasto per motivi diversi. A fine luglio, dopo la non convocazione per la tournée, mancavano una manciata di giorni alla fine del calciomercato, che quell’estate chiudeva a Ferragosto. Nel gennaio successivo era iniziato uno stillicidio di voci. Io stavo bene, sto bene, ma qualcuno iniziava a non crederci: come se non si volesse contraddire il Milan e puntare su di me. Comunque sia chiaro: non ho mai rifiutato un trasferimento".

"Sono diventato il capitano simbolo della decadenza del Milan? Forse, dieci giorni dopo vennero ceduti Ibra e Thiago Silva. E poi ripenso al gol nel primo derby: bello, davvero, ma annullato, per un fallo inesistente. Magari era un segnale".

"Cosa dirò a Gattuso quando lo incontrerò? Credo nulla, magari lo saluterò. Però ricordo che lui mi disse, “io non avrei reagito come te a questa situazione”. Evidentemente siamo diversi".
 

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Riccardo Montolivo intervistato in esclusiva dal Corriere della Sera in edicola oggi, 13 novembre:"In Milan Fiorentina Gattuso mise Calabria davanti alla difesa, invece che me. Cosa provai? No, a quel punto mi sembrava palese che il problema non fossi io. E che le risposte alle mie domande non sarebbero mai più arrivate. Ho parlato con il tecnico. Mi ha detto che i miei dati nei test non erano al livello dei miei compagni. Come sarebbe stato impossibile visto che fino a metà novembre non mi è mai stato concesso di allenarmi con il gruppo. Per giustificare la mia chiamata, poi, Gattuso fece riferimento all’indisponibilità di Brescianini e Torrasi, due Primavera. Quasi dovesse scusarsi".

"Cosa succedeva quando arrivavo all'allenamento? Dopo il “torello” con la squadra, venivo invitato ad allenarmi, spesso solo, altre volte con Halilovic, o con i giovani della Primavera".

"Cosa è successo con Gattuso? Per me nulla, ma non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte".

"Rapporto difficile il nostro? No, anzi. Nel novembre 2017, quando sostituì Montella, Gattuso chiamò me e qualche altro giocatore più esperto per chiedere e ottenere il giusto sostegno".

"I gradi di capitano tolti? Dall’estate precedente, allenatore Montella, d.s. Mira- belli. Sono loro che dopo l’arrivo di Bonucci mi dicono che avrei dovuto cedergli la fascia di capitano. Rispondo che non mi sembrava una buona idea, perché il Milan era un grande club, aveva equilibri delicati, altri compagni come Bonaventura avrebbero svolto meglio quel ruolo e comunque la decisione doveva essere presa nello spogliatoio. Loro risposero che non c’era discussione, era la scelta dell’allora presidente Yonghong Li. Stessa risposta che ebbi da Bonucci. Fui io ad andare a consegnarli la fascia? No".

"Mia carriera al Milan finita con l'arrivo di Biglia? Se così fosse stato, nessuno me lo ha mai detto. Biglia era un acquisto importante. Ha solo un anno in meno? Non discuto di questo. Poteva starci un cambio delle gerarchie, lui titolare e io a giocarmi il posto".


"Perchè a luglio 2018 non sono partito per gli Usa? Non mi venne mai spiegato. I dati di Milan Lab confermarono la mia ottima condizione, ma evidentemente non era questo il problema. La decisione mi venne comunicata dal team manager, con un sms il giorno prima della partenza. Ne ho parlato anche con Leonardo e Maldini, tutti mi dissero che ero diventato la terza scelta, che dovevo capire. Ma era un senso di ignavia, la cosa che più mi deprimeva. Poi, dopo l’episodio di Milan- Fiorentina, mi è sembrato chiaro che non fossi più la terza. Forse ero diventato la nona. Quando sono entrato sul 4-0 per la Juve in Coppa Italia ho pensato che non fosse certo una manifestazione di stima e affetto".


"Perchè sono rimasto? Sono rimasto per motivi diversi. A fine luglio, dopo la non convocazione per la tournée, mancavano una manciata di giorni alla fine del calciomercato, che quell’estate chiudeva a Ferragosto. Nel gennaio successivo era iniziato uno stillicidio di voci. Io stavo bene, sto bene, ma qualcuno iniziava a non crederci: come se non si volesse contraddire il Milan e puntare su di me. Comunque sia chiaro: non ho mai rifiutato un trasferimento".

"Sono diventato il capitano simbolo della decadenza del Milan? Forse, dieci giorni dopo vennero ceduti Ibra e Thiago Silva. E poi ripenso al gol nel primo derby: bello, davvero, ma annullato, per un fallo inesistente. Magari era un segnale".

"Cosa dirò a Gattuso quando lo incontrerò? Credo nulla, magari lo saluterò. Però ricordo che lui mi disse, “io non avrei reagito come te a questa situazione”. Evidentemente siamo diversi".

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Riccardo Montolivo intervistato in esclusiva dal Corriere della Sera in edicola oggi, 13 novembre:"In Milan Fiorentina Gattuso mise Calabria davanti alla difesa, invece che me. Cosa provai? No, a quel punto mi sembrava palese che il problema non fossi io. E che le risposte alle mie domande non sarebbero mai più arrivate. Ho parlato con il tecnico. Mi ha detto che i miei dati nei test non erano al livello dei miei compagni. Come sarebbe stato impossibile visto che fino a metà novembre non mi è mai stato concesso di allenarmi con il gruppo. Per giustificare la mia chiamata, poi, Gattuso fece riferimento all’indisponibilità di Brescianini e Torrasi, due Primavera. Quasi dovesse scusarsi".

"Cosa succedeva quando arrivavo all'allenamento? Dopo il “torello” con la squadra, venivo invitato ad allenarmi, spesso solo, altre volte con Halilovic, o con i giovani della Primavera".

"Cosa è successo con Gattuso? Per me nulla, ma non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte".

"Rapporto difficile il nostro? No, anzi. Nel novembre 2017, quando sostituì Montella, Gattuso chiamò me e qualche altro giocatore più esperto per chiedere e ottenere il giusto sostegno".

"I gradi di capitano tolti? Dall’estate precedente, allenatore Montella, d.s. Mira- belli. Sono loro che dopo l’arrivo di Bonucci mi dicono che avrei dovuto cedergli la fascia di capitano. Rispondo che non mi sembrava una buona idea, perché il Milan era un grande club, aveva equilibri delicati, altri compagni come Bonaventura avrebbero svolto meglio quel ruolo e comunque la decisione doveva essere presa nello spogliatoio. Loro risposero che non c’era discussione, era la scelta dell’allora presidente Yonghong Li. Stessa risposta che ebbi da Bonucci. Fui io ad andare a consegnarli la fascia? No".

"Mia carriera al Milan finita con l'arrivo di Biglia? Se così fosse stato, nessuno me lo ha mai detto. Biglia era un acquisto importante. Ha solo un anno in meno? Non discuto di questo. Poteva starci un cambio delle gerarchie, lui titolare e io a giocarmi il posto".


"Perchè a luglio 2018 non sono partito per gli Usa? Non mi venne mai spiegato. I dati di Milan Lab confermarono la mia ottima condizione, ma evidentemente non era questo il problema. La decisione mi venne comunicata dal team manager, con un sms il giorno prima della partenza. Ne ho parlato anche con Leonardo e Maldini, tutti mi dissero che ero diventato la terza scelta, che dovevo capire. Ma era un senso di ignavia, la cosa che più mi deprimeva. Poi, dopo l’episodio di Milan- Fiorentina, mi è sembrato chiaro che non fossi più la terza. Forse ero diventato la nona. Quando sono entrato sul 4-0 per la Juve in Coppa Italia ho pensato che non fosse certo una manifestazione di stima e affetto".


"Perchè sono rimasto? Sono rimasto per motivi diversi. A fine luglio, dopo la non convocazione per la tournée, mancavano una manciata di giorni alla fine del calciomercato, che quell’estate chiudeva a Ferragosto. Nel gennaio successivo era iniziato uno stillicidio di voci. Io stavo bene, sto bene, ma qualcuno iniziava a non crederci: come se non si volesse contraddire il Milan e puntare su di me. Comunque sia chiaro: non ho mai rifiutato un trasferimento".

"Sono diventato il capitano simbolo della decadenza del Milan? Forse, dieci giorni dopo vennero ceduti Ibra e Thiago Silva. E poi ripenso al gol nel primo derby: bello, davvero, ma annullato, per un fallo inesistente. Magari era un segnale".

"Cosa dirò a Gattuso quando lo incontrerò? Credo nulla, magari lo saluterò. Però ricordo che lui mi disse, “io non avrei reagito come te a questa situazione”. Evidentemente siamo diversi".

Aspettavo da tempo che dicesse la sua sulla sua folle gestione.
Direi che innanzitutto da questa intervista traspare tanta/infinita mediocrità. Leggendo certe parole non mi sorprendo affatto se il milan oggi è ridotto come è ridotto.
Questo è stato un giocatore mediocre, buono forse di indole, ma mediocre nelle ambizioni.
Il milan praticamente gli ha fatto capire in tutti i modi che non era più gradito ma lui non si è mosso perchè di offerte non ne sono arrivate . Questa la ricostruzione più verosimile.
La sua gestione comunque è stata folle e scriteriata ed è chiaro che ci fossero motivazioni extra calcistiche che esulavano da ogni discorso tecnico.
Forse era una gola profonda nello spogliatoio o forse era troppo amico della proprietà precedente e forse non era nemmeno una presenza positiva dentro lo spogliatoio.
Ho provato infinita tristezza nel leggere questa intervista, l'ultimo passaggio in particolare, quello in cui si dice che gattuso gli ha chiaramente detto in faccia che lui non avrebbe reagito come invece ha fatto l'ex capitano, rende perfettamente l'idea di un uomo fragile nelle ambizioni, nell'autostima, nell'amor proprio e nella personalità.
Etichettato come il capitano della decadenza del milan, oggi lui stesso lo ammette.
Infinita tristezza.
E magari oggi lo spogliatoio del milan è pieno di altri montolivo che spiegano la decadenza di questo club.
 

Black

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peccato che Mortolivo non spieghi come mai ha preferito farsi umiliare a Milanello, invece che andare a giocare altrove.... meglio i SOLDI!
 

Milanforever26

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Riccardo Montolivo intervistato in esclusiva dal Corriere della Sera in edicola oggi, 13 novembre:"In Milan Fiorentina Gattuso mise Calabria davanti alla difesa, invece che me. Cosa provai? No, a quel punto mi sembrava palese che il problema non fossi io. E che le risposte alle mie domande non sarebbero mai più arrivate. Ho parlato con il tecnico. Mi ha detto che i miei dati nei test non erano al livello dei miei compagni. Come sarebbe stato impossibile visto che fino a metà novembre non mi è mai stato concesso di allenarmi con il gruppo. Per giustificare la mia chiamata, poi, Gattuso fece riferimento all’indisponibilità di Brescianini e Torrasi, due Primavera. Quasi dovesse scusarsi".

"Cosa succedeva quando arrivavo all'allenamento? Dopo il “torello” con la squadra, venivo invitato ad allenarmi, spesso solo, altre volte con Halilovic, o con i giovani della Primavera".

"Cosa è successo con Gattuso? Per me nulla, ma non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte".

"Rapporto difficile il nostro? No, anzi. Nel novembre 2017, quando sostituì Montella, Gattuso chiamò me e qualche altro giocatore più esperto per chiedere e ottenere il giusto sostegno".

"I gradi di capitano tolti? Dall’estate precedente, allenatore Montella, d.s. Mira- belli. Sono loro che dopo l’arrivo di Bonucci mi dicono che avrei dovuto cedergli la fascia di capitano. Rispondo che non mi sembrava una buona idea, perché il Milan era un grande club, aveva equilibri delicati, altri compagni come Bonaventura avrebbero svolto meglio quel ruolo e comunque la decisione doveva essere presa nello spogliatoio. Loro risposero che non c’era discussione, era la scelta dell’allora presidente Yonghong Li. Stessa risposta che ebbi da Bonucci. Fui io ad andare a consegnarli la fascia? No".

"Mia carriera al Milan finita con l'arrivo di Biglia? Se così fosse stato, nessuno me lo ha mai detto. Biglia era un acquisto importante. Ha solo un anno in meno? Non discuto di questo. Poteva starci un cambio delle gerarchie, lui titolare e io a giocarmi il posto".


"Perchè a luglio 2018 non sono partito per gli Usa? Non mi venne mai spiegato. I dati di Milan Lab confermarono la mia ottima condizione, ma evidentemente non era questo il problema. La decisione mi venne comunicata dal team manager, con un sms il giorno prima della partenza. Ne ho parlato anche con Leonardo e Maldini, tutti mi dissero che ero diventato la terza scelta, che dovevo capire. Ma era un senso di ignavia, la cosa che più mi deprimeva. Poi, dopo l’episodio di Milan- Fiorentina, mi è sembrato chiaro che non fossi più la terza. Forse ero diventato la nona. Quando sono entrato sul 4-0 per la Juve in Coppa Italia ho pensato che non fosse certo una manifestazione di stima e affetto".


"Perchè sono rimasto? Sono rimasto per motivi diversi. A fine luglio, dopo la non convocazione per la tournée, mancavano una manciata di giorni alla fine del calciomercato, che quell’estate chiudeva a Ferragosto. Nel gennaio successivo era iniziato uno stillicidio di voci. Io stavo bene, sto bene, ma qualcuno iniziava a non crederci: come se non si volesse contraddire il Milan e puntare su di me. Comunque sia chiaro: non ho mai rifiutato un trasferimento".

"Sono diventato il capitano simbolo della decadenza del Milan? Forse, dieci giorni dopo vennero ceduti Ibra e Thiago Silva. E poi ripenso al gol nel primo derby: bello, davvero, ma annullato, per un fallo inesistente. Magari era un segnale".

"Cosa dirò a Gattuso quando lo incontrerò? Credo nulla, magari lo saluterò. Però ricordo che lui mi disse, “io non avrei reagito come te a questa situazione”. Evidentemente siamo diversi".

Quante menate solo per non ammettere che è rimasto per soldi perché aveva offerte solo da squadrette a 1/3 dello stipendio (se va bene)
Non a caso a 33 anni manco in B l'hanno cercato..

Dai che tra un anno ti aspetta il Monza
 
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che verme. una delle poche cose buone fatte da gattuso.

mi pare strano però che "uomo vero" non gli abbia detto il perchè di questa cosa.
 
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Riccardo Montolivo intervistato in esclusiva dal Corriere della Sera in edicola oggi, 13 novembre:"In Milan Fiorentina Gattuso mise Calabria davanti alla difesa, invece che me. Cosa provai? No, a quel punto mi sembrava palese che il problema non fossi io. E che le risposte alle mie domande non sarebbero mai più arrivate. Ho parlato con il tecnico. Mi ha detto che i miei dati nei test non erano al livello dei miei compagni. Come sarebbe stato impossibile visto che fino a metà novembre non mi è mai stato concesso di allenarmi con il gruppo. Per giustificare la mia chiamata, poi, Gattuso fece riferimento all’indisponibilità di Brescianini e Torrasi, due Primavera. Quasi dovesse scusarsi".

"Cosa succedeva quando arrivavo all'allenamento? Dopo il “torello” con la squadra, venivo invitato ad allenarmi, spesso solo, altre volte con Halilovic, o con i giovani della Primavera".

"Cosa è successo con Gattuso? Per me nulla, ma non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte".

"Rapporto difficile il nostro? No, anzi. Nel novembre 2017, quando sostituì Montella, Gattuso chiamò me e qualche altro giocatore più esperto per chiedere e ottenere il giusto sostegno".

"I gradi di capitano tolti? Dall’estate precedente, allenatore Montella, d.s. Mira- belli. Sono loro che dopo l’arrivo di Bonucci mi dicono che avrei dovuto cedergli la fascia di capitano. Rispondo che non mi sembrava una buona idea, perché il Milan era un grande club, aveva equilibri delicati, altri compagni come Bonaventura avrebbero svolto meglio quel ruolo e comunque la decisione doveva essere presa nello spogliatoio. Loro risposero che non c’era discussione, era la scelta dell’allora presidente Yonghong Li. Stessa risposta che ebbi da Bonucci. Fui io ad andare a consegnarli la fascia? No".

"Mia carriera al Milan finita con l'arrivo di Biglia? Se così fosse stato, nessuno me lo ha mai detto. Biglia era un acquisto importante. Ha solo un anno in meno? Non discuto di questo. Poteva starci un cambio delle gerarchie, lui titolare e io a giocarmi il posto".


"Perchè a luglio 2018 non sono partito per gli Usa? Non mi venne mai spiegato. I dati di Milan Lab confermarono la mia ottima condizione, ma evidentemente non era questo il problema. La decisione mi venne comunicata dal team manager, con un sms il giorno prima della partenza. Ne ho parlato anche con Leonardo e Maldini, tutti mi dissero che ero diventato la terza scelta, che dovevo capire. Ma era un senso di ignavia, la cosa che più mi deprimeva. Poi, dopo l’episodio di Milan- Fiorentina, mi è sembrato chiaro che non fossi più la terza. Forse ero diventato la nona. Quando sono entrato sul 4-0 per la Juve in Coppa Italia ho pensato che non fosse certo una manifestazione di stima e affetto".


"Perchè sono rimasto? Sono rimasto per motivi diversi. A fine luglio, dopo la non convocazione per la tournée, mancavano una manciata di giorni alla fine del calciomercato, che quell’estate chiudeva a Ferragosto. Nel gennaio successivo era iniziato uno stillicidio di voci. Io stavo bene, sto bene, ma qualcuno iniziava a non crederci: come se non si volesse contraddire il Milan e puntare su di me. Comunque sia chiaro: non ho mai rifiutato un trasferimento".

"Sono diventato il capitano simbolo della decadenza del Milan? Forse, dieci giorni dopo vennero ceduti Ibra e Thiago Silva. E poi ripenso al gol nel primo derby: bello, davvero, ma annullato, per un fallo inesistente. Magari era un segnale".

"Cosa dirò a Gattuso quando lo incontrerò? Credo nulla, magari lo saluterò. Però ricordo che lui mi disse, “io non avrei reagito come te a questa situazione”. Evidentemente siamo diversi".

E certo, ammettere di essere un ex calciatore e ex atleta che è rimasto solo per risucchiare fino all'ultimo milioncino è difficile. Meglio spalare melma su Gattuso e co.

Vabbè che poi ci parla dall'alto della sua titolarità nella sua nuova squadra.... Dove ha dimostrato di poter fare tanto tanto.....

Certa gente boh ragiona come i bambini
 

Andris

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la vera notizia è il ritiro dal calcio giocato.
dopo che non l'ha chiamato nessuno per mesi,ha compreso di essere un ex giocatore.
 
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Riccardo Montolivo intervistato in esclusiva dal Corriere della Sera in edicola oggi, 13 novembre:"In Milan Fiorentina Gattuso mise Calabria davanti alla difesa, invece che me. Cosa provai? No, a quel punto mi sembrava palese che il problema non fossi io. E che le risposte alle mie domande non sarebbero mai più arrivate. Ho parlato con il tecnico. Mi ha detto che i miei dati nei test non erano al livello dei miei compagni. Come sarebbe stato impossibile visto che fino a metà novembre non mi è mai stato concesso di allenarmi con il gruppo. Per giustificare la mia chiamata, poi, Gattuso fece riferimento all’indisponibilità di Brescianini e Torrasi, due Primavera. Quasi dovesse scusarsi".

"Cosa succedeva quando arrivavo all'allenamento? Dopo il “torello” con la squadra, venivo invitato ad allenarmi, spesso solo, altre volte con Halilovic, o con i giovani della Primavera".

"Cosa è successo con Gattuso? Per me nulla, ma non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte".

"Rapporto difficile il nostro? No, anzi. Nel novembre 2017, quando sostituì Montella, Gattuso chiamò me e qualche altro giocatore più esperto per chiedere e ottenere il giusto sostegno".

"I gradi di capitano tolti? Dall’estate precedente, allenatore Montella, d.s. Mira- belli. Sono loro che dopo l’arrivo di Bonucci mi dicono che avrei dovuto cedergli la fascia di capitano. Rispondo che non mi sembrava una buona idea, perché il Milan era un grande club, aveva equilibri delicati, altri compagni come Bonaventura avrebbero svolto meglio quel ruolo e comunque la decisione doveva essere presa nello spogliatoio. Loro risposero che non c’era discussione, era la scelta dell’allora presidente Yonghong Li. Stessa risposta che ebbi da Bonucci. Fui io ad andare a consegnarli la fascia? No".

"Mia carriera al Milan finita con l'arrivo di Biglia? Se così fosse stato, nessuno me lo ha mai detto. Biglia era un acquisto importante. Ha solo un anno in meno? Non discuto di questo. Poteva starci un cambio delle gerarchie, lui titolare e io a giocarmi il posto".


"Perchè a luglio 2018 non sono partito per gli Usa? Non mi venne mai spiegato. I dati di Milan Lab confermarono la mia ottima condizione, ma evidentemente non era questo il problema. La decisione mi venne comunicata dal team manager, con un sms il giorno prima della partenza. Ne ho parlato anche con Leonardo e Maldini, tutti mi dissero che ero diventato la terza scelta, che dovevo capire. Ma era un senso di ignavia, la cosa che più mi deprimeva. Poi, dopo l’episodio di Milan- Fiorentina, mi è sembrato chiaro che non fossi più la terza. Forse ero diventato la nona. Quando sono entrato sul 4-0 per la Juve in Coppa Italia ho pensato che non fosse certo una manifestazione di stima e affetto".


"Perchè sono rimasto? Sono rimasto per motivi diversi. A fine luglio, dopo la non convocazione per la tournée, mancavano una manciata di giorni alla fine del calciomercato, che quell’estate chiudeva a Ferragosto. Nel gennaio successivo era iniziato uno stillicidio di voci. Io stavo bene, sto bene, ma qualcuno iniziava a non crederci: come se non si volesse contraddire il Milan e puntare su di me. Comunque sia chiaro: non ho mai rifiutato un trasferimento".

"Sono diventato il capitano simbolo della decadenza del Milan? Forse, dieci giorni dopo vennero ceduti Ibra e Thiago Silva. E poi ripenso al gol nel primo derby: bello, davvero, ma annullato, per un fallo inesistente. Magari era un segnale".

"Cosa dirò a Gattuso quando lo incontrerò? Credo nulla, magari lo saluterò. Però ricordo che lui mi disse, “io non avrei reagito come te a questa situazione”. Evidentemente siamo diversi".

Si puo dire e scrivere quello che si vuole, ma secondo me la verità, è semplicemente che Montolivo non era disposto a rinunciare nemmeno a 100.000 euro del suo lautissimo stipendio, tutto qui nasce.
 
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Si puo dire e scrivere quello che si vuole, ma secondo me la verità, è semplicemente che Montolivo non era disposto a rinunciare nemmeno a 100.000 euro del suo lautissimo stipendio, tutto qui nasce.

Solitamente giocatori nelle condizioni fisiche e contrattuali di Montolivo decidono di spalmare l'ingaggio su più anni pur di continuare a giocare magari in provincia o comunque altrove.
E' chiaro che a montolivo di giocare fregava e frega zero.
Questa è l'unica verità.
Ne ha fatto solo una questione economica e gli ultimi due anni al milan gli sono valsi sei anni in periferia come ingaggio.
 
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