Ho pianto per il Milan come solo un'altra volta in vita mia, e solo per dolorose circostanze personali: il 16 maggio 1982, ultima giornata di campionato, Cesena-Milan 2-3, con il gol di Dustin Antonelli che a pochi minuti dalla fine della partita decretava la salvezza, a cui seguì a tempo scaduto il gol-farsa di Mario Faccenda del Genoa a Napoli, consentendo al Grifone di pareggiare quella partita e di salvarsi, portando noi in B. Era una squadra semiscarsa, quel Milan, con un presidente ignobile come Farina, un allenatore sbagliato per quei giocatori (il sergente di ferro Radice), ma per i colori rossoneri quel giorno ho pianto di dolore. Ora, nella medesima situazione, non mi comporterei allo stesso modo. Sarà che sono diventato vecchio, sarà che questi giocatori non valgono, sarà che la società non mi dice più nulla. Ma, davvero, non mi sembra più di credere nel Milan. Basta, le squadre di calcio appartengono ai tifosi. Ci restituissero quello che abbiamo ceduto loro solo in uso.