Mal comune, mezzo gaudio, dicevano i nostri antichi. Da indiscrezioni giornalistiche, Sole 24 Ore, emerge che Suning si era impegnata a rinegoziare il debito contratto da Thohir con Goldman Sachs nel 2014. Dal bilancio dell’Inter al 30 giugno 2016 emerge che i debiti bancari ammontano a 210 milioni e prevedono ancora il pagamento di 15 rate trimestrali da 3 milioni per un totale di 45 milioni, più una maxirata finale da 184 milioni da saldare entro il 30 giugno 2019. Per ora Suning ha deciso di non intaccare la struttura del finanziamento di Goldman Sachs (sceso nel frattempo a 210 milioni). Sempre nel bilancio 2016 si precisava però che erano “in fase avanzata” le trattative per la stipula con un’altra banca di un nuovo contratto di finanziamento da 300 milioni finalizzato anche a chiudere la posizione con Goldman.
Ricordiamo che nell’ambito dell’operazione di rifinanziamento orchestrata da Thohir i contratti di sponsorizzazione, i crediti derivanti dalla vendita dei “media rights”, i contratti relativi a Inter Channel e il marchio sono stati infatti conferiti a Inter Media and Communication Srl (IMC), società data in pegno a garanzia del debito.
Orbene, cambiamo i nomi, aggiungiamo le pittoresche miniere di fosfati di Mr. Li, ed abbiamo riprodotto pari pari i termini della posizione finanziaria del Milan. Il Corriere della Sera, bontà sua, ritiene di non dover farci una inchiesta. La potenza di Suning fa miracoli, fa sparire i debiti, evidentemente.