- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 234,894
- Reaction score
- 41,263
Zirkzee al Corriere di Bologna:"I momenti migliori? Sono tanti, ma se mi si costringe a sceglierne uno direi la settimana prima di Natale, quando abbiamo vinto contro Roma e Atalanta. È stato un momento cruciale della stagione. Dopo quella settimana abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi e fatto il pieno di fiducia. Abbiamo iniziato a sognare, anzi no, a realizzare che potevamo fare qualcosa di importante. Il miglior momento però è stato quando abbiamo battuto il Napoli, lì abbiamo capito che le chance di andare in Champions League erano altissime».
"Sono arrivato qui lasciando il Bayern Monaco. Ero entusiasta di venire al Bologna perché volevo giocare. Il campionato era di alto livello, mi volevo misurare. Il club aveva già una visione ben chiara di cosa voleva fare: competere per entrare in Europa. Nessuno però avrebbe mai potuto pensare che questa stagione potesse andare così. C’era l’idea di poter entrare in Europa, ma passo dopo passo, non direttamente in Champions. A un certo punto della stagione però ci siamo detti: “Chi se ne frega, andiamo in Champions. Se dobbiamo conquistarci l’Europa prendiamoci il premio più grosso”. La direzione del club è sempre stata quella, ma onestamente nessuno si aspettava di arrivarci così in fretta».
Ora sono un giocatore migliore, di sicuro. Una stagione così ti fa guadagnare molti punti, anche sotto il profilo dell’esperienza. Devo dividere tutto con i miei compagni, persone fantastiche, il gruppo è davanti a tutto. Se ho provato a diventare un leader lo devo a Lollo De Silvestri. È venuto da me e mi ha detto: “Hai le capacità per essere un leader”. Studiavo il suo comportamento, lui è il cuore della squadra. Abbiamo un gruppo giovane e affamato, tutti sono leader, a modo loro. A turno siamo stati tutti capitani, è la dimostrazione che quando siamo chiamati a guidare il gruppo siamo capaci di farlo. Non siamo individualisti. Siamo una grande famiglia. Era l’ingrediente indispensabile per raggiungere un traguardo così prestigioso».
"Migliorare? Ci devo credere, ne devo essere convinto, come giocatore devo avere fiducia nei miei mezzi e dire : “Sì, posso arrivare a quel livello”. Non avrebbe senso per me pensare il contrario. In Italia giochiamo già contro squadre di Champions League. Ok, non conosciamo la competizione, ma il livello sì, perché la Serie A è di alta qualità, difficile. Sarà una grande sfida, molto eccitante. Sognavo di giocarla fin da bambino, l’ho vinta con il Bayern Monaco, ma ora sarà eccitante giocarla, perché con il club tedesco è come se non l’avessi fatto. Adesso invece ci sarò io in campo a vivere il momento»
"Resto? In questo momento la mia testa è solo a Bologna. Voglio recuperare dall’infortunio, farmi delle belle vacanze negli States con i miei amici d’infanzia e poi vediamo cosa succederà. Se potessi scegliere io sceglierei il meglio per il club. Farò solo quello che ha senso per il mio cuore, È chiaro che per me sarebbe bellissimo difendere questo traguardo raggiunto insieme. Quello che abbiamo vissuto in piazza Maggiore è stato indimenticabile"
"Motta? Quando sono arrivato qui dall’Anderlecht venivo da una buona annata. La prima stagione a Bologna però non è stata come mi sarei aspettato. Tanti cambiamenti, una città nuova, davanti c’era Arnautovic. Avevo scelto di tornare con una missione: provare a me stesso e gli altri che ero un buon giocatore. E pure all’allenatore che l’anno scorso non mi aveva fatto giocare tanto».
"Sono arrivato qui lasciando il Bayern Monaco. Ero entusiasta di venire al Bologna perché volevo giocare. Il campionato era di alto livello, mi volevo misurare. Il club aveva già una visione ben chiara di cosa voleva fare: competere per entrare in Europa. Nessuno però avrebbe mai potuto pensare che questa stagione potesse andare così. C’era l’idea di poter entrare in Europa, ma passo dopo passo, non direttamente in Champions. A un certo punto della stagione però ci siamo detti: “Chi se ne frega, andiamo in Champions. Se dobbiamo conquistarci l’Europa prendiamoci il premio più grosso”. La direzione del club è sempre stata quella, ma onestamente nessuno si aspettava di arrivarci così in fretta».
Ora sono un giocatore migliore, di sicuro. Una stagione così ti fa guadagnare molti punti, anche sotto il profilo dell’esperienza. Devo dividere tutto con i miei compagni, persone fantastiche, il gruppo è davanti a tutto. Se ho provato a diventare un leader lo devo a Lollo De Silvestri. È venuto da me e mi ha detto: “Hai le capacità per essere un leader”. Studiavo il suo comportamento, lui è il cuore della squadra. Abbiamo un gruppo giovane e affamato, tutti sono leader, a modo loro. A turno siamo stati tutti capitani, è la dimostrazione che quando siamo chiamati a guidare il gruppo siamo capaci di farlo. Non siamo individualisti. Siamo una grande famiglia. Era l’ingrediente indispensabile per raggiungere un traguardo così prestigioso».
"Migliorare? Ci devo credere, ne devo essere convinto, come giocatore devo avere fiducia nei miei mezzi e dire : “Sì, posso arrivare a quel livello”. Non avrebbe senso per me pensare il contrario. In Italia giochiamo già contro squadre di Champions League. Ok, non conosciamo la competizione, ma il livello sì, perché la Serie A è di alta qualità, difficile. Sarà una grande sfida, molto eccitante. Sognavo di giocarla fin da bambino, l’ho vinta con il Bayern Monaco, ma ora sarà eccitante giocarla, perché con il club tedesco è come se non l’avessi fatto. Adesso invece ci sarò io in campo a vivere il momento»
"Resto? In questo momento la mia testa è solo a Bologna. Voglio recuperare dall’infortunio, farmi delle belle vacanze negli States con i miei amici d’infanzia e poi vediamo cosa succederà. Se potessi scegliere io sceglierei il meglio per il club. Farò solo quello che ha senso per il mio cuore, È chiaro che per me sarebbe bellissimo difendere questo traguardo raggiunto insieme. Quello che abbiamo vissuto in piazza Maggiore è stato indimenticabile"
"Motta? Quando sono arrivato qui dall’Anderlecht venivo da una buona annata. La prima stagione a Bologna però non è stata come mi sarei aspettato. Tanti cambiamenti, una città nuova, davanti c’era Arnautovic. Avevo scelto di tornare con una missione: provare a me stesso e gli altri che ero un buon giocatore. E pure all’allenatore che l’anno scorso non mi aveva fatto giocare tanto».
