Zang:"Dobbiamo ridurre i costi, per Conte non fondamentale"

Tifo'o

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Il presidente dell'Inter parla alla Gazzetta dello Sport sull'Inter, Conte e tutti gli argomenti.

"È un grande orgoglio aver raggiunto questo obiettivo, undici anni dopo l’ultimo titolo, interrompendo una striscia di nove scudetti consecutivi della Juventus. Era uno dei nostri sogni quando abbiamo rilevato l’Inter. È una soddisfazione che viene dal profondo del cuore, ringrazio la squadra e lo staff tecnico e societario per essere riusciti a regalare ai nostri tifosi una gioia che spettavano da tanto tempo e aver riportato Milano sul tetto del calcio italiano. Aver donato questa soddisfazione al popolo nerazzurro in un periodo storico così difficile e drammatico ha un valore ulteriore. Siamo consapevoli di quanto impegno e quanti sforzi siano stati necessari per riuscirci. Il duro lavoro ha pagato e oggi sappiamo che nell’Inter ci sono le competenze, le qualità e le capacità per vincere e per continuare a programmare un futuro solido e ricco di soddisfazioni".

SUL PRIMO CICLO INTERISTA - "Quello che più mi piace evidenziare è come negli anni sia stata rafforzata la struttura aziendale. Ovviamente lo sguardo di molti si posa sui nomi di tecnici e giocatori importanti che hanno vestito e vestono la maglia dell’Inter, ma questo aspetto, benché importantissimo, è la conseguenza della crescita del club, che vanta tantissime professionalità in ogni settore e grandi manager. Quella dell’Inter è oggi una delle realtà tra le più forti e organizzate a livello europeo. Questo il mio più grande orgoglio. E con una struttura così solida anche il lavoro del presidente diventa molto più facile".

SULLA DIRIGENZA ITALIANA - "Ad essere onesti, quando scegliamo le professionalità non guardiamo alla nazionalità, quello che conta è la qualità delle persone. Ma il calcio è un’azienda particolare: quando abbiamo rilevato l’Inter avevo solo 24 anni e non conoscevo dall’interno il campionato italiano e la cultura italiana. Avevo bisogno di apprendere come si gestisce un club italiano, i meccanismi, le aspettative, la cultura sportiva e anche storia e Dna della società e del sistema calcio. Dovevo entrare nel mondo dell’Inter e delle sue radici a Milano. Nessuno poteva spiegarmelo meglio di dirigenti italiani. Faccio un esempio tecnico-tattico: ho dovuto capire che storicamente le vittorie in Italia si costruiscono partendo dalla solidità della difesa. Mi ricordo quando Piero (Ausilio, ndr) mi ha spiegato l’importanza di avere delle fondamenta solide e la sua soddisfazione il giorno in cui riuscì a prendere insieme Bastoni e Skriniar per aggiungerli a De Vrij...".

SUL PRESTITO DI OAKTREE - "Il Covid ha creato enormi difficoltà. Le principali a livello economico. Per un anno e mezzo gli stadi sono rimasti chiusi con il ricasco negativo per gli introiti da botteghino e da contratti commerciali. Nella stagione 2019-2020 la perdita per i grandi club europei, tra cui l’Inter, è arrivato a due miliardi di euro. Tutti questi fattori ci costringono a rivedere i piani e a guardare verso l’esterno per ottenere nuove risorse. Ci sono state tante voci e speculazioni non vere, ma non potevamo smentirle tutti i giorni. A gennaio l’Inter è stata molto chiara sulle sue necessità: abbiamo valutato le opzioni e scelto quella che meglio si sposava con la nostra strategia finanziaria per il club a medio-lungo termine".

SULLE OFFERTE PER CEDERE L'INTER - "Non è vero, non c’è stata alcuna offerta per l’acquisto del club. E d’altra parte noi cercavamo altro. In questa fase post pandemica non è facile trovare gruppi disposti a investire nel calcio, che è attualmente un sistema in cui si perdono molti soldi ogni anno. Il nostro obiettivo adesso è ritrovare un equilibrio finanziario attraverso il ridimensionamento dei costi, altrimenti non si troveranno mai nuovi investitori. Da parte nostra ragioniamo sempre a medio-lungo termine e siamo sempre aperti a partner commerciali o finanziari che possano aumentare i ricavi ed essere sinergici al nostro progetto per il bene dell’Inter".

SULLA SUPERLEGA - "Io penso che i problemi economici esistevano anche prima, ma la pandemia li ha accelerati. C'è necessità di rivedere il sistema calcio, avere cambiamenti nella tecnologizzazione, digitalizzazione e aumentare la capacità attrattiva del fenomeno calcio per le nuove generazioni. Dobbiamo innovare, guardare al futuro. Bisogna provare. Ovviamente questo va fatto in accordo con Fifa e Uefa. La Superlega era solo un esempio di questi tentativi da fare".
SUL NUOVO STADIO - "Un nuovo impianto è fondamentale non solo per aumentare i ricavi e la solidità economica che può portare al club, anche attraverso sponsorizzazioni e partnership commerciali, ma per la possibilità che offrirebbe ai tifosi dell'Inter di vivere a 360° l'evento sportivo".

SULL'ADDIO DI CONTE - "Sin dal primo momento in cui abbiamo rilevato l'Inter abbiamo pensato che Conte sarebbe stato il tecnico migliore per il nostro progetto. Due anni fa siamo riusciti finalmente a portarlo in nerazzurro. Io ero e resto convinto che Conte sia un tecnico vincente: è la ragione che i ha portato a investire tanto su di lui e sulla squadra negli ultimi due anni. Già la scorsa estate la pandemia aveva notevolmente colpito i nostri ricavi ma abbiamo continuato con lui, concentrandoci sulla stagione convinti che potessimo vincere. La decisione è stata giusta. Ma ora il conto portato dalla pandemia è tale che nno possiamo non rivedere la situazione cercando dei risparmi che portino a un prossimi equilibrio di bilancio. Dobbiamo necessariamente ridurre i costi e controllare i rischi. Questo ovviamente influenza anche le nostre strategie di calciomercato. I nostri differenti punti di vista sulla situazione hanno portato alla separazione. Quello che non era fondamentale per lui, lo era per il club. E viceversa. Conte è un top coach, ma come presidente devo pensare alla solidità della società".

SU INZAGHI - "Ha dimostrato in questi anni di essere un tecnico di valore ed esperienza, ha le qualità per tenere competitivo il nostro club, che è ciò che vogliamo, ma cooperando con noi per far sì che l'Inter resti una società solida e senza rischi. Conosce il nostro progetto, lo ha sposato e siamo molto felici di averlo qui sperando di poter vincere insieme".

SUGLI OBIETTIVI - "Quelli economici li abbiamo detti. C'è bisogno di un'ampia plusvalenza alla fine di questo calciomercato, ma vogliamo mantenere molto competitiva la squadra per permetterle di fare bene in Champions e ovviamente di riconquistarla il prossimo anno, perché vogliamo stabilmente stare tra i grandi club europei".

SULLO SCUDETTO - "Non è facile. Sei-sette club sognano di vincere lo scudetto ogni anno, poi la realtà è diversa. Godiamoci quello conquistato".
 
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Tifo'o;2356272 ha scritto:
Il presidente dell'Inter parla alla Gazzetta dello Sport sull'Inter, Conte e tutti gli argomenti.

"È un grande orgoglio aver raggiunto questo obiettivo, undici anni dopo l’ultimo titolo, interrompendo una striscia di nove scudetti consecutivi della Juventus. Era uno dei nostri sogni quando abbiamo rilevato l’Inter. È una soddisfazione che viene dal profondo del cuore, ringrazio la squadra e lo staff tecnico e societario per essere riusciti a regalare ai nostri tifosi una gioia che spettavano da tanto tempo e aver riportato Milano sul tetto del calcio italiano. Aver donato questa soddisfazione al popolo nerazzurro in un periodo storico così difficile e drammatico ha un valore ulteriore. Siamo consapevoli di quanto impegno e quanti sforzi siano stati necessari per riuscirci. Il duro lavoro ha pagato e oggi sappiamo che nell’Inter ci sono le competenze, le qualità e le capacità per vincere e per continuare a programmare un futuro solido e ricco di soddisfazioni".

SUL PRIMO CICLO INTERISTA - "Quello che più mi piace evidenziare è come negli anni sia stata rafforzata la struttura aziendale. Ovviamente lo sguardo di molti si posa sui nomi di tecnici e giocatori importanti che hanno vestito e vestono la maglia dell’Inter, ma questo aspetto, benché importantissimo, è la conseguenza della crescita del club, che vanta tantissime professionalità in ogni settore e grandi manager. Quella dell’Inter è oggi una delle realtà tra le più forti e organizzate a livello europeo. Questo il mio più grande orgoglio. E con una struttura così solida anche il lavoro del presidente diventa molto più facile".

SULLA DIRIGENZA ITALIANA - "Ad essere onesti, quando scegliamo le professionalità non guardiamo alla nazionalità, quello che conta è la qualità delle persone. Ma il calcio è un’azienda particolare: quando abbiamo rilevato l’Inter avevo solo 24 anni e non conoscevo dall’interno il campionato italiano e la cultura italiana. Avevo bisogno di apprendere come si gestisce un club italiano, i meccanismi, le aspettative, la cultura sportiva e anche storia e Dna della società e del sistema calcio. Dovevo entrare nel mondo dell’Inter e delle sue radici a Milano. Nessuno poteva spiegarmelo meglio di dirigenti italiani. Faccio un esempio tecnico-tattico: ho dovuto capire che storicamente le vittorie in Italia si costruiscono partendo dalla solidità della difesa. Mi ricordo quando Piero (Ausilio, ndr) mi ha spiegato l’importanza di avere delle fondamenta solide e la sua soddisfazione il giorno in cui riuscì a prendere insieme Bastoni e Skriniar per aggiungerli a De Vrij...".

SUL PRESTITO DI OAKTREE - "Il Covid ha creato enormi difficoltà. Le principali a livello economico. Per un anno e mezzo gli stadi sono rimasti chiusi con il ricasco negativo per gli introiti da botteghino e da contratti commerciali. Nella stagione 2019-2020 la perdita per i grandi club europei, tra cui l’Inter, è arrivato a due miliardi di euro. Tutti questi fattori ci costringono a rivedere i piani e a guardare verso l’esterno per ottenere nuove risorse. Ci sono state tante voci e speculazioni non vere, ma non potevamo smentirle tutti i giorni. A gennaio l’Inter è stata molto chiara sulle sue necessità: abbiamo valutato le opzioni e scelto quella che meglio si sposava con la nostra strategia finanziaria per il club a medio-lungo termine".

SULLE OFFERTE PER CEDERE L'INTER - "Non è vero, non c’è stata alcuna offerta per l’acquisto del club. E d’altra parte noi cercavamo altro. In questa fase post pandemica non è facile trovare gruppi disposti a investire nel calcio, che è attualmente un sistema in cui si perdono molti soldi ogni anno. Il nostro obiettivo adesso è ritrovare un equilibrio finanziario attraverso il ridimensionamento dei costi, altrimenti non si troveranno mai nuovi investitori. Da parte nostra ragioniamo sempre a medio-lungo termine e siamo sempre aperti a partner commerciali o finanziari che possano aumentare i ricavi ed essere sinergici al nostro progetto per il bene dell’Inter".

SULLA SUPERLEGA - "Io penso che i problemi economici esistevano anche prima, ma la pandemia li ha accelerati. C'è necessità di rivedere il sistema calcio, avere cambiamenti nella tecnologizzazione, digitalizzazione e aumentare la capacità attrattiva del fenomeno calcio per le nuove generazioni. Dobbiamo innovare, guardare al futuro. Bisogna provare. Ovviamente questo va fatto in accordo con Fifa e Uefa. La Superlega era solo un esempio di questi tentativi da fare".
SUL NUOVO STADIO - "Un nuovo impianto è fondamentale non solo per aumentare i ricavi e la solidità economica che può portare al club, anche attraverso sponsorizzazioni e partnership commerciali, ma per la possibilità che offrirebbe ai tifosi dell'Inter di vivere a 360° l'evento sportivo".

SULL'ADDIO DI CONTE - "Sin dal primo momento in cui abbiamo rilevato l'Inter abbiamo pensato che Conte sarebbe stato il tecnico migliore per il nostro progetto. Due anni fa siamo riusciti finalmente a portarlo in nerazzurro. Io ero e resto convinto che Conte sia un tecnico vincente: è la ragione che i ha portato a investire tanto su di lui e sulla squadra negli ultimi due anni. Già la scorsa estate la pandemia aveva notevolmente colpito i nostri ricavi ma abbiamo continuato con lui, concentrandoci sulla stagione convinti che potessimo vincere. La decisione è stata giusta. Ma ora il conto portato dalla pandemia è tale che nno possiamo non rivedere la situazione cercando dei risparmi che portino a un prossimi equilibrio di bilancio. Dobbiamo necessariamente ridurre i costi e controllare i rischi. Questo ovviamente influenza anche le nostre strategie di calciomercato. I nostri differenti punti di vista sulla situazione hanno portato alla separazione. Quello che non era fondamentale per lui, lo era per il club. E viceversa. Conte è un top coach, ma come presidente devo pensare alla solidità della società".

SU INZAGHI - "Ha dimostrato in questi anni di essere un tecnico di valore ed esperienza, ha le qualità per tenere competitivo il nostro club, che è ciò che vogliamo, ma cooperando con noi per far sì che l'Inter resti una società solida e senza rischi. Conosce il nostro progetto, lo ha sposato e siamo molto felici di averlo qui sperando di poter vincere insieme".

SUGLI OBIETTIVI - "Quelli economici li abbiamo detti. C'è bisogno di un'ampia plusvalenza alla fine di questo calciomercato, ma vogliamo mantenere molto competitiva la squadra per permetterle di fare bene in Champions e ovviamente di riconquistarla il prossimo anno, perché vogliamo stabilmente stare tra i grandi club europei".

SULLO SCUDETTO - "Non è facile. Sei-sette club sognano di vincere lo scudetto ogni anno, poi la realtà è diversa. Godiamoci quello conquistato".

devono fare plusvalenza...ampia plusvalenza...cedendo hakimi a 60/65 fanno ampia plusvalenza?non penso...prossimo obiettivo entrare nei primi 4...ridimensionamento in atto.
 
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Tifo'o;2356272 ha scritto:
Il presidente dell'Inter parla alla Gazzetta dello Sport sull'Inter, Conte e tutti gli argomenti.

"È un grande orgoglio aver raggiunto questo obiettivo, undici anni dopo l’ultimo titolo, interrompendo una striscia di nove scudetti consecutivi della Juventus. Era uno dei nostri sogni quando abbiamo rilevato l’Inter. È una soddisfazione che viene dal profondo del cuore, ringrazio la squadra e lo staff tecnico e societario per essere riusciti a regalare ai nostri tifosi una gioia che spettavano da tanto tempo e aver riportato Milano sul tetto del calcio italiano. Aver donato questa soddisfazione al popolo nerazzurro in un periodo storico così difficile e drammatico ha un valore ulteriore. Siamo consapevoli di quanto impegno e quanti sforzi siano stati necessari per riuscirci. Il duro lavoro ha pagato e oggi sappiamo che nell’Inter ci sono le competenze, le qualità e le capacità per vincere e per continuare a programmare un futuro solido e ricco di soddisfazioni".

SUL PRIMO CICLO INTERISTA - "Quello che più mi piace evidenziare è come negli anni sia stata rafforzata la struttura aziendale. Ovviamente lo sguardo di molti si posa sui nomi di tecnici e giocatori importanti che hanno vestito e vestono la maglia dell’Inter, ma questo aspetto, benché importantissimo, è la conseguenza della crescita del club, che vanta tantissime professionalità in ogni settore e grandi manager. Quella dell’Inter è oggi una delle realtà tra le più forti e organizzate a livello europeo. Questo il mio più grande orgoglio. E con una struttura così solida anche il lavoro del presidente diventa molto più facile".

SULLA DIRIGENZA ITALIANA - "Ad essere onesti, quando scegliamo le professionalità non guardiamo alla nazionalità, quello che conta è la qualità delle persone. Ma il calcio è un’azienda particolare: quando abbiamo rilevato l’Inter avevo solo 24 anni e non conoscevo dall’interno il campionato italiano e la cultura italiana. Avevo bisogno di apprendere come si gestisce un club italiano, i meccanismi, le aspettative, la cultura sportiva e anche storia e Dna della società e del sistema calcio. Dovevo entrare nel mondo dell’Inter e delle sue radici a Milano. Nessuno poteva spiegarmelo meglio di dirigenti italiani. Faccio un esempio tecnico-tattico: ho dovuto capire che storicamente le vittorie in Italia si costruiscono partendo dalla solidità della difesa. Mi ricordo quando Piero (Ausilio, ndr) mi ha spiegato l’importanza di avere delle fondamenta solide e la sua soddisfazione il giorno in cui riuscì a prendere insieme Bastoni e Skriniar per aggiungerli a De Vrij...".

SUL PRESTITO DI OAKTREE - "Il Covid ha creato enormi difficoltà. Le principali a livello economico. Per un anno e mezzo gli stadi sono rimasti chiusi con il ricasco negativo per gli introiti da botteghino e da contratti commerciali. Nella stagione 2019-2020 la perdita per i grandi club europei, tra cui l’Inter, è arrivato a due miliardi di euro. Tutti questi fattori ci costringono a rivedere i piani e a guardare verso l’esterno per ottenere nuove risorse. Ci sono state tante voci e speculazioni non vere, ma non potevamo smentirle tutti i giorni. A gennaio l’Inter è stata molto chiara sulle sue necessità: abbiamo valutato le opzioni e scelto quella che meglio si sposava con la nostra strategia finanziaria per il club a medio-lungo termine".

SULLE OFFERTE PER CEDERE L'INTER - "Non è vero, non c’è stata alcuna offerta per l’acquisto del club. E d’altra parte noi cercavamo altro. In questa fase post pandemica non è facile trovare gruppi disposti a investire nel calcio, che è attualmente un sistema in cui si perdono molti soldi ogni anno. Il nostro obiettivo adesso è ritrovare un equilibrio finanziario attraverso il ridimensionamento dei costi, altrimenti non si troveranno mai nuovi investitori. Da parte nostra ragioniamo sempre a medio-lungo termine e siamo sempre aperti a partner commerciali o finanziari che possano aumentare i ricavi ed essere sinergici al nostro progetto per il bene dell’Inter".

SULLA SUPERLEGA - "Io penso che i problemi economici esistevano anche prima, ma la pandemia li ha accelerati. C'è necessità di rivedere il sistema calcio, avere cambiamenti nella tecnologizzazione, digitalizzazione e aumentare la capacità attrattiva del fenomeno calcio per le nuove generazioni. Dobbiamo innovare, guardare al futuro. Bisogna provare. Ovviamente questo va fatto in accordo con Fifa e Uefa. La Superlega era solo un esempio di questi tentativi da fare".
SUL NUOVO STADIO - "Un nuovo impianto è fondamentale non solo per aumentare i ricavi e la solidità economica che può portare al club, anche attraverso sponsorizzazioni e partnership commerciali, ma per la possibilità che offrirebbe ai tifosi dell'Inter di vivere a 360° l'evento sportivo".

SULL'ADDIO DI CONTE - "Sin dal primo momento in cui abbiamo rilevato l'Inter abbiamo pensato che Conte sarebbe stato il tecnico migliore per il nostro progetto. Due anni fa siamo riusciti finalmente a portarlo in nerazzurro. Io ero e resto convinto che Conte sia un tecnico vincente: è la ragione che i ha portato a investire tanto su di lui e sulla squadra negli ultimi due anni. Già la scorsa estate la pandemia aveva notevolmente colpito i nostri ricavi ma abbiamo continuato con lui, concentrandoci sulla stagione convinti che potessimo vincere. La decisione è stata giusta. Ma ora il conto portato dalla pandemia è tale che nno possiamo non rivedere la situazione cercando dei risparmi che portino a un prossimi equilibrio di bilancio. Dobbiamo necessariamente ridurre i costi e controllare i rischi. Questo ovviamente influenza anche le nostre strategie di calciomercato. I nostri differenti punti di vista sulla situazione hanno portato alla separazione. Quello che non era fondamentale per lui, lo era per il club. E viceversa. Conte è un top coach, ma come presidente devo pensare alla solidità della società".

SU INZAGHI - "Ha dimostrato in questi anni di essere un tecnico di valore ed esperienza, ha le qualità per tenere competitivo il nostro club, che è ciò che vogliamo, ma cooperando con noi per far sì che l'Inter resti una società solida e senza rischi. Conosce il nostro progetto, lo ha sposato e siamo molto felici di averlo qui sperando di poter vincere insieme".

SUGLI OBIETTIVI - "Quelli economici li abbiamo detti. C'è bisogno di un'ampia plusvalenza alla fine di questo calciomercato, ma vogliamo mantenere molto competitiva la squadra per permetterle di fare bene in Champions e ovviamente di riconquistarla il prossimo anno, perché vogliamo stabilmente stare tra i grandi club europei".

SULLO SCUDETTO - "Non è facile. Sei-sette club sognano di vincere lo scudetto ogni anno, poi la realtà è diversa. Godiamoci quello conquistato".
Tante parole da quale traspare che devono ridimensionare è anche in modo evidente
 
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Tifo'o;2356272 ha scritto:
Il presidente dell'Inter parla alla Gazzetta dello Sport sull'Inter, Conte e tutti gli argomenti.

"È un grande orgoglio aver raggiunto questo obiettivo, undici anni dopo l’ultimo titolo, interrompendo una striscia di nove scudetti consecutivi della Juventus. Era uno dei nostri sogni quando abbiamo rilevato l’Inter. È una soddisfazione che viene dal profondo del cuore, ringrazio la squadra e lo staff tecnico e societario per essere riusciti a regalare ai nostri tifosi una gioia che spettavano da tanto tempo e aver riportato Milano sul tetto del calcio italiano. Aver donato questa soddisfazione al popolo nerazzurro in un periodo storico così difficile e drammatico ha un valore ulteriore. Siamo consapevoli di quanto impegno e quanti sforzi siano stati necessari per riuscirci. Il duro lavoro ha pagato e oggi sappiamo che nell’Inter ci sono le competenze, le qualità e le capacità per vincere e per continuare a programmare un futuro solido e ricco di soddisfazioni".

SUL PRIMO CICLO INTERISTA - "Quello che più mi piace evidenziare è come negli anni sia stata rafforzata la struttura aziendale. Ovviamente lo sguardo di molti si posa sui nomi di tecnici e giocatori importanti che hanno vestito e vestono la maglia dell’Inter, ma questo aspetto, benché importantissimo, è la conseguenza della crescita del club, che vanta tantissime professionalità in ogni settore e grandi manager. Quella dell’Inter è oggi una delle realtà tra le più forti e organizzate a livello europeo. Questo il mio più grande orgoglio. E con una struttura così solida anche il lavoro del presidente diventa molto più facile".

SULLA DIRIGENZA ITALIANA - "Ad essere onesti, quando scegliamo le professionalità non guardiamo alla nazionalità, quello che conta è la qualità delle persone. Ma il calcio è un’azienda particolare: quando abbiamo rilevato l’Inter avevo solo 24 anni e non conoscevo dall’interno il campionato italiano e la cultura italiana. Avevo bisogno di apprendere come si gestisce un club italiano, i meccanismi, le aspettative, la cultura sportiva e anche storia e Dna della società e del sistema calcio. Dovevo entrare nel mondo dell’Inter e delle sue radici a Milano. Nessuno poteva spiegarmelo meglio di dirigenti italiani. Faccio un esempio tecnico-tattico: ho dovuto capire che storicamente le vittorie in Italia si costruiscono partendo dalla solidità della difesa. Mi ricordo quando Piero (Ausilio, ndr) mi ha spiegato l’importanza di avere delle fondamenta solide e la sua soddisfazione il giorno in cui riuscì a prendere insieme Bastoni e Skriniar per aggiungerli a De Vrij...".

SUL PRESTITO DI OAKTREE - "Il Covid ha creato enormi difficoltà. Le principali a livello economico. Per un anno e mezzo gli stadi sono rimasti chiusi con il ricasco negativo per gli introiti da botteghino e da contratti commerciali. Nella stagione 2019-2020 la perdita per i grandi club europei, tra cui l’Inter, è arrivato a due miliardi di euro. Tutti questi fattori ci costringono a rivedere i piani e a guardare verso l’esterno per ottenere nuove risorse. Ci sono state tante voci e speculazioni non vere, ma non potevamo smentirle tutti i giorni. A gennaio l’Inter è stata molto chiara sulle sue necessità: abbiamo valutato le opzioni e scelto quella che meglio si sposava con la nostra strategia finanziaria per il club a medio-lungo termine".

SULLE OFFERTE PER CEDERE L'INTER - "Non è vero, non c’è stata alcuna offerta per l’acquisto del club. E d’altra parte noi cercavamo altro. In questa fase post pandemica non è facile trovare gruppi disposti a investire nel calcio, che è attualmente un sistema in cui si perdono molti soldi ogni anno. Il nostro obiettivo adesso è ritrovare un equilibrio finanziario attraverso il ridimensionamento dei costi, altrimenti non si troveranno mai nuovi investitori. Da parte nostra ragioniamo sempre a medio-lungo termine e siamo sempre aperti a partner commerciali o finanziari che possano aumentare i ricavi ed essere sinergici al nostro progetto per il bene dell’Inter".

SULLA SUPERLEGA - "Io penso che i problemi economici esistevano anche prima, ma la pandemia li ha accelerati. C'è necessità di rivedere il sistema calcio, avere cambiamenti nella tecnologizzazione, digitalizzazione e aumentare la capacità attrattiva del fenomeno calcio per le nuove generazioni. Dobbiamo innovare, guardare al futuro. Bisogna provare. Ovviamente questo va fatto in accordo con Fifa e Uefa. La Superlega era solo un esempio di questi tentativi da fare".
SUL NUOVO STADIO - "Un nuovo impianto è fondamentale non solo per aumentare i ricavi e la solidità economica che può portare al club, anche attraverso sponsorizzazioni e partnership commerciali, ma per la possibilità che offrirebbe ai tifosi dell'Inter di vivere a 360° l'evento sportivo".

SULL'ADDIO DI CONTE - "Sin dal primo momento in cui abbiamo rilevato l'Inter abbiamo pensato che Conte sarebbe stato il tecnico migliore per il nostro progetto. Due anni fa siamo riusciti finalmente a portarlo in nerazzurro. Io ero e resto convinto che Conte sia un tecnico vincente: è la ragione che i ha portato a investire tanto su di lui e sulla squadra negli ultimi due anni. Già la scorsa estate la pandemia aveva notevolmente colpito i nostri ricavi ma abbiamo continuato con lui, concentrandoci sulla stagione convinti che potessimo vincere. La decisione è stata giusta. Ma ora il conto portato dalla pandemia è tale che nno possiamo non rivedere la situazione cercando dei risparmi che portino a un prossimi equilibrio di bilancio. Dobbiamo necessariamente ridurre i costi e controllare i rischi. Questo ovviamente influenza anche le nostre strategie di calciomercato. I nostri differenti punti di vista sulla situazione hanno portato alla separazione. Quello che non era fondamentale per lui, lo era per il club. E viceversa. Conte è un top coach, ma come presidente devo pensare alla solidità della società".

SU INZAGHI - "Ha dimostrato in questi anni di essere un tecnico di valore ed esperienza, ha le qualità per tenere competitivo il nostro club, che è ciò che vogliamo, ma cooperando con noi per far sì che l'Inter resti una società solida e senza rischi. Conosce il nostro progetto, lo ha sposato e siamo molto felici di averlo qui sperando di poter vincere insieme".

SUGLI OBIETTIVI - "Quelli economici li abbiamo detti. C'è bisogno di un'ampia plusvalenza alla fine di questo calciomercato, ma vogliamo mantenere molto competitiva la squadra per permetterle di fare bene in Champions e ovviamente di riconquistarla il prossimo anno, perché vogliamo stabilmente stare tra i grandi club europei".

SULLO SCUDETTO - "Non è facile. Sei-sette club sognano di vincere lo scudetto ogni anno, poi la realtà è diversa. Godiamoci quello conquistato".

Conte=schettino. Complimenti, quando la barca affonda......
 

7sheva7

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Ha ragione Zhang, fanno tutti i fighi con calcio sostenibile durante la pandemia, abbassare i costi, no alla Superlega e quando si mette in pratica un piano per rientrare dai debiti e si chiedono sacrifici succede che:

1) L'allenatore se ne va perché lui non è che può ridimensionarsi, sia mai.
2) I tifosi che facevano i comunicati contro la Super Lega fanno gli striscioni: "Ridimensionare i campioni è solo da c.... Mister, staff e giocatori non si toccano” e poi : "Zhang prenditi le tue responsabilità o lascia la nostra città"
3) Il sindaco e la giunta di Milano che anzi dovrebbero approvare un ridimensionamento dei costi bloccano con questa scusa l'iter dello stadio sia per noi che per loro, facendo in pratica capire che non si fidano.

Scrivo perché sta capitando più a loro, e non posso nemmeno dire che mi spiaccia anzi.. ci godo pure, ma non c'è nessuna coerenza in questo mondo schifoso del calcio.
 

Rivera10

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7sheva7;2356388 ha scritto:
Ha ragione Zhang, fanno tutti i fighi con calcio sostenibile durante la pandemia, abbassare i costi, no alla Superlega e quando si mette in pratica un piano per rientrare dai debiti e si chiedono sacrifici succede che:

1) L'allenatore se ne va perché lui non è che può ridimensionarsi, sia mai.
2) I tifosi che facevano i comunicati contro la Super Lega fanno gli striscioni: "Ridimensionare i campioni è solo da c.... Mister, staff e giocatori non si toccano” e poi : "Zhang prenditi le tue responsabilità o lascia la nostra città"
3) Il sindaco e la giunta di Milano che anzi dovrebbero approvare un ridimensionamento dei costi bloccano con questa scusa l'iter dello stadio sia per noi che per loro, facendo in pratica capire che non si fidano.

Scrivo perché sta capitando più a loro, e non posso nemmeno dire che mi spiaccia anzi.. ci godo pure, ma non c'è nessuna coerenza in questo mondo schifoso del calcio.

Be' il primo però a non aver coerenza è lui. A Conte non ha puntato una pistola alla tempia per portarlo all' Inter ma un contratto da 12 milioni di euro prendendogli dei giocatori come Kolarov e Vidal palesemente finiti pagandoli un occhio della testa. Ora parla di ridurre i costi perché obbligato a farlo e non per una scelta libera e autonoma. Questi club piangono miseria per la pandemia ma i ricchi contratti l' anno scorso, in tempi non sospetti, li hanno fatti . Ora non si lamentassero.
 

gabri65

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Tifo'o;2356272 ha scritto:
Il presidente dell'Inter parla alla Gazzetta dello Sport sull'Inter, Conte e tutti gli argomenti.

"È un grande orgoglio aver raggiunto questo obiettivo, undici anni dopo l’ultimo titolo, interrompendo una striscia di nove scudetti consecutivi della Juventus. Era uno dei nostri sogni quando abbiamo rilevato l’Inter. È una soddisfazione che viene dal profondo del cuore, ringrazio la squadra e lo staff tecnico e societario per essere riusciti a regalare ai nostri tifosi una gioia che spettavano da tanto tempo e aver riportato Milano sul tetto del calcio italiano. Aver donato questa soddisfazione al popolo nerazzurro in un periodo storico così difficile e drammatico ha un valore ulteriore. Siamo consapevoli di quanto impegno e quanti sforzi siano stati necessari per riuscirci. Il duro lavoro ha pagato e oggi sappiamo che nell’Inter ci sono le competenze, le qualità e le capacità per vincere e per continuare a programmare un futuro solido e ricco di soddisfazioni".

SUL PRIMO CICLO INTERISTA - "Quello che più mi piace evidenziare è come negli anni sia stata rafforzata la struttura aziendale. Ovviamente lo sguardo di molti si posa sui nomi di tecnici e giocatori importanti che hanno vestito e vestono la maglia dell’Inter, ma questo aspetto, benché importantissimo, è la conseguenza della crescita del club, che vanta tantissime professionalità in ogni settore e grandi manager. Quella dell’Inter è oggi una delle realtà tra le più forti e organizzate a livello europeo. Questo il mio più grande orgoglio. E con una struttura così solida anche il lavoro del presidente diventa molto più facile".

SULLA DIRIGENZA ITALIANA - "Ad essere onesti, quando scegliamo le professionalità non guardiamo alla nazionalità, quello che conta è la qualità delle persone. Ma il calcio è un’azienda particolare: quando abbiamo rilevato l’Inter avevo solo 24 anni e non conoscevo dall’interno il campionato italiano e la cultura italiana. Avevo bisogno di apprendere come si gestisce un club italiano, i meccanismi, le aspettative, la cultura sportiva e anche storia e Dna della società e del sistema calcio. Dovevo entrare nel mondo dell’Inter e delle sue radici a Milano. Nessuno poteva spiegarmelo meglio di dirigenti italiani. Faccio un esempio tecnico-tattico: ho dovuto capire che storicamente le vittorie in Italia si costruiscono partendo dalla solidità della difesa. Mi ricordo quando Piero (Ausilio, ndr) mi ha spiegato l’importanza di avere delle fondamenta solide e la sua soddisfazione il giorno in cui riuscì a prendere insieme Bastoni e Skriniar per aggiungerli a De Vrij...".

SUL PRESTITO DI OAKTREE - "Il Covid ha creato enormi difficoltà. Le principali a livello economico. Per un anno e mezzo gli stadi sono rimasti chiusi con il ricasco negativo per gli introiti da botteghino e da contratti commerciali. Nella stagione 2019-2020 la perdita per i grandi club europei, tra cui l’Inter, è arrivato a due miliardi di euro. Tutti questi fattori ci costringono a rivedere i piani e a guardare verso l’esterno per ottenere nuove risorse. Ci sono state tante voci e speculazioni non vere, ma non potevamo smentirle tutti i giorni. A gennaio l’Inter è stata molto chiara sulle sue necessità: abbiamo valutato le opzioni e scelto quella che meglio si sposava con la nostra strategia finanziaria per il club a medio-lungo termine".

SULLE OFFERTE PER CEDERE L'INTER - "Non è vero, non c’è stata alcuna offerta per l’acquisto del club. E d’altra parte noi cercavamo altro. In questa fase post pandemica non è facile trovare gruppi disposti a investire nel calcio, che è attualmente un sistema in cui si perdono molti soldi ogni anno. Il nostro obiettivo adesso è ritrovare un equilibrio finanziario attraverso il ridimensionamento dei costi, altrimenti non si troveranno mai nuovi investitori. Da parte nostra ragioniamo sempre a medio-lungo termine e siamo sempre aperti a partner commerciali o finanziari che possano aumentare i ricavi ed essere sinergici al nostro progetto per il bene dell’Inter".

SULLA SUPERLEGA - "Io penso che i problemi economici esistevano anche prima, ma la pandemia li ha accelerati. C'è necessità di rivedere il sistema calcio, avere cambiamenti nella tecnologizzazione, digitalizzazione e aumentare la capacità attrattiva del fenomeno calcio per le nuove generazioni. Dobbiamo innovare, guardare al futuro. Bisogna provare. Ovviamente questo va fatto in accordo con Fifa e Uefa. La Superlega era solo un esempio di questi tentativi da fare".
SUL NUOVO STADIO - "Un nuovo impianto è fondamentale non solo per aumentare i ricavi e la solidità economica che può portare al club, anche attraverso sponsorizzazioni e partnership commerciali, ma per la possibilità che offrirebbe ai tifosi dell'Inter di vivere a 360° l'evento sportivo".

SULL'ADDIO DI CONTE - "Sin dal primo momento in cui abbiamo rilevato l'Inter abbiamo pensato che Conte sarebbe stato il tecnico migliore per il nostro progetto. Due anni fa siamo riusciti finalmente a portarlo in nerazzurro. Io ero e resto convinto che Conte sia un tecnico vincente: è la ragione che i ha portato a investire tanto su di lui e sulla squadra negli ultimi due anni. Già la scorsa estate la pandemia aveva notevolmente colpito i nostri ricavi ma abbiamo continuato con lui, concentrandoci sulla stagione convinti che potessimo vincere. La decisione è stata giusta. Ma ora il conto portato dalla pandemia è tale che nno possiamo non rivedere la situazione cercando dei risparmi che portino a un prossimi equilibrio di bilancio. Dobbiamo necessariamente ridurre i costi e controllare i rischi. Questo ovviamente influenza anche le nostre strategie di calciomercato. I nostri differenti punti di vista sulla situazione hanno portato alla separazione. Quello che non era fondamentale per lui, lo era per il club. E viceversa. Conte è un top coach, ma come presidente devo pensare alla solidità della società".

SU INZAGHI - "Ha dimostrato in questi anni di essere un tecnico di valore ed esperienza, ha le qualità per tenere competitivo il nostro club, che è ciò che vogliamo, ma cooperando con noi per far sì che l'Inter resti una società solida e senza rischi. Conosce il nostro progetto, lo ha sposato e siamo molto felici di averlo qui sperando di poter vincere insieme".

SUGLI OBIETTIVI - "Quelli economici li abbiamo detti. C'è bisogno di un'ampia plusvalenza alla fine di questo calciomercato, ma vogliamo mantenere molto competitiva la squadra per permetterle di fare bene in Champions e ovviamente di riconquistarla il prossimo anno, perché vogliamo stabilmente stare tra i grandi club europei".

SULLO SCUDETTO - "Non è facile. Sei-sette club sognano di vincere lo scudetto ogni anno, poi la realtà è diversa. Godiamoci quello conquistato".

Molto bene. Speriamo che questo scudetto porti più sventura che altro, a lungo termine.

Detto questo, giocatori e allenatori mi fanno schifo tanto quanto i politici che fanno i ricorsi per i diritti pregressi delle pensioni d'oro e i vitalizi, mentre gli altri faticano ad arrivare a fine mese.

Sarei spesse volte per chiudere con il calcio. Godrei immensamente a vedere questa gente rovinata.
 

mil77

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Rivera10;2356392 ha scritto:
Be' il primo però a non aver coerenza è lui. A Conte non ha puntato una pistola alla tempia per portarlo all' Inter ma un contratto da 12 milioni di euro prendendogli dei giocatori come Kolarov e Vidal palesemente finiti pagandoli un occhio della testa. Ora parla di ridurre i costi perché obbligato a farlo e non per una scelta libera e autonoma. Questi club piangono miseria per la pandemia ma i ricchi contratti l' anno scorso, in tempi non sospetti, li hanno fatti . Ora non si lamentassero.

E quali ricchi contratti avrebbe fatto l'inter l'anno scorso? A me sembra uno Vidal ma non pagando il cartellino
 

Rivera10

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mil77;2356394 ha scritto:
E quali ricchi contratti avrebbe fatto l'inter l'anno scorso? A me sembra uno Vidal ma non pagando il cartellino

Vidal ma anche Kolarov, no? E in tutti i casi diamo ragione a Zhang che ha vinto uno scudetto non pagando gli acquisti e non pagando gli stipendi. Un ragazzo " virtuoso".
 

mil77

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Rivera10;2356402 ha scritto:
Vidal ma anche Kolarov, no? E in tutti i casi diamo ragione a Zhang che ha vinto uno scudetto non pagando gli acquisti e non pagando gli stipendi. Un ragazzo " virtuoso".

Kolarov è di due anni fa.
 
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