Visnadi: "La verità oltre le veline di Milanello, le chat e le gite di formazione."

Toby rosso nero

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Gianni Visnadi critica la proprietà e dirigenza rossonera senza peli sulla lingua, usando come spunto le parole di Maldini:

"Non c’è nulla di intempestivo nell’intervista di Paolo Maldini a Repubblica, anzi ha scelto il momento giusto, che più giusto non poteva. Bravo. E bravo a scegliere Enrico Currò per confidarsi, un giornalista vero, un cronista di razza come ormai pochi, come pochi sono quelli che in questi anni hanno cercato di raccontare una verità del Milan che va oltre le chat e le veline e le gite di formazione a Milanello.
Maldini è più milanista di tutta l’attuale dirigenza sommata insieme, compreso il Ceo che per festeggiare prende a pugni il plexiglass di Marassi, per sembrare almeno un po’ Galliani. Che tristezza.
Cardinale s’è definito Berlusconi 2.0 e qualcuno gli ha creduto, anzi probabilmente gli crede ancora.
Non serve commentare le parole su Scaroni, se usciva prima dallo stadio per evitare il traffico avrà avuto i suoi motivi, forse aveva un ricordo confuso di ciò che faceva Boniperti allo stadio Comunale di Torino o forse Scaroni più probabilmente non sa nemmeno chi fosse Boniperti. Del resto lui è uomo di affari e di politica e non di pallone. Come Furlani è uomo di conti. Cardinale invece è tutte queste cose insieme e adesso gestisce il Milan, comprato anche grazie ai soldi di chi gliel’ha venduto.
Maldini a questa dirigenza che è tutto fuorché calcio non poteva che servire. Un alibi perfetto, perché la squadra la faceva lui, inattaccabile per la sua storia e la fedeltà alla bandiera. Lui con i loro soldi. E invece l’hanno fatto fuori, perché evidentemente oltre al resto sono anche un po’ presuntuosi: hanno triplicato le spese, per fare una squadra che nelle mani di Pioli e dei suoi collaborartori è peggiorata. E adesso sono costretti all'affannoso inseguimento del totem Ibrahimovic, per un ruolo che non si sa quale sia, in tempi e modi che lasciano decidere a lui. Persino ridicolo, a essere generosi."
 
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come pochi sono quelli che in questi anni hanno cercato di raccontare una verità del Milan che va oltre le chat e le veline e le gite di formazione a Milanello

Se non li avessero sgamati e non fosse stato confermato da Maldini, questa sarebbe stata una di quelle cose per cui si sarebbe stati tacciati di essere complottisti
 

Antokkmilan

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La verità sta sempre nel mezzo ma ricorda caro Visnadi che nel calcio tutto può cambiare in un nano se sono…semplicemente a volte si parla troppo…tutto ruota attorno alle vittorie, bastano 3-4 vittorie e tutto torna nel dimenticatoio
 
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Gianni Visnadi critica la proprietà e dirigenza rossonera senza peli sulla lingua, usando come spunto le parole di Maldini:

"Non c’è nulla di intempestivo nell’intervista di Paolo Maldini a Repubblica, anzi ha scelto il momento giusto, che più giusto non poteva. Bravo. E bravo a scegliere Enrico Currò per confidarsi, un giornalista vero, un cronista di razza come ormai pochi, come pochi sono quelli che in questi anni hanno cercato di raccontare una verità del Milan che va oltre le chat e le veline e le gite di formazione a Milanello.
Maldini è più milanista di tutta l’attuale dirigenza sommata insieme, compreso il Ceo che per festeggiare prende a pugni il plexiglass di Marassi, per sembrare almeno un po’ Galliani. Che tristezza.
Cardinale s’è definito Berlusconi 2.0 e qualcuno gli ha creduto, anzi probabilmente gli crede ancora.
Non serve commentare le parole su Scaroni, se usciva prima dallo stadio per evitare il traffico avrà avuto i suoi motivi, forse aveva un ricordo confuso di ciò che faceva Boniperti allo stadio Comunale di Torino o forse Scaroni più probabilmente non sa nemmeno chi fosse Boniperti. Del resto lui è uomo di affari e di politica e non di pallone. Come Furlani è uomo di conti. Cardinale invece è tutte queste cose insieme e adesso gestisce il Milan, comprato anche grazie ai soldi di chi gliel’ha venduto.
Maldini a questa dirigenza che è tutto fuorché calcio non poteva che servire. Un alibi perfetto, perché la squadra la faceva lui, inattaccabile per la sua storia e la fedeltà alla bandiera. Lui con i loro soldi. E invece l’hanno fatto fuori, perché evidentemente oltre al resto sono anche un po’ presuntuosi: hanno triplicato le spese, per fare una squadra che nelle mani di Pioli e dei suoi collaborartori è peggiorata. E adesso sono costretti all'affannoso inseguimento del totem Ibrahimovic, per un ruolo che non si sa quale sia, in tempi e modi che lasciano decidere a lui. Persino ridicolo, a essere generosi."
ma per fortuna che la stampa è asservita alla società.
su 10 articoli, 11 li criticano come se non ci fosse un domani.
ma come si fa a dire certe cose io non lo so...
in pratica è un tutti contro il Milan e il capitano dei tutti è Paolo.
sta storia andrà avanti per settimane, non escludo azioni legali se ci sono i presupposti...
 

Jino

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ma per fortuna che la stampa è asservita alla società.
su 10 articoli, 11 li criticano come se non ci fosse un domani.
ma come si fa a dire certe cose io non lo so...
in pratica è un tutti contro il Milan e il capitano dei tutti è Paolo.
sta storia andrà avanti per settimane, non escludo azioni legali se ci sono i presupposti...

Bastava che la nostra nuova proprietà capisse un minimo di calcio, un minimo....ed avrebbe messo al posto di Paolo (lecito lo possano cambiare) un altro direttore sportivo, come tutte le squadre hanno.

Invece no, non l'hanno messo ed hanno diviso un po' le responsabilità del direttore in questo famoso gruppo di lavoro. Morale della favola, tutti fanno tutto perché tutti non facciamo niente.

La figura forte manca, la dirigenza è debole e nei momenti complicati pesa da morire.
 
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Maldini ha reso pubblico e sdoganato quello che molti giornalisti indipendenti non avevano il coraggio di dire. Si è creata una spaccatura tra i giornalisti servili al Milan e quelli liberi.
 
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Bastava che la nostra nuova proprietà capisse un minimo di calcio, un minimo....ed avrebbe messo al posto di Paolo (lecito lo possano cambiare) un altro direttore sportivo, come tutte le squadre hanno.

Invece no, non l'hanno messo ed hanno diviso un po' le responsabilità del direttore in questo famoso gruppo di lavoro. Morale della favola, tutti fanno tutto perché tutti non facciamo niente.

La figura forte manca, la dirigenza è debole e nei momenti complicati pesa da morire.
qui più che capire di calcio, c'era da capire di gestione.
io non son d'accordo con quel che dici, o meglio... gli inglesi spesso hanno il manager, l'allenatore che decide anche il mercato.
a me l'idea piace e il cosiddetto gruppo di lavoro ha un senso eccome.
l'errore è che un ruolo così non può farlo pioli.

ipotizza un guardiola che da alleatore decide la strategie, moncada per i giovani e furlani alle trattative.
be.. sarebbe un team molto competitivo o no?
non so al city come sia l'organigramma, ma sono sicuro che questa roba andrebbe benissimo da noi.
ovviamente guardiola è abituato ad altri budget, quindi un po' di fantasia.
 
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Pensate a quanto è complicata e allo stesso semplice la nostra intera vita:

Una "semplicissima" infermeria piena ha portato a miliardi di tonnellate di str....te e pipponi, ma davvero miliardi di tonnellate.

Senza l' infermeria piena i depensanti starebbero o zitti o peggio darebbero giudizi opposti

Quando in realtà, poi gli attori in causa sempre gli stessi sono.
 
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