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Da che io ho memoria, la politica si è sempre interessata di scuola solo in modo ideologico, senza far nulla di concreto.Allo stesso tempo girano voci di ingenti fondi per l'istruzione stanziati ma non spesi.
E gli studenti stanno al freddo o in edifici poco sicuri.
Eeee ma le piste da bob che usi solo una volta!
Eee ma i lavori olimpici!!
Eee ma il Ponte di Messina!!
Eeeee ma il fare le grandi opere soprattutto se costose!!! Con tutte le varianti costose possibili ed in violazione delle tutele che si disse sarebbero state rispettate.
Dopo aver abbattuto i lacciuoli sugli appalti.
Avremo il nuovo sacco dell'Italia.
E carceri in più non ne faranno.
Dopo le Europee partono i rilasci con indulti vari.
E quando saremo vecchi e paralitici, avremo una sanità pubblica ridicola, ma anche le casse statali definitivamente scassate.
Tutto a carico dei pazienti solventi.
Ma le tasse non me le hanno tolte.
Pago per tutti!
Parlare di “autorità” nell’ambito di un percorso formativo è quanto di meno logico possa esserci. È molto diffusa l’idea che ogni problema possa essere risolto con la “forza”, ma non funziona così: non puoi trasmettere un certo tipo di valori puntando sulla “forza” perché, per essere efficace, l’adesione a dei valori deve essere spontanea. Sicuramente se parliamo di giovani e giovanissimi questa adesione deve esser stimolata, ma altrettanto sicuramente non può essere imposta.
Quello su cui si dovrebbe puntare è l’autorevolezza, concetto completamente diverso. Il docente che fa il “nazista” interrogando a sorpresa, mettendo voti bassi a caso e via dicendo è un docente che non può trasmettere nulla ai bambini e ai ragazzi e, anzi, innescherà un meccanismo di rifiuto e odio verso quello che insegna(io ho ancora un trauma infantile dalle elementari su Italo Calvino e son passati trent’anni..).
Se invece hai un docente autorevole, gli studenti saranno spontaneamente portati a seguirlo, ad appassionarsi alla sua materia, a interiorizzare e, talvolta, amare ciò che il docente trasmette loro. E questa, peraltro, penso sia l’unica e al tempo stesso più grande soddisfazione che un bravo docente può avere dal suo mestiere.
In ogni caso, lo Stato è il primo a mancare di rispetto ai docenti, nel momento in cui riconosce loro una retribuzione poco superiore a quella di un netturbino, mestiere assolutamente degno di stima e rispetto ma che richiede skills decisamente diverse. Per me, viste le condizioni generali della scuola, un docente che sceglie il suo mestiere con passione e vi si dedica anima e corpo è una sorta di eroe moderno. Ma di eroi non ne nascono tutti i giorni e in cattedra ti ritrovi tanta, forse troppa, gente che sta lì a fare il minimo indispensabile, magari anche meno, per portarsi a casa lo stipendio. Anche perché l’unica progressione di carriera che un docente nella scuola può fare è l’avanzamento nella graduatoria, avanzamento quasi completamente connesso agli anni di insegnamento e che alla fine ha come unico vantaggio quello di non rischiare di dover cambiare scuola qualora diminuiscano le classi formatesi nell’istituto.
Concludo facendo notare che la classe dirigente e i cittadini-elettori che hanno portato l’Italia su un binario morto con destinazione il baratro si è formata nelle scuole ante-‘68. Quindi anche tutta ‘sta nostalgia per le scuole di un tempo mi sembra parecchio fuori luogo.