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Turati, portiere del Frosinone, a Sportweek:"“Se ho rosicato dopo il coro della Curva Sud ("Se c'è in porta Turati è gol") durante Milan-Frosinone? Sono stati anche troppo bravi, hanno cantato in pochi e per poco tempo. In quel momento mi sarei voltato verso di loro e li avrei mandati affanc**o tutti, però ho pensato che sono tifoso anch’io e al loro posto avrei fatto lo stesso, se non peggio”.
Voglio vincere la Champions League da capitano dell’Inter. Come hanno fatto a riconoscermi in Curva Nord in finale di Coppa Italia? Non lo so. Mi hanno ripreso su DAZN e il giorno dopo mi hanno chiamato in non so quanti… Al Frosinone non mi hanno detto niente. Del resto, a Grosso lo avevo annunciato: mister, io vado a vedere la finale di Coppa. Volevo pure salire a Milano per il derby di Champions: mister io per Milan-Inter e Inter-Milan non ci sono! Si mise a ridere pensando che scherzassi, solo che io non scherzavo. All’andata non eravamo ancora promossi in A e non mi ha dato il permesso. Mi sono accontentato del ritorno. Contro l’Inter volevo fare la partita della vita. Il momento più emozionante è stato il riscaldamento, che ho fatto con la Nord di fronte. Devi capire che io ho passato anni in curva, i miei amici sono lì. Pensavo: cavolo, ero uno dei 75mila e adesso sono uno dei 22. Mi faceva effetto. E’ passato quando la partita è iniziata. Dopo il gol di Dimarco da più di 50 metri me ne sono dette di tutti i colori, altro che. Non ci ho dormito la notte. Secondo me è stato un cross sbagliato, ma ormai è passata”.
"Idoli? Da bambino Julio Cesar, Zanetti, Materazzi. Julio Cesar mi ha fatto innamorare del ruolo: era troppo stiloso. Oggi mi piacciono Donnarumma e Vicario, due fenomeni. Poi, vabbé, Maignan gioca da solo. Szczesny, Di Gregorio, mio fratello, e naturalmente Sommer. Che animale sarei? Un’aquila. Maestosa, dall’alto vede tutto e poi giù in picchiata a tremila all’ora. Sarebbe bellissimo”.
Voglio vincere la Champions League da capitano dell’Inter. Come hanno fatto a riconoscermi in Curva Nord in finale di Coppa Italia? Non lo so. Mi hanno ripreso su DAZN e il giorno dopo mi hanno chiamato in non so quanti… Al Frosinone non mi hanno detto niente. Del resto, a Grosso lo avevo annunciato: mister, io vado a vedere la finale di Coppa. Volevo pure salire a Milano per il derby di Champions: mister io per Milan-Inter e Inter-Milan non ci sono! Si mise a ridere pensando che scherzassi, solo che io non scherzavo. All’andata non eravamo ancora promossi in A e non mi ha dato il permesso. Mi sono accontentato del ritorno. Contro l’Inter volevo fare la partita della vita. Il momento più emozionante è stato il riscaldamento, che ho fatto con la Nord di fronte. Devi capire che io ho passato anni in curva, i miei amici sono lì. Pensavo: cavolo, ero uno dei 75mila e adesso sono uno dei 22. Mi faceva effetto. E’ passato quando la partita è iniziata. Dopo il gol di Dimarco da più di 50 metri me ne sono dette di tutti i colori, altro che. Non ci ho dormito la notte. Secondo me è stato un cross sbagliato, ma ormai è passata”.
"Idoli? Da bambino Julio Cesar, Zanetti, Materazzi. Julio Cesar mi ha fatto innamorare del ruolo: era troppo stiloso. Oggi mi piacciono Donnarumma e Vicario, due fenomeni. Poi, vabbé, Maignan gioca da solo. Szczesny, Di Gregorio, mio fratello, e naturalmente Sommer. Che animale sarei? Un’aquila. Maestosa, dall’alto vede tutto e poi giù in picchiata a tremila all’ora. Sarebbe bellissimo”.