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La guardia di finanza di Prato ha arrestato 13 imprenditori cinesi per una colossale frode per produrre mascherine chirurgiche.
Le indagini vertono su appalti regionali semplificati,per via dell'emergenza sanitaria,per almeno 100 milioni di mascherine e 45 milioni di euro.
Ci sono 90 lavoratori irregolari scoperti.
Due i filoni dell'inchiesta:
-le mascherine secondo le autorità sarebbero state realizzate con materiali scadenti e non risponderebbero ai requisiti di legge sulla sicurezza.
in particolare il tessuto filtrante a risparmio per non consumare materiale
accusa di frode nelle pubbliche forniture, truffa ai danni dello Stato, violazione del Codice degli appalti.
-Gruppo Y.L. (dal 2008 fornitore Zara) guidato dai fratelli cinesi Hong sarebbe a capo di una filiera di fornitori (28 ditte individuali cinesi di abbigliamento, non indicate come subappaltatori all'atto della commessa) che ripropongono un cliché ormai famoso nel distretto della moda di Prato:
operai in nero e clandestini (ne sono stati scoperti 90),
turni di lavoro fino a 16 ore al giorno in condizioni degradanti e di pericolo (vie di fuga ostruite, uscite di emergenza bloccate),
riposi limitati e in dormitori ricavati all'interno dei laboratori senza igiene né sicurezza.
I reati ipotizzati in questo caso sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, favoreggiamento e sfruttamento dell'immigrazione clandestina, violazioni alla sicurezza sui luoghi di lavoro
Dei 100 milioni di mascherine appaltate alle tre società Gruppo Y.L., Vignolplast e Paimex, 7 milioni sono già state consegnate nelle settimane scorse (in due tranche) alla Protezione Civile e 6,7 milioni a Estar, la centrale d'acquisto della Regione Toscana: la Guardia di finanza ora ha sequestrato la terza fornitura alla Protezione Civile e bloccato un business milionario
Ansa
Le indagini vertono su appalti regionali semplificati,per via dell'emergenza sanitaria,per almeno 100 milioni di mascherine e 45 milioni di euro.
Ci sono 90 lavoratori irregolari scoperti.
Due i filoni dell'inchiesta:
-le mascherine secondo le autorità sarebbero state realizzate con materiali scadenti e non risponderebbero ai requisiti di legge sulla sicurezza.
in particolare il tessuto filtrante a risparmio per non consumare materiale
accusa di frode nelle pubbliche forniture, truffa ai danni dello Stato, violazione del Codice degli appalti.
-Gruppo Y.L. (dal 2008 fornitore Zara) guidato dai fratelli cinesi Hong sarebbe a capo di una filiera di fornitori (28 ditte individuali cinesi di abbigliamento, non indicate come subappaltatori all'atto della commessa) che ripropongono un cliché ormai famoso nel distretto della moda di Prato:
operai in nero e clandestini (ne sono stati scoperti 90),
turni di lavoro fino a 16 ore al giorno in condizioni degradanti e di pericolo (vie di fuga ostruite, uscite di emergenza bloccate),
riposi limitati e in dormitori ricavati all'interno dei laboratori senza igiene né sicurezza.
I reati ipotizzati in questo caso sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, favoreggiamento e sfruttamento dell'immigrazione clandestina, violazioni alla sicurezza sui luoghi di lavoro
Dei 100 milioni di mascherine appaltate alle tre società Gruppo Y.L., Vignolplast e Paimex, 7 milioni sono già state consegnate nelle settimane scorse (in due tranche) alla Protezione Civile e 6,7 milioni a Estar, la centrale d'acquisto della Regione Toscana: la Guardia di finanza ora ha sequestrato la terza fornitura alla Protezione Civile e bloccato un business milionario
Ansa