Theo:"Sarò il migliore. Ora voglio derby e Champions":

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Theo Hernandez alla GDS in edicola oggi, 10 ottobre:"Voglio il derby e la Champions: io diventerò il migliore. Con super Ibra è un altro Milan. Ci sentiamo più forti, è cambiato tutto. Qui il mio anno più bello, cresco con i consigli di Maldini”.

Theo Hernandez, arrivate al derby da primi. Un caso? Calendario facile?
«Macché caso. Rispetto a un anno fa ci sentiamo molto più forti, siamo più forti. Tutto è cambiato. Siamo tranquilli, molto, anche se sappiamo bene che non è una partita qualunque. È il derby. Ma dobbiamo giocare come abbiamo fatto finora. Correndo, lottando. E facendo il massimo per vincerlo».

Il Milan però ne ha persi quattro di fila, di derby
«Sì ma stavolta possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra molto buona, c’è un gruppo vero. E la tifoseria è con noi. C’è tutto».

Il derby è l’incrocio con Hakimi, suo amico, suo ex compagno al Real: su quella fascia sarà una sfida nella sfida, chi vince?
«Gran giocatore. Ma non lo farò passare».

Il ritorno di Ibrahimovic peserà. Quanto è importante per voi?
«Fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader».

Lei come vive l’emergenza Covid?
«Come tutti. Dobbiamo essere rispettosi. E attenti».

Nel 2020 siete primi in classifica, non perdete da 19 partite. Se lo aspettava?
«Abbiamo lavorato tanto durante la quarantena, non è un caso che non abbiamo mai perso. Ma la strada è lunga».

Cresce il Milan ma cresce anche lei
«Sono qui da un anno, calcisticamente il più bello della mia vita. Vivo un sogno. Dopo le difficoltà degli ultimi due anni non mi aspettavo una crescita così rapida, ma so che giocatore sono, so le mie qualità. Quando sono arrivato l’ho detto: voglio diventare il miglior difensore laterale».

Al mondo?
«Ce ne sono molti e forti in quel ruolo, ma dopo un anno così ho capito che posso riuscirci. Devo però continuare a lavorare. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere».

Già, Maldini. È stato lui a volerla a tutti i costi. Non c’era la coda, lei aveva la fama del bad boy
«Da ragazzino ho fatto qualche stupidaggine, ma in realtà mi considero tranquillo e allegro. Maldini per me è stato fondamentale, quando mi ha chiamato non ho avuto dubbi. Il Milan è il Milan. E poi c’era lui, un campione assoluto. I suoi consigli sono preziosissimi».

In cosa le dice che deve migliorare?
«Fase difensiva e concentrazione».

E Pioli quanto conta?
«Da quando è arrivato, le cose sono state chiare. Ci ha detto cosa fare e come farlo. È arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Siamo cresciuti moltissimo. La squadra, ma anche io personalmente. È eccezionale. Quando è uscita la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. E ora siamo lassù».

Non con tutti gli allenatori c’è però feeling. Il c.t. francese Deschamps non l’ha chiamata in Nazionale, nonostante una stagione eccezionale.
«A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così… Comunque continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo. Ho un anno per riuscirci. Sarei il ragazzo più felice del mondo a giocare in Nazionale».

Con suo fratello Lucas, magari.
«Sarebbe un sogno. Spero succeda. È un fratello, ma è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora».

Anche suo padre è stato calciatore. Se n’è andato di casa quando eravate bambini. Che rapporto ha con lui?
«Di lui non parlo».

A Milano ha trovato anche l’amore.
«Zoe mi ha reso felice».

In un anno è diventato un idolo della tifoseria
«Perché lavoro tanto. E perché corro tanto».

Lei ha 23 anni: Milan punto di partenza o di arrivo?
«Sono felice, è come casa mia. Sono qui per tornare in Champions. Col Milan».

Quanto sarebbe importante tornarci subito?
«C’è feeling, con l’allenatore e tra noi. Sarà dura, ma vogliamo farcela. E possiamo».

E se ci riuscite?
«Mi tingo i capelli di rosso e di nero. In mezzo, lo scudetto del Milan».

Theo alla GDS:" Derby? In realtà ci sentiamo molto tranquilli nell’approccio a questa partita. Dobbiamo affrontarla come abbiamo fatto finora, correndo e lottando. E cercando di vincerla. Può essere la volta buona? Sì. Possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra di ottimo livello, c’è un grande gruppo, un gruppo vero. La tifoseria è con noi. C’è tutto per vincere".

"Ibra? E’ fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader vero. Siamo felici che sia di nuovo con noi"

"Hakimi? L’ho avuto come compagno, so bene chi è e cosa può fare, è un grandissimo giocatore. Ma io darò tutto perché non faccia nulla. Non lo farò passare. So quanto conta".

"Brahim Diaz? E’ impressionante. Davvero bello vederlo giocare. Ha solo un anno di contratto, ma sarebbe ottimo se restasse con noi a lungo"

"Lo scorso anno il più bello della carriera? E’ stata un’ottima prima stagione e ora ne è iniziata un’al- tra alla grande. Sono qui da un anno e sì, calcisticamente è stato l’anno più bello della mia vita. Un sogno. Qui il calcio è più tattico e più fisico, in Spagna si gioca di più con la palla. Ma mi sono adattato bene".

" Dopo le difficoltà dei due anni precedenti in effetti non mi aspettavo una crescita così rapida, ma io so che giocatore sono, conosco le mie qualità. Quando sono arrivato, l’ho detto: voglio diventare il difensore laterale numero uno".

"Penso di riuscirci col Milan? Sì. Ci sono colleghi molti forti nel mio ruolo, ma dopo un an- no così ho capito che posso riuscirci. Però devo continuare a lavorare duramente. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere"

"Maldini? Mi aiuta, mi dice dove posso migliorare. E’ preziosissimo, è stato un campione assoluto"

"In cosa devo migliorare? Nella fase difensiva. E anche nella concentrazione, Pioli me lo dice sempre"

"Pioli? Importantissimo. Da quando è arrivato le cose sono state chiare, ci ha detto cosa fare. E’ arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Sia- mo cresciuti molto come gruppo e nei singoli. Quando è usci- ta la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. Un allenatore incredibile".

"Ci sentiamo molto più forti sul campo, in un anno è cambiato tutto. Ora giocare nel Milan è bello e divertente".

"La Champions? Siamo squadra e sarà un grande anno. Credo che ce la faremo".

"Il mio futuro? Voglio restare qui a lungo. So- no qui per restare. Sono felice, è come se fosse casa mia. Ma d’altra parte sapevo già che il Milan era la scelta giusta per la mia carriera. Il Milan era la priorità fin dal subito. Mai avuto dubbi, e ho fatto bene. Sono felice anche perché la mia fa- miglia mi appoggia. Mio fratello Lucas è lontano ma mi sta aiutando. Lui è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora. Di mio padre invece preferisco non parlare".

"Tifosi pazzi di me fin da subito? Perché lavoro molto. O forse perché corro tanto (ride, ndr). E’ una cosa bellissima".

"La nazionale? A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così... Continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo e ho un anno per riuscirci"

"Una promessa in caso di vittoria nel derby? No, ne faccio una se arriveremo in Champions: mi tingo i capelli di rossonero, con lo stemma del Milan".
 

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Theo Hernandez, arrivate al derby da primi. Un caso? Calendario facile?
«Macché caso. Rispetto a un anno fa ci sentiamo molto più forti, siamo più forti. Tutto è cambiato. Siamo tranquilli, molto, anche se sappiamo bene che non è una partita qualunque. È il derby. Ma dobbiamo giocare come abbiamo fatto finora. Correndo, lottando. E facendo il massimo per vincerlo».

Il Milan però ne ha persi quattro di fila, di derby
«Sì ma stavolta possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra molto buona, c’è un gruppo vero. E la tifoseria è con noi. C’è tutto».

Il derby è l’incrocio con Hakimi, suo amico, suo ex compagno al Real: su quella fascia sarà una sfida nella sfida, chi vince?
«Gran giocatore. Ma non lo farò passare».

Il ritorno di Ibrahimovic peserà. Quanto è importante per voi?
«Fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader».

Lei come vive l’emergenza Covid?
«Come tutti. Dobbiamo essere rispettosi. E attenti».

Nel 2020 siete primi in classifica, non perdete da 19 partite. Se lo aspettava?
«Abbiamo lavorato tanto durante la quarantena, non è un caso che non abbiamo mai perso. Ma la strada è lunga».

Cresce il Milan ma cresce anche lei
«Sono qui da un anno, calcisticamente il più bello della mia vita. Vivo un sogno. Dopo le difficoltà degli ultimi due anni non mi aspettavo una crescita così rapida, ma so che giocatore sono, so le mie qualità. Quando sono arrivato l’ho detto: voglio diventare il miglior difensore laterale».

Al mondo?
«Ce ne sono molti e forti in quel ruolo, ma dopo un anno così ho capito che posso riuscirci. Devo però continuare a lavorare. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere».

Già, Maldini. È stato lui a volerla a tutti i costi. Non c’era la coda, lei aveva la fama del bad boy
«Da ragazzino ho fatto qualche stupidaggine, ma in realtà mi considero tranquillo e allegro. Maldini per me è stato fondamentale, quando mi ha chiamato non ho avuto dubbi. Il Milan è il Milan. E poi c’era lui, un campione assoluto. I suoi consigli sono preziosissimi».

In cosa le dice che deve migliorare?
«Fase difensiva e concentrazione».

E Pioli quanto conta?
«Da quando è arrivato, le cose sono state chiare. Ci ha detto cosa fare e come farlo. È arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Siamo cresciuti moltissimo. La squadra, ma anche io personalmente. È eccezionale. Quando è uscita la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. E ora siamo lassù».

Non con tutti gli allenatori c’è però feeling. Il c.t. francese Deschamps non l’ha chiamata in Nazionale, nonostante una stagione eccezionale.
«A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così… Comunque continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo. Ho un anno per riuscirci. Sarei il ragazzo più felice del mondo a giocare in Nazionale».

Con suo fratello Lucas, magari.
«Sarebbe un sogno. Spero succeda. È un fratello, ma è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora».

Anche suo padre è stato calciatore. Se n’è andato di casa quando eravate bambini. Che rapporto ha con lui?
«Di lui non parlo».

A Milano ha trovato anche l’amore.
«Zoe mi ha reso felice».

In un anno è diventato un idolo della tifoseria
«Perché lavoro tanto. E perché corro tanto».

Lei ha 23 anni: Milan punto di partenza o di arrivo?
«Sono felice, è come casa mia. Sono qui per tornare in Champions. Col Milan».

Quanto sarebbe importante tornarci subito?
«C’è feeling, con l’allenatore e tra noi. Sarà dura, ma vogliamo farcela. E possiamo».

E se ci riuscite?
«Mi tingo i capelli di rosso e di nero. In mezzo, lo scudetto del Milan».
 

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Theo alla GDS:" Derby? In realtà ci sentiamo molto tranquilli nell’approccio a questa partita. Dobbiamo affrontarla come abbiamo fatto finora, correndo e lottando. E cercando di vincerla. Può essere la volta buona? Sì. Possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra di ottimo livello, c’è un grande gruppo, un gruppo vero. La tifoseria è con noi. C’è tutto per vincere".

"Ibra? E’ fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader vero. Siamo felici che sia di nuovo con noi"

"Hakimi? L’ho avuto come compagno, so bene chi è e cosa può fare, è un grandissimo giocatore. Ma io darò tutto perché non faccia nulla. Non lo farò passare. So quanto conta".

"Brahim Diaz? E’ impressionante. Davvero bello vederlo giocare. Ha solo un anno di contratto, ma sarebbe ottimo se restasse con noi a lungo"

"Lo scorso anno il più bello della carriera? E’ stata un’ottima prima stagione e ora ne è iniziata un’al- tra alla grande. Sono qui da un anno e sì, calcisticamente è stato l’anno più bello della mia vita. Un sogno. Qui il calcio è più tattico e più fisico, in Spagna si gioca di più con la palla. Ma mi sono adattato bene".

" Dopo le difficoltà dei due anni precedenti in effetti non mi aspettavo una crescita così rapida, ma io so che giocatore sono, conosco le mie qualità. Quando sono arrivato, l’ho detto: voglio diventare il difensore laterale numero uno".

"Penso di riuscirci col Milan? Sì. Ci sono colleghi molti forti nel mio ruolo, ma dopo un an- no così ho capito che posso riuscirci. Però devo continuare a lavorare duramente. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere"

"Maldini? Mi aiuta, mi dice dove posso migliorare. E’ preziosissimo, è stato un campione assoluto"

"In cosa devo migliorare? Nella fase difensiva. E anche nella concentrazione, Pioli me lo dice sempre"

"Pioli? Importantissimo. Da quando è arrivato le cose sono state chiare, ci ha detto cosa fare. E’ arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Sia- mo cresciuti molto come gruppo e nei singoli. Quando è usci- ta la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. Un allenatore incredibile".

"Ci sentiamo molto più forti sul campo, in un anno è cambiato tutto. Ora giocare nel Milan è bello e divertente".

"La Champions? Siamo squadra e sarà un grande anno. Credo che ce la faremo".

"Il mio futuro? Voglio restare qui a lungo. So- no qui per restare. Sono felice, è come se fosse casa mia. Ma d’altra parte sapevo già che il Milan era la scelta giusta per la mia carriera. Il Milan era la priorità fin dal subito. Mai avuto dubbi, e ho fatto bene. Sono felice anche perché la mia fa- miglia mi appoggia. Mio fratello Lucas è lontano ma mi sta aiutando. Lui è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora. Di mio padre invece preferisco non parlare".

"Tifosi pazzi di me fin da subito? Perché lavoro molto. O forse perché corro tanto (ride, ndr). E’ una cosa bellissima".

"La nazionale? A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così... Continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo e ho un anno per riuscirci"

"Una promessa in caso di vittoria nel derby? No, ne faccio una se arriveremo in Champions: mi tingo i capelli di rossonero, con lo stemma del Milan".
 

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Theo Hernandez alla GDS in edicola oggi, 10 ottobre:"Voglio il derby e la Champions: io diventerò il migliore. Con super Ibra è un altro Milan. Ci sentiamo più forti, è cambiato tutto. Qui il mio anno più bello, cresco con i consigli di Maldini”.

Theo Hernandez, arrivate al derby da primi. Un caso? Calendario facile?
«Macché caso. Rispetto a un anno fa ci sentiamo molto più forti, siamo più forti. Tutto è cambiato. Siamo tranquilli, molto, anche se sappiamo bene che non è una partita qualunque. È il derby. Ma dobbiamo giocare come abbiamo fatto finora. Correndo, lottando. E facendo il massimo per vincerlo».

Il Milan però ne ha persi quattro di fila, di derby
«Sì ma stavolta possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra molto buona, c’è un gruppo vero. E la tifoseria è con noi. C’è tutto».

Il derby è l’incrocio con Hakimi, suo amico, suo ex compagno al Real: su quella fascia sarà una sfida nella sfida, chi vince?
«Gran giocatore. Ma non lo farò passare».

Il ritorno di Ibrahimovic peserà. Quanto è importante per voi?
«Fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader».

Lei come vive l’emergenza Covid?
«Come tutti. Dobbiamo essere rispettosi. E attenti».

Nel 2020 siete primi in classifica, non perdete da 19 partite. Se lo aspettava?
«Abbiamo lavorato tanto durante la quarantena, non è un caso che non abbiamo mai perso. Ma la strada è lunga».

Cresce il Milan ma cresce anche lei
«Sono qui da un anno, calcisticamente il più bello della mia vita. Vivo un sogno. Dopo le difficoltà degli ultimi due anni non mi aspettavo una crescita così rapida, ma so che giocatore sono, so le mie qualità. Quando sono arrivato l’ho detto: voglio diventare il miglior difensore laterale».

Al mondo?
«Ce ne sono molti e forti in quel ruolo, ma dopo un anno così ho capito che posso riuscirci. Devo però continuare a lavorare. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere».

Già, Maldini. È stato lui a volerla a tutti i costi. Non c’era la coda, lei aveva la fama del bad boy
«Da ragazzino ho fatto qualche stupidaggine, ma in realtà mi considero tranquillo e allegro. Maldini per me è stato fondamentale, quando mi ha chiamato non ho avuto dubbi. Il Milan è il Milan. E poi c’era lui, un campione assoluto. I suoi consigli sono preziosissimi».

In cosa le dice che deve migliorare?
«Fase difensiva e concentrazione».

E Pioli quanto conta?
«Da quando è arrivato, le cose sono state chiare. Ci ha detto cosa fare e come farlo. È arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Siamo cresciuti moltissimo. La squadra, ma anche io personalmente. È eccezionale. Quando è uscita la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. E ora siamo lassù».

Non con tutti gli allenatori c’è però feeling. Il c.t. francese Deschamps non l’ha chiamata in Nazionale, nonostante una stagione eccezionale.
«A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così… Comunque continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo. Ho un anno per riuscirci. Sarei il ragazzo più felice del mondo a giocare in Nazionale».

Con suo fratello Lucas, magari.
«Sarebbe un sogno. Spero succeda. È un fratello, ma è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora».

Anche suo padre è stato calciatore. Se n’è andato di casa quando eravate bambini. Che rapporto ha con lui?
«Di lui non parlo».

A Milano ha trovato anche l’amore.
«Zoe mi ha reso felice».

In un anno è diventato un idolo della tifoseria
«Perché lavoro tanto. E perché corro tanto».

Lei ha 23 anni: Milan punto di partenza o di arrivo?
«Sono felice, è come casa mia. Sono qui per tornare in Champions. Col Milan».

Quanto sarebbe importante tornarci subito?
«C’è feeling, con l’allenatore e tra noi. Sarà dura, ma vogliamo farcela. E possiamo».

E se ci riuscite?
«Mi tingo i capelli di rosso e di nero. In mezzo, lo scudetto del Milan».

Theo alla GDS:" Derby? In realtà ci sentiamo molto tranquilli nell’approccio a questa partita. Dobbiamo affrontarla come abbiamo fatto finora, correndo e lottando. E cercando di vincerla. Può essere la volta buona? Sì. Possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra di ottimo livello, c’è un grande gruppo, un gruppo vero. La tifoseria è con noi. C’è tutto per vincere".

"Ibra? E’ fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader vero. Siamo felici che sia di nuovo con noi"

"Hakimi? L’ho avuto come compagno, so bene chi è e cosa può fare, è un grandissimo giocatore. Ma io darò tutto perché non faccia nulla. Non lo farò passare. So quanto conta".

"Brahim Diaz? E’ impressionante. Davvero bello vederlo giocare. Ha solo un anno di contratto, ma sarebbe ottimo se restasse con noi a lungo"

"Lo scorso anno il più bello della carriera? E’ stata un’ottima prima stagione e ora ne è iniziata un’al- tra alla grande. Sono qui da un anno e sì, calcisticamente è stato l’anno più bello della mia vita. Un sogno. Qui il calcio è più tattico e più fisico, in Spagna si gioca di più con la palla. Ma mi sono adattato bene".

" Dopo le difficoltà dei due anni precedenti in effetti non mi aspettavo una crescita così rapida, ma io so che giocatore sono, conosco le mie qualità. Quando sono arrivato, l’ho detto: voglio diventare il difensore laterale numero uno".

"Penso di riuscirci col Milan? Sì. Ci sono colleghi molti forti nel mio ruolo, ma dopo un an- no così ho capito che posso riuscirci. Però devo continuare a lavorare duramente. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere"

"Maldini? Mi aiuta, mi dice dove posso migliorare. E’ preziosissimo, è stato un campione assoluto"

"In cosa devo migliorare? Nella fase difensiva. E anche nella concentrazione, Pioli me lo dice sempre"

"Pioli? Importantissimo. Da quando è arrivato le cose sono state chiare, ci ha detto cosa fare. E’ arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Sia- mo cresciuti molto come gruppo e nei singoli. Quando è usci- ta la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. Un allenatore incredibile".

"Ci sentiamo molto più forti sul campo, in un anno è cambiato tutto. Ora giocare nel Milan è bello e divertente".

"La Champions? Siamo squadra e sarà un grande anno. Credo che ce la faremo".

"Il mio futuro? Voglio restare qui a lungo. So- no qui per restare. Sono felice, è come se fosse casa mia. Ma d’altra parte sapevo già che il Milan era la scelta giusta per la mia carriera. Il Milan era la priorità fin dal subito. Mai avuto dubbi, e ho fatto bene. Sono felice anche perché la mia fa- miglia mi appoggia. Mio fratello Lucas è lontano ma mi sta aiutando. Lui è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora. Di mio padre invece preferisco non parlare".

"Tifosi pazzi di me fin da subito? Perché lavoro molto. O forse perché corro tanto (ride, ndr). E’ una cosa bellissima".

"La nazionale? A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così... Continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo e ho un anno per riuscirci"

"Una promessa in caso di vittoria nel derby? No, ne faccio una se arriveremo in Champions: mi tingo i capelli di rossonero, con lo stemma del Milan".

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Theo Hernandez alla GDS in edicola oggi, 10 ottobre:"Voglio il derby e la Champions: io diventerò il migliore. Con super Ibra è un altro Milan. Ci sentiamo più forti, è cambiato tutto. Qui il mio anno più bello, cresco con i consigli di Maldini”.

Theo Hernandez, arrivate al derby da primi. Un caso? Calendario facile?
«Macché caso. Rispetto a un anno fa ci sentiamo molto più forti, siamo più forti. Tutto è cambiato. Siamo tranquilli, molto, anche se sappiamo bene che non è una partita qualunque. È il derby. Ma dobbiamo giocare come abbiamo fatto finora. Correndo, lottando. E facendo il massimo per vincerlo».

Il Milan però ne ha persi quattro di fila, di derby
«Sì ma stavolta possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra molto buona, c’è un gruppo vero. E la tifoseria è con noi. C’è tutto».

Il derby è l’incrocio con Hakimi, suo amico, suo ex compagno al Real: su quella fascia sarà una sfida nella sfida, chi vince?
«Gran giocatore. Ma non lo farò passare».

Il ritorno di Ibrahimovic peserà. Quanto è importante per voi?
«Fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader».

Lei come vive l’emergenza Covid?
«Come tutti. Dobbiamo essere rispettosi. E attenti».

Nel 2020 siete primi in classifica, non perdete da 19 partite. Se lo aspettava?
«Abbiamo lavorato tanto durante la quarantena, non è un caso che non abbiamo mai perso. Ma la strada è lunga».

Cresce il Milan ma cresce anche lei
«Sono qui da un anno, calcisticamente il più bello della mia vita. Vivo un sogno. Dopo le difficoltà degli ultimi due anni non mi aspettavo una crescita così rapida, ma so che giocatore sono, so le mie qualità. Quando sono arrivato l’ho detto: voglio diventare il miglior difensore laterale».

Al mondo?
«Ce ne sono molti e forti in quel ruolo, ma dopo un anno così ho capito che posso riuscirci. Devo però continuare a lavorare. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere».

Già, Maldini. È stato lui a volerla a tutti i costi. Non c’era la coda, lei aveva la fama del bad boy
«Da ragazzino ho fatto qualche stupidaggine, ma in realtà mi considero tranquillo e allegro. Maldini per me è stato fondamentale, quando mi ha chiamato non ho avuto dubbi. Il Milan è il Milan. E poi c’era lui, un campione assoluto. I suoi consigli sono preziosissimi».

In cosa le dice che deve migliorare?
«Fase difensiva e concentrazione».

E Pioli quanto conta?
«Da quando è arrivato, le cose sono state chiare. Ci ha detto cosa fare e come farlo. È arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Siamo cresciuti moltissimo. La squadra, ma anche io personalmente. È eccezionale. Quando è uscita la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. E ora siamo lassù».

Non con tutti gli allenatori c’è però feeling. Il c.t. francese Deschamps non l’ha chiamata in Nazionale, nonostante una stagione eccezionale.
«A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così… Comunque continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo. Ho un anno per riuscirci. Sarei il ragazzo più felice del mondo a giocare in Nazionale».

Con suo fratello Lucas, magari.
«Sarebbe un sogno. Spero succeda. È un fratello, ma è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora».

Anche suo padre è stato calciatore. Se n’è andato di casa quando eravate bambini. Che rapporto ha con lui?
«Di lui non parlo».

A Milano ha trovato anche l’amore.
«Zoe mi ha reso felice».

In un anno è diventato un idolo della tifoseria
«Perché lavoro tanto. E perché corro tanto».

Lei ha 23 anni: Milan punto di partenza o di arrivo?
«Sono felice, è come casa mia. Sono qui per tornare in Champions. Col Milan».

Quanto sarebbe importante tornarci subito?
«C’è feeling, con l’allenatore e tra noi. Sarà dura, ma vogliamo farcela. E possiamo».

E se ci riuscite?
«Mi tingo i capelli di rosso e di nero. In mezzo, lo scudetto del Milan».

Theo alla GDS:" Derby? In realtà ci sentiamo molto tranquilli nell’approccio a questa partita. Dobbiamo affrontarla come abbiamo fatto finora, correndo e lottando. E cercando di vincerla. Può essere la volta buona? Sì. Possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra di ottimo livello, c’è un grande gruppo, un gruppo vero. La tifoseria è con noi. C’è tutto per vincere".

"Ibra? E’ fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader vero. Siamo felici che sia di nuovo con noi"

"Hakimi? L’ho avuto come compagno, so bene chi è e cosa può fare, è un grandissimo giocatore. Ma io darò tutto perché non faccia nulla. Non lo farò passare. So quanto conta".

"Brahim Diaz? E’ impressionante. Davvero bello vederlo giocare. Ha solo un anno di contratto, ma sarebbe ottimo se restasse con noi a lungo"

"Lo scorso anno il più bello della carriera? E’ stata un’ottima prima stagione e ora ne è iniziata un’al- tra alla grande. Sono qui da un anno e sì, calcisticamente è stato l’anno più bello della mia vita. Un sogno. Qui il calcio è più tattico e più fisico, in Spagna si gioca di più con la palla. Ma mi sono adattato bene".

" Dopo le difficoltà dei due anni precedenti in effetti non mi aspettavo una crescita così rapida, ma io so che giocatore sono, conosco le mie qualità. Quando sono arrivato, l’ho detto: voglio diventare il difensore laterale numero uno".

"Penso di riuscirci col Milan? Sì. Ci sono colleghi molti forti nel mio ruolo, ma dopo un an- no così ho capito che posso riuscirci. Però devo continuare a lavorare duramente. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere"

"Maldini? Mi aiuta, mi dice dove posso migliorare. E’ preziosissimo, è stato un campione assoluto"

"In cosa devo migliorare? Nella fase difensiva. E anche nella concentrazione, Pioli me lo dice sempre"

"Pioli? Importantissimo. Da quando è arrivato le cose sono state chiare, ci ha detto cosa fare. E’ arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Sia- mo cresciuti molto come gruppo e nei singoli. Quando è usci- ta la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. Un allenatore incredibile".

"Ci sentiamo molto più forti sul campo, in un anno è cambiato tutto. Ora giocare nel Milan è bello e divertente".

"La Champions? Siamo squadra e sarà un grande anno. Credo che ce la faremo".

"Il mio futuro? Voglio restare qui a lungo. So- no qui per restare. Sono felice, è come se fosse casa mia. Ma d’altra parte sapevo già che il Milan era la scelta giusta per la mia carriera. Il Milan era la priorità fin dal subito. Mai avuto dubbi, e ho fatto bene. Sono felice anche perché la mia fa- miglia mi appoggia. Mio fratello Lucas è lontano ma mi sta aiutando. Lui è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora. Di mio padre invece preferisco non parlare".

"Tifosi pazzi di me fin da subito? Perché lavoro molto. O forse perché corro tanto (ride, ndr). E’ una cosa bellissima".

"La nazionale? A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così... Continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo e ho un anno per riuscirci"

"Una promessa in caso di vittoria nel derby? No, ne faccio una se arriveremo in Champions: mi tingo i capelli di rossonero, con lo stemma del Milan".

alle parole di Theo io credo , grande
 

Davidoff

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Uno dei pochi giocatori dai tempi della porcata di Ibra e Thiago che spero assolutamente di non perdere, l'entusiasmo che le sue cavalcate sulla fascia danno a un tifoso è insostituibile.
 

A.C Milan 1899

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Theo Hernandez alla GDS in edicola oggi, 10 ottobre:"Voglio il derby e la Champions: io diventerò il migliore. Con super Ibra è un altro Milan. Ci sentiamo più forti, è cambiato tutto. Qui il mio anno più bello, cresco con i consigli di Maldini”.

Theo Hernandez, arrivate al derby da primi. Un caso? Calendario facile?
«Macché caso. Rispetto a un anno fa ci sentiamo molto più forti, siamo più forti. Tutto è cambiato. Siamo tranquilli, molto, anche se sappiamo bene che non è una partita qualunque. È il derby. Ma dobbiamo giocare come abbiamo fatto finora. Correndo, lottando. E facendo il massimo per vincerlo».

Il Milan però ne ha persi quattro di fila, di derby
«Sì ma stavolta possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra molto buona, c’è un gruppo vero. E la tifoseria è con noi. C’è tutto».

Il derby è l’incrocio con Hakimi, suo amico, suo ex compagno al Real: su quella fascia sarà una sfida nella sfida, chi vince?
«Gran giocatore. Ma non lo farò passare».

Il ritorno di Ibrahimovic peserà. Quanto è importante per voi?
«Fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader».

Lei come vive l’emergenza Covid?
«Come tutti. Dobbiamo essere rispettosi. E attenti».

Nel 2020 siete primi in classifica, non perdete da 19 partite. Se lo aspettava?
«Abbiamo lavorato tanto durante la quarantena, non è un caso che non abbiamo mai perso. Ma la strada è lunga».

Cresce il Milan ma cresce anche lei
«Sono qui da un anno, calcisticamente il più bello della mia vita. Vivo un sogno. Dopo le difficoltà degli ultimi due anni non mi aspettavo una crescita così rapida, ma so che giocatore sono, so le mie qualità. Quando sono arrivato l’ho detto: voglio diventare il miglior difensore laterale».

Al mondo?
«Ce ne sono molti e forti in quel ruolo, ma dopo un anno così ho capito che posso riuscirci. Devo però continuare a lavorare. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere».

Già, Maldini. È stato lui a volerla a tutti i costi. Non c’era la coda, lei aveva la fama del bad boy
«Da ragazzino ho fatto qualche stupidaggine, ma in realtà mi considero tranquillo e allegro. Maldini per me è stato fondamentale, quando mi ha chiamato non ho avuto dubbi. Il Milan è il Milan. E poi c’era lui, un campione assoluto. I suoi consigli sono preziosissimi».

In cosa le dice che deve migliorare?
«Fase difensiva e concentrazione».

E Pioli quanto conta?
«Da quando è arrivato, le cose sono state chiare. Ci ha detto cosa fare e come farlo. È arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Siamo cresciuti moltissimo. La squadra, ma anche io personalmente. È eccezionale. Quando è uscita la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. E ora siamo lassù».

Non con tutti gli allenatori c’è però feeling. Il c.t. francese Deschamps non l’ha chiamata in Nazionale, nonostante una stagione eccezionale.
«A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così… Comunque continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo. Ho un anno per riuscirci. Sarei il ragazzo più felice del mondo a giocare in Nazionale».

Con suo fratello Lucas, magari.
«Sarebbe un sogno. Spero succeda. È un fratello, ma è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora».

Anche suo padre è stato calciatore. Se n’è andato di casa quando eravate bambini. Che rapporto ha con lui?
«Di lui non parlo».

A Milano ha trovato anche l’amore.
«Zoe mi ha reso felice».

In un anno è diventato un idolo della tifoseria
«Perché lavoro tanto. E perché corro tanto».

Lei ha 23 anni: Milan punto di partenza o di arrivo?
«Sono felice, è come casa mia. Sono qui per tornare in Champions. Col Milan».

Quanto sarebbe importante tornarci subito?
«C’è feeling, con l’allenatore e tra noi. Sarà dura, ma vogliamo farcela. E possiamo».

E se ci riuscite?
«Mi tingo i capelli di rosso e di nero. In mezzo, lo scudetto del Milan».

Theo alla GDS:" Derby? In realtà ci sentiamo molto tranquilli nell’approccio a questa partita. Dobbiamo affrontarla come abbiamo fatto finora, correndo e lottando. E cercando di vincerla. Può essere la volta buona? Sì. Possiamo vincere. Ora abbiamo una squadra di ottimo livello, c’è un grande gruppo, un gruppo vero. La tifoseria è con noi. C’è tutto per vincere".

"Ibra? E’ fondamentale. Da quando è arrivato, è cambiato tutto. Ci aiuta, ci parla, ci sostiene, uno per uno. Un leader vero. Siamo felici che sia di nuovo con noi"

"Hakimi? L’ho avuto come compagno, so bene chi è e cosa può fare, è un grandissimo giocatore. Ma io darò tutto perché non faccia nulla. Non lo farò passare. So quanto conta".

"Brahim Diaz? E’ impressionante. Davvero bello vederlo giocare. Ha solo un anno di contratto, ma sarebbe ottimo se restasse con noi a lungo"

"Lo scorso anno il più bello della carriera? E’ stata un’ottima prima stagione e ora ne è iniziata un’al- tra alla grande. Sono qui da un anno e sì, calcisticamente è stato l’anno più bello della mia vita. Un sogno. Qui il calcio è più tattico e più fisico, in Spagna si gioca di più con la palla. Ma mi sono adattato bene".

" Dopo le difficoltà dei due anni precedenti in effetti non mi aspettavo una crescita così rapida, ma io so che giocatore sono, conosco le mie qualità. Quando sono arrivato, l’ho detto: voglio diventare il difensore laterale numero uno".

"Penso di riuscirci col Milan? Sì. Ci sono colleghi molti forti nel mio ruolo, ma dopo un an- no così ho capito che posso riuscirci. Però devo continuare a lavorare duramente. Lo devo a Maldini che mi ha voluto, ai miei compagni che mi aiutano e al mio allenatore che mi sta facendo crescere"

"Maldini? Mi aiuta, mi dice dove posso migliorare. E’ preziosissimo, è stato un campione assoluto"

"In cosa devo migliorare? Nella fase difensiva. E anche nella concentrazione, Pioli me lo dice sempre"

"Pioli? Importantissimo. Da quando è arrivato le cose sono state chiare, ci ha detto cosa fare. E’ arrivato in un momento molto difficile, non vincevamo e la tifoseria non era contenta. Sia- mo cresciuti molto come gruppo e nei singoli. Quando è usci- ta la notizia che poteva andarsene, non ho capito perché: stava facendo benissimo. Ma per fortuna è rimasto. Un allenatore incredibile".

"Ci sentiamo molto più forti sul campo, in un anno è cambiato tutto. Ora giocare nel Milan è bello e divertente".

"La Champions? Siamo squadra e sarà un grande anno. Credo che ce la faremo".

"Il mio futuro? Voglio restare qui a lungo. So- no qui per restare. Sono felice, è come se fosse casa mia. Ma d’altra parte sapevo già che il Milan era la scelta giusta per la mia carriera. Il Milan era la priorità fin dal subito. Mai avuto dubbi, e ho fatto bene. Sono felice anche perché la mia fa- miglia mi appoggia. Mio fratello Lucas è lontano ma mi sta aiutando. Lui è anche il mio migliore amico, è tutto. Come mia mamma. Sono le due persone più importanti della mia vita. Ci ha aiutato da sola, ci ha cresciuto da sola. Senza di lei, io e Lucas non saremmo dove siamo ora. Di mio padre invece preferisco non parlare".

"Tifosi pazzi di me fin da subito? Perché lavoro molto. O forse perché corro tanto (ride, ndr). E’ una cosa bellissima".

"La nazionale? A volte gli allenatori hanno le loro idee e i loro giocatori, però onestamente mi sembrava che dopo un anno così... Continuerò a lottare perché mi chiami. Il mio obiettivo è l’Europeo e ho un anno per riuscirci"

"Una promessa in caso di vittoria nel derby? No, ne faccio una se arriveremo in Champions: mi tingo i capelli di rossonero, con lo stemma del Milan".

Almeno 4 punti tra Sfinter e Riomma e arriveremmo a 13 punti in 5 giornate, con ancora 14 giornate di girone d’andata da giocare, e partite come:

1. Udinese-Milan

2. Milan-Verona

3. Sampdoria-Milan

4. Milan-Parma

5. Genoa-Milan

6. Benevento-Milan

7. Milan-Torino

8. Cagliari-Milan

Che non possiamo non vincere, se giochiamo come sappiamo e con tutti i titolari o quasi in campo. Arrivare dopo le partite con Inda e Riomma a 13 punti significherebbe avere la possibilità di vincere anche solo quelle partite contro le squadre di melma summenzionate e chiuderemmo l’andata a 37 punti pur perdendo le 6 rimanenti.

E si noti che ho citato solo squadre contro cui se giocassimo 100 volte vinceremmo tra le 90 e le 95, perché ci sono altre partite nel girone d’andata come Fiorentina e Sassuolo contro cui siamo comunque favoritissimi (minimo 80/85% di possibilità per noi col Sassuolo e 75% con la Fiorentia Viola), + altre partite come Lazio e Napoli contro cui ce la giochiamo assolutamente, perciò chiudere vicino ai 40 punti (37/38) se non proprio 40 sarebbe possibile anche se pareggiassimo una o due delle otto partite elencate sopra.

Quindi fare bene nelle prossime due è molto più che fondamentale.

Se chiuderemo il girone d’andata attorno ai 40 punti o poco meno ci arriviamo, in Champions. Senza se e senza ma. Negli ultimi anni è stato sempre il rendimento nel girone d’andata a tagliarci fuori.

Farne 4 nelle prossime due e poi chiudere l’andata senza manco riuscire ad arrivare ad un punteggio tra i 35 e i 40 punti (lo scorso anno la quarta in classifica a fine girone d’andata aveva 35 punti, per la cronaca) significherebbe aver subito un crollo verticale.
 
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