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Igli Tare e Furlani sul Milan4
Tare:":"Sento Allegri 4-5 volte al giorno. Dal primo contatto ho compreso il suo legame col Milan. Vogliamo costruire una squadra compatta, che domini le partite, con giocatori di palleggio. Theo voleva una nuova esperienza. Maignan resta, per ora".
Sono due settimane ormai che sono al Milan. Volevo ringraziare per l’accoglienza tutta la società che mi ha fatto sentire da subito una parte integrante di questo gruppo. Fondamentale per me per cominciare con voglia e determinazione. Arrivo in un club con una storia così gloriosa e ti dà una responsabilità enorme, per dare il massimo e soprattutto per contribuire a portare questa società dove merita, ai vertici del calcio italiano ed europeo".
A che punto ti senti e quali caratteristiche pensi che avrà la squadra a fine mercato?
“Ho avuto modo di conoscere da vicino tutte le problematiche dell’anno passato ma non mi piace tornare indietro: vorrei solo prendere spunto dagli errori dell’anno passato per cercare di trasformare in una situazione che non si ripeta più. Da questo punto di vista, in questa prima fase di mercato abbiamo cercato di capire quali sono le uscite di questa squadra, quali sono i giocatori che possono arrivare. Abbiamo fatto tante riunioni insieme allo staff, con Zlatan, Moncada, con Allegri. CI siamo visti diverse volte e penso di avere le idee chiare: non sarà una rivoluzione della squadra ma sarà un modo di cercare di puntualizzare dei ruoli specifici per cercare di tornare a essere competitivi per la prossima stagione dove avremo più tempo per lavorare durante la settimana, cosa utile anche per creare le basi per il progetto futuro di questa squadra”.
Cosa è mancato l’anno scorso alla rosa: hai cercato di scoprirlo? Modric arriverà?
“Abbiamo analizzato questa cosa qua e una delle mancanze dell’anno scorso è stata una leadership chiara nella squadra. Magari non conosco le dinamiche da vicino ma penso che l’acquisto di Modric serve proprio a questo: è un giocatore che è una figura importante nel calcio mondiale. Ho parlato con lui di persona e l’ho visto ancora un ragazzo che ha ancora tanta voglia per essere competitivo. Il suo arrivo è fondamentale per essere un punto di riferimento per una squadra che ha bisogno di giocatori di questa forma. Non ci sarà solo lui ma anche uno o due acquisti che faranno parte di questi giocatori esperti ma saranno da traino per giocatori giovani e di grande prospettiva”.
Cosa ne pensi di Xhaka e Jashari?
“Il punto di partenza è che il centrocampo sarà il reparto dove interverremo di più. Questa è una cosa che abbiamo analizzato con l’allenatore sui profili e caratteristiche che servono a questa squadra. I nomi che hai fatto sono delle alternative, giocatori di grande valore ma alla fine dobbiamo fare la scelta giusta in base a cosa serve a noi. Riteniamo sia importante aumentare la qualità di gioco di questa squadra”.
Il punto su Theo Hernandez: qual è stata la riflessione in merito?
“Le qualità di Theo si sanno, un giocatore che ha dato tanto a questa società. Tutte queste valutazioni partono anche da una volontà, da parte sua, di cercare una nuova esperienza. Noi abbiamo accolto con una cosa normale per il fatto che con l’arrivo mio e di un nuovo allenatore si cercherà di costruire una squadra diversa dagli anni passati. La sua cessione non è ancora definita, stiamo lavorando: capisco che c’è la fretta per dare la notizia ma dovete capire le nostre difficoltà, le cose cambiano ogni minuto e ogni ora. È una cosa in essere ma non è ancora chiusa, dobbiamo aspettare”.
Furlani dice che non ci sarà una rivoluzione, ma ci sono le partenze di Reijnders e Theo e quella possibile di Maignan… Resta Maignan?
“Maignan non è in partenza, sarà al Milan anche nella prossima stagione. C’è stato un interessamento da un club della Premier ma alla fine non si è trovato un accordo, sapendo anche che Maignan è un punto di riferimento non solo in campo ma anche fuori. Abbiamo deciso di puntare su di lui e di guardare avanti insieme. Il mercato è imprevedibile ma per noi rimane un punto fermo di questa squadra. Dobbiamo trasmettere un po’ di entusiasmo e per questo stiamo cercando di capire cosa serve per migliorare questa squadra: saranno tutti giocatori funzionali a questo progetto per aumentare le qualità di questa squadra che già era forte".
Ha parlato con i senatori e che umore ha trovato?
“Vedendo anche le esperienze di altri club che hanno avuto annate storte e subito sono tornati l’anno successivo, lo stesso può succedere anche al Milan”
La situazione in attacco com’è giudicata? Gimenez attaccante di riferimento? Coglierete altre opportunità come Kean o Vlahovic?
“Si prevede di intervenire sugli esterni nel caso di qualche uscita. Per quanto riguarda il centravanti, stiamo cercando un altro giocatore per essere in competizione con Gimenez che io ritengo un ottimo giocatore ma che ha avuto un impatto normale italiano, di ambientamento, da un calcio molto diverso come quello olandese. Perciò abbiamo massima fiducia in lui ma dobbiamo fare anche un altro intervento sul ruolo di centravanti. Ci stiamo prendendo il tempo dovuto per capire che forma prenderà la squadra ma abbiamo le idee chiare su che tipo di giocatore sarà, con le caratteristiche del centravanti vero che dentro l’area può fare la differenza: questo è mancato dall’addio di Giroud”
Che ragionamenti sul futuro di Leao? Sono arrivate proposte? Lo ritenete imprescindibile?
“Io penso che Leao sia un campione vero: in pochi nel calcio di oggi decidono le partite da soli. È un giocatore fondamentale per la nostra squadra ma anche per il nostro progetto. Ho avuto modo, e anche l’allenatore, di parlare seriamente con lui e ho avuto una bella sorpresa: da fuori hai magari un altro pensiero ma quando hai modo di conoscerlo trovi un ragazzo molto competitivo, le sue domande erano su come sarà rafforzata la squadra. Lo ritengo una pedina importante nel nostro progetto: ha tutto per diventare un campione vero. Lo ha sempre fatto vedere ma io penso che ancora non ha fatto vedere quello che lui davvero può. Offerte? Non abbiamo ricevuto ancora niente: gli interessamenti sono tutte voci di mercato”
Allegri e il Milan non possono valorizzare Musah?
“Io Musah lo ritengo un ottimo giocatore, ma stiamo cercando profili con caratteristiche che servono al progetto che abbiamo insieme a mister Allegri. Stiamo cercando mediani bassi di un centrocampo a tre: Musah non ha queste caratteristiche, può giocare a due o a tre ma con altre caratteristiche. Questo è il vero motivo del perché vogliamo fare una cosa differente. Stiamo valutando l'intervento anche di un altro giocatore a centrocampo insieme a un attaccante. Prenderemo un terzino destro e un terzino sinistro. Nel caso di una cessione interverremo anche sulle ali e in difesa centrale. Stesso discorso per gli esterni d'attacco. Noi dobbiamo essere concentrati a fare il meglio possibile per la squadra ed essere protagonisti”.
Come hai fatto a prendere Massimiliano Allegri?
“Dopo il mio arrivo c’era questa necessità di intervenire subito. Dal primo contatto che ho avuto con Allegri ho percepito che ci teneva molto a questa società: aveva una conoscenza molto profonda delle problematiche di questa squadra. Grazie a un blitz mio e di Giorgio a Lugano dove abbiamo fatto un incontro lungo insieme a Max, abbiamo fatto sì che in 48 ore prendesse una decisione veloce e accettasse questo nostro progetto”.
Che Milan ha in testa? Che tipo di squadra ci dobbiamo aspettare, come identità e atteggiamento?
“Non è una questione solo di modulo ma anche come la squadra deve giocare. Ne abbiamo discusso a lungo con Allegri: abbiamo idee chiare di una squadra compatta e che deve dominare le partite, con giocatori di grande palleggio. Uno dei motivi per cui stiamo intervenendo a centrocampo è anche perché l’acquisto di un mediano basso o di uno come Modric alzano tantissimo il livello tecnico di questa squadra. Dobbiamo cercare da subito di essere protagonisti: questo campionato ci può dare delle grandi soddisfazioni”
Con Massimiliano Allegri si punta alla seconda stella?
“La storia di questo club dice tutto. Quando lavori per il Milan, il primo obiettivo è creare squadre competitive per vincere trofei. Lo racconto anche con grande entusiasmo: è un onore lavorare per un club con una storia così gloriosa e insiema al mister dare il massimo per raggiungere anche questo obiettivo”
Quale il futuro di Camarda?
“Proprio ieri abbiamo fatto un lungo ragionamento sul futuro dei nostri giovani, tra cui Camarda che avrà un ruolo importante per il futuro di questo club. Abbiamo preso la decisione di darlo in prestito e abbiamo chiuso un accordo con il Lecce dove andrà a giocare per un anno in prestito con la speranza di tornare da noi come ci auguriamo tutti”.
Come ha vissuto il periodo di attesa prima di arrivare al Milan? Che messaggio ha i tifosi che hanno contestato?
“Fa parte del nostro mestiere aspettare: quando si tratta di una società così importante anche le scelte vanno pensate bene. Ho realizzato un sogno di venire a lavorare per il club che ho tifato da bambino: è una cosa in più che mi dà qualcosa in più per dare il massimo e raggiungere gli obiettivi. Non è una frase fatta. Ho vissuto tante contestazioni nella mia esperienza: so che per noi è una responsabilità in più per dare qualcosa in più, dalle grandi sconfitte sono nate le grandi vittorie. L’esperienza del Napoli insegna: dobbiamo fare tesoro degli errori fatti nel passato e cercare di farne il meno possibile per essere competitivi da subito”.
Per i terzini, avete un identikit preciso? Zinchenko piace?
“Abbiamo un identikit preciso, vogliamo soprattutto dei giocatori giovani e di grande prospettiva che siano funzionali per il nostro sistema di gioco. Sono cose che abbiamo studiato con l’allenatore: abbiamo le idee chiare e nelle prossime due o tre settimane ci sarà un seguito a queste trattative”
Si va avanti con Pulisic? Il rinnovo?
“Sarà un giocatore fondamentale per la prossima stagione: avrò modo di affrontare anche l’argomento rinnovo insieme a Giorgio nel momento opportuno ma in questo momento siamo focalizzati solo sulla squadra. Penso che sia stato uno dei giocatori più positivi della stagione passata ed è uno dei pilastri della stagione che verrà: ha un ruolo centrale in questo gruppo”
Come si sostituisce un giocatore come Reijnders?
“Fare dei paragoni è difficile ma penso che il Milan abbia un giocatore come Loftus-Cheek che è uno dei centrocampisti più completi nel panorama europeo. Può essere un giocatore fondamentale per il Milan nella prossima stagione: dobbiamo cercare di gestire meglio la situazione degli infortuni, ma il valore del giocatore non si discute. Si può sostituire anche con qualche innesto nuovo con delle caratteristiche diverse da Reijnders, anche perché vogliamo giocare con un centrocampo a tre ma che si può trasformare durante la partita”.
L’attaccante in competizione con Gimenez: dovrà conoscere già la Serie A?
“Stiamo valutando sia in Italia che fuori dall’Italia: è una questione di caratteristiche e per il gioco della nostra squadra è fondamentale. Deve essere un giocatore con caratteristiche completamente diverse da quelle che ha Gimenez che non è un centravanti alla Giroud: dobbiamo essere bravi a completare queste due cose insieme”
Quali sono le tue emozioni all'arrivo al Milan?
“Mi piace molto il senso dell’appartenenza, ci tengo molto a trasmetterlo alla squadra. Fondamentale la storia del club e rappresentare nel migliore dei modi dentro e fuori dal campo. Bisogna tornare alla base, avere giocatori che si riconoscono in questi colori”.
Di cosa hai parlato con Modric?
“La prima cosa che mi ha chiesto e se saremo una squadra costruita per vincere il campionato, parliamo di un campione che viene dal Real Madrid e ha vinto sette Champions. Ho capito che vuole venire subito a fare il protagonista, sarà fondamentale per quello che trasmetterà alla squadra a livello di mentalità e personalità, di leadership. Anche per lui sarebbe una bella cosa fare una stagione da protagonista, tenendo conto che c’è anche il Mondiale”
Allegri le ha chiesto qualcosa in particolare?
“Io sono con lui quotidianamente in contatto, anche più di 4 o 5 volte al giorno. È al corrente di ogni cosa che facciamo per la squadra. Abbiamo parlato solo di caratteristiche e di opportunità che quotidianamente escono fuori. È ben chiaro il suo sistema di gioco: prima ci sono determinati ruoli e poi il resto sarà completato alla fine del mercato”
Uno dei suoi compiti è convincere Furlani a tirare fuori questi 45/50 milioni per l’attaccante?
"Per il ruolo dell’attaccante, parlando anche con Zlatan, a questa squadra manca una caratteristica: avendo Gimenez a cui piace più aprirsi sulla fascia e poi entrare dentro, alla squadra manca un centravanti che sta dentro l’area e che molto bravo a tenere la palla, che fa salire la squadra, soprattutto che stia dentro l’area. Ci sono varie opzioni e non è una questione di prezzo ma di caratteristiche: ci sono anche delle opportunità durante il mercato e non mi nascondo a prenderle se sono convinto che sia la cosa giusta. Poi il campo dirà. A volte ci sono giocatori che sono costati un patrimonio e poi non hanno reso, altri hanno fatto viceversa. Per me è una questione solo di ruolo, posizioni e interpretazione. Con Max abbiamo deciso di stare attenti ma fermi e fare la scelta giusta al momento giusto. Prima di tutto la posizione a cui teniamo di più è il mediano, il resto lo sistemeremo”
Su Moncada: stai lavorando con lui?
“Lo conosco da più di 3 o 4 anni. È un collaboratore che starà insieme a me per fare queste scelte importanti. Ci sono pochi al mondo che conoscono i giocatori come lui. Fa parte del nostro progetto”.
Furlani:"L’ultima volta che ho parlato ufficialmente, ho detto che era ora di voltare pagina e di guardare non al passato ma al futuro, alla prossima stagione. Gli annunci sono stati fatti, nella settimana dopo la chiusura del campionato, di quelli che di fatto sono stati i nostri primi due acquisti di questa stagione. Il primo Igli Tare, direttore con esperienza, lavorerà in un contesto di mercato e in quello di gestione della parte sportiva. Il secondo acquisto è stato Max Allegri, un allenatore di esperienza, italiano, che conosce la Serie A e che è l'allenatore in attività con più trofei nel calcio italiano. Non saranno gli unici acquisti che faremo: detto questo non ci sarà bisogno di una rivoluzione totale ma aggiungeremo dei tasselli a livello di rosa per essere pronti per la nuova stagione. L’obiettivo nostro, a livello sportivo, è lo stesso di prima: dobbiamo essere competitivi per vincere dei trofei".
Il club sta vivendo l’implementazione di un’area sportiva diversa rispetto agli ultimi anni?
“Abbiamo cambiato con questa stagione, l'impostazione della nostra area sportiva. Ci siamo resi conto che è importante avere una figura come quella di Igli. Nel corso dei nostri periodi in cui ci siamo conosciuti, abbiamo visto una dinamica in cui assieme potevamo ottenere dei risultati. A livello dell’allenatore quello che abbiamo deciso è di puntare su uno con esperienza, con una storia di vittorie, rendendoci conto che il calcio italiano è particolare e diverso: avere esperienza nel calcio italiano era fondamentale”
Valutate anche giocatori con ingaggi onerosi?
“Il calcio è centrale nel progetto di Milan ed è una cosa ovvia perché noi siamo un club di calcio con 125 anni di gloriosa storia. A volte c’è questa confusione di far sembrare il Milan un’altra cosa, di parlare di cose economiche. La centralità del calcio è chiara. All’interno di questa considerazione, ci tengo a dire che tutte le risorse economiche vengono investite con l'obiettivo di creare performance sportive: all’interno di questo ci sono dei paletti, dei parametri. Se spendi troppo a destra, poi non ci arrivi a sinistra. L’obiettivo è arrivare al top della prestazione sportiva ma dobbiamo decidere come allocare le risorse che le riceviamo sia dalla parte sportiva che da quella commerciale”
Che mercato sarà?
“Se ci sono degli interessamenti per dei nostri giocatori è perché sono riconosciuti come forti. Poi l’anno scorso non c’è stato il giusto contesto e non hanno reso al massimo. Ma sono forti: da un lato non c’è bisogno di una rivoluzione, dall'altro lato ci sono tanti interessamenti il che non vuol dire che sono in vendita”
Dove si colloca Ibra in questo riassetto?
“Preciso, Zlatan non è mai stato tecnicamente nell’organico dell’azienda e c’è stata confusione sul suo ruolo. È stato e rimane una persona molto importante nel contesto del progetto Milan. Il ruolo di Zlatan è a livello di proprietà: se andate sul sito di RedBird lo vedete. Il suo input è sulla parte sportiva, commerciale, istituzionale e di rappresentanza. Una persona che ci ha fatto vincere come giocatore, che ci ha riportato a vincere lo scudetto nel 2022 ma tenete presente che è anche uno che ha giocato dall’Olanda alla Spagna, all’Inghilterra, al Psg, negli Stati Uniti… Ha una ricchezza di competenze e una conoscenza del mondo del calcio molto ampia”
Qual è stato il processo di selezione di Tare e come mai è stato così lungo a livello di tempistiche?
“Allora il processo è stato lungo come è giusto che sia in un’azienda normale quando si va a selezionare una persona in un ruolo fondamentale e centrale per il futuro della società. Per i miei canoni è normale. Quello che importa adesso è che sono convinto che abbiamo fatto la scelta giusta e stiamo lavorando tutti nella stessa direzione: questo è ciò che importa, che lavoriamo assieme con un obiettivo comune”.
Il rinnovo è ancora una possibilità per Maignan?
“C’è stato l’interesse di una società inglese, non è stato ritenuto interessante. Mike è un giocatore importante per il Milan ed è stato molto corretto, come è stato corretto il suo agente: c’è stata apertura a questo interesse ma allo stesso tempo non c’è stato da parte loro una forzatura. Del futuro a medio e lungo termine giudicheranno i risultati”
Pulisic rinnoverà?
“Christian ha ancora tre anni di contratto con il Milan: non è una super emergenza. Dal punto di vista della società e della proprietà, è un giocatore molto importante”
Che organizzazione si è pensata per i momenti di difficoltà? Basteranno ds e allenatore?
“Sembra che ci sia una distinzione tra Ds-allenatore e società, è uno sbaglio: vorrei chiarire questa cosa. Non c’è l’anima sportiva e poi tutto il resto, siamo un tutt’uno. Nei momenti di difficoltà saremo come società a supporto e vicini al direttore e all’allenatore”
Come si è arrivati alla scelta di Allegri, in controtendenza con la passata stagione? Cosa ti ha colpito del tecnico?
“Mi ha colpito la conoscenza del Milan, la conoscenza del campionato italiano e il fatto che oggettivamente ha vinto di più in A. Ha entusiasmo, ha una conoscenza del Milan e della società, una grande voglia di fare bene quest’anno. Tare prima di cominciare ha detto che Allegri era l’uomo per ricominciare e per riportare il Milan dove dev’essere”
Che ruolo ha Moncada?
“Geoffrey è con il Milan da sette anni, è una risorsa importantissima. È cresciuto e rimane il direttore tecnico: come conosce i calciatori in Francia e tantissimi altri posti, come riesce a identificare talenti in giro per il mondo, ce ne sono pochi. Rimane nel Milan e rimane centrale nel nostro progetto”.
Tare:":"Sento Allegri 4-5 volte al giorno. Dal primo contatto ho compreso il suo legame col Milan. Vogliamo costruire una squadra compatta, che domini le partite, con giocatori di palleggio. Theo voleva una nuova esperienza. Maignan resta, per ora".
Sono due settimane ormai che sono al Milan. Volevo ringraziare per l’accoglienza tutta la società che mi ha fatto sentire da subito una parte integrante di questo gruppo. Fondamentale per me per cominciare con voglia e determinazione. Arrivo in un club con una storia così gloriosa e ti dà una responsabilità enorme, per dare il massimo e soprattutto per contribuire a portare questa società dove merita, ai vertici del calcio italiano ed europeo".
A che punto ti senti e quali caratteristiche pensi che avrà la squadra a fine mercato?
“Ho avuto modo di conoscere da vicino tutte le problematiche dell’anno passato ma non mi piace tornare indietro: vorrei solo prendere spunto dagli errori dell’anno passato per cercare di trasformare in una situazione che non si ripeta più. Da questo punto di vista, in questa prima fase di mercato abbiamo cercato di capire quali sono le uscite di questa squadra, quali sono i giocatori che possono arrivare. Abbiamo fatto tante riunioni insieme allo staff, con Zlatan, Moncada, con Allegri. CI siamo visti diverse volte e penso di avere le idee chiare: non sarà una rivoluzione della squadra ma sarà un modo di cercare di puntualizzare dei ruoli specifici per cercare di tornare a essere competitivi per la prossima stagione dove avremo più tempo per lavorare durante la settimana, cosa utile anche per creare le basi per il progetto futuro di questa squadra”.
Cosa è mancato l’anno scorso alla rosa: hai cercato di scoprirlo? Modric arriverà?
“Abbiamo analizzato questa cosa qua e una delle mancanze dell’anno scorso è stata una leadership chiara nella squadra. Magari non conosco le dinamiche da vicino ma penso che l’acquisto di Modric serve proprio a questo: è un giocatore che è una figura importante nel calcio mondiale. Ho parlato con lui di persona e l’ho visto ancora un ragazzo che ha ancora tanta voglia per essere competitivo. Il suo arrivo è fondamentale per essere un punto di riferimento per una squadra che ha bisogno di giocatori di questa forma. Non ci sarà solo lui ma anche uno o due acquisti che faranno parte di questi giocatori esperti ma saranno da traino per giocatori giovani e di grande prospettiva”.
Cosa ne pensi di Xhaka e Jashari?
“Il punto di partenza è che il centrocampo sarà il reparto dove interverremo di più. Questa è una cosa che abbiamo analizzato con l’allenatore sui profili e caratteristiche che servono a questa squadra. I nomi che hai fatto sono delle alternative, giocatori di grande valore ma alla fine dobbiamo fare la scelta giusta in base a cosa serve a noi. Riteniamo sia importante aumentare la qualità di gioco di questa squadra”.
Il punto su Theo Hernandez: qual è stata la riflessione in merito?
“Le qualità di Theo si sanno, un giocatore che ha dato tanto a questa società. Tutte queste valutazioni partono anche da una volontà, da parte sua, di cercare una nuova esperienza. Noi abbiamo accolto con una cosa normale per il fatto che con l’arrivo mio e di un nuovo allenatore si cercherà di costruire una squadra diversa dagli anni passati. La sua cessione non è ancora definita, stiamo lavorando: capisco che c’è la fretta per dare la notizia ma dovete capire le nostre difficoltà, le cose cambiano ogni minuto e ogni ora. È una cosa in essere ma non è ancora chiusa, dobbiamo aspettare”.
Furlani dice che non ci sarà una rivoluzione, ma ci sono le partenze di Reijnders e Theo e quella possibile di Maignan… Resta Maignan?
“Maignan non è in partenza, sarà al Milan anche nella prossima stagione. C’è stato un interessamento da un club della Premier ma alla fine non si è trovato un accordo, sapendo anche che Maignan è un punto di riferimento non solo in campo ma anche fuori. Abbiamo deciso di puntare su di lui e di guardare avanti insieme. Il mercato è imprevedibile ma per noi rimane un punto fermo di questa squadra. Dobbiamo trasmettere un po’ di entusiasmo e per questo stiamo cercando di capire cosa serve per migliorare questa squadra: saranno tutti giocatori funzionali a questo progetto per aumentare le qualità di questa squadra che già era forte".
Ha parlato con i senatori e che umore ha trovato?
“Vedendo anche le esperienze di altri club che hanno avuto annate storte e subito sono tornati l’anno successivo, lo stesso può succedere anche al Milan”
La situazione in attacco com’è giudicata? Gimenez attaccante di riferimento? Coglierete altre opportunità come Kean o Vlahovic?
“Si prevede di intervenire sugli esterni nel caso di qualche uscita. Per quanto riguarda il centravanti, stiamo cercando un altro giocatore per essere in competizione con Gimenez che io ritengo un ottimo giocatore ma che ha avuto un impatto normale italiano, di ambientamento, da un calcio molto diverso come quello olandese. Perciò abbiamo massima fiducia in lui ma dobbiamo fare anche un altro intervento sul ruolo di centravanti. Ci stiamo prendendo il tempo dovuto per capire che forma prenderà la squadra ma abbiamo le idee chiare su che tipo di giocatore sarà, con le caratteristiche del centravanti vero che dentro l’area può fare la differenza: questo è mancato dall’addio di Giroud”
Che ragionamenti sul futuro di Leao? Sono arrivate proposte? Lo ritenete imprescindibile?
“Io penso che Leao sia un campione vero: in pochi nel calcio di oggi decidono le partite da soli. È un giocatore fondamentale per la nostra squadra ma anche per il nostro progetto. Ho avuto modo, e anche l’allenatore, di parlare seriamente con lui e ho avuto una bella sorpresa: da fuori hai magari un altro pensiero ma quando hai modo di conoscerlo trovi un ragazzo molto competitivo, le sue domande erano su come sarà rafforzata la squadra. Lo ritengo una pedina importante nel nostro progetto: ha tutto per diventare un campione vero. Lo ha sempre fatto vedere ma io penso che ancora non ha fatto vedere quello che lui davvero può. Offerte? Non abbiamo ricevuto ancora niente: gli interessamenti sono tutte voci di mercato”
Allegri e il Milan non possono valorizzare Musah?
“Io Musah lo ritengo un ottimo giocatore, ma stiamo cercando profili con caratteristiche che servono al progetto che abbiamo insieme a mister Allegri. Stiamo cercando mediani bassi di un centrocampo a tre: Musah non ha queste caratteristiche, può giocare a due o a tre ma con altre caratteristiche. Questo è il vero motivo del perché vogliamo fare una cosa differente. Stiamo valutando l'intervento anche di un altro giocatore a centrocampo insieme a un attaccante. Prenderemo un terzino destro e un terzino sinistro. Nel caso di una cessione interverremo anche sulle ali e in difesa centrale. Stesso discorso per gli esterni d'attacco. Noi dobbiamo essere concentrati a fare il meglio possibile per la squadra ed essere protagonisti”.
Come hai fatto a prendere Massimiliano Allegri?
“Dopo il mio arrivo c’era questa necessità di intervenire subito. Dal primo contatto che ho avuto con Allegri ho percepito che ci teneva molto a questa società: aveva una conoscenza molto profonda delle problematiche di questa squadra. Grazie a un blitz mio e di Giorgio a Lugano dove abbiamo fatto un incontro lungo insieme a Max, abbiamo fatto sì che in 48 ore prendesse una decisione veloce e accettasse questo nostro progetto”.
Che Milan ha in testa? Che tipo di squadra ci dobbiamo aspettare, come identità e atteggiamento?
“Non è una questione solo di modulo ma anche come la squadra deve giocare. Ne abbiamo discusso a lungo con Allegri: abbiamo idee chiare di una squadra compatta e che deve dominare le partite, con giocatori di grande palleggio. Uno dei motivi per cui stiamo intervenendo a centrocampo è anche perché l’acquisto di un mediano basso o di uno come Modric alzano tantissimo il livello tecnico di questa squadra. Dobbiamo cercare da subito di essere protagonisti: questo campionato ci può dare delle grandi soddisfazioni”
Con Massimiliano Allegri si punta alla seconda stella?
“La storia di questo club dice tutto. Quando lavori per il Milan, il primo obiettivo è creare squadre competitive per vincere trofei. Lo racconto anche con grande entusiasmo: è un onore lavorare per un club con una storia così gloriosa e insiema al mister dare il massimo per raggiungere anche questo obiettivo”
Quale il futuro di Camarda?
“Proprio ieri abbiamo fatto un lungo ragionamento sul futuro dei nostri giovani, tra cui Camarda che avrà un ruolo importante per il futuro di questo club. Abbiamo preso la decisione di darlo in prestito e abbiamo chiuso un accordo con il Lecce dove andrà a giocare per un anno in prestito con la speranza di tornare da noi come ci auguriamo tutti”.
Come ha vissuto il periodo di attesa prima di arrivare al Milan? Che messaggio ha i tifosi che hanno contestato?
“Fa parte del nostro mestiere aspettare: quando si tratta di una società così importante anche le scelte vanno pensate bene. Ho realizzato un sogno di venire a lavorare per il club che ho tifato da bambino: è una cosa in più che mi dà qualcosa in più per dare il massimo e raggiungere gli obiettivi. Non è una frase fatta. Ho vissuto tante contestazioni nella mia esperienza: so che per noi è una responsabilità in più per dare qualcosa in più, dalle grandi sconfitte sono nate le grandi vittorie. L’esperienza del Napoli insegna: dobbiamo fare tesoro degli errori fatti nel passato e cercare di farne il meno possibile per essere competitivi da subito”.
Per i terzini, avete un identikit preciso? Zinchenko piace?
“Abbiamo un identikit preciso, vogliamo soprattutto dei giocatori giovani e di grande prospettiva che siano funzionali per il nostro sistema di gioco. Sono cose che abbiamo studiato con l’allenatore: abbiamo le idee chiare e nelle prossime due o tre settimane ci sarà un seguito a queste trattative”
Si va avanti con Pulisic? Il rinnovo?
“Sarà un giocatore fondamentale per la prossima stagione: avrò modo di affrontare anche l’argomento rinnovo insieme a Giorgio nel momento opportuno ma in questo momento siamo focalizzati solo sulla squadra. Penso che sia stato uno dei giocatori più positivi della stagione passata ed è uno dei pilastri della stagione che verrà: ha un ruolo centrale in questo gruppo”
Come si sostituisce un giocatore come Reijnders?
“Fare dei paragoni è difficile ma penso che il Milan abbia un giocatore come Loftus-Cheek che è uno dei centrocampisti più completi nel panorama europeo. Può essere un giocatore fondamentale per il Milan nella prossima stagione: dobbiamo cercare di gestire meglio la situazione degli infortuni, ma il valore del giocatore non si discute. Si può sostituire anche con qualche innesto nuovo con delle caratteristiche diverse da Reijnders, anche perché vogliamo giocare con un centrocampo a tre ma che si può trasformare durante la partita”.
L’attaccante in competizione con Gimenez: dovrà conoscere già la Serie A?
“Stiamo valutando sia in Italia che fuori dall’Italia: è una questione di caratteristiche e per il gioco della nostra squadra è fondamentale. Deve essere un giocatore con caratteristiche completamente diverse da quelle che ha Gimenez che non è un centravanti alla Giroud: dobbiamo essere bravi a completare queste due cose insieme”
Quali sono le tue emozioni all'arrivo al Milan?
“Mi piace molto il senso dell’appartenenza, ci tengo molto a trasmetterlo alla squadra. Fondamentale la storia del club e rappresentare nel migliore dei modi dentro e fuori dal campo. Bisogna tornare alla base, avere giocatori che si riconoscono in questi colori”.
Di cosa hai parlato con Modric?
“La prima cosa che mi ha chiesto e se saremo una squadra costruita per vincere il campionato, parliamo di un campione che viene dal Real Madrid e ha vinto sette Champions. Ho capito che vuole venire subito a fare il protagonista, sarà fondamentale per quello che trasmetterà alla squadra a livello di mentalità e personalità, di leadership. Anche per lui sarebbe una bella cosa fare una stagione da protagonista, tenendo conto che c’è anche il Mondiale”
Allegri le ha chiesto qualcosa in particolare?
“Io sono con lui quotidianamente in contatto, anche più di 4 o 5 volte al giorno. È al corrente di ogni cosa che facciamo per la squadra. Abbiamo parlato solo di caratteristiche e di opportunità che quotidianamente escono fuori. È ben chiaro il suo sistema di gioco: prima ci sono determinati ruoli e poi il resto sarà completato alla fine del mercato”
Uno dei suoi compiti è convincere Furlani a tirare fuori questi 45/50 milioni per l’attaccante?
"Per il ruolo dell’attaccante, parlando anche con Zlatan, a questa squadra manca una caratteristica: avendo Gimenez a cui piace più aprirsi sulla fascia e poi entrare dentro, alla squadra manca un centravanti che sta dentro l’area e che molto bravo a tenere la palla, che fa salire la squadra, soprattutto che stia dentro l’area. Ci sono varie opzioni e non è una questione di prezzo ma di caratteristiche: ci sono anche delle opportunità durante il mercato e non mi nascondo a prenderle se sono convinto che sia la cosa giusta. Poi il campo dirà. A volte ci sono giocatori che sono costati un patrimonio e poi non hanno reso, altri hanno fatto viceversa. Per me è una questione solo di ruolo, posizioni e interpretazione. Con Max abbiamo deciso di stare attenti ma fermi e fare la scelta giusta al momento giusto. Prima di tutto la posizione a cui teniamo di più è il mediano, il resto lo sistemeremo”
Su Moncada: stai lavorando con lui?
“Lo conosco da più di 3 o 4 anni. È un collaboratore che starà insieme a me per fare queste scelte importanti. Ci sono pochi al mondo che conoscono i giocatori come lui. Fa parte del nostro progetto”.
Furlani:"L’ultima volta che ho parlato ufficialmente, ho detto che era ora di voltare pagina e di guardare non al passato ma al futuro, alla prossima stagione. Gli annunci sono stati fatti, nella settimana dopo la chiusura del campionato, di quelli che di fatto sono stati i nostri primi due acquisti di questa stagione. Il primo Igli Tare, direttore con esperienza, lavorerà in un contesto di mercato e in quello di gestione della parte sportiva. Il secondo acquisto è stato Max Allegri, un allenatore di esperienza, italiano, che conosce la Serie A e che è l'allenatore in attività con più trofei nel calcio italiano. Non saranno gli unici acquisti che faremo: detto questo non ci sarà bisogno di una rivoluzione totale ma aggiungeremo dei tasselli a livello di rosa per essere pronti per la nuova stagione. L’obiettivo nostro, a livello sportivo, è lo stesso di prima: dobbiamo essere competitivi per vincere dei trofei".
Il club sta vivendo l’implementazione di un’area sportiva diversa rispetto agli ultimi anni?
“Abbiamo cambiato con questa stagione, l'impostazione della nostra area sportiva. Ci siamo resi conto che è importante avere una figura come quella di Igli. Nel corso dei nostri periodi in cui ci siamo conosciuti, abbiamo visto una dinamica in cui assieme potevamo ottenere dei risultati. A livello dell’allenatore quello che abbiamo deciso è di puntare su uno con esperienza, con una storia di vittorie, rendendoci conto che il calcio italiano è particolare e diverso: avere esperienza nel calcio italiano era fondamentale”
Valutate anche giocatori con ingaggi onerosi?
“Il calcio è centrale nel progetto di Milan ed è una cosa ovvia perché noi siamo un club di calcio con 125 anni di gloriosa storia. A volte c’è questa confusione di far sembrare il Milan un’altra cosa, di parlare di cose economiche. La centralità del calcio è chiara. All’interno di questa considerazione, ci tengo a dire che tutte le risorse economiche vengono investite con l'obiettivo di creare performance sportive: all’interno di questo ci sono dei paletti, dei parametri. Se spendi troppo a destra, poi non ci arrivi a sinistra. L’obiettivo è arrivare al top della prestazione sportiva ma dobbiamo decidere come allocare le risorse che le riceviamo sia dalla parte sportiva che da quella commerciale”
Che mercato sarà?
“Se ci sono degli interessamenti per dei nostri giocatori è perché sono riconosciuti come forti. Poi l’anno scorso non c’è stato il giusto contesto e non hanno reso al massimo. Ma sono forti: da un lato non c’è bisogno di una rivoluzione, dall'altro lato ci sono tanti interessamenti il che non vuol dire che sono in vendita”
Dove si colloca Ibra in questo riassetto?
“Preciso, Zlatan non è mai stato tecnicamente nell’organico dell’azienda e c’è stata confusione sul suo ruolo. È stato e rimane una persona molto importante nel contesto del progetto Milan. Il ruolo di Zlatan è a livello di proprietà: se andate sul sito di RedBird lo vedete. Il suo input è sulla parte sportiva, commerciale, istituzionale e di rappresentanza. Una persona che ci ha fatto vincere come giocatore, che ci ha riportato a vincere lo scudetto nel 2022 ma tenete presente che è anche uno che ha giocato dall’Olanda alla Spagna, all’Inghilterra, al Psg, negli Stati Uniti… Ha una ricchezza di competenze e una conoscenza del mondo del calcio molto ampia”
Qual è stato il processo di selezione di Tare e come mai è stato così lungo a livello di tempistiche?
“Allora il processo è stato lungo come è giusto che sia in un’azienda normale quando si va a selezionare una persona in un ruolo fondamentale e centrale per il futuro della società. Per i miei canoni è normale. Quello che importa adesso è che sono convinto che abbiamo fatto la scelta giusta e stiamo lavorando tutti nella stessa direzione: questo è ciò che importa, che lavoriamo assieme con un obiettivo comune”.
Il rinnovo è ancora una possibilità per Maignan?
“C’è stato l’interesse di una società inglese, non è stato ritenuto interessante. Mike è un giocatore importante per il Milan ed è stato molto corretto, come è stato corretto il suo agente: c’è stata apertura a questo interesse ma allo stesso tempo non c’è stato da parte loro una forzatura. Del futuro a medio e lungo termine giudicheranno i risultati”
Pulisic rinnoverà?
“Christian ha ancora tre anni di contratto con il Milan: non è una super emergenza. Dal punto di vista della società e della proprietà, è un giocatore molto importante”
Che organizzazione si è pensata per i momenti di difficoltà? Basteranno ds e allenatore?
“Sembra che ci sia una distinzione tra Ds-allenatore e società, è uno sbaglio: vorrei chiarire questa cosa. Non c’è l’anima sportiva e poi tutto il resto, siamo un tutt’uno. Nei momenti di difficoltà saremo come società a supporto e vicini al direttore e all’allenatore”
Come si è arrivati alla scelta di Allegri, in controtendenza con la passata stagione? Cosa ti ha colpito del tecnico?
“Mi ha colpito la conoscenza del Milan, la conoscenza del campionato italiano e il fatto che oggettivamente ha vinto di più in A. Ha entusiasmo, ha una conoscenza del Milan e della società, una grande voglia di fare bene quest’anno. Tare prima di cominciare ha detto che Allegri era l’uomo per ricominciare e per riportare il Milan dove dev’essere”
Che ruolo ha Moncada?
“Geoffrey è con il Milan da sette anni, è una risorsa importantissima. È cresciuto e rimane il direttore tecnico: come conosce i calciatori in Francia e tantissimi altri posti, come riesce a identificare talenti in giro per il mondo, ce ne sono pochi. Rimane nel Milan e rimane centrale nel nostro progetto”.
