Stadio: il Comune scrive al Ministero. Giovedì snodo politico.

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Repubblica: due lettere inviate a Giorgia Meloni e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, entrambe senza risposta. Palazzo Marino ha inviato le sue richieste di chiarimento sulle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi circa un vincolo per lo stadio di San Siro: una il 5 novembre, quando il sottosegretario aveva manifestato la sua contrarietà all'abbattimento del Meazza, una dieci giorni fa circa.

Nessun riscontro. Sabato, in un'intervista a Repubblica Sgarbi ha rimarcato: "Stiamo preparando un vincolo per tutelare il monumento, l'iter è già partito, a breve lo firmerà il direttore generale del Ministero". Sangiuliano non ha mai preso ufficialmente posizione sul tema e fonti governative sostengono non sia questione di sua competenza. Ma che sia un dossier per la Soprintendenza, lo stesso ente che nel 2020 disse no al vincolo. Il vertice sta per cambiare però ed ecco perché, tecnicamente, una riapertura del file con le dovute motivazioni non è da escludere. Il sindaco Sala e la sua giunta si trincerano dietro l'attesa di una mossa da parte del governo, mentre si va avanti comunque per portare a termine l'operazione del nuovo stadio.

Un iter che ogni giorno si fa più complicato e che giovedì, nell'aula di Palazzo Marino, vedrà un passaggio decisivo: il voto su un ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri di maggioranza che propone alcuni paletti sul masterplan presentato da Milan e Inter non solo per la nuova arena, ma anche per la riqualificazione di tutto il quartiere di San Siro. Il testo non è ancora pronto, si sta lavorando su eventuali modifiche per renderlo "appetibile" al maggior numero di consiglieri possibile.

Temi: aumentare il verde rispetto a quanto già previsto, trovare un garante esterno che certifichi la neutralità carbonica sia dell'abbattimento del Meazza sia della costruzione della nuova arena. E ancora: mantenere invariati i costi dei biglietti, portare la capienza dell'arena dai 60 mila posti previsti a 70 mila. Infine, anche se Inter e Milan hanno ribadito categoricamente di non voler ristrutturare il Meazza, non sono in pochi a volere che ad esprimersi su costi e benefici del restyling dei tre anelli sia un ente terzo. Sarà forse stralciata dal documento, invece, la richiesta di spostare lo stadio di qualche metro per allontanarlo dalle abitazioni che si affacciano su via Tesio.

Quello di giovedì è uno snodo politico importante: se le trattative che stanno andando avanti in queste ore all'interno della maggioranza non scalfiscono le convinzioni dei consiglieri contrari all'abbattimento del Meazza, questa rischia di non avere i numeri per far passare l'odg senza l'aiuto dei consiglieri di opposizione.

Fino ad oggi il fronte del "no" alle ruspe sulla Scala del calcio è composto da nove consiglieri: i Verdi Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini; i dem Alessandro Giungi, Simonetta D'Amico e Rosario Pantaleo; Enrico Fedrighini e Gabriele Rabaiotti della lista Sala; Marco Fumagalli di Milano in Salute. E se c'è chi, come i Verdi, Giungi o Fredrighini resta sulle sue posizioni, c'è qualcuno, come Pantaleo, che prende tempo: "Voglio leggere prima il documento".
 
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Repubblica: due lettere inviate a Giorgia Meloni e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, entrambe senza risposta. Palazzo Marino ha inviato le sue richieste di chiarimento sulle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi circa un vincolo per lo stadio di San Siro: una il 5 novembre, quando il sottosegretario aveva manifestato la sua contrarietà all'abbattimento del Meazza, una dieci giorni fa circa.

Nessun riscontro. Sabato, in un'intervista a Repubblica Sgarbi ha rimarcato: "Stiamo preparando un vincolo per tutelare il monumento, l'iter è già partito, a breve lo firmerà il direttore generale del Ministero". Sangiuliano non ha mai preso ufficialmente posizione sul tema e fonti governative sostengono non sia questione di sua competenza. Ma che sia un dossier per la Soprintendenza, lo stesso ente che nel 2020 disse no al vincolo. Il vertice sta per cambiare però ed ecco perché, tecnicamente, una riapertura del file con le dovute motivazioni non è da escludere. Il sindaco Sala e la sua giunta si trincerano dietro l'attesa di una mossa da parte del governo, mentre si va avanti comunque per portare a termine l'operazione del nuovo stadio.

Un iter che ogni giorno si fa più complicato e che giovedì, nell'aula di Palazzo Marino, vedrà un passaggio decisivo: il voto su un ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri di maggioranza che propone alcuni paletti sul masterplan presentato da Milan e Inter non solo per la nuova arena, ma anche per la riqualificazione di tutto il quartiere di San Siro. Il testo non è ancora pronto, si sta lavorando su eventuali modifiche per renderlo "appetibile" al maggior numero di consiglieri possibile.

Temi: aumentare il verde rispetto a quanto già previsto, trovare un garante esterno che certifichi la neutralità carbonica sia dell'abbattimento del Meazza sia della costruzione della nuova arena. E ancora: mantenere invariati i costi dei biglietti, portare la capienza dell'arena dai 60 mila posti previsti a 70 mila. Infine, anche se Inter e Milan hanno ribadito categoricamente di non voler ristrutturare il Meazza, non sono in pochi a volere che ad esprimersi su costi e benefici del restyling dei tre anelli sia un ente terzo. Sarà forse stralciata dal documento, invece, la richiesta di spostare lo stadio di qualche metro per allontanarlo dalle abitazioni che si affacciano su via Tesio.

Quello di giovedì è uno snodo politico importante: se le trattative che stanno andando avanti in queste ore all'interno della maggioranza non scalfiscono le convinzioni dei consiglieri contrari all'abbattimento del Meazza, questa rischia di non avere i numeri per far passare l'odg senza l'aiuto dei consiglieri di opposizione.

Fino ad oggi il fronte del "no" alle ruspe sulla Scala del calcio è composto da nove consiglieri: i Verdi Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini; i dem Alessandro Giungi, Simonetta D'Amico e Rosario Pantaleo; Enrico Fedrighini e Gabriele Rabaiotti della lista Sala; Marco Fumagalli di Milano in Salute. E se c'è chi, come i Verdi, Giungi o Fredrighini resta sulle sue posizioni, c'è qualcuno, come Pantaleo, che prende tempo: "Voglio leggere prima il documento".
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Clarenzio

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Repubblica: due lettere inviate a Giorgia Meloni e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, entrambe senza risposta. Palazzo Marino ha inviato le sue richieste di chiarimento sulle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi circa un vincolo per lo stadio di San Siro: una il 5 novembre, quando il sottosegretario aveva manifestato la sua contrarietà all'abbattimento del Meazza, una dieci giorni fa circa.

Nessun riscontro. Sabato, in un'intervista a Repubblica Sgarbi ha rimarcato: "Stiamo preparando un vincolo per tutelare il monumento, l'iter è già partito, a breve lo firmerà il direttore generale del Ministero". Sangiuliano non ha mai preso ufficialmente posizione sul tema e fonti governative sostengono non sia questione di sua competenza. Ma che sia un dossier per la Soprintendenza, lo stesso ente che nel 2020 disse no al vincolo. Il vertice sta per cambiare però ed ecco perché, tecnicamente, una riapertura del file con le dovute motivazioni non è da escludere. Il sindaco Sala e la sua giunta si trincerano dietro l'attesa di una mossa da parte del governo, mentre si va avanti comunque per portare a termine l'operazione del nuovo stadio.

Un iter che ogni giorno si fa più complicato e che giovedì, nell'aula di Palazzo Marino, vedrà un passaggio decisivo: il voto su un ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri di maggioranza che propone alcuni paletti sul masterplan presentato da Milan e Inter non solo per la nuova arena, ma anche per la riqualificazione di tutto il quartiere di San Siro. Il testo non è ancora pronto, si sta lavorando su eventuali modifiche per renderlo "appetibile" al maggior numero di consiglieri possibile.

Temi: aumentare il verde rispetto a quanto già previsto, trovare un garante esterno che certifichi la neutralità carbonica sia dell'abbattimento del Meazza sia della costruzione della nuova arena. E ancora: mantenere invariati i costi dei biglietti, portare la capienza dell'arena dai 60 mila posti previsti a 70 mila. Infine, anche se Inter e Milan hanno ribadito categoricamente di non voler ristrutturare il Meazza, non sono in pochi a volere che ad esprimersi su costi e benefici del restyling dei tre anelli sia un ente terzo. Sarà forse stralciata dal documento, invece, la richiesta di spostare lo stadio di qualche metro per allontanarlo dalle abitazioni che si affacciano su via Tesio.

Quello di giovedì è uno snodo politico importante: se le trattative che stanno andando avanti in queste ore all'interno della maggioranza non scalfiscono le convinzioni dei consiglieri contrari all'abbattimento del Meazza, questa rischia di non avere i numeri per far passare l'odg senza l'aiuto dei consiglieri di opposizione.

Fino ad oggi il fronte del "no" alle ruspe sulla Scala del calcio è composto da nove consiglieri: i Verdi Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini; i dem Alessandro Giungi, Simonetta D'Amico e Rosario Pantaleo; Enrico Fedrighini e Gabriele Rabaiotti della lista Sala; Marco Fumagalli di Milano in Salute. E se c'è chi, come i Verdi, Giungi o Fredrighini resta sulle sue posizioni, c'è qualcuno, come Pantaleo, che prende tempo: "Voglio leggere prima il documento".

E' più difficile costruire il ponte sullo stretto o un nuovo stadio di calcio a Milano?
 

vicky3464

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Non capisco alcune cose: se mai arrivasse un vincolo sullo stadio, questo implicherebbe che non si potrebbe neppure ristrutturlo? Mi pare comunque chiaro che nessuna delle due societa' voglia accollarsi le spese di una ristrutturazione, ed in tal caso resterebbero solo poche ipotesi: la prima e' entrambe le societa' si spostano a Sesto e costruiscono uno stadio in comune, la seconda e' che solo il Milan si sposti a Sesto lasciando San Siro all'Inter, e in questa seconda ipotesi all'Inter restano due sottoipotesi, o lasciano tutto come sta, o ristrutturano loro (inverosimile). In tutti questi casi casi il Comune non incasserebbe piu' il canone di locazione (10 milioni all'anno) o lo incasserebbe per la sola quota dell'Inter. A questo punto il resto della somma andrebbe a carico del Comune, quindi della cittadinanza, immagino. O sbaglio qualcosa? Ma se questo fosse corretto, la cittadinanza e' stata informata? Ed e' favorevole? Se abitassi a Milano e mi alzassero qualche tassa o canone per far fronte alla necessita' di assicurare la manutenzione del Meazza, sarei furioso.
 

Swaitak

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Repubblica: due lettere inviate a Giorgia Meloni e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, entrambe senza risposta. Palazzo Marino ha inviato le sue richieste di chiarimento sulle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi circa un vincolo per lo stadio di San Siro: una il 5 novembre, quando il sottosegretario aveva manifestato la sua contrarietà all'abbattimento del Meazza, una dieci giorni fa circa.

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Un iter che ogni giorno si fa più complicato e che giovedì, nell'aula di Palazzo Marino, vedrà un passaggio decisivo: il voto su un ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri di maggioranza che propone alcuni paletti sul masterplan presentato da Milan e Inter non solo per la nuova arena, ma anche per la riqualificazione di tutto il quartiere di San Siro. Il testo non è ancora pronto, si sta lavorando su eventuali modifiche per renderlo "appetibile" al maggior numero di consiglieri possibile.

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Quello di giovedì è uno snodo politico importante: se le trattative che stanno andando avanti in queste ore all'interno della maggioranza non scalfiscono le convinzioni dei consiglieri contrari all'abbattimento del Meazza, questa rischia di non avere i numeri per far passare l'odg senza l'aiuto dei consiglieri di opposizione.

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Se Salvini volesse alcuni voti garantiti a vita, ci assegnerebbe un terreno dove costruire una reggia da 100k posti
 

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Temi: aumentare il verde rispetto a quanto già previsto, trovare un garante esterno che certifichi la neutralità carbonica sia dell'abbattimento del Meazza sia della costruzione della nuova arena. E ancora: mantenere invariati i costi dei biglietti, portare la capienza dell'arena dai 60 mila posti previsti a 70 mila. Infine, anche se Inter e Milan hanno ribadito categoricamente di non voler ristrutturare il Meazza, non sono in pochi a volere che ad esprimersi su costi e benefici del restyling dei tre anelli sia un ente terzo. Sarà forse stralciata dal documento, invece, la richiesta di spostare lo stadio di qualche metro per allontanarlo dalle abitazioni che si affacciano su via Tesio.

Quello di giovedì è uno snodo politico importante: se le trattative che stanno andando avanti in queste ore all'interno della maggioranza non scalfiscono le convinzioni dei consiglieri contrari all'abbattimento del Meazza, questa rischia di non avere i numeri per far passare l'odg senza l'aiuto dei consiglieri di opposizione.

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